Rossella Romano's Blog, page 4

August 16, 2021

Tic Tac horror (Una semplice svista)

Il racconto è adesso pubblicato nella nuova raccolta: Tic Tac Horror & Storie di Scrittura, inclusa nell’abbonamento Kindle Unlimited e in vendita su Amazon a 89 centesimi.
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Published on August 16, 2021 03:17 Tags: horror, racconto-di-paura, racconto-horror, rossella-romano, two-sentences-horror-story

June 5, 2021

La mia prima videointervista

Il 18 maggio sono stata intervistata da Elena Galati sulla sua pagina Facebook: Sogni di Carta e altre storie, nella mia qualità di autrice accolta nella ristrettissima vetrina di Extravergine d'Autore - Self Publishing di qualità superiore, in cui sono presente con i romanzi Quella Notte il Vento e Immateria, il racconto horror Io, l'Olandese Volante e la raccolta di tutti i miei racconti, di cui ho chiesto la valutazione solo in tempi recenti: Non ne ricordo più nemmeno il titolo.

Non sono assolutamente abituata a mostrarmi in pubblico, è mia ferma convinzione che l'autore debba dissolversi nelle sue storie, affinché il lettore possa godersele appieno, ma Elena è stata molto gentile e amichevole e tutto il nervosismo che avevo si è trasformato in allegria!

Ecco dunque l'intervista: un punto di vista davvero sincero e appassionato su cosa significhi per me scrivere, su cosa mi auguro di raggiungere come scrittrice e sul patto che mi lega a voi lettori.

https://www.facebook.com/sognidicarta...

Buona visione!
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November 24, 2019

È un piccolo libro dall’aria antica.

