Status Updates From Un hombre

Era la nostalgia del futuro che non verrà, la consapevolezza improvvisa che mancando il futuro perfino il presente è illusione, e solo il passato è esistenza. Ebbene, proprio questa espressione tu avevi negli occhi il giorno in cui lasciasti per sempre la casa nel bosco.

V'è una misteriosa espressione sul volto di quelli che sanno di andare a morire, un'ombra che si condensa negli occhi e che di trasmette nei gesti. La vedi ad esempio nei malati, nei soldati. E lì per lì è difficile metterla a fuoco perché, più che vederla, la senti: soltanto dopo la morte, nel ricordo, essa t'appare nitida come una fotografia ben stampata e di colpo capisci cos'era.

..Quanto si soffre da adolescenti! Io penso che da vecchi si soffra molto meno, anche se si muore. Perché da vecchi la morte è una cosa normale. Mi sbaglio? Non lo saprò mai se mi sbaglio. Per saperlo se mi sbaglio dovrei diventare vecchio e io non sarò mai vecchio.

Niente è più egoista dell'amore, si sa. A volte, pur di isolarci con l'essere amato, ci piegheremmo a qualsiasi menzogna con noi stessi, qualsiasi cecità; v'è una gioia quasi turpe nell' averlo esclusivamente per noi, e troppo a lungo io t'avevo diviso con gli altri.

...la riaprono di nuovo con nuove sensazioni di colpa, autoaccuse, l'inequivocabile fatto che lui è morto e tu sei ancora vivo, quindi i conti non sono pari.

Il rimorso è una piaga incurabile.Invano cerchi di medicarla con attenuanti,giustificazioni, se avessi-saputo,se avessi-indovinato,invano cerchi di ignorarla affermando che tu hai mancato verso di lui quanto lui mancò verso di te,quindi i conti sono pari.Lì per lì la piaga sembra cicatrizzarsi,dissolversi, ma v'è sempre un momento in cui in suono, un rumore, un odore,un colore riaprono nuove sensazioni

Come un legno che va alla deriva,incapace d'opporsi alla corrente del fiume,ignaro se l'acqua lo scaglierà sulla sponda o lo trascinerà fino al mare,così me ne andavo nella tua esistenza durante quell'autunno.La mia battaglia contro l'amore, il cancro, era ormai perduta.La mia fuga,un colpo sparato a salve. E invano,oppressa dalla sensazione d'aver commesso un errore senza rimedio,mi chiedevo dove avessi sbagliato

In un deserto dove ogni pianta è un miraggio, ogni filo di vento un'ilkusione, il deserto delle utopie, noi c'eravamo incontrati scordando di chiederci chi fossimo e dove volessimo andare; cani senza medaglia, ci eravamo presi per mano, e inciampando nelle dune di sabbia, cadendo, rialzandoci, inciampando di nuovo, ci eravamo fatti compagnia, legati dall'equivovo guinzaglio dell'amore.

Ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani,e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l'amore esisteva, non era un imbroglio!

Ti amavo al punto di poter sopportare l'idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo, e amandoti amavo i tuoi difetti, le tue colpe, i tuoi errori, le tue bugie, le tue volgarità, il tuo corpo....E certo l'amore non ha per oggetto un corpo,però anche se eravamo separati da un oceano quel corpo io lo portavo a letto con me.

Forse non ero innamorata di te, o non volevo esserlo, forse non ero gelosa di te, o non volevo esserlo, forse m'ero detta un mucchio di verità e di menzogne ma una cosa era certa: ti amavo come non avevo mai amato una creatura al mondo, come non avrei amato nessuno.

Negli abbracci forsennati o dolcissimi non era il tuo corpo che cercavo bensì la tua anima,i tuoi pensieri,i tuoi sogni,le tue poesie.E forse è vero che quasi mai un amore ha per oggetto un corpo,spesso si sceglie una persona per la malìa con la quale essa ci investe,ci rappresenta ai nostri occhi;però il veicolo di un rapporto amoroso è il corpo,se quello non ti seduce,deve pur sedurti qualcos'altro:il caratter

C'è sulle bandiere lorde di sangue e di merda, sui vessilli gloriosi ed esposti nei musei, nelle chiese: lo sperma degli eroi che lottano per la libertà, per la verità, per l'umanità, la giustizia. In nome di quei bei sogni, di quelle belle parole, t'abbassi i pantaloni e giù di sperma. Sai quante persone sono state offese, ferite, uccise così? C'è chi ha scritto la storia così.

Come un uragano che s'annuncia con l'illividirsi del cielo, il mugghiare soffocato del vento, e dopo un lungo covare s'abbatte sull'immobilità delle cose allagando, schiantando rami, sradicando alberi, scoperchiando tetti, così ti preparavi a scatenarti: condensare i tuoi mille volti in un volto solo. Il volto di Satana che deluso da Dio si ribella, nel l'illusione di vincere sceglie di diventare un demonio.

«Se in tempo di dittatura il tirannicidio è un dovere, in tempo di democrazia il perdono è una necessità. In tempo di democrazia la giustizia non si fa scavando le tombe.»

