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Gdl giugno-Kallocaina. Il siero della verità di Karin Boye
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MonicaEmme
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Jun 09, 2025 12:25PM
Kallocaína
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Incuriosita da anni da questo libro caposaldo della letteratura distopica, l’ho letto e adesso posso dire di averlo fatto, senza grandi entusiasmi.La Kallocaina è una sostanza che prende il nome da chi l’ha inventata: il chimico Leo Kall. Ambizioso e fedele servitore del regime scrive da una prigione la sua confessione come un diario. In un primo momento si sente quasi onnipotente perché questa sostanza iniettabile agisce sulle persone (inizialmente volontari) privandole di inibizioni e portandole a dire sempre la verità e ciò potrebbe essere un trionfo per il Regime, ma poi la faccenda prende una pessima piega, perché le persone rivelano disagi, insoddisfazioni, infelicità e disillusione. Leo è sempre diviso tra dovere e disagio. Si rende conto che lo Stato non vuole dominare solo i corpi, ma anche le menti. Nessuno è veramente libero considerando che tutti vivono nel terrore di essere traditi.
È un libro che mi fa sentire freddo come se fossi dentro un ambiente asettico con qualcuno che mi spia di nascosto. Mi sento a disagio e mi sento inquieta come se fossi pervasa da una tristezza grigia.
Ciao Monica, io mi riservo la seconda metà del mese per leggere questo libro.Mi incuriosisce il tuo commento, e tornerò qui non appena l'avrò terminato anch'io.
Molto interessanti le riflessioni che possono scaturire da questa lettura. Ma a me rimangono le sensazioni e sono esattamente quelle che hai provato tu MonicaEmme: inquietudine, disagio e tristezza.
Ci sono i semi di libri diventati ben più famosi: Il mondo nuovo (lì non c'è il siero della verità, ma il soma, una specie di anestetizzante emotivo che tutti assumono perché così vuole il sistema e che garantisce la docilità della popolazione), 1984 con il Grande Fratello, Fahrenheit 451, su su fino a Il Cerchio: vari modi di raggiungere il controllo sociale capillare, fino a raggiungere direttamente il pensiero e manipolarlo.Il regime sempre uccide i suoi figli più devoti, fino all'inevitabile implosione.
Sono rimasto colpito da questo romanzo, anche se alla fine non mi ha entusiasmato come speravo. Condivido l’impressione avuta da Gaglioz: sembra che da questa storia di Boye si siano generati poi altri risultati letterari ben più famosi - scritti meglio, non so. Credo che io, come lettore, non ho saputo apprezzare appieno Kallocaina; ma ne comprendo la portata.