La copertina è scura, di una profonda, malsana sfumatura di grigio, il nero assoluto scolorito dal tempo. La costa lascia intravedere la trama della rilegatura, vicino ai margini. È appoggiato quasi all’angolo della panchina, come se qualcuno lo avesse posato per un attimo, durante la lettura, per poi dimenticarlo.
Mi guardo intorno.
Non c’è nessun altro, a parte me. È una fredda, nebbiosa mattina di fine ottobre. L’alito si condensa, quando lo espiro. Ho mani e viso gelati. Il vento fruscia fra i sempreverdi, trasformandosi in un misterioso sussurro. Guardo il cielo quasi bianco, ferito dai rami ormai nudi degli ontani che mi sovrastano, e mi chiedo dove sarei, se avessi un posto dove andare. Se la mia vita non si fosse trasformata in questo vuoto… trascinarsi.
Ma, con la coda dell’occhio, (e dei miei pensieri), sento il peso del libro, accanto a me. Mi sposto, scivolando sulla panchina, sentendo l’umidità che ha impregnato le doghe di legno trapassarmi i vestiti, e mi accosto un altro po’. Ora è qui, alla mia sinistra, proprio a lato. Se qualcuno mi stesse guardando, penserebbe che sia mio. E in effetti… non so, è come se…
Prima di rendermene conto, ho allungato la mano e l’ho posata sulla copertina. Con cautela, perché dopotutto è un gesto di possesso. Col pollice accarezzo il bordo delle pagine. È un breve viaggio per il mio polpastrello, eppure stranamente appagante. Ogni pagina ha una propria dimensione che la distingue dalle altre, rendendo il fianco del libro irregolare.
Frrrr
È un suono solo immaginato, come le fusa di un gatto; il rumore che produrrebbero le pagine sotto le mie carezze, se avessi l’udito abbastanza acuto da percepirlo.
Dev’essere mio, penso quasi trasalendo, guardandomi subito intorno con aria colpevole, quasi avessi espresso un intento criminale in mezzo a una folla. Ma non c’è nessuno, intorno. E le auto che scorrono via oltre il cancello del parco sembrano appartenere a un altro mondo. A un’altra realtà.
In un attimo, senza quasi pensare, afferro il libretto e lo spingo a forza nelle ampie tasche del giaccone. All’improvviso ho fretta di tornare a casa. Cammino sul marciapiede a capo chino, accosto al muro, sentendo il libro sbattermi contro la gamba ad ogni passo. Mi stringo le braccia intorno e prego di non incontrare nessuno.
Sospiro di sollievo solo una volta infilata la chiave nella toppa di casa. Il mio piccolo nido privato, in cui abito in totale solitudine. Entro nella fitta penombra, mettendo a fuoco la tazza della colazione lasciata sul tavolo, i decori sulla tovaglia incerata, i profili dei pensili e la soglia nera del corridoio, sul quale si aprono altre tre porte: quella di camera, quella del bagno e quella di ciò che io chiamo ripostiglio, e che invece è solo un armadio a muro.
Infilo la mano in tasca sentendo di nuovo una sottile fitta di rimorso. Ma stavolta è diverso. Un colpo leggero allo stomaco che mi provoca un sorriso quasi impercettibile: ho trasgredito alle regole, dimenticando gli anni che mi separano dall’infanzia, e ciò che provo in questo momento, dopotutto, è solo eccitazione. Un’emozione preziosa, che mi riporta mesi addietro, quando avevo ancora la speranza di tornare a una vita fatta d’impegni, responsabilità, giorni di riposo. Non come adesso, che sono tutti uguali, tutti inutili, e, ogni mattina, devo sforzarmi per ricordare quale giorno della settimana sia.
Probabilmente ho commesso un furto. Ma non può essere tanto sbagliato, se mi fa sentire così.
Mi sfilo il giaccone, lo appendo all’attaccapanni accanto alla porta e, quando abbasso le braccia, sospiro. Non ho un divano, la casa è troppo piccola, un appartamento ricavato da un fondo commerciale, rimasto per troppi anni sfitto. La cosa mi costringe a tenere le finestre strette e alte quasi sempre chiuse, per non vedere le persone in transito sul marciapiede; ma non mi dispiace. Si adatta al mio umore.
Quando l’ho appoggiato sulla tavola, poco fa, ero sovrappensiero, ma ora che torno ad afferrare il libretto è impossibile non notarlo: la copertina sembra calda, come una cosa viva.
È perché lo hai tenuto in tasca finora, mi dico accarezzandola lentamente. Più o meno riesco a crederci.
Lo afferro e mi avvio in camera. Mi sfilo le scarpe e mi sdraio sul letto, accendendo la lampada da lettura, appoggiandomi ai cuscini. Leggere è uno dei miei rifugi; lo è sempre stato, quando la realtà sembrava troppo difficile da affrontare. Un lutto, una sfida, un timore improvviso. Aprivo un libro, cominciavo a trasformare le lettere in parole, le parole in immagini e… iniziavo a viaggiare, a velocità prodigiosa. Funzionava sempre. Funziona anche adesso, all’istante. Specie una volta lette le parole scritte al centro della prima pagina, in caratteri decorativi, quasi gotici.

UN’ACCORTA PREMESSA

È il lettore che arriva al libro, o è il libro che arriva al lettore?
Chi ha scritto queste righe non sa nulla di te.
Potrebbe essere già in una tomba.
Potrebbe aver vissuto un’intera esistenza… prima ancora che tu nascessi.
E tu…
Cosa sai di quel che leggerai in queste pagine?
Come sono arrivate a te?
Quante delle scelte, delle coincidenze, delle fatalità che hai vissuto finora avrebbero potuto tenerti per sempre a distanza dal viaggio cui ti condurranno, cui ormai non puoi più sottrarti?
Sarebbe bastato… davvero un nulla, in un momento qualunque del tuo passato, e non saresti qui.
E dunque: è il lettore che arriva al libro, o è il libro che arriva al lettore?
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Published on November 24, 2019 13:56

August 2, 2019

Promozione Permanente di Benvenuto

Il senso della vita è trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo.
Pablo Picasso

GRAZIE DELLA VISITA!

Raggiungere con le proprie storie un gran numero di lettori è il sogno di ogni scrittore.

Tutti i miei racconti, a eccezione dell'ultimo, passato quasi sotto silenzio, al momento dell'uscita hanno avuto un buon successo di pubblico, ma adesso sono un po' scomparsi dal radar dei lettori. Per questo motivo ho pensato di premiare i naviganti che dovessero passare di qui con UN RACCONTO O UN ROMANZO BREVE IN REGALO. Il costo di ciascuno di essi su Amazon è 99 centesimi. I generi e sottogeneri spaziano fra quelli che amo come lettrice.

