Key Genius's Blog, page 32

July 22, 2018

#ian #dontboxmein #characters #women #Giulia #MonicaBellucci...













#ian #dontboxmein #characters #women #Giulia #MonicaBellucci #BarbaraPalvin #emilyratajkowski  #evagreen

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Published on July 22, 2018 13:00

July 21, 2018

#ian #dontboxmein #characters #males #alexpettyfer #benbarnes...













#ian #dontboxmein #characters #males #alexpettyfer #benbarnes #marlonteixteira #GodfreyGao #togo

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Published on July 21, 2018 13:00

July 20, 2018

#ian #dontboxmein #characters #Feng #GodfreyGao 













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Published on July 20, 2018 13:00

July 19, 2018

#caosdicarne #oldcover #giorgio #marlonteixteira 









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Published on July 19, 2018 13:00

July 18, 2018

#ian #dontboxmein #oldcover #DorianDalBordo #benbarnes 









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Published on July 18, 2018 13:00

July 17, 2018

#cuoredacciaio #oldcover #andrea #alexpettyfer







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Published on July 17, 2018 13:00

July 16, 2018

#cuorediferro #oldcover #andrea #alexpettyfer







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Published on July 16, 2018 13:00

July 15, 2018

#cuoredicarne #oldcover #andrea #alexpettyfer





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Published on July 15, 2018 13:00

July 14, 2018

GLORIOUS- cp2- Le (im)parità sessuali, per lui

«Tu la fai facile» sbotta Tony indicando la sua
nuova partner, una ventenne russa che sarà anche figa ma non ha esperienza e
lui sta sudando e faticando come una bestia da un’ora, tanto che ha perso
l’erezione. «A voi donne basta stare con le gambe aperte e a noi maschi tocca
tutto il lavoro. Tu sei rigida e per nulla collaborativa!» la indica parlando
in Inglese mentre lei, nei suoi capelli viola e labbra siliconate mette su il
broncio. Ma per poco.

Si alza dal letto sfatto al centro del set e
prende a girare col culo lucido di lustrini e arrossato per le diverse
sculacciate.

«Tanya, dai» dice melenso il regista.

Tutti hanno una reazione improvvisa; chi batte il
piede in terra, chi impreca e chi infine se ne va in pausa perché tanto ha
capito che prima di una buona mezz’ora il suo attrezzo non torna glorioso.

«Tony, fatti una pausa» gli dice l’aiuto regista e
lui annuisce.  

Va alla vetrata della lussuosa villa in cui sono
ospiti per girare il film di medio costo, ma pur sempre da centomila euro, e
osserva la piscina. C’è una papera gigantesca dentro e lui muore dalla voglia
di girare quella scena, ma c’è quest’altra prima che sembra non terminare mai.
Hanno iniziato presto, all’alba, e la ripresa della sua eiaculazione è stata un
trionfo. È sempre la prima scena, quella.

Solo che questa pellicola è in 3D e, anche se non
è la prima volta che gira un film di questo tipo, trova sia davvero estenuante.
Due giorni per cinque ore di video. Poi le scene di girato di contorno, ma
quelle sono una passeggiata.

Tony si stimola il sesso che lo ha reso famoso
come “Glorious” mentre con l’altra mano tira indietro i capelli.  

È sudato e qui in Praga c’è un umido pazzesco, o
forse è la zona della villa che richiama questa cappa che lo opprime. O forse è
perché si avvicinano i tanto temuti trentacinque anni e per un attore hard sono
come una mannaia sull’uccello. È tutta psicologia, ma di fatto sta già
accadendo.

Dopo oltre trecento film, di cui un centinaio con
alto budget con registi famosi come Salieri e Bandinelli, e dopo due premi
vinti come miglior performer dell’anno agli AVN Awards, in pratica gli Oscar
del settore hard, Tony sente di non aver più stimoli a lungo termine.

Il problema è che oggi deve portarsi a casa una
scena degna del suo nome, o saranno “uccelli per diabetici”, ovvero “cazzi
amari”. Ogni volta che gli torna in mente la battuta del suo amico Danny, gli
scappa da ridere. Ma deve restare serio e concentrato.

«Senti Tony» gli accenna il regista dopo un po’.
Gli si porge al fianco e lo fissa negli occhi, più o meno visto che è basso.
«Dai bello, rilassati che ce la facciamo. Vuoi Sonya? Vuoi una mezza pillolina
blu o vuoi farti un tiro? Dimmi che vuoi, che non c’è problema.»

