Books 'n' Booze discussion
Il Giardino Incantato
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Progressi Sfida

Task: un libro che possiedi ma che ancora non hai letto
Titolo e autore: La casa sul mare celeste, by T.J. Klune
Data: 14.03.2024

Task: -un libro che ha meno di 200 pagine
Titolo e autore:Tua di Claudia Piñeiro
Pagine nell'edizione Feltrinelli: 128
Inés scopre il tradimento del marito Ernesto e lo segue, assistendo al suo litigio con l’amante, che, dopo l’alterco, muore sbattendo la testa.
La moglie decide di coprire il marito e inizia da subito la sua strategia, sperando che nel frattempo lui decida di confidarsi e di rinsaldare il loro rapporto.
Scritto quasi tutto in prima persona, il breve thriller esplora le fissazioni della moglie per un matrimonio in crisi, il rapporto conflittuale con la figlia, le varie strategie messe in atto per coprire il marito, spostandosi fra i quartieri di Buenos Aires, dove la famiglia vive, con un’incursione a Rio de Janeiro.
Nonostante il lettore scopra subito il colpevole dell’omicidio, il libro non risparmia dei colpi di scena e regala una buona dose di suspence, con capitoli veloci e l’alternanza fra le congetture della moglie, la situazione della figlia e alcuni chiarimenti sul caso.

Task: un libro che è diventato un film
Titolo e autore: Casa di bambola, di Henrik Ibsen
Che cosa si può dire di un testo che praticamente tutti hanno già letto, tranne tu che l’unica arte che sei mai davvero riuscita a padroneggiare è la procrastinazione?
Suppongo che non si possa dire nulla di nuovo. Solo banalità che banalità proprio non sono.
Un libro pubblicato nel 1879.
Un testo modernissimo e attuale sulla condizione della donna.
Forse non abbiamo più bisogno di un padre o di un marito per questioni legali, ma quante donne ancora sono delle bambole relegate nei ruoli che da sempre gli uomini hanno stabilito per loro?
Troppe.
Finalmente ho trovato la voglia/la forza/il momento per leggerlo.
Per certi versi, sono contenta di averlo letto con una consapevolezza maggiore, per altri spero che le ragazze giovani che rischiano di trovarsi in una gabbia come quella della protagonista, lo leggano il prima possibile e si rendano conto che nulla vale la propria dignità e libertà.
Fiore: Margherita
Task: Un libro che ha una sola parola nel titolo
Libro: Fratellino di Ibrahima Balde
Doloroso. È questo l'aggettivo che mi viene in mente per primo dovendo descrivere questo libro.
È un libro istruttivo che dovrebbe essere letto da tutti, soprattutto quelli che parlano di emergenza migratoria e di migranti con la convinzione di sapere di cosa stanno parlando, anche in buona fede, me compreso.
E invece poi leggi questo libro e ti sbatte in faccia la realtà come un gancio potentissimo e capisci la differenza tra quello che pensavi di sapere prima (ed erano solo parole slegate dalla realtà) e la vera quotidianità delle persone che non hanno il nostro stesso privilegio di poter scegliere quale vita fare.
Ibrahima, il protagonista di questa storia, non sa scrivere e quindi racconta (scrive a voce questo libro) ad Amets Arzallus Antia, che lo mette su carta.
Più che un libro scritto è un racconto trascritto, e questo dona ancora maggiore forza al racconto.
Infatti Amets non ci ricama sopra e riporta quasi letteralmente la voce di Ibrahima che sembra che stia parlando proprio col lettore, a tu per tu (mi sono imaginato diverse volte di stare seduto all'ombra di un albero in una giornata soleggiata a fianco di Ibrahima mentre mi racconta la sua avventura).
Poi si inizia a leggere e Ibrahima non nasconde nulla del suo passato, pur non giudicando mai nessuno, nonostante le torture e i soprusi subiti.
Si legge molto velocemente, tra un singhiozzo e un'imprecazione di rabbia, ma accrescendo contiuamente la propria consapevolezza rispetto ad un fenomeno ormai inarrestabile.
Sarò un uomo banale, ma continuo a non comprendere come si possa essere felici se le persone intorno a noi soffrono e non tollero più l'arroganza degli occidentali che, per la sola fortuna di essere nati dalla parte giusta del mondo, si arrogano il diritto di negare a tutti gli altri il diritto di spostarsi per migliorare la propria condizione.
Chi siamo noi per impedire a un'altra persona di fare del suo meglio per ricercare la propria felicità?
Rinunciate a sottolineare i passaggi importanti perché dovreste sottolineare tutto il libro.
Ma leggete questo piccolo ed emozionante gioiellino di vita vissuta.
Task: Un libro che ha una sola parola nel titolo
Libro: Fratellino di Ibrahima Balde

Doloroso. È questo l'aggettivo che mi viene in mente per primo dovendo descrivere questo libro.
È un libro istruttivo che dovrebbe essere letto da tutti, soprattutto quelli che parlano di emergenza migratoria e di migranti con la convinzione di sapere di cosa stanno parlando, anche in buona fede, me compreso.
E invece poi leggi questo libro e ti sbatte in faccia la realtà come un gancio potentissimo e capisci la differenza tra quello che pensavi di sapere prima (ed erano solo parole slegate dalla realtà) e la vera quotidianità delle persone che non hanno il nostro stesso privilegio di poter scegliere quale vita fare.
Ibrahima, il protagonista di questa storia, non sa scrivere e quindi racconta (scrive a voce questo libro) ad Amets Arzallus Antia, che lo mette su carta.
Più che un libro scritto è un racconto trascritto, e questo dona ancora maggiore forza al racconto.
Infatti Amets non ci ricama sopra e riporta quasi letteralmente la voce di Ibrahima che sembra che stia parlando proprio col lettore, a tu per tu (mi sono imaginato diverse volte di stare seduto all'ombra di un albero in una giornata soleggiata a fianco di Ibrahima mentre mi racconta la sua avventura).
Poi si inizia a leggere e Ibrahima non nasconde nulla del suo passato, pur non giudicando mai nessuno, nonostante le torture e i soprusi subiti.
Si legge molto velocemente, tra un singhiozzo e un'imprecazione di rabbia, ma accrescendo contiuamente la propria consapevolezza rispetto ad un fenomeno ormai inarrestabile.
Sarò un uomo banale, ma continuo a non comprendere come si possa essere felici se le persone intorno a noi soffrono e non tollero più l'arroganza degli occidentali che, per la sola fortuna di essere nati dalla parte giusta del mondo, si arrogano il diritto di negare a tutti gli altri il diritto di spostarsi per migliorare la propria condizione.
Chi siamo noi per impedire a un'altra persona di fare del suo meglio per ricercare la propria felicità?
Rinunciate a sottolineare i passaggi importanti perché dovreste sottolineare tutto il libro.
Ma leggete questo piccolo ed emozionante gioiellino di vita vissuta.