Nota: non è richiesto recensire!

Di seguito una breve guida alla lettura che ti aiuterà a scegliere quello giusto per te. Clicca sulla copertina per accedere alla pagina di ciascuno di essi o scorri fino in fondo per riempire il form sul mio sito e richiederlo nel formato prescelto: e-pub, mobi o pdf.

HORROR

Io, l'Olandese Volante Racconto horror (25 pagine) by Rossella Romano




Io, l'Olandese Volante

(25 pagine)

"Alone, alone, all, all alone, alone on a wide, wide sea!
And never a saint took pity on my soul in agony."
Samuel Taylor Coleridge - The Rime of the Ancient Mariner

Questo racconto ha ottenuto un grande successo di critica - cinque recensioni a 5 stelle, tre su Amazon e due su Goodreads, oltre all'inserimento nella ristrettissima vetrina di "Extravergine di Autore" - ma uno scarso riscontro di pubblico, eppure lo considero il mio piccolo capolavoro horror. Ti porterà all'istante sul ponte della nave maledetta, nella mente del suo lugubre capitano, e vivrai con lui un giorno e una notte, vittima della sua maledizione. È adatto a chi ami le atmosfere agghiaccianti e il profondo nichilismo sotteso alle storie di due dei più grandi autori horror di tutti i tempi: H. P. Lovecraft ed E. A. Poe.

Si può morire di paura? by Rossella Romano




Si può morire di paura?

(25 pagine)

Equivalente letterario di un mockumentary, con un forte intento immedesimativo: la scelta del sesso della voce narrante è lasciata al lettore e il flusso di coscienza del protagonista è interrotto solo dai suoni della storia. Racconta lo svolgersi e l'esito di una breve prova di coraggio, durante la notte di Halloween, in una classica casa stregata, fonte di una leggenda metropolitana. Di quelle di cui, da ragazzini, parlavamo solo a mezza voce. Racconto adatto a chi ami le storie di fantasmi con quel tocco di quotidianità - interrotta dall'irrompere dell'orrore profondo - che sono uno dei punti di forza dei film horror giapponesi.

Nel buio by Rossella Romano




Nel buio

(60 Pagine)

Anche questo racconto appartiene al genere horror, ma rispetto ai primi due ha un tono più leggero. È stato il primo romanzo breve in cui mi sia cimentata e persegue due intenti: mettere in evidenza il contrasto fra il fascino delle vecchie lettere, vergate a mano e conservate fin oltre la morte di mittente e destinatario, e l'immediatezza, ma anche la sacrificabilità, delle e-mail contemporanee; e descrivere con verosimiglianza la lenta discesa nel paranormale che coinvolge la protagonista. Racconto adatto a chi ami le storie gotiche, ricche di atmosfera, che si svolgono nella solitudine di vecchie case di pietra dalla lunga, sorprendente storia.

FANTASCIENZA

Fuga da IA by Rossella Romano




Fuga da IA

(80 Pagine)

Non me ne vogliano le autrici/lettrici di distopie YA: per me la fantascienza è tutt'altro e, anche se Fuga da IA è un romanzo breve ad ambientazione distopica con protagonisti sotto i vent'anni, non vi si trovano né patemi romantici, né triangoli amorosi, né dialoghi ridicoli come il primo contenuto in The Host della Meyer - in cui, tanto per capirci, "un fiore" è definito razza, cosa che mi ha spinto a chiudere l'estratto prima ancora di aver ripreso fiato. La fantascienza necessita di un approccio umile e di tanto lavoro di ricerca. NON ci si improvvisa scrittori di fantascienza. Chi pretende di scriverla deve mettere in conto di rivolgersi a un pubblico schizzinoso e competente, e di stare appoggiandosi sulle spalle di veri giganti della letteratura mondiale. La buona fantascienza deve aprire nuove porte nella mente dei lettori, anticipare i tempi, prevedere lo sviluppo futuro degli eventi, ma anche mostrare le crepe, magari ancora invisibili, del nostro mondo, rappresentandolo sotto le mentite spoglie del "migliore dei mondi possibili". Fuga da IA appartiene a quest'ultimo filone e tratta temi pesanti, che cominciano adesso ad essere discussi anche al di fuori dalla nicchia degli appassionati di fantascienza: il transumanesimo e il pericolo insito nell'affidarsi a intelligenze artificiali sempre più complesse (o addirittura autocoscienti). Contiene curiosi rimandi alla mia infanzia informatica (ad esempio un omaggio al mio ZX Spectrum Plus, su cui alle medie imparai a programmare un po' in Basic) e cupe atmosfere horror, specie nel finale. Un'ultima cosa: il titolo, nella sua apparente banalità, è scelto apposta per trarre in inganno i lettori. Romanzo breve adatto agli amanti della fantascienza tecnologica non proprio hard, ma quasi; a chi immagini di poter un giorno superare i limiti del proprio corpo e della propria mente grazie a impianti di vario tipo e sia disposto ad affidarsi alle cure amorevoli di una madre onnisciente, onnipresente e tanto pervasiva da risultare... terrificante.