Tony Cinquantalance non ha mai fatto cilecca in
oltre quindici anni di gloriosa
carriera nel cinema hard. E non sarà questo il giorno. Questo film doveva
girarlo con la sua partner di sempre, e sua amica, Candy Lux, ma è rimasta
incinta e ha deciso di tenere il pupo, questa volta.

Con lei c’era una tale complicità che al minimo
cedimento, sapeva come comportarsi. E per lui era lo stesso. Conosceva quel
corpo e sapeva come reagiva. Fare i film con lei era meno faticoso.

Spesso piacevole.

Tony si morde il labbro mentre la mano sonda il
suo sesso meno rilassato, ma ancora lontano dal suo standard. «Tanya che dice?»
gli chiede per capire il motivo dell’attrito fra loro e il regista sgrana gli
occhi.

«È giovane e non devi farci troppo caso, a quel
che dice.» Fa spallucce e Tony sente un brivido lungo la colonna vertebrale.

«Ma lo sa chi sono io?» replica rivestendo se
stesso di fastidio. S’indica il petto e se lo batte. «Io sono Glorious! Quella
non è nessuno e diverrà famosa proprio grazie al mio nome.»

Una risata di scherno s’alza d’improvviso nel
silenzio del set e lui osserva il culo lucido di Tanya sbatacchiare divertito.

«Ma quella mi sfotte?» bisbiglia al regista.

«È solo atteggiamento» sminuisce, ma Tony serra la
mascella. Sarà anche italoamericano e non russo, ma quella lo sfotte e basta e
per questo si sta innervosendo. Ha solo delle pessime erezioni quando è
nervoso, perciò tenta di calmarsi.

«Grazie a quella abbiamo avuto dei finanziamenti
extra. Dai bello cerca di capire. La crisi…»

La figlia di un milionario che vuole fare
l’attrice porno e per questo fa sganciare i soldi al padre dev’essere una moda
delle ragazze di oggi perché quelle della sua generazione, non solo lo
nascondevano, ma cambiavano anche città pur di restare immacolate al paese
natale. È stato così anche per lui, pur essendo un ragazzo cazzuto di New York.

Ma sua madre non gli ha parlato per anni e suo
padre lo aveva messo al bando nel suo quartiere per disonore. Solo sua sorella
gli parlava e telefonava, ma di nascosto. Little Italy era off-limit per lui.
Ma oggi che è famoso, è tutto perdonato. È stato riaccolto anche se sua madre
continua a dire che è perduto e che solo una brava ragazza potrebbe salvarlo.
Peccato che una brava ragazza non si metterebbe mai con un attore porno, questo
Tony l’ha accettato, ma sua madre no.

Tony smuove le spalle e lo guarda storto. «Devo
farmelo tornare duro e mi parli della crisi?» Gli fa un cenno. «Mandami Sonya»
dice alla fine.

Si massaggia il petto e chiede della sua fluffer personale. Nessuno usa più i fluffer
in favore del Viagra o altro chimico, ma lui preferisce eccitarsi in modo
naturale. Del resto, non fuma, non si droga e neppure beve alcolici se non in
rari casi. Cura il suo corpo e la sua salute in modo maniacale con analisi
mensili che pretende anche dalle sue colleghe; l’unico sistema per non beccarsi
qualche infezione o peggio.

«Sonya!» dice a voce alta il regista mentre Tony
va da Tanya e le afferra il viso.

«Che vuoi?» dice lei, strafottente.

«Inizia a prepararti» le dice con un ghigno
luciferino. «Tra poco riprendiamo a girare» continua accarezzandole le natiche.

Lei solleva un sopracciglio, sempre color viola,
poi abbassa lo sguardo. «Se lo dici tu» sospira e torna nei pressi del letto
mentre una truccatrice le sistema i capelli, il viso e le ripassa con la matita
rossa i capezzoli.

Sonya arriva sorridente e si toglie l’accappatoio
per farsi guardare da Tony, che non solo apprezza ma si fa trasportare dalle
sue attenzioni.

«Giocaci un po’, bambolina» le dice incrociando le
sopracciglia e afferrandole il collo. Le passa il pollice sulle labbra, che da
sempre lo salvano in queste circostanze, e lei sorride maliziosa.

«Il mio ragazzone» gli dice infilando le dita tra
i capelli neri. «Ora ci pensa la tua Sonya a farti godere.» Si avvicina
all’orecchio. «Così glielo pianti in culo a quella stronza» dice e lui sorride.

«È nel copione» scherza.