Task: un libro con la copertina rossa
Titolo e autore: Ragazze elettriche, di Naomi Alderman
Immaginate.
Esiste un mondo in cui il sesso forte domina incontrastato sul sesso debole: detiene il potere in ambito politico, sociale, lavorativo, religioso, perfino in ambito criminale.
Il sesso debole subisce.
Cosa subisce?
Qualsiasi cosa che possa venire in mente.
Appropriazione del lavoro svolto, che viene accreditato ad altri.
Suggerimenti per firmare un libro con uno pseudonimo dell’altro sesso.
Avance da parte di potenti che vogliono favori sessuali in cambio di aiuto nella carriera.
Impossibilità di fare qualunque cosa senza il permesso di un individuo dell’altro sesso.
Violenza fisica e psicologica.
Stupri.
Uccisioni indiscriminate.
Beh, direte, non c’è molto da immaginare, no?
Avviene quotidianamente nel nostro mondo. E’ sempre avvenuto.
Vero.
Allora provate a immaginarlo al contrario: a subire tutto questo sono gli uomini.
Naomi Alderman immagina un mondo in cui le donne hanno sviluppato un organo, chiamato matassa, che permette loro di controllare l’energia elettrica e inviare scosse attraverso le mani.
Il Potere, come nel titolo originale del libro, The Power.
E il mondo si ribalta.
Gli uomini subiscono i soprusi che hanno inflitto alle donne per tutto il corso della storia: nessun dettaglio viene risparmiato nelle descrizioni di ciò che accade, perciò vi avverto che non è un libro per stomaci delicati.
Al di là di questo, qual è la sensazione che suscita questa inversione dei ruoli?
Io, da donna, vi dico: la stessa che dovrebbe suscitare quello che avviene nel nostro mondo.
Orrore.
Forse all’inizio, vedendo i moti di liberazione delle donne in Paesi nei quali sono oppresse più che in altri (in particolare l’Arabia Saudita), un minimo di piacere e soddisfazione in me, che sono donna, lo permette, ma la deriva pericolosa che quasi subito si avverte inesorabile lascia spazio a ben poco di questo senso di rivalsa.
L’abuso di potere del forte sul debole, chiunque sia l’uno o l’altro, non può suscitare sentimenti positivi e lo scopo di questo libro è dimostrarlo.
Mi domando quanto un uomo, leggendo questo libro, potrebbe capire ciò che prova una donna.
La paura di girare per strada da sola la sera.
L’essere vista solo come un oggetto del desiderio sessuale.
Il sentirsi dire che, in fondo, durante uno stupro, una donna gode.
Leggetelo, uomini.
Leggetelo e scoprite se riuscite a immedesimarvi in quegli uomini abusati.
E se riuscite a provare l’orrore che ho provato io, domandatevi: è possibile che cose del genere accadano sul serio?
La risposta è sì.
Accadono ogni giorno, a milioni di donne nel mondo.
Prendiamo questo libro come uno spunto iniziale, non perché i ruoli si invertano, ma perché cose del genere non possano più accadere a nessuno.
Fiore: Margherita
Task: Un libro che ha meno di 200 pagine
Libro: Una storia semplice di Leonardo Sciascia
Difficile descrivere in poche righe un libro di appena 66 pagine, si rischia che la recensione sia più lunga del racconto.
Va detto però che Sciascia scrive magistralmente e riesce a condensare appunto in sole 66 pagine un giallo completo, con un capo e una coda e non pochi misteri.
Mirabile la costruzione di questo racconto brevissimo da parte di Sciascia, che non usa mai una parola più del necessario.
Ancora una volta l'autore punta il suo sguardo, e con esso anche la nostra attenzione, sulla giustizia nelle sue varie forme:
- la giustizia frettolosa e superficiale del burocrate che cerca soluzioni semplici per evitare fastidi e sbrigare velocemente la faccenda
- la giustizia abusata e sfruttata dal farabutto di turno per le proprie macchinazioni
- la giustizia ideale e ricercata caparbiamente dall'umile ma onesto e arguto servitore dello Stato
- la giustizia scansata dall'uomo comune che cerca colpevolmente di evitarla per non rimanerci invischiato
Per quanto breve mi ha fatto riflettere e in effetti l'esito della giustizia, come molti altri aspetti della società, non è sempre quello corretto o auspicato ma molto spesso dipende dall'approccio con cui ognuno di noi la affronta.
Velocissimo da leggere quanto piacevole, lo consiglio veramente a tutti.
Task: Un libro che ha meno di 200 pagine
Libro: Una storia semplice di Leonardo Sciascia