Il Natale di Goccia by Rossella Romano




Il Natale di Goccia

(55 pagine)

Questo romanzo breve ha per protagonista il classico ultracorpo - un essere evoluto al punto da essere quasi del tutto privo di sensazioni corporee - e mi ha permesso di condividere quello che è forse il più profondo, e insieme il più sottile e sfuggente, dono riservato in sorte a chi scrive: la capacità, innata, ma coltivata con cura, di osservare ogni minima azione, ogni sensazione, ogni emozione, anche negative, e di farne tesoro, nell'attesa del momento in cui sarà necessario descriverle a parole. L'ambientazione natalizia era il giusto sfondo per quello che è forse il più toccante dei miei racconti, che arriva a descrivere la ricchezza dell'esperienza umana in ogni suo aspetto, ma si tratta, appunto, solo di uno sfondo, perciò la storia è gradevole anche se letta a distanza dal Natale. A chi è adatta? Credo a chiunque, perché tratta temi universali.

Lucca Ognissanti & Zombie by Rossella Romano




Lucca Ognissanti & Zombie

(90 pagine)

L'ispirazione per LO&Z è nata proprio il primo novembre 2014, giorno in cui si svolge, quando mi esplose in testa una domanda: "Se una zombie apocalypse partisse da qui, la reazione di fuga di quanto sarebbe rallentata dall'idea di trovarsi di fronte a cosplayer e non a zombie veri?" Di solito ambiento le mie storie in Toscana, regione in cui vivo dalla nascita, ma in luoghi indefiniti, per poter piegare i paesaggi alle esigenze della storia. In questo caso il lavoro di ricerca che mi sobbarco sempre per rendere coerenti e credibili le mie ambientazioni ha raggiunto vette maniacali, perché il mio intento era semplice ma faticoso: volevo che i frequentatori della fiera trovassero nel racconto luoghi arcinoti, rimandi concreti ai piccoli disagi sofferti ogni anno e persino i costumi più presenti nel 2014, per vivere la stessa esperienza che ho vissuto io al mio ritorno a Lucca: vedere le scene del racconto sovrapporsi alla realtà, in una specie di allucinazione nerd altrimenti irrealizzabile... Ma, insieme al primo presentato, per vari motivi questo racconto è stato quasi del tutto ignorato e anche in parte frainteso. Non si tratta, infatti, di una "teen love story" ma di un romanzo breve intriso di scene di azione e risentimento organico (gli zombie si decompongono velocemente), visto attraverso gli occhi a volte ironici, a volte terrorizzati di una cosplayer dodicenne vestita da Sherlock Holmes, che si trova per la prima volta a gestire la responsabilità di difendere il fratellino, aiutata da un cosplayer di poco più grande, vestito - e armato - come Link di The legend of Zelda. È, per vari aspetti, un omaggio a It di King, il mio scrittore contemporaneo preferito, adatto naturalmente ai frequentatori del Lucca Comics & Games, ma anche a chi voglia immergersi nell'atmosfera di gioco collettivo che caratterizza la manifestazione, pur senza andarci di persona.

E ora veniamo al sodo...