Si baciano un po’, poi lei scende e inizia a
giocare col suo attrezzo con la mano e la lingua mentre Tony si rilassa e
chiude gli occhi. Pone le mani sui fianchi e si concentra mentre lei gli
rinvigorisce il sesso lentamente come piace a lui.

Glielo succhia e glielo strizza al punto giusto.
Quando torna a indurirsi, lei glielo scappuccia e prende a stimolargli la punta
facendolo gemere. Sente che il campione si sta risvegliando.

Si accarezza il petto con la testa indietro.
«Dimmi che muori dalla voglia di farti scopare dal mio cazzo duro» geme alla
sua fluffer.

«Oh, sì» dice lei guardandolo con la punta del
sesso appoggiata sul mento. Lo riprende in bocca e Tony raggiunge l’erezione
giusta per la penetrazione.

«Sono pronto. Giriamo» dice a voce alta.

Sonya si alza e gli fa l’occhiolino.

«Sei la migliore» le dice.

«Lo so, amore» replica lei allontanandosi dal set.

«Silenzio» grida il regista mentre Tanya si sdraia
sul letto con le gambe aperte e lo fissa con sfida. Le telecamere si avvicinano
lente e iniziano a inquadrare il suo sesso che tiene con una mano. Un’altra
camera inquadra lei, che ora si lecca il labbro e si sposta la vestaglia di
seta per mostrare il seno alto e sodo.

«Azione!»

Tony si avvicina al letto e apre le gambe di
Tanya, le accarezza le cosce vellutate e si fa spazio fino al suo viso per un
bacio dove le lingue sono ben in mostra.

Sente la mano di Tanya afferrargli il sesso con un
sussulto, e sorride divertito.

La fa sdraiare e le afferra un seno, poi l’altro e
le sale sopra immobilizzandola.

Prende a strofinare il sesso tra quelle due incredibili
montagne di silicone vellutato con immenso piacere e poi la lascia per
infilarglielo in bocca, mentre la telecamera nasconde il suo viso per quanto è
vicina.

Lei resta ferma mentre lui lo fa entrare un poco
alla volta, dentro e fuori finché il regista non gli fa cenno di darci sotto.
Tony aumenta il ritmo mentre due telecamere lo inquadrano per bene.

«Ok, Tony questa c’è. Cambia» dice il regista e
lui esce dalla bocca di Tanya e la guarda come per chiederle “com’era?”. Ma lei
non sembra cedere.

Tony le apre le gambe e gli strofina il sesso sul
pube depilato mentre Tanya si afferra i seni.

«Dai, fammi sentire il tanto famoso Glorious» lo
canzona.

Ma lui è un professionista e attende il regista.
Il cenno arriva e Tony la penetra con foga facendola gridare.

La scava facendolo entrare senza pietà nella sua
partner dai capelli viola e lei non si trattiene e si agita gemendo e godendo
come tutte le donne in cui è entrato. Anche se l’orgoglio di Tony ne è
compiaciuto, va a finire che la ripresa si bloccherà ancora perché quella non
si sa controllare e verrà subito. Se viene, si chiude e fine dei giochi.

Tony decide così di rivedere le pose e esce senza
avviso.

Il regista lo guarda sgomento. «Che cazzo fai?»

«Tu gira» replica serio afferrando Tanya per i
fianchi e facendola sdraiare sul letto a pancia in giù. Le mette sotto il
ventre un cuscino e le fa incrociare le caviglie.

Le telecamere si spostano alla sua sinistra mentre
Tony accarezza il corpo tonico di Tanya per farla rilassare e arcuare. «Così
brava» le dice e le si appoggia sopra per baciarle il collo. Libera la schiena
e la scorre fino in fondo comprimendola delicato e il suo culo sporge in favore
di telecamera come nemmeno lei credeva possibile.

«Favolosa» dice uno dei cameramen.

«Mi piace» dice il regista.

Tony le passa le dita sulle natiche lucide per poi
aprirle e mostrare i suoi buchi. Assume una posizione che è parecchio scomoda,
ma ne guadagna il film. Con una mano le tiene la natica mentre con l’altra si
aiuta per un’altra penetrazione che la fa gridare e poi via con le danze.

Con una sola gamba come perno e l’altra in
ginocchio, con il suo attrezzo che entra e esce un poco di fianco, Tony sente
solo quanto sia ormai un burattino nelle mani di Glorious.

Glorious è il vero protagonista della sua vita.
Tony è il suo regista e gli dice solo come meglio porsi davanti alla telecamera
per la penetrazione perfetta per lo spettatore.

