Rossella Romano's Blog, page 2

October 13, 2023

Tic Tac Horror 10 - Visita alla nonna oscura

Non sta bene dirlo, e di certo non dovrei, ma odio davvero andare dalla nonna.
Innanzitutto perché significa lasciarsi alle spalle ogni traccia di…
Stavo per dire civiltà – espressione abbastanza trita – ma è molto più di così. Molti, moltissimi al mondo non lo sanno: esistono posti dove non solo la civiltà non è mai arrivata, ma è la normalità stessa, a mancare. La cara, vecchia, prevedibile realtà, dove quando la luce ti accarezza senti un certo tepore, anche nel pallido sole d’autunno di questi giorni, e non brividi sempre più profondi. Dove non pare che gli alberi abbiano l’inspiegabile capacità di mettere in soggezione chi si trovi a camminarvi in mezzo, fra tronchi possenti che trasudano muschio e secoli, come immoti sacerdoti di un culto antico. Dove il terreno non è così morbido e cedevole da sembrare vivo. Dove non si ha l’impressione che anche solo respirare sia una sorta di… sacrilegio.
Ma la nonna ha fame e non può badare a se stessa, per cui eccomi qui, come quella famosa bimbetta col cappuccio rosso, con un cestino che ballonzola al mio fianco – dall’odore non così gradevole – a guardarmi intorno circospetta, mentre mi addentro su questo sentiero che di solito non esiste, e che di tanto in tanto compare e diventa di giorno in giorno sempre più evidente, quando a lei viene fame, finché non possiamo più fingere di non vederlo. Nessuno si azzarda a confessarlo, soprattutto a me, ma so che lo temono. Temono sia lei a venire da noi, seguendo il sentiero, se lo ignoriamo.
Stavolta dev’essere molto affamata, perché la cesta è tanto pesante che per sollevarla, in principio, ho dovuto usare entrambe le mani.
«Non sono sicura di farcela» ho detto, implorante, fissando mia madre negli occhi. Non mi mandare, non mi mandare, pregavo intanto fra me e me. Ma…
«Spetta a te e basta. Lo sai» ha sentenziato, voltandomi le spalle.
Anche se ormai sono quasi adulta, mi chiedo se tema di non vedermi tornare. A giudicare da quante volte mi ha ripetuto Le Regole, credo impazzisca di apprensione tutto il tempo.
Dunque mi inoltro, nell’ombra sempre più fitta, senza arrischiarmi a mettere nemmeno la punta di un piede fuori dal cammino che mi si snoda chiaro davanti, come recita la Prima Regola: “Mai abbandonare il Sentiero.”
Il motivo è chiaro: lei verrebbe a saperlo. E mi punirebbe, anche. L’alluce destro della mamma ha una dura e spessa scaglia nera, al posto dell’unghia. Non ho mai osato chiederlo, ma so perfettamente perché. Così come so che la nonna mi aspetta, arrotando le gengive nude, sbavando e fregandosi le mani, piena di golosa aspettativa. Il tintinnio irreale che producono i suoi palmi, mentre lo fa, è una delle ragioni per cui odio doverla andare a trovare.
L’altra è questo profondo gelo che mi entra dentro, man mano che il sole cala e le ombre si infittiscono e aumenta la sensazione di essere l’unica preda appetibile, in un mondo fatto di oscurità e nebbia e rumori indistinti e sussurri misteriosi, quando il vento si solleva agitando foglie e aghi, lassù in alto.
Arrivo sempre al crepuscolo, guidata, nell’ultimo tratto, dall’acciottolio dei sonagli di ossa appesi ai quattro angoli della sua catapecchia. Per rispetto alla Terza Regola: “Dopo il giorno, prima della notte.”
C’è una sorta di steccato che corre tutto intorno alla casa, e un cigolante cancelletto a chiuderlo.