Riempi il form a questo link:
https://rossella-romano-autrice.webno...
per richiedere un racconto, specificando il formato prescelto fra e-pub, mobi o pdf. Per chi ha un Kindle o l'applicazione dedicata installata sul proprio tablet o smartphone segnalo la possibilità di inviare il file direttamente al dispositivo, in modo che sia possibile leggerlo come qualsiasi altro e-book. Ogni dispositivo Kindle o con app Kindle installata ha infatti un proprio indirizzo e-mail dedicato a questa funzione. Per conoscerlo, entra nel tuo profilo Amazon nella sezione "I miei contenuti e dispositivi", poi in "Impostazioni e-mail Kindle di destinazione" come spiegato in dettaglio qui:
https://www.amazon.it/gp/help/custome...

Qualunque sarà il racconto prescelto... Buona lettura!
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February 17, 2016

In difesa dell’Autore. Ovvero la sporca (bella) verità che risponde alla domanda: “Ma perché insistete tanto per essere letti?”

L’arcano (forse) non si risolve in due parole, ma vediamo di procedere con ordine. A tutti i lettori sarà capitato l’autore che afferma: “Io scrivo per me stesso, il piacere di scrivere è soddisfazione sufficiente.” E a tutti gli autori sarà capitato il lettore che, similmente, chiede: “Ma non dovrebbe bastarti il piacere di scrivere?” Il primo mente sapendo di mentire. Al secondo, se avrà la pazienza di leggermi, risponderò io.
Prima di tutto, il mio punto di vista sulla scrittura, ripreso tal quale dalla risposta a una domanda diretta che mi è stata posta pochi giorni fa, e che lo illustra a dovere. Citazione: “Scrivo per un bisogno profondo [da intendersi: “perché né voglio, né posso più farne a meno”], ma sapere che qualcuno leggerà le mie storie aggiunge una motivazione fortissima. Considero la scrittura una forma d’arte condivisa, diversa da ogni altra. Mi spiego meglio con un esempio. Se scrivo: ‘La ragazza lo guidò in fretta su per due rampe di scale e attraverso sale deserte e semibuie, dal pavimento a mosaico,’ sto chiedendo al lettore di fare uno sforzo d’immaginazione, mi sto appoggiando ai suoi ricordi, alle sue esperienze. Le due rampe di scale e le sale in penombra saranno diverse per ogni persona che leggerà quella frase. E lo stesso vale per l’aspetto dei personaggi, per le loro emozioni, persino per le creature fantastiche che popolano i miei libri. Nel momento in cui qualcuno decide di leggerla, la storia diventa anche sua. E questa è una forma straordinaria di condivisione, che non accade nemmeno al cinema: troppo passivo, troppo definito.”
In questo passo c’è già tutto quel che occorre sapere, ma voglio spiegarlo per gradi.
Prima di tutto, e mi rivolgo a voi lettori: immaginate di accendere il computer, un giorno, di entrare qui su Goodreads solo per accorgervi, con sconcerto crescente, che le vostre librerie sono vuote. Vuota quella che contiene i “da leggere”, spariti i “poesia”, i “thriller”, i “fantasy”, gli “storici”, gli “abbandonati”. Nessun aggiornamento dagli amici, come se tutti, all’improvviso, avessero smesso di leggere e condividere citazioni. Spariti i vostri progressi di lettura e anche, cosa ancor più allarmante, scomparse le foto dei vostri autori preferiti. Pensate a un malfunzionamento e provate a cercare un libro a caso, il primo che vi viene in mente. Nessun risultato. A quel punto ne siete certi: qualcosa non funziona, ma poi… alzate lo sguardo. Gli scaffali della libreria… anche quelli sono vuoti. Resta l’inquietante presenza del libro divulgativo di fisica che avete provato a leggere; o che avete letto e finto di capire, magari dedicando persino un lungo sguardo benevolo a tutte le equazioni; o che avete capito e gustato… Resta l’enciclopedia, ma, (ve ne rendete conto alzandovi, prendendo un tomo a caso e sfogliandolo), ha qualche pagina bianca, in corrispondenza della biografia dei Grandi Maestri della Letteratura e delle voci dedicate alle correnti letterarie. Resta il libro di ricette e le ricette ci sono ancora, ma manca il passo finale, quello in cui l’autrice raccontava l’aneddoto di quella volta in cui si era accorta di non avere uova in casa e…