Difficile descrivere in poche righe un libro di appena 66 pagine, si rischia che la recensione sia più lunga del racconto.
Va detto però che Sciascia scrive magistralmente e riesce a condensare appunto in sole 66 pagine un giallo completo, con un capo e una coda e non pochi misteri.
Mirabile la costruzione di questo racconto brevissimo da parte di Sciascia, che non usa mai una parola più del necessario.
Ancora una volta l'autore punta il suo sguardo, e con esso anche la nostra attenzione, sulla giustizia nelle sue varie forme:
- la giustizia frettolosa e superficiale del burocrate che cerca soluzioni semplici per evitare fastidi e sbrigare velocemente la faccenda
- la giustizia abusata e sfruttata dal farabutto di turno per le proprie macchinazioni
- la giustizia ideale e ricercata caparbiamente dall'umile ma onesto e arguto servitore dello Stato
- la giustizia scansata dall'uomo comune che cerca colpevolmente di evitarla per non rimanerci invischiato
Per quanto breve mi ha fatto riflettere e in effetti l'esito della giustizia, come molti altri aspetti della società, non è sempre quello corretto o auspicato ma molto spesso dipende dall'approccio con cui ognuno di noi la affronta.
Velocissimo da leggere quanto piacevole, lo consiglio veramente a tutti.
Fiore: Margherita
Task: Un libro che hai scelto solo per la copertina
Libro: Entra. di Will McPhail
Graphic novel delicata e toccante.
Il tema trattato mi pare più attuale che mai, si parla infatti di incomunicabilità e di accettazione del lutto.
Il protagonista soffre fondamentalmente di solitudine, una solitudine che non sa affrontare né tantomeno superare, soprattutto quando sta in mezzo alla gente, ma anche con i familiari.
Spende il suo tempo in serate vuote, spese a girovagare in bar mediocri privi di interesse senza uno scopo preciso e senza riuscire a rapportarsi con gli altri.
Da buon introverso mi sono calato molto nei panni del protagonista in alcune tavole, soprattutto nelle situazioni imbarazzanti in cui non sappiamo cosa dire per rompere il ghiaccio con persone che non conosciamo bene, quando vorremmo entrare in una connessione più profonda con qualcuno ma non possediamo gli strumenti adatti per farlo, quando la paura ci blocca e per sfuggirle riusciamo a pronunciare solo qualche frase sciocca e banale.
Per la maggior parte le tavole sono in bianco e nero, tranne nelle poche tavole che rappresentano la parte inconscia del protagonista, la corazza da scalfire, la fortezza blindata del suo io da abbattere per riuscire a darsi pienamente agli altri e sentirsi parte del tutto.
Il tratto è bello e preciso ovunque e, nelle tavole a colori, è quasi pennellato e rappresenta benissimo l'inconscio del protagonista come un sogno, o meglio un incubo.
Interessante la distribuzione delle vignette sulle tavole e l'utilizzo massiccio degli spazi bianchi delle pagine che diventano essi stessi elementi di narrazione, accentuando ancora di più la sensazione di solitudine e straniamento del protagonista.
Non sarà la miglior graphic novel del mondo, ma è piacevole e mi sento di consigliarla. Introspettiva.
Task: Un libro che hai scelto solo per la copertina
Libro: Entra. di Will McPhail

Graphic novel delicata e toccante.
Il tema trattato mi pare più attuale che mai, si parla infatti di incomunicabilità e di accettazione del lutto.
Il protagonista soffre fondamentalmente di solitudine, una solitudine che non sa affrontare né tantomeno superare, soprattutto quando sta in mezzo alla gente, ma anche con i familiari.
Spende il suo tempo in serate vuote, spese a girovagare in bar mediocri privi di interesse senza uno scopo preciso e senza riuscire a rapportarsi con gli altri.
Da buon introverso mi sono calato molto nei panni del protagonista in alcune tavole, soprattutto nelle situazioni imbarazzanti in cui non sappiamo cosa dire per rompere il ghiaccio con persone che non conosciamo bene, quando vorremmo entrare in una connessione più profonda con qualcuno ma non possediamo gli strumenti adatti per farlo, quando la paura ci blocca e per sfuggirle riusciamo a pronunciare solo qualche frase sciocca e banale.
Per la maggior parte le tavole sono in bianco e nero, tranne nelle poche tavole che rappresentano la parte inconscia del protagonista, la corazza da scalfire, la fortezza blindata del suo io da abbattere per riuscire a darsi pienamente agli altri e sentirsi parte del tutto.
Il tratto è bello e preciso ovunque e, nelle tavole a colori, è quasi pennellato e rappresenta benissimo l'inconscio del protagonista come un sogno, o meglio un incubo.
Interessante la distribuzione delle vignette sulle tavole e l'utilizzo massiccio degli spazi bianchi delle pagine che diventano essi stessi elementi di narrazione, accentuando ancora di più la sensazione di solitudine e straniamento del protagonista.
Non sarà la miglior graphic novel del mondo, ma è piacevole e mi sento di consigliarla. Introspettiva.
Fiore: Margherita
Task: Un libro che fa parte di una serie
Libro: Il club dei delitti del giovedì di Richard Osman
Mi è piaciuto molto, giallo classico un po' intricato in alcune parti e non privo di qualche clichè del genere, ma complessivamente scorrevole e ben costruito.
I capitoli molto brevi rendono la lettura particolarmente agile e vengono intervallati dalle pagine del diario di una delle protagoniste, che aggiunge di tanto in tanto qualche prezioso e utile dettaglio.
La storia inizia e finisce, e per gran parte vi si svolge, a Coopers Chase, una residenza per anziani nel Kent in Gran Bretagna e narra le vicissitudini, le astuzie e i sotterfugi di una banda di quattro ultra settantenni che per diletto cercano di risolvere alcuni cold case col loro "Club dei delitti del giovedì".
Quando un omicidio (che poi non sarà l'unico del libro) viene commesso proprio all'interno di Coopers Chase le cose cambiano e si fanno decisamente più interessanti per tutti.
Molti personaggi affollano questo libro, forse troppi, ma tutti ben caratterizzati e perfettamente funzionanti.
E non c'è niente da fare, quando i protagonisti hanno più di 70 anni il mio cervello crea inevitabilmente delle associazioni mentali e affiorano subito alla memoria le immagini cinematografiche delle vecchiette di "Arsenico e vecchi merletti" oppure gli anziani sfacciati di "Space Cowboys" oppure ancora gli attempati ladri giustizieri di "Insospettabili sospetti". Trattandosi di un giallo britannico però le immagini più persistenti sono certamente quelle di Miss Marple e della Signora in giallo.
Adorabili i componenti della banda e protagonisti della storia:
- Elizabeth, la Leader indiscussa del gruppo, acuta e decisa, autorevole più che autoritaria
- Ron, il burbero omone con il cuore d'oro, sempre pronto alla rissa verbale ma anche ad aiutare chiunque ne abbia bisogno
- Joyce, la gentile e accondiscendente amica di tutti, complice ideale per qualunque bizzarra operazione decisa da Elizabeth
- Ibrahim, il colto ed equilibrato, ma non per questo meno sensibile, perfetto contraltare di Ron e suo grande amico
Prima del finale, che personalmente mi ha sorpreso, si imboccano diversi vicoli ciechi, cioè possibili colpevoli, tutti molto credibili ma che si riveleranno tutti innocenti.
Non manca la sottile ironia British che fa capolino di tanto in tanto tra le pagine di questo libro, ma nemmeno la serena e amara consapevolezza dei protagonisti che il futuro non gli appartiene più e che gli rimane solo il presente da vivere al meglio delle proprie possibilità.
Lettura molto piacevole che mi sento di consigliare agli amanti del genere e non solo.
Task: Un libro che fa parte di una serie
Libro: Il club dei delitti del giovedì di Richard Osman

