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La strada che va in città
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La Sfida dei desideri > GDL settembre - La strada che va in città

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message 1: by Elisewin (new)

Elisewin (elisewin90) | 1502 comments Ecco il gdl per La strada che va in città della Ginzburg


Francesco (dolcedisdetta) | 543 comments Io lo sto leggendo :)


message 3: by Elisewin (last edited Sep 27, 2024 03:14AM) (new)

Elisewin (elisewin90) | 1502 comments Letto ieri, ecco il mio commento:
Vera protagonista del romanzo breve la Miseria nel senso più generale del termine, dalla povertà, all'ignoranza, all'abbruttimento dei costumi e dei sentimenti. La miseria è continuamente descritta in tutto ciò che i personaggi fanno e dicono, ed è rappresentata al meglio dalla voce narrante di Delia. La narrazione della ragazza porta alla sensazione di stare leggendo un romanzo di formazione che però non si realizza, o meglio, si realizza al contrario. La sua ignoranza e la miseria generale incarnata della condizione femminile le vengono poi espresse dalle due figure maschili principali del testo. Nini, che continua a dirle che le fa pietà e che è una povera ragazza, e Giulio che le dice "Ma sei proprio sempre la stessa. Non imparerai mai come si vive".
Non vengono descritti tempi, paesaggi, luoghi, che come al solito vengono in qualche modo percepiti dai commenti dei personaggi, anche questi non caratterizzati se non da quello che fanno o dicono. Questa è una caratteristica della Ginzburg che ammetto essere per me motivo di ammirazione per la sua scrittura.


Drilli | 5055 comments Eccomi. Finito ormai da una decina di giorni ma davvero, sono stati 10 giorni di fuoco, tra il lavoro e l'aver realizzato che non ho poi tutto il tempo che credevo di avere per fare cose che vanno assolutamente fatte entro dicembre... 🙈 E le energie che scarseggiano sempre più.

Ma, bando alle ciance!
Sostanzialmente concordo con l'analisi di Elisewin, soprattutto sulla questione del romanzo di formazione che alla fin fine non forma proprio nessuno.

Mi è piaciuto un po' meno delle altre cose che ho letto della Ginzburg finora, ma se in parte potrebbe essere successo perché si tratta del suo primo romanzo, e mi è sembrato che "mancasse qualcosa" rispetto ad altre opere, più probabilmente è proprio colpa di questa mancata formazione dei personaggi: mi ha lasciato addosso una tale amarezza che, semplicemente, non sono riuscita a godermi la lettura.
Però questo non è affatto un demerito del libro, il quale quindi probabilmente meriterebbe la quarta stellina come ad altri dell'autrice, ma niente, sono stata troppo influenzata dalle emozioni negative provate leggendo.
(view spoiler)
Penso comunque che lo scopo del romanzo, se ne ha uno, è proprio quello di mostrare semplicemente, nuda e cruda, una realtà per com'è, cioè quella della vita nelle campagne e della condizione femminile nell'Italia del tempo. E anche Delia si limita ad assorbire e imitare i comportamenti di chi le sta intorno, senza riflettere su di essi, senza porsi domande, come cose che, appunto, sono e basta.
In ogni caso, la mia esplorazione dell'autrice non si ferma qui: e infatti ho già in lettura Lessico famigliare, e se, Elisewin, proporrai altro della Ginzburg a novembre proverò senza dubbio a seguirti!
La cosa che più di tutte mi lascia ogni volta ammaliata è la capacità di quest'autrice di definire perfettamente un carattere, una personalità, una situazione, con pochissimi tratti, senza scendere a fondo, sì, ma non per superficialità: semplicemente, non ce n'è bisogno. Le azioni dei personaggi, le loro parole, i brevi pensieri che ci trasmettono, sono più che sufficienti a farceli conoscere come fossero davanti ai nostri occhi.


Francesco (dolcedisdetta) | 543 comments Ciao! Eccomi qua in ritardo come al solito.
Io ho riletto con piacere questo romanzo - o racconto lungo, se vogliamo - e mi ha fatto proprio bene ritrovare lo stile di NG; io la adoro, non c'è niente da fare.
Adoro questo suo modo di proporre una storia asciutta, a tratti anche banale e sconclusionata, e trasformarla in qualcosa che ha dello spessore.
Sì, questo è il suo primo romanzo "vero e proprio", ed è acerbo in alcuni punti, ma io lo adoro lo stesso.
Questa miseria che tutti i personaggi, nessuno escluso, si portano dietro, è devastante. E' proprio il caso di dirlo, e con questo mi aggancio ai vostri commenti: altro che romanzo di formazione, questo è un romanzo di distruzione!

Come Elisewin poi io amo questo particolare di Natalia: quello di raccontare una storia senza veri e propri agganci cronologici e geografici. è come se volesse rendere le storie che scrive universali, eterne e onnipresenti.


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