Dev’essere uno scherzo, pensate prendendo il cellulare, solo per accorgervi che non siete i soli. I vostri amici confermano e anche la televisione non parla d’altro: è successo così, all’improvviso, ovunque… romanzi dissolti, racconti svaniti nel nulla, autori scomparsi, e nessuno più che sappia scrivere una sola riga che vada oltre la redazione di un manuale di istruzioni, o di una circolare interna.
Andiamo ancora oltre. Immaginiamo che i libri, romanzi e racconti, non siano mai esistiti. Pensate a come sarebbe stata la vostra vita, fino a questo momento, se l’aveste vissuta senza libri.
Quanti giorni vuoti. Quante emozioni perse.
Niente passaggi segreti, percorsi a lume di candela. Nessun dirupo da cui affacciarsi, per osservare il bosco, là in fondo, e chiedersi cosa nasconda. Nessun drago che aspetti paziente al vostro fianco che troviate il coraggio di montargli in groppa, per andare a scoprirlo. Nessun chiarimento, arrivato quando ormai sembrava davvero troppo tardi. Nessun tenero sussurro, più lieve di una piuma, perché ascoltato solo nella mente. Nessun folgorante colpo di scena, di quelli che danno i brividi e tolgono il fiato. Nessun lieto fine a farvi sospirare e sorridere, con gli occhi ancora colmi dell’ultima immagine e il cuore già colmo di nostalgia. Nessun personaggio a dividere con voi i suoi pensieri più intimi, come nella vita reale non è possibile fare con nessuno, mai, nemmeno per un istante. Già. I personaggi… quelli che per voi sono come amici, così misteriosamente reali, e amati al punto da dimenticare in fretta quella volta in cui vi hanno un po’ deluso; quelli che hanno un aspetto forse persino un po’ diverso da quanto suggerito dall’autore: magari una sfumatura ramata nei capelli scuri, o un guizzo d’oro nelle iridi verdi; quelli che vi hanno spinto, terrorizzati, a fingere che un certo libro non sia mai uscito, o che vi hanno costretto a leggerlo, nonostante tutto, e adesso siete lì, scorrete le parole in fretta, allontanando un po’ la pagina dagli occhi già offuscati, nel tentativo, che fallisce miseramente ogni volta, di allontanarli anche dal cuore, quando infine… No, ti prego, no, non è vero, dimmi che non è morto davvero…
Ed ora: pensate a come sareste voi, se non aveste mai letto alcun libro. Di certo più poveri, e naturalmente non sto parlando di soldi.
Ed anche più chiusi, in una misura difficile da definire, perché non avreste mai letto la frase che vi ha aperto non una semplice porta, ma l’accesso a tutto un nuovo modo di pensare. Che vi ha, letteralmente, aperto un mondo.
Da questo brutto scenario vi divide solo una cosa: gli autori.
Oh, certo, ma il mondo non è così, per fortuna; il mondo è pieno di libri, e sono tanti e tanti, sempre di più, quelli che voglio leggere, e il tempo non basta mai e, oltretutto, anno dopo anno, scorre sempre più in fretta…
Eppure anche l’Autore, il vostro preferito, quello che è più di un amico, e a cui augurate cento e rotti anni di salute, e che sperate trovi il modo d’imparare a smettere di dormire e di mangiare, e che in ogni momento scriva, scriva, scriva… anche lui, all’inizio, ha fatto fatica a trovare qualcuno che volesse leggerlo. Che tragedia, eh?, se non lo avesse mai trovato, quel primo gruppo sparuto di lettori disponibili; se si fosse scoraggiato in partenza.
Lo Scrittore è un viaggiatore solitario che percorre territori sconosciuti. Soltanto lui può esplorarli, perché sono personali, diversi per ciascuno. Il sottile terrore di non riuscire a perdervisi, (perché è bello farlo, talmente bello che, una volta provato, non può più farne a meno), lo accompagna sempre, in ogni istante. Per quanto spesso abbia varcato quella soglia, la cruda verità è che ancora non ha capito bene come accada. E in ogni istante la minima distrazione esterna, o un pensiero banale, insistente e molesto, rischiano di riportarlo indietro. Ma lui tenta, ogni volta, sperando di vivere quel momento in cui diventa completamente dimentico di se stesso, e il racconto corre, le immagini sono vivide, i personaggi prendono il comando, e con il proprio carattere e il proprio stato d’animo, gli strappano, letteralmente, lo scettro di mano. In effetti, più si addentra e arriva a scordarsi di dover tornare, più ricco, insolito e bello sarà quello che si accorgerà di aver raccolto durante il viaggio, al suo ritorno.