Mi è piaciuto molto, giallo classico un po' intricato in alcune parti e non privo di qualche clichè del genere, ma complessivamente scorrevole e ben costruito.
I capitoli molto brevi rendono la lettura particolarmente agile e vengono intervallati dalle pagine del diario di una delle protagoniste, che aggiunge di tanto in tanto qualche prezioso e utile dettaglio.
La storia inizia e finisce, e per gran parte vi si svolge, a Coopers Chase, una residenza per anziani nel Kent in Gran Bretagna e narra le vicissitudini, le astuzie e i sotterfugi di una banda di quattro ultra settantenni che per diletto cercano di risolvere alcuni cold case col loro "Club dei delitti del giovedì".
Quando un omicidio (che poi non sarà l'unico del libro) viene commesso proprio all'interno di Coopers Chase le cose cambiano e si fanno decisamente più interessanti per tutti.
Molti personaggi affollano questo libro, forse troppi, ma tutti ben caratterizzati e perfettamente funzionanti.
E non c'è niente da fare, quando i protagonisti hanno più di 70 anni il mio cervello crea inevitabilmente delle associazioni mentali e affiorano subito alla memoria le immagini cinematografiche delle vecchiette di "Arsenico e vecchi merletti" oppure gli anziani sfacciati di "Space Cowboys" oppure ancora gli attempati ladri giustizieri di "Insospettabili sospetti". Trattandosi di un giallo britannico però le immagini più persistenti sono certamente quelle di Miss Marple e della Signora in giallo.
Adorabili i componenti della banda e protagonisti della storia:
- Elizabeth, la Leader indiscussa del gruppo, acuta e decisa, autorevole più che autoritaria
- Ron, il burbero omone con il cuore d'oro, sempre pronto alla rissa verbale ma anche ad aiutare chiunque ne abbia bisogno
- Joyce, la gentile e accondiscendente amica di tutti, complice ideale per qualunque bizzarra operazione decisa da Elizabeth
- Ibrahim, il colto ed equilibrato, ma non per questo meno sensibile, perfetto contraltare di Ron e suo grande amico
Prima del finale, che personalmente mi ha sorpreso, si imboccano diversi vicoli ciechi, cioè possibili colpevoli, tutti molto credibili ma che si riveleranno tutti innocenti.
Non manca la sottile ironia British che fa capolino di tanto in tanto tra le pagine di questo libro, ma nemmeno la serena e amara consapevolezza dei protagonisti che il futuro non gli appartiene più e che gli rimane solo il presente da vivere al meglio delle proprie possibilità.
Lettura molto piacevole che mi sento di consigliare agli amanti del genere e non solo.
"Molti anni fa, tutti quelli che ora sono qui si svegliavano presto perché c'era un sacco da fare e troppe poche ore a disposizione in un giorno. Ora si svegliano presto perché c'è un sacco da fare e troppi pochi giorni rimasti a disposizione."
Fiore: Rosa
Task: Un libro di genere romance
Libro: Bride di Ali Hazelwood
Confesso che temevo questa lettura appartenente ad un genere molto lontano dalla mia zona di comfort; temevo un romance sdolcinato e pieno zeppo di situazioni smielate; temevo di potermi annoiare con l'ennesima storia vampiresca, clone di tutte quelle che l'hanno preceduta; temevo perfino di non essere in grado di terminarlo, ma era una sfida con me stesso e ho cominciato questo libro con più dubbi che certezze.
Se vi trovate nelle mie stesse condizioni, buttate alle ortiche ogni timore e immergetevi in questa lettura; io non me ne sono pentito e devo ammettere che si tratta di una storia più che piacevole, supportata da un interessante intreccio politico e da una "vena" di mistero.
Notevole il world building e decisamente credibile, riesce a donare valore aggiunto alla storia, evitando a mio parere i clichè del genere e calando la narrazione in un presente non privo di tecnologia e lontano dagli stereotipi e dalle atmosfere gotiche ottocentesche. Belli e ben caratterizzati tutti i personaggi e ancora migliori i dialoghi.
La storia è piacevolmente complicata, ma coinvolgente e scorrevole.
Piccole rivelazioni e spiegazioni sono disseminate lungo tutta la narrazione e vengono svelate pian piano con un ritmo perfetto che aiuta la comprensione della storia e stimola a proseguire la lettura. Alla fine non rimangono angoli bui e incomprensibili nella trama e mancano del tutto gli spiegoni infiniti presenti in certi altri libri.
Le scene spicy non sono troppe e si presentano solo nella seconda metà del libro; essendo il mio primo approccio a questo genere, non ho termini di paragone per poterle giudicare correttamente, ma non mi sono sembrate eccessive e personalmente, seppure un po' ripetitive, non mi hanno disturbato.
L'ironia sfacciata e il sarcasmo della protagonista poi sono travolgenti e contagiosi, e mi hanno strappato più di qualche risata durante la lettura.
Ultimo ma non ultimo, la Hazelwood scrive bene, molto bene, e mi sa che dovrò leggere ancora qualcosa di questa autrice.
Certo non si può gridare al capolavoro, ma è una gradevole lettura leggera.
Task: Un libro di genere romance
Libro: Bride di Ali Hazelwood