Chiedi il permesso” recita la Quarta Regola – Oh, se solo la smettessi di temere così tanto di dimenticarne una! – perciò appoggio il cestino a terra, finalmente, e grido: «Nonna, sono arrivata! Posso entrare?».
Il cuore mi batte all’impazzata nel petto: un sasso grande quanto un pugno che sbatte contro le costole, e su fino in gola, PUM, PUM, PUM, sempre più forte, eppure la sento ugualmente: «Ma certo, piccina! Vieni! Vieni dalla nonna!».
La voce è sottile, la stessa di una persona molto anziana. Il tono accattivante, gentile. Mi chiedo, me lo chiedo ogni volta, quanti ingenui sia riuscita ad attrarre, prima che finisse per dipendere del tutto da noi. Da… (le offerte) la merenda nel mio cestino.
Potrei… scappare. Non tornare più a casa. Perdermi in una grande città, fra le luci abbaglianti che annientano la notte, nel rombo dell’umanità in continuo movimento, nel frastuono che rende quasi impossibile pensare, pensare davvero… Ma vivrei il resto dei miei giorni nel timore della sua vendetta.
Simili pensieri mi danno le vertigini, mentre apro il cancello che cigola assurdamente, rimbombando nel silenzio profondo della foresta, nel freddo notturno che, oltre quella prima soglia, mi assale con dita gelide e implacabili.
Sollevo gli occhi, guardo le prime stelle affacciarsi. Non ho tardato, ma sarà buio, dentro. Un pietoso buio, sufficiente a tenere al sicuro la mia mente.
Arrivata al primo gradino, sputo a terra alle mie spalle, per liberarmi dei cattivi pensieri che qualcuno potrebbe nutrire per lei, e che forse mi sono rimasti incollati addosso. È la Quinta Regola.
Dal fondo del tugurio, fra le assi sconnesse della vecchia, vecchissima porta, la sento schioccare le labbra, più e più volte. L’odore della mia saliva ha risvegliato il suo appetito.
Per favore, fa’ che possa andarmene prima che cominci a mangiare, prego fra me e me, afferrando il batacchio per spingerlo piano, e oltrepassare la soglia.
Istintivamente trattengo il respiro, ma è inutile. La Sesta Regola mi impone di salutarla come si conviene, e già le parole della formula di rito premono contro le mie labbra.
Sospiro, mi abbevero all’aria fetida interna alla capanna, e, tenendo gli occhi fissi sul fondo della stanza, dove la immagino in attesa, nell’oscurità – ma non a terra, a terra è inutile guardare – sussurro: «Ti ho portato la merenda, cara nonnina. Ho attraversato il bosco senza mai lasciare il sentiero e le fiere e gli spiriti silvani non hanno osato avvicinarsi».
«Lo senti, il profumo di queste buone cose?» aggiungo muovendo un passo, per allungarmi e appoggiare il cestino sulla tavola accostata alla parete.
Mi risponde un rauco, basso raspare, una lunga vocale sabbiosa: «Ooooh…». E poi, ancora, nella sua vera, sgradevole voce, pungente come ortica: «Lo sento sì, quel buon profumo!». Annusa rumorosamente, schioccando la lingua, ed io la immagino, quella lingua lunga e nera, non so impedirmelo. Ma poi la nonna aggiunge una frase terribile, che mi precipita in un abisso di orrore ancor più profondo.
«Mi avete trascurata; avete tardato, ed è stato difficile attendere, stavolta, non cedere alla tentazione di mangiare anche l’ultimo boccone, quella candela ricavata dal grasso che ora accenderò, proprio perché tu possa vedermi bene, piccina mia! Mi vedrai e non scorderai più di venire a trovare la tua anziana nonnina ben per tempo. Ne sono… certa».