Ci riuscirò? Pensa ogni volta, davanti alle ultime righe scritte, o quando, peggio ancora, a confortarlo c’è solo il titolo in alto, (e a volte neanche quello), e il cursore, o la punta della penna, aleggiano su una pagina ancora vuota, e nella testa ha solo una vaga idea, (uno zaino leggero, per il nostro esploratore, fatto solo di nebbia), di quella che sarà la Nuova Storia.
La risposta alla nostra domanda, (sarebbero bastate poche parole, in effetti, ma le risposte importanti necessitano di tante premesse, altrimenti nessuno si accorgerebbe di quanto siano importanti), è giusto a un passo.
Perché gli autori insistono tanto per essere letti?
Perché, tralasciando per un attimo il periodo faticoso di riscritture, correzioni e limature, dal momento in cui uno scrittore, uno qualsiasi, (che sia famoso o sconosciuto, edito o indipendente, navigato o alle prime armi), scrive la parola “Fine”, la storia non è più sua. Appartiene al mondo. Lui la sente forte, anche con un po’ di giusta fierezza, questa realtà: per arrivare a esistere davvero, la storia va condivisa. Letta. Sofferta o goduta. Amata o odiata. Vissuta. Il compito dello scrittore, adesso, è cambiato. Deve assolutamente trovare qualcuno che voglia viverla.
Da bravo esploratore, deve condividere ciò che ha visto. Per portare altri con lui in quei territori sconosciuti. Altri che useranno le sue parole, ma vedranno con i propri occhi e udranno con le proprie orecchie e sentiranno con il proprio cuore. Anche loro saranno soli. E si approprieranno della Storia, rendendola personale, diversa per ciascuno, come diverso per ciascuno è lo zaino di esperienze, ricordi, sensazioni ed emozioni che li accompagnerà durante il viaggio.
La scrittura è una forma di pensiero magico che impedisce di crescere. Davanti a un libro chiuso siamo ancora capaci di meravigliarci, di provare una genuina aspettativa. E, mentre leggiamo, diventiamo capaci di vivere quello strano equilibrio che ci permette di riconoscerci nei gesti, nelle sensazioni, nelle emozioni dei personaggi, e insieme di vivere esperienze che in altro modo non potremmo mai vivere.
Senza contare che, nella vita reale, riconoscerci in un altro annienta il sospetto e la paura. È insito nell’innamoramento, ad esempio. E appiana conflitti di ogni tipo. Non è una cosa da niente.
In nome di quella categoria di persone che vi permetterà di assaporare tutto questo, cercate perciò di essere come bambini, quando vi accostate a un autore nuovo, mai sentito prima, magari un po’ insistente. Occhi bene aperti. Bocca socchiusa. Respiro… sospeso.
Non sia mai che sia proprio lui.
Il vostro nuovo amico.
L’Autore.
Rossella Romano


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Published on February 17, 2016 09:12 Tags: autori, racconti, romanzi, rossella-romano, scrivere, storia, storie

February 8, 2016

Pan Valentino -

Poiché non mi era più possibile offrire gratuitamente su Amazon questo racconto, l'ho ripubblicato al prezzo minimo, 89 centesimi. Per poterlo inserire nel programma Kindle Unilimited, in modo che fosse scaricabile gratuitamente agli abbonati, ho dovuto rimuoverlo anche da Goodreads.
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Published on February 08, 2016 08:01 Tags: distopico, fantascienza, racconto, rossella-romano, san-valentino

January 7, 2016

Libera Uscita - Racconto distopico completo

Poiché non mi era più possibile offrire gratuitamente su Amazon questo racconto, l'ho ripubblicato al prezzo minimo, 89 centesimi. Per poterlo inserire nel programma Kindle Unilimited, in modo che fosse scaricabile gratuitamente agli abbonati, ho dovuto rimuoverlo anche da Goodreads.
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Published on January 07, 2016 13:51 Tags: distopia, distopico, fantascienza, racconto, rossella-romano