Glorious è l’attore famoso e, per antonomasia, il
suo enorme cazzo che è inquadrato di più del suo viso. Quando lo chiamano,
pensano solo a quello. Nessuno pensa a lui e meno ancora, nessuno pensa a Tony.

Da ragazzo era figo fare film porno. Era
rispettato dai suoi coetanei, anche perché non ha mai ceduto alla tentazione
del settore gay, come il suo amico Danny.

Era anche fonte d’orgoglio visto che molte ragazze
se lo contendevano. Ma ora non è più così. Ha sempre un sacco di donne intorno,
ma hanno perso attrattiva.

Lo avevano avvisato, i suoi colleghi più grandi e
già consapevoli grazie a una lunga carriera, ma lui non li aveva ascoltati.

Del resto, a vent’anni, la vita, te la vuoi solo
godere a pieno.

E la figa, tanta e sempre diversa ogni giorno.

Essere pagato per scopare, era il suo sogno come
di tutti i ragazzi della sua età. Ora non è più così. Vuole di più da una
donna. E girare un film, scopare con una telecamera, è un lavoro e basta.

Tony esce da Tanya e riprende fiato. Lei si gira e
ha le lacrime agli occhi. Ora lo fissa con voglia e timore, ora sa cosa si
prova a essere piena della sua gloria
potente e furiosa.

«E ora andiamo un po’ da questo bel culo» dice lui
col ghigno beffardo della vittoria mentre la penetra ancora, ma nell’ano. Entra
a forza considerando la sua dimensione, ma entra bene e dopo qualche colpo
entra tutto.

La ragazza non è una professionista, ma certo non
ha nulla da invidiare alle sue colleghe più esperte. È aperta, pulita e lo
accoglie bene.

«Grande! Vai così!» lo esorta il regista.

Tony le tiene le natiche ben aperte e assesta
qualche colpo lento, che con questa postura è facile. Poi divarica di poco le
gambe e solleva la sua partner per permettere alla telecamera un’inquadratura
da sotto. Inclina il busto e riprende a penetrala con le palle che sbattono
contro il pube, mentre vede la camera che gli sta ben aderente.

Lei gode senza ritegno, gode davvero.

Lui enfatizza anche se ce l’ha duro e tira molto
ora. Sente i suoni della carne bagnata unirsi ai gemiti e gli umori mischiarsi
col sudore che imperla la sua fronte. Tutto come da copione, come solito. Così
come l’odore pungente e acre, spesso sintetico e dal violento aroma fruttato
del gel lubrificante che ricopre perfino il profumo di lei.

Tony sente la pelle d’oca assalirlo.

Esce dal suo ano e la fa girare. «Sto per venire»
dice a denti stretti e lei annuisce.

Tanya apre la bocca e prende a leccargli l’attrezzo
che prima tanto scherniva. Ora invece lo succhia per bene.

Tony se lo tiene con una mano e attende.

Il regista gli fa cenno che può andare e lui
eiacula ancora con un getto che riversa sul volto di lei ricoprendole un po’ la
bocca e un po’ gli occhi. «Aah…» geme davanti all’obiettivo fissandola.

«È fatta, bravissimi.» Fine di un’altra ripresa.

Tony si rilassa mentre Tanya chiede soccorso con
la mano per ripulirsi il viso. Si alza e si allontana. Lo stesso fa Tony mentre
il regista si congratula.

«Facciamo un’ora di pausa» dice dandogli una pacca
sulla spalla. «Poi si va in piscina.»

Tony annuisce mentre va in bagno per lavarsi. Si
sciacqua il viso e vede nei suoi occhi scuri la fioca luce della sua vita
sempre uguale, monotona e priva di stimoli.

C’è solo l’ennesima scena, un traguardo dopo
l’altro, un buco dopo l’altro.

Ma non sta costruendo nulla, intorno a se non vede
nulla. Non sente nulla.

Tutti sempre a parlare delle donne oggetto, ma mai
nessuno che pensi agli uomini oggetto come lui che vengono usati e poi buttati
via dalle stesse donne, oltre che dal settore dell’hard che vuole e pretende
cazzi freschi a rotazione. Ormai chiunque può fare un porno con una telecamera,
ma non sono professionisti. Eppure si sono presi una fetta di mercato. Da qui
la crisi.

«Che vuoi fare nella vita?» domanda al suo
riflesso. Abbassa lo sguardo e si risponde che per oggi deve terminare il film.
Torna sul set e l’ora di pausa trascorre in totale relax bevendo un
integratore. Gli attori non mangiano, a differenza della troupe.