Fra le ultime due parole odo un fruscio forte, come di un fiammifero. Vorrei chiedermi in che modo e dove se lo sia procurato, ma la mia mente è un bianco vuoto di puro raccapriccio: vedo la fiammella, accosto alla mano che si allunga dall’alto, per raggiungere la candela posata a terra. Quest’ultima è sformata, scura e corta, un mozzicone ridicolo, ma è sufficiente a illuminare la capanna, a illuminare lei, magra e nuda, simile a un grosso ragno dalle zampe color ruggine. Non può toccare terra: è parte della sua condanna; non può calpestare lo stesso suolo di chi ancora è innocente. Pertanto, anche in questa sua catapecchia, è condannata a restare aggrappata alle pareti, a muoversi nel modo che le è peculiare: come un insetto, o un serpente strisciante.
Spostarsi è doloroso, per lei. Quando comincia ad avvicinarsi vorrei distogliere lo sguardo, ma non oso, e allora lo vedo chiaramente: le sue carni aderiscono al legno delle pareti; per riuscire ad avanzare, ad arrancare fino a me, deve staccarle a forza, con un suono strappato e liquido che le volte precedenti mi atterriva, ma che riuscivo a dimenticare, annegandolo nel crogiolo degli incubi che sempre mi tormentano. Invece, adesso…
«Sì…» gracida la nonna. «Sono vecchia, ormai. Molto vecchia. Faccio fatica… a vivere».
Si spinge ancora in avanti, lungo la parete alla mia destra, mi viene vicina, tanto vicina, troppo. Sento la nuca formicolare, diventare pesante, come se il cervello stesse tentando di rannicchiarvisi, per starle lontano. Sono assurdamente contenta di essermi allungata il più possibile, prima, per posare il cestino, ma ormai sento non solo il fetore che emana. Inspiro l’aria contaminata dalla colpa che lei espira. La nonna raggiunge la tavola, dove cade come un mucchio di stracci e ossa. I suoi lunghi, lunghi capelli, sporchi e unti, le si distendono intorno. Ma sono radi e non bastano a coprirla.
Quando apre il cestino, quando scorge le guance pallide e le labbra delicate della prima offerta – vuole solo la testa, il resto va gettato nell’acqua corrente – mi è così vicina che li vedo: vedo i denti da latte che le sono spuntati ovunque; sul dorso e sul palmo delle mani, sulle gambe, sul seno, sul ventre e sul viso, tagliandole la pelle, producendo ferite infette e suppuranti, dall’odore immondo. Sono quel che non riesce a digerire, quel che resta delle tante vittime che un tempo si procurava da sola e che ora, fin da quando ero piccola, sono costretta a portarle col mio cestino. Sono la parte peggiore della sua condanna: a centinaia la mordono da dentro per poi affiorare e rimanere lì, incistati nella pelle.
«Posso… posso andare, ora, nonna?» sussurro, fissando l’ombra nera dei suoi occhi.
Lei annuisce ed io scappo via, appena in tempo; mi chiudo la porta alle spalle e poi corro e corro, nel bosco buio, fissando la luna che occhieggia fra gli alberi, che mi farà da guida fino a casa.
Vorrei fare tutta una corsa, ma presto sono costretta a fermarmi. Un po’ perché mi manca il fiato. Un po’ perché comincio a sentirla e voglio esserne certa.
Una cunetta dura e dolente, al centro del mio palmo sinistro. Possibile basti così poco? So di aver violato la Seconda Regola. Ma è stato… poco più di un boccone.
Il cestino era pesante e avevo fame.
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Published on October 13, 2023 11:54 Tags: halloween, racconto-gratuito, racconto-horror

