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GDL Settembre - C'è un cadavere al bioparco
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by
Pippo.Gota
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Sep 16, 2025 05:49AM

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Serie che continua a piacermi perché colta, ma non pesante, però continua a ricordarmi un po' troppo un mix di altre serie simili italiane...

O sono io che mi sono persa qualcosa?

Riguardo invece alla soluzione del giallo, non è che non mi torni, ma in un giallo che si rispetti (Agatha Christie docet) qualche indizio per capire chi è ci deve essere. Nascosto, dissimulato, ingannevole anche, ma c'è. In questo invece mi sembra che proprio arrivi dal nulla, senza nessuna cosa che possa far pensare "ma vuoi mettere che" oppure "ah ecco, adesso capisco cosa voleva dire quel particolare". Magari c'è stato e sono stata distratta io, eh, però mi ha lasciato proprio di stucco, e non in modo positivo, ecco :P

mi sta raccontando la rava e la fava di ciascuno e io lì a dire, sì ma a me che mi frega, fammi vedere che succede!
quindi io mi fido e continuo, eh... però la prolissitudine qui impera di brutto

l'impostazione da giallo classico deduttivo mi è piaciuta. c'è pure la scena finale con stanza con tutti i sospetti radunati, che fa molto vecchia scuola. come dite voi, arriva un po' dal nulla perché il protagonista si tien tutto per sé e snocciola solo per il gusto del teatrale; però questa cosa, ripeto, andrebbe anche bene, ormai assieme leggiamo gialli che di gialli hanno ben poco e sono più un pretesto da mettere in copertina.
quello che non riesco proprio a digerire, qui, è lo stile dell'autore. noioso, per la miseria. gira attorno ai personaggi raccontandoti *perché* sono così, anziché mostrartelo con dialoghi e azioni. ogni tanto c'è il narratore che si mette a fare delle considerazioni sommarie su ciò che sta succedendo, tirandomi fuori dalla pagina, insomma un Manzini un giallo così ce l'avrebbe preparato ad hoc.
guardate pure il finale a sorpresissima: l'ho trovato raccontato, lento, mancava del tutto di quel thrilling che ti tiene incollato alla pagina. è un insieme di subordinate che mentre realizzi cosa sta succedendo ti trovi a districarti tra frasi che dicono e non dicono. santo cielo, te l'hanno ammazzata. a valteer, faccelo vede'


LovelyAndy , la scena della stanza con tutti i sospetti e Buonvino che spara i moventi uno via l'altro è Poirot allo stato puro e sono d'accordo che sia una scena lenta e un pò noiosa.
A me pare che Walter non maneggi bene il genere, ma avendolo ascoltato è filato via abbastanza liscio. Pippo se gli ultimi due sono su Audible può essere che prosegua anch'io.


"Ma lo sai che Gladio ha un' Elicar velocissima?"
"Gladio è fortissimo e ha tantissimi amici"
"Quella casa è di Gladio. Anche quella casa è di Gladio"
"Quella moto è di Gladio".
"Quella macchina è del papà di Gladio"
"Quella gru è di Gladio"
"Ma lo sai che Gladio ha chiuso quel buco sul marciapiede'
"Gladio è un meccanico bravissimo."
"Mi racconti una storia di Gladio e Pimpa per finta?" (NdA. "Per finta" vuol dire inventata).
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Ormai da un anno e mezzo le mie giornate iniziano e proseguono così fino a sera inoltrata. Chi parla è il mio quasi quattrenne bambino, abbonato al bioparco da tre anni. Gladio è il protagonista di una miriade di mirabolanti avventure, e per chi non lo sapesse è la tigre bianca del Bengala che vive al Bioparco. Questo lungo preambolo solo per dire lo spirito con il quale mi sono avvicinato alla lettura di questo gialletto dell'ex sindaco della capitale, ma ormai poliedrico ed affermato artista multidisciplinare.
Inutile dire che la pagina per me più emozionante non è stato il colpo di scena finale, né il lieto pre-finale, né la soluzione del caso che ha voluto prendere in prestito (chissà perché) dall'era d'oro del giallo, e neanche ho gongolato vedendo come Buonvino metteva in fila i pezzi, né ho sorriso per il manipolo di poliziottini che giravano intorno al caso, non ho particolarmente apprezzato le piccole lezioni di biologia, i termini colti buttati ogni tanto qua e là, no. Mi sono illuminato solo nelle poche righe dedicate a Gladio. Per il resto l'ho trovato un divertissement di un intellettuale che viene pubblicato per motivi che esulano dalla qualità letteraria, forse a suo agio come lettore di gialli ma decisamente goffo come autore, di uno che sembra aver capito tutto ma che in fondo, forse, ha ancora molto da capire sulla scrittura così detta di intrattenimento. Peccato. Mi aveva piacevolmente stupito come cineasta, aveva dimostrato una leggerezza, una sensibilità e una delicatezza inaspettati. Come giallista, per me, non ci siamo proprio. E adesso vado a dormire. Lo so che è presto, ma dovrò iniziare ad inventare storie su Gladio alle 6.30 domattina e, come dice Forrest Gump, sono un po' stanchino.
Voto. 5,5


Per carità non è un capolavoro e non è esente da pecche, però ripeto tra tante serie molto "poco serie", che si stanno diffondendo ultimamente, almeno questa ha qualche caratteristica diversa, che vira più al giallo classico.