Tony divorerebbe un bue da tanta fame che ha. Ma
non può. E la tortura diventa insopportabile quando tutti parlano del
ristorante in cui andranno a fine della giornata. Qualcosa di nuovo, almeno.

La truccatrice gli copre le occhiaie e gli pettina
i capelli. Lo cospargono di un gel apposito che con l’acqua renderà la sua
pelle lucida e in camera sembrerà ancor più possente.

Girano l’ultima scena, ma per l’eiaculazione si fa
aiutare da un’iniezione di latte così da rendere il getto sempre poderoso.

Tony è sfatto, ma felice. Ha portato a termine
tutte le riprese e il regista è più che soddisfatto così come Tanya che ora lo
fissa con desiderio, come se non avesse già avuto il benservito.

Dopo la cena, Tony e la troupe di quasi venti
persone vanno in albergo e lui sale in camera dove trova Tanya che lo attende
nuda nel letto. Da non credersi.

In quale parte dimenticata del suo cervello lei
può pensare che dopo dieci ore di riprese lui voglia ancora scopare?

«Fuori dai piedi» le dice secco indicando la
porta.

Lei si getta addosso al suo corpo in cerca di un
bacio, ma a Tony basta stare eretto per evitare la sua bocca.

Dall’alto del suo metro e novanta, non è
difficile.

«Io ti voglio tutto per me, almeno una volta» dice
capricciosa.

«Non mi puoi avere, bambolina» la schernisce.
«Glorious è un attore, ma Tony non recita.»

«Che vuoi dire?» domanda agitandosi.

Le afferra i polsi e cerca di dissuaderla, ma
sembra innervosirsi.

«Sonya!» grida alla sua amica, che sta nella
camera vicina mentre Tanya tenta ancora di baciarlo.

È davvero una troietta capricciosa.

Sonya entra con la truccatrice e la buttano fuori
tra insulti e spintoni. Lui non avrebbe potuto farlo, pena una denuncia per
violenza su una donna. Tra donne invece possono.

Ironico.

«Tutto bene, amore?» le chiede Sonya.

Tony annuisce sedendosi stancamente sul letto.
«L’ennesima che crede che abbia un vibratore al posto dell’uccello» replica
osservando il soffitto sentendo d’improvviso una profonda pena per l’uomo che è
diventato. Non può nemmeno difendersi da solo da una pazza senza rischiare la
carriera.

Sonya gli passa la mano sul viso e lui l’osserva
leggendo in lei la stessa aurea che aveva Candy poco prima di lasciarlo. È
stanca e si vede.

«Vieni» le dice distendendosi nel letto. Lei si
adagia al suo fianco e si abbracciano teneramente.

«Tony, io voglio provarci» le dice ancora.

Sonya s’è presa una sbandata pazzesca per un
ragazzo più giovane, che non sa del suo lavoro e crede che sia una segretaria
di produzione di una telenovela brasiliana.

Lui la bacia in fronte. «È una pessima idea.
Glielo devi dire. Tanto lo scoprirà e s’incazzerà» le rammenta ancora
afferrandole il volto. «Tu meriti di essere amata. Lui lo deve sapere da te,
così almeno saprai se ti ama davvero.»

Sonya sorride, ma con gli occhi lucidi. «Faccio
ancora un film, poi lascio» gli dice e lui sospira rassegnato a perdere anche
lei.

«Spero davvero tu possa essere felice, Maria» la
chiama col suo vero nome. Un’altra italoamericana come lui, ma nata nel Bronx,
dove era meglio farsi pagare che farsi stuprare per una bella ragazza come lei.

Lei chiude il volto nel suo immenso petto e si fa
stringere.

«Resto qui a proteggerti, se vuoi» gli dice e lui
sorride divertito mentre entrambi si levano le scarpe e i vestiti e s’infilano
sotto le coperte.

«Grazie, ora dormo più sereno» le bacia la
guancia. «Buonanotte» sussurra sfiorandole il labbro poco prima che lei si giri
per farsi cingere in un abbraccio che per quelli come loro, che fanno del sesso
un lavoro, è più intimo e quel “dormire insieme” assume in significato meno
erotico, ma non meno intenso.

Tony vorrebbe solo trovare qualcuna che vada oltre
Glorious e che veda lui, quel ragazzo che ha preferito fare film porno che
rapine. Accarezzare gambe con le collant, che chiedere il “pizzo” ai negozianti
per il boss che già lo voleva a suo servizio a soli quindici anni.

