Isole di felicità (Laimes salos) - venticinquesima parte

La giornata fu frenetica. Dalle nove di mattina alle sedici del pomeriggio lavorò.
Non andò a pranzo come di solito ma si comprò un panino, rischiando di sottoalimentarsi e di avere mal di testa.
Lei era frequentemente soggetta al mal di testa. In genere il mal di testa le era causato dalla mancanza di una adeguata alimentazione, soprattutto la mattina, se saltava la colazione. Anche il pranzo doveva stare attenta a non saltarlo.
Altre volte la causa potevano essere i pesticidi o gli anticrittogamici presenti nell'insalata che lei mangiava spesso. Non avrebbe dovuto mangiarla ma ne era ghiotta.
Se le veniva il mal di testa era condannata a soffrire tutto il giorno. Aveva una medicina per il mal di testa che il piú delle volte non funzionava. Ma in ogni caso la prendeva perché si ostinata a credere che l'avrebbe aiutata.
Mentre si provava dei vestiti a Mango in Gedemino Prospektas si ricordò di quella assurda giornata, che aveva dimenticato per un po'entrando nel negozio catturata dai colori, fatta solo per correre e essere stressata.
Si era provata vari abiti ma l'unico che veramente faceva risaltare il colore della sua carne, degli occhi azzurri e dei suoi capelli biondi fu un pullover rosso. Lo avrebbe preso se non fosse stata di carattere schivo.
Non posso uscire con questo colore, avrei tanti occhi puntati addosso.
Poco prima di andare a Mango era passata dal commercialista a lasciare la fatturazione mensile.
Aveva l' ufficio in una strada vicino a Gedemino Prospektas, per quello era finita da Mango, che era lí a due passi.
Mango era il suo negozio preferito. Ogni volta che doveva comprare un vestito andava da Mango.
Non comprò il pullover. Non solo perché si sarebbe sentita al centro dell'attenzione ma anche perché era nervosa e aveva poco tempo. Non le piaceva fare acquisti pressata dalla fretta.
Quando arrivò al Lietuvos vaikų ir jaunimo Centras era stanca morta. Nonostante la giornata intensa e stressante aveva deciso di portare Rebeka alla scuola di danza folkloristica.
Se quel mercoledì non l'avesse portata al Centras avrebbe avuto piú tempo per preparare le valigie per le figlie che il giorno dopo, finita la scuola, sarebbero state prelevate dalla madre che le avrebbe portate a Utena. Avrebbe avuto piú tempo per preparare le valigie per sé per andare in Finlandia per una visita alla fabbrica che produceva il legno che loro compravano e vendevano a Vilnius per i parquet. Una specie di corso di aggiornamento.
La ditta per cui lavorava aveva organizzato un viaggio perchè i dipendenti avessero esperienza diretta dell'intero processo produttivo. Quando vendi devi sapere bene che vendi. Questo era il motto della ditta.
Ora però capiva tutto lo stress inutile che si era generata. Rebeka avrebbe potuto saltare una lezione e la madre avrebbe potuto preparare le valigie al posto suo.
Perché aveva voluto fare tutto lei? Perché voleva andare con gli altri in Finlandia? Perché non aveva detto di essere malata? Sentiva che questo viaggio non era per lei. Sarebbe finita in un villaggio circondato da una foresta: lei non amava la vita di campagna né quella della foresta. Lei amava la città.
La domenica sera verso mezzanotte ritornò a casa, a Vilnius, da Helsinki. Dopo un'ora e venti circa di volo da Helsinki avevano fatto scalo a Riga e da Riga un altro volo di circa quaranta minuti fino a Vilnius.
Entrò in casa e si sentì distrutta.
Il viaggio era stato un disastro umano per molti versi. Lo aveva saputo prima di partire che sarebbe stato un viaggio che non avrebbe dovuto fare ma aveva fatto.
La colpa era il carattere che la costringeva a fare soprattutto quello che non voleva fare. Sentiva una chiamata al dover fare che sopraffaceva il non voler fare.
Il giovedì dopo un viaggio di quasi sei ore con un piccolo bus da Helsinki erano finiti in mezzo alla foresta a Haapaniementie, in un agriturismo perso nel bosco vicino alla città di Iisalmi.
- Per me se uno compra cinquanta metri quadrati di legno è offensivo
Ruta guardò Tomas. era ubriaco, o parlava sul serio? Forse veramente aveva bevuto troppa birra per accompagnare la cena.
- Ma ascolta, Tomas...tu vorresti completare il tuo terrazzo con un legno diverso?- No- E allora? Se dopo aver comprato duecentocinquanta metri uno si accorge che gliene manca cinquanta che doveva fare?- Doveva comprarlo- Bene, allora non capisco che di che parli- Non so, forse non ci siamo capiti...ti chiedo scusa- Qualche volta sono intimorita a vendere, mi avete messo in una situazione che ho paura a vendere, ho paura di sbagliare
Era stato quello uno dei momenti più vivaci di quel viaggio. In fondo la visita agli uffici della segheria, e la visita in loco per vedere come tagliavano e segavano gli alberi era durata un giorno e mezzo. Avevano visitato gli uffici il giovedì pomeriggio dopo l'arrivo a Haapaniementie, e la foresta il venerdì mattina.E' tutto? si era chiesta. Era stato interessante ma sperava in qualcosa di più. Fare un viaggio così per quasi una visita turistica e tenere gli uffici di Vilnius e Kaunas chiusi due giorni le era parso un suicidio economico.Non sono io il capo. Facciano quello che vuole, se per loro va bene così...A cena quella sera tutti avevano litigato. Quelli di Kaunas fra di loro e lei era finita a litigare con Tomas. Jurgita, la sua capo, stranamente si era mantenuta in silenzio e in disparte, da tempo diceva che voleva aprire un ufficio per lavorare sola. Forse a Klaipeda.Negli ultimi tempi aveva dato segni di peggioramento. Era sempre più nervosa, irascibile e invecchiata. Forse pensava troppo al denaro. Forse era troppa la responsabilità mandare avanti tutta l'azienda.
Il giorno più lungo e noioso era stato il sabato. La mattina l'aveva trascorsa nel parco naturale camminando e facendo foto.
- Ti sei fatta male?- No tutto bene, solo il culo mi fa un po' male
Tutti erano stati gentili. Quando era scivolata sulla pietra e si era distesa all'indietro battendo solo il culo, per fortuna, subito erano accorsi. L'avevano aiutata a rialzarsi. Avevano usato buone parole.
Per la prima volta si era sentita bene con loro. E la sera sul lago mentre loro pescavano si era sentita in pace con quel tramonto dai colori diversi dal cielo di Vilnius.Si era seduta acconto a loro aveva aperto un libro. Aveva finto di leggere e guardato quel cielo diverso.Una brezza che proveniva dal lago l'aveva fatta rabbrividire.
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Published on October 07, 2017 08:45
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