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Gli ultimi giorni di quiete
La Sfida dei desideri
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GdL Luglio - Gli ultimi giorni di quiete
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Finito.Devo dire che questo libro mi ha davvero spiazzata tanto...
Al di là del fatto che per tutta la lettura ho continuato a chiedermi che cosa avrei fatto io, confesso che(view spoiler)
Sicuramente è un libro cui non si giudica se sia scritto bene o scritto male, o se bisogna produrre tifosi tra Vincitori e Vinti, ma è una narrazione che vuole accendere domande, generare dubbi, far mettere addirittura in dubbio le certezze che abbiamo o che crediamo di avere.
Hai scritto benissimo @MonicaEmme... quanto dolore...
(e cmq non credo di aver capito del tutto il finale....)
Cinque anni due mesi e quattro giorni dal fatto sconvolgente che non viene rivelato subito. Nora incrocia un tizio in treno, qualcuno che, s’intuisce, abbia segnato per la sua famiglia un prima e un dopo molto doloroso. Corrado è il figlio di Nora e Pasquale e il fidanzato di Sole. A ventitré anni scompare lasciando un vuoto incolmabile, ma non sappiamo ancora quale. A mano a mano i colori opachi sbiadiscono lasciando il posto alla rivelazione che Corrado è morto mentre era nella tabaccheria gestita con la madre. Lui è al banco perché Corrado ha da fare una commissione e così, come si dice, uomo sbagliato nel momento sbagliato: entra Dainese, il suo assassino, per fare una rapina, ma la situazione prende la piega peggiore.Nora e Pasquale, perso il figlio, sopravvivono nel dolore quotidiano, finché Nora non rivede, inaspettatamente, Paolo che, a quanto pare, è uscito dal carcere.
I due genitori privati del figlio decidono di vendicarsi ognuno a suo modo, ma non se lo dicono perché i rapporti tra di loro si sono fatti più freddi in una parvenza di vita. Pasquale (view spoiler) che vendetta meravigliosa questa! Passivo-aggressiva ai massimi livelli! Anche solo la tecnica del silenzio è molto efficace. L’ ho provata una volta con una persona che non voleva capire le mie ragioni ed ha funzionato alla grande!
Torniamo a bomba. Nora ha un piano per risolvere la situazione, ma noi, che da lettori vediamo tutto, non lo capiamo o meglio non individuiamo l’ obiettivo finale. La tensione è l’ incertezza crescono
vorticosamente fino ad uno sconvolgente epilogo.
Libro teso, ipnotico, cupo e lontano dall’ ironia che avevo trovato in Rocco Schiavone. Scava nel dolore, nella difficoltà del perdono, in una rabbia che non dà risposte facili. Ti costringe a farti domande e fa male in maniera intelligente.
Per quanto riguarda il finale io la vedo così: Nora vuole che Polidori torni in carcere, e infatti fa vedere la scena a molte persone che saranno testimoni, la sua morte sarà la condanna definitiva per lui. La seconda motivazione è che sente di non avere più un ruolo non essendo più madre si sente svuotata.
Infine vuole chiudere il cerchio.
Io la vedo così.
Franco, invece, ha scelto di difendersi con la rimozione e si ha la percezione che Nora sia sempre un passo avanti a lui. Franco non vuole toccare il dolore e si aggrappa alla quiete fasulla, salva la faccia per non impazzire e ci riesce visto che l’unico che rimane.
Il finale che non avevo capito era la parte relativa Pasquale (view spoiler)Perciò, grazie del contributo e della chiave di lettura 😉 (ammesso che ti riferissi a questo libro perchè credo ci siano degli errori nei nomi e cognomi)
Anch'io mi sono trovata un pò spiazzata, il romanzo ha un canovaccio che si discosta dagli altri che ho letto di Manzini, più psicologico, saturo di tensione e disperazione. Ho provato le sensazioni che descrive Milluminodimmenso: sono stata d'accordo con Nora all'inizio della suo percorso di vendetta ma poi l'ho trovata esagerata, troppo ossessionata al punto che ero quasi dispiaciuta per Paolo. In fondo però non ho trovato risposte alle domande che mi ponevo man mano che il racconto proseguiva. E' scritto bene, i personaggi sono ben caratterizzati e il finale con le scelte opposte di Nora e Pasquale è riuscito. Pollice in su!
Non avevo aspettative o quanto meno termini di paragone, visto che Gli ultimi giorni di quiete è il mio primo Manzini.La storia è cupa e angosciante sotto molti punti di vista: Nora, la madre, che non può andare oltre il giorno in cui le è stato ammazzato il figlio, Pasquale, il padre e marito, che vorrebbe andare oltre ma la moglie lo tiene legato a quel giorno e a quel momento e infine Dainese, l'assassino che ha scontato quasi 6 anni di galera e che pensa di poter andare oltre.
Gran libro che mette in discussione molte certezze: davvero una donna dopo essere diventata madre non può essere altro che madre? Ho trovato terribile il fatto che Nora rimpianga di non aver avuto altri figli, proprio perché sembra non riuscire a pensarsi altro che madre. O madre o nulla.
Un uomo, un padre cui ammazzano il figlio non può essere altro che un padre "orfano" non può essere anche un marito? Un uomo?
E poi Dainese: un condannato che ha scontato la sua pena ha diritto a una seconda opportunità a prescindere dalle ragioni delle vittime o dei sopravvissuti ai suoi crimini? La mia personale risposta è sì, anche se Dainese è tutto tranne che un personaggio simpatico e per il quale provare empatia.
Mi spaventa l'ossessione di Nora, forse perché in una situazione simile potrei diventare come Nora?
Alla fine non sono neanche riuscita ad ascoltarlo, mannaggia! Mi spiace perché mi interessava, magari lo riproporrò più avanti ;) Sono contenta che sia comunque diventato GdL di successo, mi sento meno in colpa XD
Eccomi anche io. Un libro divorato in due giorni, un Manzini molto diverso da quello a cui siamo abituati. È un romanzo che mi è piaciuto molto, il tema trattato è complesso, è difficile scrivere di chi subisce uno dei drammi peggiori che si possano immaginare: la morte di un figlio. L'autore decide di mostrarci due modi diversi di reagire: chi non supera mai il dolore e lo porta all' estremo e chi invece dopo tempo decide di portarlo dentro di sé, continuando a vivere, anche per chi non c'è più.In poco più di un anno ho letto questo romanzo, io che ti ho voluto così bene, tutta la vita che resta e cuore nero: il dolore per la perdita di un figlio mostrata in modo diverso, ma autentico, il dolore di chi ha commesso il delitto e vorrebbe ricominciare a vivere, portando con sé un dolore diverso, ma comunque difficile da superare. Tutti romanzi bellissimi, che porto nel cuore, tutti romanzi duri e drammatici. Ora però direi che è il caso di prendermi una pausa da questa tematica 😅
Letto rapidamente: è un libro che risucchia e coinvolge, un po' come mi era capitato con certi romanzi di Jodi Picoult in cui si presenta un dilemma irrisolvibile, perché tutti hanno le proprie ragioni che collidono con quelle altrui senza possibilità di soluzione e tanto meno di giustizia.Il personaggio di Nora è agghiacciante, un'idra vendicativa che ha perso un'occasione per diventare una persona migliore.
Tutti i libri di questa autrice hanno un impianto a dilemma. Il più celebre e il più intenso, almeno tra quelli che ho letto, è La custode di mia sorella, da cui fu tratto un film di successo.
La custode di mia sorella voglio leggerlo da una vita!Della Picoult io ho letto Diciannove minuti e concordo con Gaglioz ^_^


Che ne pensate???