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In libreria a ottobre (2023)
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Hustpierpoint, Sussex, 1873. Eliza Touchet è da trent’anni la governante di suo cugino acquisito, William Ainsworth, un romanziere un tempo di grande successo ma ormai caduto in disgrazia e in crisi di ispirazione. Donna spiritualmente e intellettualmente libera, Eliza ha sempre partecipato ai circoli letterari di Ainsworth, crescendo all’ombra del successo di William e dei suoi amici letterati, tra cui il Signor Charles Dickens, che non esita a considerare un prevaricatore moralista. Attraverso Sarah, la giovane e sciocca seconda moglie di William, Eliza si appassiona al più celebre processo dell’epoca, passato alla storia come “il caso Tichborne”, che per un decennio dividerà l’opinione pubblica vittoriana e che vede un semplice macellaio reclamare l’immensa fortuna della ricca famiglia Tichborne, sostenendo di esserne il legittimo erede, scomparso in un naufragio molti anni prima. In particolare Eliza viene colpita dalla dignità e vulnerabilità di Andrew Bogle, testimone chiave del processo e vuole sapere tutto di lui. Cresciuto come schiavo nelle piantagioni di zucchero della Giamaica e servitore dei Tichborne per decenni, Bogle è l’uomo la cui storia può confermare o smentire le incredibili affermazioni del Pretendente alla fortuna di una delle più antiche famiglie aristocratiche inglesi. Chi dice la verità e chi è un impostore?

L'impostore

L'impostore
In un’esclusiva scuola privata di Los Angeles, il diciassettenne Bret Easton Ellis sta frequentando il suo ultimo anno. In piena scoperta della sua omosessualità e del suo talento per la scrittura, il suo mondo viene sconvolto quando arriva in classe il carismatico e ambiguo Robert Mallory che rapidamente conquista un posto nel ristretto circolo di amici di Bret. Tuttavia, dietro quella sua facciata di ragazzo affascinante, Robert nasconde un segreto che persino le persone a lui più vicine non riescono a decifrare. In poco tempo l’attrazione di Bret per Robert si trasforma in un'ossessione, ma c'è un'ombra che grava sulle loro vite: The Trawler, un serial killer che sembra prendere di mira il loro gruppo di amici e, forse, anche Bret stesso. Con terribili minacce, atti di violenza e strane coincidenze, la realtà si fonde con l'immaginazione di Bret e con la sua abilità di narratore adolescente destinato a diventare una stella nascente nella scena letteraria. Ambientato nell'autunno del 1981, in un'epoca di scoperte personali e di rivoluzioni culturali, "Le schegge" non solo celebra la musica e il cinema degli anni Ottanta, ma si trasforma in un thriller letterario coinvolgente che terrà il lettore incollato fino all'ultima pagina.
https://www.publishersweekly.com/pw/b...

Le schegge
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Le schegge
Durante una scossa di terremoto una donna si trova a letto con un uomo, ma quello non è il suo letto e lui non è il suo fidanzato. Inizia cosí uno di questi undici racconti irriverenti, comici e amari insieme, in cui le relazioni sono piene di spigoli, e le donne, a volte impulsive o semplicemente buffe, traditrici eppure ancora pronte a fidarsi, sono esperte nel lasciarsi ma non nel lasciarsi andare. E soprattutto sanno prendersi molto sul serio o molto in giro, perché in fondo la vita è breve, eccetera.
La vita è breve, eccetera
«Non avrebbe mai immaginato che il desiderio di vendetta fosse un sentimento comico».
La vita è breve, eccetera
«Non avrebbe mai immaginato che il desiderio di vendetta fosse un sentimento comico».

Scritti da Leonard Cohen tra il 1956, mentre stava per uscire la sua prima silloge poetica, e il 1961, i racconti di questa raccolta offrono uno sguardo unico sull'immaginazione e sul processo creativo di un grande artista e affrontano i temi che hanno attraversato tutti i suoi lavori: il desiderio nel suo essere sacro e profano, l'amore che redime, la ricerca della libertà in un mondo fatto di limiti, il senso di inadeguatezza accompagnato da una costante aspirazione verso ciò che è bello e puro. Riflessivo, sorprendente, giocoso e provocatorio, La danza dei lebbrosi è vivido nei dettagli, spietato nello sguardo, rivelatore di un giovane talento alla prova.