August 26, 2023

Tic Tac Horror 9 - Prima di uscire, spegni tutte le luci

Da oggi inserito nella raccolta di tutti i tic tac, e pertanto rimosso.
Non mi stancherò mai di dirlo: la raccolta Tic Tac Horror & Storie di Scrittura può essere richiesta gratuitamente compilando il form nell'homepage del mio sito, oppure con un PM qui su Goodreads!
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Published on August 26, 2023 04:12 Tags: fantascienza, racconto-horror, rossella-romano, sci-fi, short-story

July 6, 2023

Tic Tac Horror 8 - Bianche ossa, strani racconti

Da oggi inserito nella raccolta di tutti i tic tac, e pertanto rimosso.
Non mi stancherò mai di dirlo: la raccolta Tic Tac Horror & Storie di Scrittura può essere richiesta gratuitamente compilando il form nell'homepage del mio sito, oppure con un PM qui su Goodreads!
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Published on July 06, 2023 11:53 Tags: distopia, orrore, racconti-horror, racconto-breve, rossella-romano, sci-fi

May 9, 2023

February 17, 2016

"Lo Scrittore è un viaggiatore solitario che percorre territori sconosciuti. Soltanto lui può esplorarli, perché sono personali, diversi per ciascuno. Il sottile terrore di non riuscire a perdervisi, (perché è bello farlo, talmente bello che, una volta provato, non può più farne a meno), lo accompagna sempre, in ogni istante. Per quanto spesso abbia varcato quella soglia, la cruda verità è che ancora non ha capito bene come accada. E in ogni istante la minima distrazione esterna, o un pensiero banale, insistente e molesto, rischiano di riportarlo indietro. Ma lui tenta, ogni volta, sperando di vivere quel momento in cui diventa completamente dimentico di se stesso, e il racconto corre, le immagini sono vivide, i personaggi prendono il comando, e con il proprio carattere e il proprio stato d’animo, gli strappano, letteralmente, lo scettro di mano. In effetti, più si addentra e arriva a scordarsi di dover tornare, più ricco, insolito e bello sarà quello che si accorgerà di aver raccolto durante il viaggio, al suo ritorno.
Ci riuscirò? Pensa ogni volta, davanti alle ultime righe scritte, o quando, peggio ancora, a confortarlo c’è solo il titolo in alto, (e a volte neanche quello), e il cursore, o la punta della penna, aleggiano su una pagina ancora vuota, e nella testa ha solo una vaga idea, (uno zaino leggero, per il nostro esploratore, fatto solo di nebbia), di quella che sarà la Nuova Storia."

Tratto da:

In difesa dell’Autore. Ovvero la sporca (bella) verità che risponde alla domanda: “Ma perché insistete tanto per essere letti?”, che fu il mio primo post, qui su Goodreads:

https://www.goodreads.com/author_blog...
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Published on May 09, 2023 13:03

March 30, 2023

Tic Tac Horror 7 - Backdoor

Racconto ora inserito, come gli altri, nella raccolta:
Tic Tac Horror & Storie di Scrittura by Rossella Romano
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Published on March 30, 2023 12:22 Tags: backrooms, find-footage, racconti-horror, rossella-romano

March 28, 2023

Raccolta horror gratuita

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Da oggi Tic Tac Horror & Storie di Scrittura è inserito nella mia "Promozione Permanente di Benvenuto"
Basta visitare l'homepage del mio sito e lasciare un indirizzo email per riceverlo gratuitamente.

https://rossella-romano-autrice.webno...

Sette racconti horror da leggere d'un fiato, compreso un Racconto della Buonanotte in cui sei TU il protagonista!
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Published on March 28, 2023 11:45 Tags: horror, narrativa-italiana, orrore, racconti-horror

November 16, 2022

Spersa fra labirinti e boschi

“Un racconto è un labirinto, un romanzo un bosco. In entrambi è bello perdersi e di entrambi è ancor più bello scoprire il disegno tracciato dai sentieri che li attraversano. Fino all’ultima pagina, posso assicurarlo, non lo conosco nemmeno io, che quei sentieri li percorro per prima, e da sola. Scrivo, in effetti, soprattutto per l’esaltazione che accompagna il momento in cui arrivo a scorgerne l’assoluta compiutezza, e pubblico per condividerlo con chi accetterà di perdervisi dopo di me.”
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Published on November 16, 2022 11:15 Tags: racconti, scrittura-romanzi

September 18, 2022

Sfuggirò volando ai miei nemici - #StorieDiScrittura 5

Il post è adesso pubblicato nella nuova raccolta: Tic Tac Horror & Storie di Scrittura, inclusa nell’abbonamento Kindle Unlimited e in vendita su Amazon a 89 centesimi.
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July 21, 2022

Tic Tac Horror 5 - Nel buio ci sono i mostri

Il racconto è adesso pubblicato nella nuova raccolta: Tic Tac Horror & Storie di Scrittura, inclusa nell’abbonamento Kindle Unlimited e in vendita su Amazon a 89 centesimi.
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Published on July 21, 2022 11:00 Tags: fantascienza, racconto-horror, rossella-romano, sci-fi, short-story

June 11, 2022

La sensazione a romanzo appena finito...

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Published on June 11, 2022 03:56