Quel cuore innocente che ha fatto delle scelte
discutibili, ma mai a discapito di altri.

Quel Tony che aveva una luce speciale negli occhi,
che voleva un lavoro onesto e una ragazza da sposare per fare felice sua madre
e sua sorella. Voleva che suo padre dicesse a voce alta che era fiero di lui.
Voleva la pizza il sabato sera e andare a ballare.

Poi un giorno, gli offrono dei soldi per scopare
in una stanza con una tizia più grande e una telecamera. Con Danny s’era detto
che era una figata e l’hanno fatto. Hanno preso i soldi e via a divertirsi.

Facile e soprattutto s’era fatto la sua prima
donna.

Poi il tipo gli dice che ha un gran bel cazzo e
che lo vuole riprendere ancora, se lui vuole.

«Figo» dice Tony.

«Grande» dice Danny.

E il mondo ha preso a girare forte e veloce, fino
a oggi. Ha corso così tanto che Tony è rimasto in quella stanza di allora.
Vorrebbe andare a riprenderlo, ma la palazzina è stata abbattuta e quel Tony è
sepolto sotto le macerie, forse.

Sonya si gira e gli passa la mano sugli occhi.
«Che ti prende?» sussurra.

«Non ho mai fatto l’amore in vita mia e non so
nemmeno se ne sono capace» dice secco a denti stretti con un fremito sotto
pelle.

«Con quella giusta, lo farai» gli dice mentre lui
si rigira e si rannicchia nel suo angolo.

«Tony?»

«Buonanotte» la saluta con un sussurro.

Tony sente il suo alito caldo sulla nuca, la sua
mano gentile che lo accompagna nel sonno che trova più per stanchezza e noia,
come tutto ormai. Quella giusta? Cosa vorrà mai dire? Quella che è ancora
vergine? Quella che non te la da prima dei cinque appuntamenti? Quella invece
come lui, stanca del sesso e in cerca di sentimento? Che tipo di donna sarebbe
la donna giusta per un attore porno?

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Published on July 14, 2018 13:00

July 13, 2018

GLORIOUS- cp1- Le (im)parità sessuali, per lei

«Ora tu dimmi perché a trentadue anni, io dovrei
interpretare la madre di uno che ne ha ventuno? Se me lo spieghi, potrei anche
accettarlo» chiede Morgan al suo collaudato amico e agente Giovanni, ma lui
sospira e arriccia le labbra ondeggiando i baffi ispidi che ormai non cura più.

Morgan aveva capito già da qualche mese che
qualcosa non andava e che Gio’ aveva perso il mordente. Non solo stava cedendo
l’agenzia, ma anche la sua carriera e quella dei suoi colleghi. Conosce
Giovanni da oltre dieci anni quando era ancora a Roma presso L’Accademia di
Gigi Proietti per esercitarsi dopo la laurea al Teatro Piccolo di Milano. C’è
stata subito una buona sinergia tra loro, così è iniziata una proficua
collaborazione e una buona amicizia.

«Perché quel pivello ha un milione di fan su
Facebook e tu nemmeno ci sei, su Facebook» dice secco abbassando lo sguardo
triste e rassegnato. «E c’è anche un’altra cosa chiamata Instagram che sta
diventando sempre più popolare. E lui c’è anche là.»

«Sì, ho capito. È una roba per le foto, ma è solo per
chi ha Apple. Sono pochi» replica lei.

«Pochi?» sbotta lui. «Tu nemmeno ci provi. Tu
nemmeno hai quei nuovi telefoni che usano i ragazzi» dice toccando il tavolo
con le dita, simulando quello che fanno i giovani d’oggi; toccano delle icone e
spostano fotografie come fosse un computer col touchscreen. «Come puoi
pretendere di competere con loro?»

Morgan incrocia le braccia, accavalla le gambe
sotto il tavolo e scuote la testa in direzione della grande vetrata alla sua
destra; osserva fuori mentre il vento d’aprile trasporta i primi pollini
bianchi che fluttuano nell’aria come fiocchi di zucchero filato.

Sono alla solita trattoria “La Taverna”. Lei
ricorda ancora tanti anni fa quando dall’altra parte della strada c’era il
Blockbuster, la catena di negozi di videonoleggio che ora nel 2012 non esiste
più se non con pochissimi punti vendita che sono risorti dopo il fallimento della
casa madre in America. I tempi cambiano, i negozi chiudono e le persone devono
rinnovarsi se vogliono arrivare a fine mese perché non basta più avere un
attestato che dimostri i meriti e le competenze. Oggi conta di più avere dei dannati
followers nei social che saper recitare.