Debuttasti così nella politica dei politici.Incominciasti così la serie dei tuoi poetici tragici errori.Perché su quell'esercito sgangherato e improvvisato,incapace di lotta, venuto a te sull'equivoco di altri schemi, del perdono,della misericordia,dell'amore, in cerca di qualcosa,forse senza saperlo,maturasti l'illusione di non essere più solo.È su tale illusione,purtroppo, contro i mulini a vento del drago.

"Come se ad accettare i re non fosse il popolo, come se ad inchinarsi ai tiranni non fosse il popolo, come se quelli che mi torturarono non fossero stati figli del popolo! Come se la libertà si potesse assassinare senza consenso del popolo, senza vigliaccheria del popolo?! Chi è il popolo?! Sono io il popolo! Sono i pochi che lottante e disubbidiscono,il popolo! Loro non sono popolo. Sono gregge, gregge, gregge!"

Entrambi sapevamo che un capitolo della nostra esistenza s'era concluso e la tristezza ci bucava con mille rimpianti, dal rimpianto di non esserci sempre capiti o aver rivaleggiato in durezze superflue al rimpianto insanabile d'aver perduto un figlio che non sarebbe nato mai più, e ogni tanto cadevano silenzi dolorosi, la tua mano cercava la mia, i tuoi occhi i miei occhi.

Forse sbagliavo a definire il Potere al potere cieco-ottuso-ignorante. Il Potere vede tutto, ode tutto, sa tutto. E in quel caso sapeva che il vero nemico del miserando personaggio eri tu..

...mentre i colpi di coltello crescevano di numero e di intensità, il rimpianto di non avertelo detto prima mi ammutoliva, il rimorso di non aver capito prima che un figlio sarebbe state l'unico rivale del tuo destino. Se lo avessi capito prima non avrei avuto bisogno di scagliarmi sulla porta, sfilare la chiave e incoraggiare un combattimento bestiale, subire quel terribile calcio che lo aveva feriti a morte.

Da oggi sono veramente in esilio.Meglio così perché alle bombe,agli scoppi,alle armi,io non ci credo più.Qualsiasi imbecille può pigiare il grilletto,dar fuoco a una miccia,ammazzare due artificieri e perfino un tiranno.Poi? Cosa cambia? Morto un tiranno se ne fa un altro,e spesso i futuri tiranni sono coloro che hanno sparato.No,non è seminando cadaveri che si rende il mondo un più sopportabile.È con le idee!

La Toscana è bella d'autunno.Puoi camminare lungo sentieri che hanno profumo dei funghi e delle finestre,ascoltare le voci del vento che chiama dai poggi orlati di cipressi e di abeti, pescare le anguille nei borri dove il torrente rotola suo sassi,andare a caccia di lepri e fagiani nelle macchie di erica rossa,ed è tempo di vendemmia, l'uva si gonfia violetta tra i pampini fitti, i fichi pendono dolci dai rami....

La storia del mondo ci ha ben fornito la prova che morto un leader se ne inventa un altro, morto un uomo d'azione se ne trova un altro. Morto un poeta, invece, eliminato un eroe, si forma un vuoto incolmabile e bisogna attendere che gli dèi lo facciano resuscitare. Chissà dove, chissà quando.

Capita spesso ai poeti, agli artisti. Capita particolarmente ai ribelli solitari che sanno di dover morire presto: di solito la loro esistenza è un fuoco di mille avventure in concluse, una valanga di semi gettati al vento o piantati a casaccia, senza sapere se la pianta germoglierà, senza aspettare di veder se germoglierà. Non ne hanno il tempo...,,

Come un viandante perduti in un paese straniero ed ostile del quale non capisce le strade, sicché ad ogni incrocio si ferma confuso, invano sperando di scorger qualcuno o qualcosa che gli indichi il modo di andare avanti o tornare indietro, così io ti guardavi dopo il rifiuto dei cinque che ti avevano opposto.

«Un uomo che è stato condannato a morte, che ha vissuto tre giorni e tre notti aspettando la morte, non sarà mai più lo stesso. Si porterà sempre la morte addosso come una seconda pelle, un desiderio insoddisfatto. Continuerà sempre a inseguirla, sognarla, magari rincorrendo al pretesto di nobili cause, doveri. Né troverà pace finché non l'avrà raggiunta.»

...presi ad interrogarti: professionale, fredda. Ma intanto ti esaminavo disperatamente, freneticamente, tentando di risolvere l'enigma, decifrare il fascino anzi la magia che emanava da te. C'era qualcosa di te, mi dicevo, che nel medesimo tempo attraeva e respingeva, struggeva e terrorizzava.

L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,qualsiasi dolore,qualsiasi morte.Per abitudine si vive accanto a persone odiose,si impara a portar le catene,a subire ingiustizie,a soffrire,ci si rassegna al dolore,alla solitudine, a tutto.L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi ,silenziosamente cresce poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza

Un uomo che non parla a nessuno e a cui nessuno parla è come un pozzo che nessuna sorgente alimenta: a poco a poco l'acqua stagna, imputridisce ed evapora

Potessi non morire! Potessi far tornare indietro la vita! Tutto sarebbe mio. Trasformerei ciascun minuto in un secolo intero, non perderei nulla, terrei conto di ogni istante, non ne sprecherei più nessuno.