Confesso che temevo questa lettura appartenente ad un genere molto lontano dalla mia zona di comfort; temevo un romance sdolcinato e pieno zeppo di situazioni smielate; temevo di potermi annoiare con l'ennesima storia vampiresca, clone di tutte quelle che l'hanno preceduta; temevo perfino di non essere in grado di terminarlo, ma era una sfida con me stesso e ho cominciato questo libro con più dubbi che certezze.
Se vi trovate nelle mie stesse condizioni, buttate alle ortiche ogni timore e immergetevi in questa lettura; io non me ne sono pentito e devo ammettere che si tratta di una storia più che piacevole, supportata da un interessante intreccio politico e da una "vena" di mistero.
Notevole il world building e decisamente credibile, riesce a donare valore aggiunto alla storia, evitando a mio parere i clichè del genere e calando la narrazione in un presente non privo di tecnologia e lontano dagli stereotipi e dalle atmosfere gotiche ottocentesche. Belli e ben caratterizzati tutti i personaggi e ancora migliori i dialoghi.
La storia è piacevolmente complicata, ma coinvolgente e scorrevole.
Piccole rivelazioni e spiegazioni sono disseminate lungo tutta la narrazione e vengono svelate pian piano con un ritmo perfetto che aiuta la comprensione della storia e stimola a proseguire la lettura. Alla fine non rimangono angoli bui e incomprensibili nella trama e mancano del tutto gli spiegoni infiniti presenti in certi altri libri.
Le scene spicy non sono troppe e si presentano solo nella seconda metà del libro; essendo il mio primo approccio a questo genere, non ho termini di paragone per poterle giudicare correttamente, ma non mi sono sembrate eccessive e personalmente, seppure un po' ripetitive, non mi hanno disturbato.
L'ironia sfacciata e il sarcasmo della protagonista poi sono travolgenti e contagiosi, e mi hanno strappato più di qualche risata durante la lettura.
Ultimo ma non ultimo, la Hazelwood scrive bene, molto bene, e mi sa che dovrò leggere ancora qualcosa di questa autrice.
Certo non si può gridare al capolavoro, ma è una gradevole lettura leggera.


Ciao Sofia! Per cominciare puoi aprire una discussione in cui appuntare i titoli che leggerai. Se hai bisogno di una spiegazione più appurata, facci sapere ;)
(Se non lo avessi già fatto, ma credo di sì, ti invito a consultare il regolamento della sfida)
(Se non lo avessi già fatto, ma credo di sì, ti invito a consultare il regolamento della sfida)

Task: un romance
Titolo e autore: Il principe e il peccato - La sposa e la vendetta, di Jaqueline Carey
Secondo volume della seconda Trilogia di Terre D’Ange (diviso in due parti nell’edizione italiana, fatto sul quale sorvolo, tanto il mio pensiero è già stato più volte chiarito), rispetto al precedente il mio giudizio si può riassumere in: siamo sulla strada giusta, ma si può fare meglio.
Parlare di questo libro senza fare spoiler è un po’ difficile, non solo perché è il secondo di una serie, ma perché questa serie è troppo legata alla precedente: perfino fare il nome del protagonista può essere considerato uno spoiler. Farò del mio meglio per scrivere un commento che possano leggere tutti.
Partiamo dai punti di forza, che poi sono quelli di tutti i libri precedenti: per prima cosa il worldbuilding. Adoro questa reinvenzione dell’Europa e delle sue culture, è fatta benissimo ed è ricca di elementi credibili e dettagliati. Mi piace molto anche che in ogni romanzo si esplorino aree e società diverse, così da avere sempre qualcosa di nuovo da scoprire.
La scrittura di Carey è scorrevole e ben bilanciata nell’alternanza tra narrazione e dialoghi. Non è particolarmente elaborata, ma è curata bene e si adatta al contesto. Inoltre, considerando la lunghezza dei romanzi, è un bene che non sia troppo pesante.
La trama di questo volume mi è piaciuta più del precedente, anche se in molti aspetti è davvero dolorosa. Il protagonista è cresciuto e migliora, anche se sembra che per la storia che davvero vorrei leggere dovrò aspettare il terzo.
Mi sarei aspettata che tutta la trilogia desse più peso al passato e soprattutto alle origini del protagonista, invece per ora restano un po’ messe da parte, relegate ai suoi tormenti interiori, ma non affrontate direttamente.
In generale comunque la trama è interessante, anche se forse nella parte finale alcuni capitoli si trascinano un po’: una sforbiciata qua e là non avrebbe fatto male.
Il punto più debole, che per me rende (almeno per ora) questa trilogia inferiore alla prima è il tema della sessualità.
Nella trilogia di Phèdre era un punto di forza, ben inserita nella trama e imprescindibile data la natura della protagonista. C’era originalità e varietà nella descrizione delle scene di sesso, che non risultavano mai fuori luogo o ridicole.
In questa nuova saga la frequenza e il dettaglio usati nella prima trilogia non sarebbero più necessari, basterebbe molto meno a rendere l’idea: le scene sono ripetitive e a volte un po’ esagerate, con qualche descrizione al limite del cringe.
Ammetto però che io sono molto critica e non è facile farmi apprezzare le scene di sesso senza farmi sghignazzare come un’adolescente o farmi pensare che siano state inserite solo per attirare l’attenzione su quello che nella nostra ipocrita società è un argomento tabù e quindi soggetto al fascino del proibito.
Osservando il libro con un po’ più di distacco, in questo volume l’autrice ha calcato un po’ meno la mano rispetto al primo e comunque la trattazione è migliore della maggior parte di altri libri che (purtroppo) ho letto.

