Chiacchierando sul Tucci

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Nelle chiacchiere da bar sport che in questi giorni si sono scatenate sul destino del Museo Tucci, alcune preoccupazioni emerse sono di indubbio valore: si va dal sospetto che il trasloco all’Eur possa essere causa di un danno erariale, al timore che la nuova sede espositiva non risolva, anzi peggiori i problemi di quella vecchia, essendo inadatta per un allestimento moderno o incapace di attrarre nuovi visitatori, la preoccupazione per i tempi di chiusura o il dubbio che il modello “isola dei musei” possa, a differenza di altre capitali europei, essere adatto anche a Roma.


Poi, ovviamente, come sempre accade in questi casi, vi sono perle di sublime stupidità: mi limito a citarne un paio, entrambe sparate da un paio di presunti intellettuali esquilini. La prima è


“Con il Tucci chiude l’unico museo d’arte orientale d’Italia”


che fa sorridere per la sesquipedale ignoranza. In Italia e potrei sbagliarmi, perché qualcuno potrebbe sfuggirmi, ne esistono almeno quattro. L’ Edoardo Chiossone di Genova, la cui collezione surclassa di gran lunga quella del museo esquilino, il MAO di Torino, dallo splendido allestimento, il MAO di Venezia, alla Ca’ Pesaro, che è tutto dire e il Civico di Trieste, il più piccolo tra i quattro.


Se volessimo classificarli per visitatori, nel 2016, ma i dati, secondo me, provenienti da fonti diverse, sono poco attendibili, avremmo


Tucci 14211


Civico 17849


Chiossone 22317


Venezia 96136


Torino 105323


Il che introduce la seconda perla


“I musei non sono baracconi da lunapark, non si possono valutare per il numero di visitatori”.


Certo, i musei non sono macchine per generare incassi, ma neppure gabinetti privati per la contemplazione dell’Arte. Sono strumenti per la rievocazione e riattivazione della memoria, come stimolo per indagare e comprendere sia passato che presente, per riattualizzare e trasformare in eredità vivente il patrimonio culturale.


Ossia in poche parole, stimolano e diffondono idee


Le idee sono democratiche, non gli importa se sei colto o ignorante, un artistoide fallito o un filosofo e hanno la strana dote, una sorta di legge di Metcalfe intellettuale, che più si diffondono, più acquistano valore, che consiste nella loro capacità di cambiare il mondo.


Un museo che non ha visitatore, non crea e diffonde idee, autoreferente e chiuso al mondo, ha fallito nel suo compito.


E il Tucci è stato un fallimento. Il problema è che la cura proposta potrebbe anche essere  peggiore del male..


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Published on October 31, 2017 13:53
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Alessio Brugnoli
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