«Quello fa le pernacchie in video» gli ricorda
lei, afflitta. «E non solo.»

«Ha successo perché fa ridere» insiste lui.

«Piace alle ragazzine. Nessuno lo tiene in
considerazione come attore serio perché non lo è!» Fa spallucce Morgan fissando
sempre fuori della vetrata.

«Sono le ragazzine che creano la popolarità oggi,
non più il talento» dice amareggiato.

«Che mondo schifoso.» Morgan serra le labbra in
una smorfia che spera le impedisca di sbottare in uno sfogo personale. Sarebbe
l’ennesimo e sarebbe come i suoi precedenti: gratuito. Non serve a nulla, ma fa
fatica a non essere depressa e incazzata ogni volta che un pupattolo o una
pupattola del cavolo le soppiantano un ruolo solo per colpa di questi dannati
social.

Lei ha recitato a teatro con la grandissima
Mariangela Melato e ora si ritrova a discutere di sciocchezze come Facebook.

«Alessandro Haber non è in Facebook, ma lui arriva
da un’epoca in cui per emergere dovevi superare la critica degli esperti di
settore, non certo essere oggetto degli umori dei ragazzini che hanno come
termine di paragone solo le boiate americane in cui ci sono le risate finte.
Cosa ne sanno loro di Vittorio Gassman, Alberto Sordi o Monica Vitti» continua
gesticolando con un braccio che trova però rassegnazione appoggiandosi infine
inerme come la frase che non finisce.

Lui chiude il volto tra le mani e poggia i gomiti
sul tavolo. «È tutto inutile, con te» borbotta ancora. «Tu non hai nemmeno il
cellulare, mentre io sì e ho trent’anni più di te. Cioè, tu usi ancora la
segreteria telefonica. Alle volte, trovarti è un’impresa impossibile» dice e fa
una pausa guardandola sconfortato. «Amica mia, o cambi tu o non puoi pretendere
che il mondo si fermi. Sei tu che devi metterti a correre. È un fiume in piena e
non ci possiamo fare nulla. Mi dispiace» sospira e le prende la mano. «O fai
sua madre o niente ruolo. E tanto prenderanno un’altra al tuo posto senza
troppi problemi. Io sto cercando di aiutarti» le ripete.

«Lo so» gli batte un paio di volte il palmo della
mano e gli sorride.

Si fissiamo a lungo e in silenzio entrambi
consapevoli di essere in balia di qualcosa di inarrestabile e tragico come uno
tsunami che sta spazzando via il buon gusto e il teatro di qualità in favore
della visibilità su internet. Che tristezza!

Morgan e Gio’ finiscono il pranzo sorseggiando
l’amaro e chiedono il conto.

«Hai novità dall’Agenzia Conte Dorian?»

Lui annuisce. «Il dottor Dal Borgo sta valutando
tutti, ma non si è ancora pronunciato su di te. Mi ha dato la sua parola però che
cercherà di fare del suo meglio per dare un’opportunità a tutti con un nuovo
curriculum e un portfolio multimediale. Almeno mi ritirerò con un peso in meno
sulla coscienza» le dice con sincero affetto.

Una speranza
c’è
, pensa Morgan annuendo.

L’Agenzia Conte Dorian arriva da Hong Kong e ha
una sede anche in New York. Da meno di un anno è anche a Milano e sa che sono
in fase di trasloco in piazza Gae Aulenti in zona Garibaldi. Si dice in giro
che diverrà l’agenzia più importante qui in Italia visti i molti contatti con
l’estero.

«Speriamo. Nel frattempo valuterò il ruolo di
madre di quel cretino» sbuffa pensando che deve pur arrivare a fine mese in
qualche modo e, da quando vive da sola, è molto difficile.

«Tieni duro, vedrai che prima o poi qualcosa cambierà»
le dice, ma nemmeno lui ci crede e la sua rassegnazione non la conforta
affatto. Anzi, vede le macerie del negozio fantasma del Blockbuster e pensa
alla sua carriera con ansia crescente. Se non combatte lei per sé stessa,
nessuno lo farà al suo posto. Non certo Gio’, che per quanto gli sia
affezionata, ha gettato la spugna. Ha perso la voglia di rimettersi in gioco,
ma non lei.

Lei sente di avere ancora molto da dare al teatro,
da tempo valuta di fare della televisione ma teme di svendere la sua arte. E
questa nuova generazione non la capisce, o non le importa poi tanto di capirla,
ma forse deve cambiare idea e rivedere anche il suo look naturale e spontaneo.