Se qualcuno mi potrebbe aiutare ve ne sarei grata 🫶🏻


Riguardo alla sfida volevo chiedere se potesse essere considerata rossa la copertina di La ricreazione è finita.
Nel caso fosse "troppo poco" rosso, chiederei se allora potesse andare bene La città di sabbia (La saga della chimera di Praga Vol. 2) che ho comunque intenzione di leggere nel futuro :)
Sì, Maria Lucia, siamo arrivati a 100 membri! Sono proprio contenta✨
Riguardo al tuo quesito, in realtà entrambi i libri non rispecchiano esattamente la richiesta. Il colore dominante dovrebbe essere il rosso, preferibilmente nello sfondo
Riguardo al tuo quesito, in realtà entrambi i libri non rispecchiano esattamente la richiesta. Il colore dominante dovrebbe essere il rosso, preferibilmente nello sfondo
Maria Lucia wrote: "Ho visto adesso che siamo cresciuti a 100 partecipanti nel gruppo, che bello! 😍
Riguardo alla sfida volevo chiedere se potesse essere considerata rossa la copertina di ..."
Ciao Maria Lucia,
solo a titolo di esempio, questi sarebbero dei libri che rispettano quel requisito:
Riguardo alla sfida volevo chiedere se potesse essere considerata rossa la copertina di ..."
Ciao Maria Lucia,
solo a titolo di esempio, questi sarebbero dei libri che rispettano quel requisito:





Ciao! Questa sfida è accessibile a chiunque e in qualunque momento, quindi puoi unirti senza problemi

Inizio subito a cercare i titoli per ottenere la Margherita (uno dei miei due fiori preferiti, l'altro è il Girasole) :D

Fiore: Margherita
Task: Un libro con meno di 200 pagine
Libro: Il colpo di grazia di Marguerite Yourcenar
È un breve romanzo pubblicato 20 anni dopo l'evento che narra. La vicenda interessa tre personaggi ed è uno di loto, Eric, a raccontarla in prima persona. Premetto che non sono una fan di Marguerite Yourcenar e sicuramente andrò controcorrente affermando di non essere riuscita ad apprezzare quello che viene definito il suo capolavoro, ossia Memorie di Adriano. Per il tema trattato e la maggiore scorrevolezza ho preferito questo libro, nonostante l'abbia comunque trovato complesso e non così esplicito: vi sono numerose informazioni che vengono sottintese o che, comunque, vengono espresse in modo velato, tant'è che, ultimata la lettura, ho letto diverse recensioni per trovare conferma alle mie supposizioni. La trama in sé è molto interessante, anche perché capovolge il cliché molto più frequente dell'uomo respinto dalla donna. Marguerite Yourcenar riesce ad esternare i sentimenti contrastanti della voce narrante, combattuta tra il rifiuto e la gelosia. Finché il contenuto fa riferimento a questa vicenda sentimentale risulta piacevole e coinvolgente, quando ne fuoriesce diventa più pesante e difficile da seguire: mi è capitato più volte di dover rileggere, anche perché i periodi delle frasi sono molto lunghi. Lo stile è ricercato e richiede concentrazione nella lettura. Bellissime tutte le similitudini utilizzate dall'autrice, che arricchiscono di bellezza e profondità alcuni pensieri.
Mi rimangono numerosi dubbi: non ho capito se il fatto narrato sia realmente accaduto ed anche se le varie località nominate siano frutto della fantasia dell'autrice, perché non risultano geograficamente. L'epilogo è una bomba e mi ha ricordato il finale di un altro famoso libro ((view spoiler) ): hanno la stessa potenza. Quindi, nonostante la grande fatica, sono comunque riuscita ad apprezzare alcune parti di questa lettura.

Grazie :)
Mi piacciano un sacco le challenge, grazie per averle ideate! :)

Task: un libro che fa parte di una serie
Libro: Madre d'ossa
Libro conclusivo della saga di Teresa Battaglia.. carino ma non un capolavoro.
Sono sincera, come ultimo libro mi aspettavo un po' di più invece non mi ha entusiasmato più di tanto, ho preferito il precedente che mi ha regalato belle emozioni.
Quello che mi è piaciuto è il fatto che i sottoposti di Teresa siano diventati una vera e propria famiglia per lei nel momento in cui hanno scoperto della sua condizione, e che le siano stati estremamente vicini, soprattutto nei momenti più bui e confusi in cui non riusciva neanche a riconoscersi davanti allo specchio. E' stato commovente vedere come piano piano anche lei si sia iniziata a sciogliere lasciando dietro di se sempre di più la parte della dura e abbia dimostrato che la famiglia può esistere anche senza legami di sangue.

Task: un libro che è diventato un film
Harry Potter e l'Ordine della Fenice
La mia recensione è piena di spoiler, per cui evito di ripubblicarla qui e la trovate sul mio profilo. Dirò solo che è uno dei volumi che preferisco meno, pur continuando ad amare questa saga.

Faccio un esempio solo per capire, non ho intenzione di mettere questo libro nella sfida in quanto già letto:
"La canzone di Achille" di Madeline Miller, che in primis è un retelling mitologico, dunque si parla della guerra di Troia, ma ove la storia d'amore tra i due protagonisti è molto centrale, potrebbe essere considerato valido?
Ciao Aronne! Il libro che hai portato come esempio lo considererei valido, l'importante è che la storia d'amore sia l'elemento più rilevante

Fiore: Margherita
Task: Un libro che fa parte di una serie
Titolo e Autore: Il commissario Bordelli, di Marco Vichi
Primo libro della serie dedicata all'ex partigiano e commissario Bordelli. Non male come primo romanzo, anche se il mistero da risolvere non è centrale ma fa da sfondo ai ricordi di gioventù e ai racconti di guerra di Bordelli e dei suoi amici, una squadra davvero ben assortita (e dai nomi che sono tutto un programma). E' stata una piacevole lettura, continuerò sicuramente la serie. 3,5 stelle.

