Comincia la fase numero 2
I'm not happy with the result. I'm only human. But I'm proud we had our first democratic vote in Egypt. Congratulations, #Egypt! #jan25
E' un tweet, un messaggino che arriva su internet in tempo reale e con la estrema rapidità del web comunica subito le reazioni a un evento. In questo caso, il tweet è di NadiaE, al secolo Nadia el Awady, blogger egiziana. Parla dei risultati del referendum costituzionale che si è svolto ieri in Egitto. "Sono orgogliosa perché abbiamo avuto il primo voto democratico", dice. E' vero. Non ho ancora incontrato una persona, tra ieri e oggi, che mi abbia detto di non essere andata a votare, e che non mi abbiamo mostrato con orgoglio l'inchiostro rosa fucsia sul dito, e che non mi abbia detto che aveva votato per la prima volta.
I dati ufficiali dicono che a votare è stato solo il 45% degli aventi diritto, 18 milioni di persone. Non mi stupirei se nelle grandi città la percentuale sia stata molto più alta. Comunque, per un paese disabituato al voto perché le elezioni non erano corrette, e in una fase ancora di pesante transizione, mi sembra che la prova di ieri sia stata – e non esagero – magnifica. Gli egiziani sono andati a votare nonostante la paura quotidiana di un paese in cui la polizia non vuole tornare per le strade (perché sanno di essere stati uno dei gangli del regime, perché la gente non li può vedere, etc etc), in cui il futuro è considerato incerto e il timore dei colpi di coda del regime sono fondati.
Hanno vinto i sì agli emendamenti costituzionali decisi dal comitato ad hoc creato dal consiglio supremo militare e presieduto da Tareq al Bishri. Una vittoria molto netta, 77% rispetto al 23% dei no. La divisione non è stata netta, né si può dire che i sì siano stati la dimostrazione della forza elettorale dei Fratelli Musulmani. La divisione è stata trasversale, ha attraversato le età, le classi sociali, le culture politiche. Persino i ragazzi di Tahrir non erano tutti compatti nel sostenere il No. Neanche i settori laici erano uniti, e neanche gli islamisti. Le interviste che ho fatto ieri per il Cairo, tra votanti sconosciuti e amici cari, mi hanno 'fatto persuasa', come direbbe il commissario Montalbano, che ognuno ha veramente votato con la propria testa. Sorprendendo i pregiudizi.