Si alzano e si salutano.

Morgan esce e si avvia a piedi lungo una via
tranquilla di Milano, che le sembra sempre più straniera. Non è sempre stato
così, quando stava con Paolo era diverso. Entrambi attori, quasi coetanei,
stessi gusti, stessi ritmi di vita ai margini della società.

Dodici anni d’intenso amore, finito senza
essersene accorta. Era appena arrivata in Italia e quando l’ha visto è stato un
colpo di fulmine. C’è stato solo lui.

Bella
ricompensa
, si dice cinicamente ironica.

Senza preavviso, senza segnali cui aggrapparsi,
lui un giorno le dice che ha conosciuto un’altra che lo stimola, una ventenne
fresca che lo fa sentire ancora in corsa e le ha detto “ciao”.

Per Morgan è stato come un incidente d’auto. Anzi,
se fosse morto sarebbe stato meglio, almeno lo avrebbe pianto. Così invece ha
solo un cuore fatto a pezzi che si porta in giro dentro un involucro di
plastica sperando che si aggiusti col tempo. Vive in compagnia di un costante
rancore che a tratti ha dei picchi d’ira per tutte quelle giovani che se ne
vanno in giro a rubare gli uomini delle altre più grandi, che li hanno
sopportati e supportati nei momenti di crisi come lei ha fatto per Paolo.

Doveva farsi sposare come fanno tutte, altro che
la convivenza e l’emancipazione!

Ora avrebbe gli alimenti e l’appartamento. Così
non ha nulla se non gli anni donati all’uomo sbagliato. Da orfana, poi, soffre
due volte perché Paolo era anche la sua unica famiglia oltre al teatro. Ma
anche la sua compagnia s’è sciolta e ora gira come un cane randagio.

Ma si sa, gli uomini sono più fortunati; con gli
anni, acquisiscono fascino e carisma mentre la donna invecchia e basta. Non è
giusto!

Si ferma davanti alla vetrina di un negozio
d’abbigliamento e si osserva. È dimagrita ancora, i pantaloni le fanno delle
pieghe un po’ dappertutto. Ormai non ha più l’aspetto di una donna, potrebbe
fare l’androgino anche nella vita vera da tanto che è un palo con i capelli
neri e arruffati.

Non è mai stata formosa, ma ora sfiora l’anoressia.
Lo sa, ma non ci può fare nulla.

La depressione non è facile da curare e il dover
recitare con un cretino certo non le è d’aiuto.

Fa per riprendere a camminare quando un gruppetto
di ragazze la urta e lei barcolla.

«Scusi signore» dice una biondina con la quarta di
seno al vento che a stento sta nella maglietta e le cosce lunghe e magre come
quelle di una gazzella. Le sorride e ammicca e Morgan resta disorientata da
tanta sfacciataggine.

«Non vedi che è una lesbica, scema» le dice
l’amica e lei cambia espressione di colpo.

Fissa ora Morgan con sdegno e se ne va di corsa
come se fosse inseguita da una tigre.

«Non sono lesbica!» grida ma tanto è inutile
perché non è la prima volta che le succede.

Tempo fa aveva recitato nei panni di un uomo in
un’opera indipendente e aveva riscosso un discreto successo tra le più giovani.
Poi capivano che era una donna e ne restavano inorridite, tanto che ha detto a
sé stessa che non avrebbe più accettato ruoli maschili o androgeni.

Morgan ha bisogno di essere apprezzata e amata dal
pubblico, ma oggi sembrano più interessati alla persona e non più alla
recitazione.

Se fossi
nata uomo, avrei avuto una vita più facile e ora sarei famoso e pieno di donne.

Riprende a camminare sentendo che come donna si è
preclusa molte strade; anche quella di farsi una sua famiglia sembra ormai
persa. Dopo Paolo, dopo il suo tradimento, sente che mai più potrà fidarsi di
un uomo. Mai più!

Vaga per Milano con l’anima pesante, trascinando i
piedi e senza una meta precisa.

Cerca solo di motivarsi per accettare quel ruolo
da madre che non le si addice e che non sopporta, visto che sua madre l’ha
abbandonata ancora in fasce, e che non può ancora comprendere ma che si
sforzerà di assumere perché deve pagare l’affitto.

In un certo senso, si sta svendendo per un’imparità
sessuale che le è imposta dalle stesse donne.

È davvero un mondo assurdo.

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Published on July 13, 2018 13:00