Task: Un libro che possiedi ma che ancora non hai letto
Libro: Dove non mi hai portata: Mia madre, un caso di cronaca di Maria Grazia Calandrone
È un libro intimo, doloroso e pervaso da tutta la dolcezza che una figlia può provare per la madre, una madre da cui non si è sentita abbandonata, una madre che le ha invece donato un ultimo gesto d'amore per assicurarle un futuro migliore. Così l'autrice Maria Grazia Calandrone, in questo romanzo autobiografico, racconta in prima persona il viaggio compiuto alla ricerca di tutte le informazioni e testimonianze possibili per ricostruire la vita della madre Lucia, seguendone spostamenti e vicissitudini e cercando di immaginare tutto ciò che ha provato, dolore compreso. Ma non è sola, l'accompagna la figlia Anna. Bellissima la presentazione di Palata, un paesino tutto in pietra, dalla posizione collinare, con la terra brulla e distese di girasoli. E bellissima la prima parte in cui viene descritta la vita alla masseria in cui Lucia viveva: si viene letteralmente catapultati nelle tradizioni, negli stili di vita di una volta, resi ancora meglio a livello sensoriale attraverso gli odori del latte appena munto e della farina di grano, attraverso il suono degli animali che con i loro versi ogni giorno risvegliano la fattoria e attraverso i sapori del cibo locale. Ma a queste note gradevoli, purtroppo si contrappongono quelle più amare di un retaggio culturale che dà poca importanza alla donna, che si deve dedicare alla casa e alla famiglia anziché studiare e che non può amare, ma deve arrendersi a matrimoni imposti per convenienza: ed è proprio ciò che tocca a Lucia. L'autrice cala il suo racconto in un'ambientazione storica di cui fornisce numerosi dettagli, citando personaggi e particolari vicende: sono gli anni del fascismo e dell'orgoglio razziale, della guerra con tutti i suoi scempi e vittime innocenti, gli anni di un dopoguerra che lascia tutti impoveriti e alla ricerca di fortuna lontano dalla propria terra. Il lavoro di documentazione di Maria Grazia è meticoloso, non lascia nulla al caso, scandaglia tutte le ipotesi, intervista parenti ed amici della madre, si batte per accedere a degli atti che non le sono accessibili, che per assurdo potrà visionare solo a 100 anni, perché Maria Grazia è una figlia illegittima. Emerge una legislazione ancora troppo maschilista, in cui lampanti sono le divergenze della legge sul reato di adulterio a seconda del sesso. Impensabile parlare poi di divorzio. E tutta questa ricerca porta inevitabilmente Maria Grazia a fare i conti con il dolore, il dolore della madre che finisce per provare sulla sua pelle, un dolore necessario per incontrarla "vengo con te dove non mi hai portata: nella morte. Scendo a conoscere cos'hai sentito" e riconciliarsi con lei "Vengo a prenderti, adesso che ho il doppio dei tuoi anni e ti guardo, da una vita che forse hai immaginato per me. Adesso vengo a prenderti e ti porto via. Lucia, dammi la mano.". Lo stile del libro è molto particolare, è una prosa resa poetica, con un linguaggio ricercato, a volte aulico, impregnato di significato, per cui gli a capo e le spaziature inconsuete sono delle scelte intenzionali. Uno stile impegnativo, senza dubbio, ma di cui è impossibile non cogliere la bellezza. Non mancano alcune frasi in dialetto e spezzoni di preghiere in latino, a rimarcare le proprie radici. Una lettura che tocca le corde più profonde dell'animo, che commuove... che se incontrassi Maria Grazia Calandrone, il cuore mi porterebbe ad abbracciarla forte forte ❤️.

Fiore: Margherita
Task: Un libro che ha meno di 200 pagine
Titolo e Autore: Mattatoio n. 5 o La crociata dei Bambini, di Kurt Vonnegut Jr.
Ho appena terminato Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini e non posso dire altro che: bello, bello, bello! Vonnegut fa i conti col passato e ci racconta gli orrori della Seconda guerra mondiale (guerra a cui lui stesso ha partecipato e nella quale si è trovato ad assistere al bombardamento di Dresda) attraverso i viaggi nel tempo (ma si tratta veramente di questo?) di Billy Pilgrim, protagonista indiscusso di questo romanzo. Lettura breve e terribilmente attuale ma che, nonostante tutto, si conclude in modo positivo: anche se la vita è profondamente ingiusta ("...Così va la vita..."), quello che possiamo fare per renderla un tantino più decente è seguire il consiglio dei tralfamadoriani: "...C'è una cosa che i terrestri potrebbero imparare a fare, se davvero si sforzassero: ignorare i brutti momenti e concentrarsi su quelli buoni...". 5 stelle.

Task: un libro che ha una sola parola nel titolo
Titolo e autore: Oreste di Euripides
La tragedia narra del rimorso di Oreste per aver assassinato la madre Clitennestra, in vendetta del padre Agamennone, da lei assassinato con l’aiuto dell’amante.
Oreste è sofferente, abbattuto e provato dal rimorso ma, con l’aiuto della sorella Elettra e del cugino Pilade, si risolleva e tenta la fuga. Progettano di vendicarsi di Menelao, che aveva rifiutato di aiutarli, prendendo in ostaggio sua figlia Ermione e uccidendo Elena. Menelao assedia il palazzo dove sono rinchiusi e i tre vengono fermati e condannati a morte.
Il tragico finale è evitato grazie alla comparsa di Apollo che assicura la salvezza ad Elena e da Ermione in sposa a Oreste e Elettra a Pilade.
Oreste viene descritto come un uomo malato, diviso fra il rimorso per il matricidio compiuto e la vendetta ottenuta per l’assassinio del padre, con degli sprazzi di pazzia, Elettra come una donna debole e devota al fratello.
Ho trovato il testo piuttosto difficile da seguire

Margherita
Un libro che ha meno di 200 pagine
L'amore è cieco di MD Grimm
Pag 141
Un libro che nonostante siano due generi che non prediligo ( mm e fantasy) è stato scorrevole.
La prima parte mi è piaciuta di più, conoscere il passato di Travis e le sue capacità quando si trasforma in puma.
La difficoltà a fare accettare il loro amore.
Non mi sono piaciute le battaglie tra gruppi rivali ed ho trovato troppo esagerato il racconto del loro approccio.
2,5⭐️
9.6.2024
Cerca questo libro su Goodreads: L'amore è cieco https://www.goodreads.com/book/show/2...

