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«Andò nella stanza sul retro per sdraiarsi a rimuginare, o dormire, nascondersi - andai con lei, per non lasciarla sola - mi sdraiai sul letto accanto a lei - persiane abbassate, penombra, pomeriggio avanzato -
"Non avere paura di me perché sono appena tornata dal manicomio - sono tua madre -"
Povero amore, perduta - una paura - io lì disteso - Dissi: "Ti voglio bene, Naomi" - rigido, accanto al suo braccio».

«Vestito di bianco come un arabo, con in testa una cordicella della Mecca di color oro e rosso e una daga dorata alla cintura, T.E. Lawrence imbevuto di deserto diceva un giorno ai suoi uomini che "ciò che l'umanità chiamava sconfitta era la libertà concessa da Dio".
Era un abitatore delle grandi pianure. Ed è in questa regione, popolata di assenze, che ebbe luogo il nostro incontro».

C'è un aspetto dei Fratelli Karamazov che nessuno si premura mai di sottolineare e che spingerebbe molte più persone a leggerlo: non è solo una delle vette più alte della letteratura mondiale, ma nella seconda parte è anche uno dei gialli più tesi che siano mai stati scritti.

Un celebre critico (forse Alberto Arbasino? Non ricordo...) ha scritto che la letteratura moderna nasce nel momento in cui <spoiler>il cadavere dello starets Zosima inizia a puzzare.</spoiler>

Un pensiero a tutti coloro che, pur non essendo credenti o appassionati di cristianesimo ortodosso, hanno letto i capitoli sulla vita e il pensiero dello starets Zosima pur di arrivare in fondo al libro: siete gli eroi non celebrati dell'amore per la letteratura.

«Hemingway e Fitzgerald non bevevano perché erano creativi, diversi o moralmente deboli. Bevevano perché è quello che fanno gli alcolisti. Probabilmente è vero che le persone creative sono più vulnerabili di altri all'alcolismo e alla dipendenza dagli stupefacenti, e allora? Siamo tutti uguali quando vomitiamo ai bordi della strada».