Castro e Franco

 



 


Il fatto che il Fidel reale fosse un politico pragmatico e opportunista, ben diverso dall’icona pop che è diventata componente del nostro immaginario, è testimoniato dai suoi ottimi rapporti con la Spagna Franchista.


Di fatto, se a L’Avana si raggiunse il paradosso di celebrare pubblicamente Dolores Ibarruri, la Pasionaria e al contempo, di proclamare tre giorni di lutto per la morte del dittatore iberico.


Il motivo di tale simpatia era basato, come sempre, sugli interessi economici: Madrid, nonostante l’embargo economico imposto da Ike per compiacere i bananari e che fu la principale causa dell’avvicinamento con Mosca, continuava a commerciare senza problemi con Cuba.


Di fatto, il boom economico iberico, che stava trasformando la sua economia da agricola a industriale, rischiava di creare una sovrapproduzione, che aveva difficoltà a essere indirizzata verso il mercato europeo, essendo la Spagna fuori dal MEC.


Per cui, questa sovrapproduzione doveva essere diretta verso il Sud America e i Caraibi. Al contempo, Cuba che si era trovata all’improvviso privata del suo principale mercato, gli USA, doveva trovare una soluzione alternativa.


Fu facile quindi venirsi in contro: tanto che l’Iberia non interruppe i voli diretti all’isola durante la crisi dei missili e Franco utilizzò l’occasione anche del Natale del 1962 per motivi propagandistici, regalando torrone e giocattoli ai bimbi cubani.


In parallelo, vi era anche un motivo politico: Fidel, nel caso Mosca avesse tagliato i fondi, non aveva mai escluso di poter fare il salto della quaglia e ritornare filo americano. Era però necessario continuare ad avere un canale diplomatico aperto con Washington, nel caso che si dovesse presentare tale necessità… E Franco costituiva proprio questo canale…


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Published on December 03, 2016 09:18
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Alessio Brugnoli
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