Task: Un libro che ha una sola parola nel titolo
Libro: It di Stephen King
Più volte ho sentito parlare di It di Stephen King come di un capolavoro e non posso che confermarlo. Si tratta di un romanzo horror alquanto voluminoso, tuttavia molto scorrevole e le pagine si susseguono una dopo l'altra senza mai appesantire la lettura. In ciò aiuta anche la struttura del libro, suddiviso in capitoli, che non sono mai troppo lunghi. La trama è molto elaborata e presenta continui salti temporali tra presente e passato, un passato fatto di ricordi svaniti che riaffiorano poco alla volta, delineando i vari personaggi. Ai fatti successi e a quelli del momento, si aggiungono poi quelli dei sogni, una dimensione onirica difficile da delineare, in quanto sfocia sempre nella realtà, accrescendo la tensione. Il racconto sembra progredire molto lentamente e vi è una lunga premessa che analizza i personaggi, ne delinea pregi e difetti, mostra i rapporti all'interno della famiglia, fino a caratterizzarli alla perfezione. Apparentemente sembra che succeda poco, ma ad ogni ricordo che riemerge il racconto si movimenta acquistando sempre più tensione, in un crescendo continuo. Vi sono numerose scene forti e sanguinose, in cui la violenza spicca. Il personaggio più iconico e largamente commercializzato è sicuramente It, un essere non ben definito, che assume spesso le sembianze di un clown, con il suo inconfondibile vestito dai ponpon arancioni, un colore che sembra diventare il suo marchio distintivo, e l'immancabile grappolo variopinto di palloncini (sì variopinti, non solo rossi come nella trasposizione cinematografica). Ma It può essere anche una mummia, un lupo mannaro...tutto ciò che evoca le paure più grandi dei bambini, tutto ciò che popola i loro peggiori incubi. Tra i 7 amici del club dei Perdenti, il principale risulta Bill, una sorta di capo e guida per tutti loro, un leader che irradia bontà e forza, ma ognuno avrà modo di diventare a sua volta protagonista, in una narrazione che cambia continuamente punto di vista valorizzando le vicende personali di ciascuno. Nel libro sono presenti anche degli interludi, una sorta di diario scritto da uno di loro e che, quindi, risulta in prima persona. Interessante, oltre al lato più spaventoso, l'utilizzo di personaggi accomunati da difetti, per cui risultano spesso vittima di bullismo, difetti che invece diventano marginali in un gruppo legato da una profonda amicizia. Altro tema secondario non indifferente è quello del razzismo. King descrive minuziosamente i vari ambienti e decide di collocare le vicende in una città immaginaria, già di per sé misteriosa e che sembra attrarre tutte le cose brutte. Il racconto è un continuo preparare il terreno per l'epilogo finale, in un crescendo esplosivo. Gli ultimi capitoli danno prova della grande maestria di King nel saper immettere il passato nel presente, come una mano minacciosa che si insinua silenziosa, nel saper quasi amalgamarli tra loro, creando un parallelismo strepitoso tra il presente e i fatti di 27 anni prima, in una ciclicità continua: i capitoli stessi non sempre terminano con un punto, ma con una frase aperta che continua e si completa nel successivo. Un libro che può spaventare in tutti i sensi, sia per la mole che per il tema, ma che non può non affascinare per lo stile e la scrittura.

Task: Un libro che hai scelto solo per la copertina
Libro: Le notti bianche di Fyodor Dostoevsky
È un breve romanzo, che si svolge di notte, in quella parte della giornata in cui più facile è abbandonarsi ai sogni. Ed il protagonista, il cui nome non viene svelato, dichiara espressamente di essere un sognatore, costantemente in fuga da una realtà che non gli piace. Egli è un animo solitario, che si rifugia spesso nei propri sogni ad occhi aperti, immaginando una donna da amare. Ed è quello che racconta in prima persona nel libro, rivolgendosi anche al lettore, in un'atmosfera malinconica e romantica. La ragazza, a sua volta, confida le sue pene d'amore e la sua situazione familiare. Tra i due si instaura un dialogo intimo e delicato, sostenuto da una lingua elegante e poetica. Lo stile è quello classico di Fedor Dostoevskij, ricercato, introspettivo e con una scrittura che richiede attenzione in alcune parti più filosofiche e riflessive. Vi sono alcuni periodi decisamente lunghi, in cui è facile perdere il filo. Premetto che non sono un'amante di questo autore, anche se questa lettura non mi è dispiaciuta, e per il periodo in cui fu scritta bisogna riconoscerne il merito. L'ho trovata davvero delicata e genuina, portatrice di sentimenti reali e spontanei. Ho apprezzato il tema legato alla dimensione onirica e la considerazione, nonostante l'epilogo, di dare importanza ai sogni, benché possano essere disillusi o risultare effimeri; la loro durata genera comunque felicità: "Un intero attimo di beatitudine! È forse poco, anche se resta il solo in tutta la vita di un uomo?".

Un libro che possiedi ma che ancora non hai letto
Verso l'ora zero Serie l'ispettore Battle 5 di Agatha Christie
Pag 176
Un giallo che mi è veramente piaciuto.
La trama interessante, un triangolo inaspettato.
Come al solito mi sono fatta portare alla conclusione perché non sono per nulla investigativa.
Primo libro che leggo dell'ispettore Battle e secondo me merita.
Agatha Christie aveva una fantasia superlativa.
4⭐️
20.6.2024
Cerca questo libro su Goodreads: Verso l'ora zero https://www.goodreads.com/book/show/9...
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Task: un libro che possiedi ma che ancora non hai letto
Titolo e autore: La scienza della pasticceria. La chimica del bignè. Le basi di Dario Bressanini
[…] , ANCHE SE È PIUTTOSTO INCONSUETO PER UN LIBRO DI PASTICCERIA. MA ORMAI AVRETE CAPITO CHE QUESTO NON È UN LIBRO COME GLI ALTRI.
Bressanini in questo manuale sfata alcuni miti e svela diversi trucchi per realizzare dolci partendo dalla chimica degli ingredienti, dalla loro interazione, dalla temperatura a cui vengono utilizzati, dal risultato diverso a seconda della sequenza del loro utilizzo in una ricetta. Tutte cose che sembrano difficili ma le spiegazioni, coadiuvate da chiare tabelle e box di approfondimento, semplificano molto.
Le ricette inserite non sono fini a sé stesse, ma servono a chiarire nella pratica un concetto spiegato nel testo precedente.
Non manca qualche riferimento personale dell’autore o qualche guizzo umoristico, ad esempio il dubbio sulla reperibilità del latte di balena o di elefante.
Credo che questo libro non possa mancare nella libreria di un appassionato pasticciere.