Una torre, una bandiera e una banca





Vedete quella strana antenna di acciaio, come quelle che in Italia si usano per sostenere i cavi che portano energia elettrica in giro per il paese? Sta scatenando un vero e proprio vespaio al Cairo. Vuoi per il suo significato [sic!] architettonico, vuoi per il posto in cui la stanno innalzando. E vuoi anche per chi ci sta spendendo fior di quattrini.


La storia. A Zamalek, e dunque nel cuore del Cairo, si sta innalzando una torre d'acciaio dalle parti del Gezira Club, a sua volta il cuore della Cairo che conta. Polmone verde nel centro di una delle megalopoli più inquinate del mondo, il Gezira Club non raccoglie solo gli sportivi dell'èlite. Raccoglie l'èlite, che ha avuto anche una sua parte nella rivoluzione del 25 gennaio. Ora, questa torre d'acciaio cresce e cresce. La sua funzione? Deve sostenere una bandiera da Guinness dei primati. Una bandiera egiziana grande, tanto grande da potersi vedere dovunque. A quanto sembra dalle foto della torre in costruzione, per vedersi la torre si vede parecchio. Troppo, cominciano a dire al Cairo. Ed è uno scandalo che va denunciato.


E' partita, dunque, la battaglia contro la torre, che – secondo alcuni – andrebbe proprio tolta. Rovina lo skyline (a dire il vero parecchio incasinato) del Cairo. E poi, che significa questa storia della bandiera? Chi ha avuto una simile idea? Dalle prime notizie di stampa, ad avere l'idea è stata  la Commercial International Bank. La CIB, una potenza della finanza egiziana, l'istituzione che più di tutte le altre gestisce il prestito al settore privato. E i militari alla guida dell'Egitto in transizione avrebbero dato il loro consenso.


Adamisalem, un egiziano-americano che lavora nel mondo finanziario, ha messo su twitter quello che molti pensano:  "The new CIB tower at Gezira area next to 6 October bridge,CIB bank spent 20 Mil to put a flag but not a penny for the revolution". 20 milioni di pound egiziani per una torre d'acciaio che dovrebbe sostenere in cima (spero che gli ingegneri egiziani calcolino bene vento, peso etc) una enorme bandiera da Guinness dei primati. 20 milioni di pound egiziani messi in bilancio per una idea che era venuta allo staff della Commercial International Bank – racconta il quotidiano Al Masri al Youmdue anni fa, dunque prima della rivoluzione, per una torre che – ci si chiede – doveva rappresentare cosa? Quale orgoglio nazionalistico egiziano? Quello che si sfogava negli stadi?


A proposito di stadi, è finalmente cambiato l'allenatore della nazionale egiziana. Un altro punto a favore della rivoluzione del 25 gennaio: il precedente era molto (troppo) legato alla famiglia Mubarak, sia al padre sia ai figli. E la famiglia Mubarak usava la nazionale di calcio anche per cercare di far digerire la successione del figlio Gamal al padre Hosni: Alaa al-Aswani dedica uno splendido articolo a questo uso del calcio per fini politici, nel suo La Rivoluzione Egiziana (avendolo tradotto, quel commento è uno dei più belli, dei più duri e dei più tristi: parla della mala sanità in Egitto).


Per la playlist, un evergreen che non può non far venire qualche brivido, come sempre: Why, Annie Lennox, interpretazione dal vivo, da sola al piano.


La foto è tratta dal gruppo Facebook "Down with the Tower": l'intento del gruppo è chiaro…

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Published on September 26, 2011 07:40
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