Dai due premiati giornalisti del Washington Post, Robert Samuels e Toluse Olorunnipa, nasce una straordinaria biografia che si trasforma in un libro omaggio a George Floyd, l’ultima persona di colore a morire per mano della polizia, ucciso dal poliziotto bianco Derek Chauvin fuori da un minimarket di Minneapolis il 25 maggio 2020. Le registrazioni video dello scontro con la Polizia e della morte di George hanno indignato migliaia di persone, dando vita al più imponente movimento di protesta nella storia degli Stati Uniti. George Floyd, prima di diventare simbolo di diritti civili ed essere raffigurato sui muri di tutto il mondo, era un padre, un fidanzato, un amico e un atleta che lottava costantemente per dare una vita migliore ai suoi cari e a se stesso. Era prima di tutto un essere umano. In quest'opera coinvolgente Samuels e Olorunnipa tracciano un quadro delle sfide che gli uomini di colore affrontano in America, denunciano l'ubiquità persistente del razzismo all'interno delle forze dell'ordine e mettono in evidenza la costante disuguaglianza presente in materia di alloggi, istruzione e assistenza sanitaria. Attingendo a centinaia di interviste alle persone più vicine a Floyd, vengono descritti la sua esistenza, le origini della sua famiglia caratterizzate da schiavitù e mezzadria e infine quegli ultimi angoscianti momenti che lo hanno portato a un tragico destino. “Il suo nome è George Floyd. La vita di un uomo in lotta per la giustizia” offre un’esplorazione toccante della vita di Floyd evidenziando come la tragica esperienza di un singolo individuo sia riuscita a risvegliare la coscienza di milioni di persone e dare impulso a un movimento globale volto al cambiamento.

Con tocco magistrale, Capote costruisce un racconto pieno di grazia e nostalgia che ci spalanca il mondo soave e crudele dei bambini, sul filo dei ricordi (e delle ferite) di un'infanzia – la propria – goduta e sofferta, e forse mai superata.
Povero e attaccabrighe, con i suoi dodici anni e i capelli di un rosso sporco, Odd Henderson è il terrore di Buddy e dei ragazzini che frequentano la seconda elementare in un piccolo centro rurale dell'Alabama degli anni Trenta. Ma per diventare grandi e forti bisogna riuscire ad andare d'accordo con tipi come Odd e farseli amici: così sentenzia Miss Sook, la zitella attempata e un po' naïve cugina di Buddy e sua migliore amica, che decide di invitare lo sfortunato compagno per il pranzo del giorno del Ringraziamento. Quel ragazzone alto e ossuto resta tuttavia un ospite indesiderato: al culmine della festa, mentre gli ospiti a tavola si accingono a gustare il tacchino appena sfornato, Buddy mette in atto la sua piccola vendetta. E scopre che la vita può impartire lezioni inaspettate.

Il giorno del Ringraziamento
Povero e attaccabrighe, con i suoi dodici anni e i capelli di un rosso sporco, Odd Henderson è il terrore di Buddy e dei ragazzini che frequentano la seconda elementare in un piccolo centro rurale dell'Alabama degli anni Trenta. Ma per diventare grandi e forti bisogna riuscire ad andare d'accordo con tipi come Odd e farseli amici: così sentenzia Miss Sook, la zitella attempata e un po' naïve cugina di Buddy e sua migliore amica, che decide di invitare lo sfortunato compagno per il pranzo del giorno del Ringraziamento. Quel ragazzone alto e ossuto resta tuttavia un ospite indesiderato: al culmine della festa, mentre gli ospiti a tavola si accingono a gustare il tacchino appena sfornato, Buddy mette in atto la sua piccola vendetta. E scopre che la vita può impartire lezioni inaspettate.

Il giorno del Ringraziamento
Nel 1986, il ventenne Syvert Løyning ha appena terminato il servizio militare e torna a casa di sua madre nel Sud della Norvegia. Una sera, vede in sogno il padre morto che cerca disperatamente di dirgli qualcosa. Mentre Syvert inizia a indagare sulla vita del genitore, gli indizi puntano all’Unione Sovietica. E la scoperta di avere lì una sorellastra mina in profondità l’idea che aveva del padre fino a quel momento.
Nella Russia odierna, Alevtina, la sorellastra di Syvert, è in viaggio con il figlio piccolo verso la casa del patrigno, per festeggiarne l’ottantesimo compleanno. Da giovane, Alevtina era disposta a porre grandi interrogativi sulla vita e sulla coscienza umana, e non aveva paura di cercare complesse e forse inconoscibili risposte. Ma dopo un evento inquietante nei suoi vent’anni, ha scelto un percorso di carriera più convenzionale. Oggi affermata biologa evoluzionista alle soglie della mezza età, Alevtina si chiede il motivo di quella determinazione a mantenere il suo mondo all’interno di un quadro così pratico e consolidato. Che cosa teme?
Quando questi due personaggi si intersecano, emergono due approcci molto diversi al grande mistero della vita. E quando una stella luminosa appare nel cielo, illumina la meraviglia dell’esistenza umana e i misteri che esistono oltre la nostra visione del mondo. Ambientato sullo sfondo politico e culturale degli anni ottanta e dei giorni nostri, I lupi nel bosco dell’eterno è un libro ampio e coinvolgente sull’eredità e la parentela, i fratelli e le anime gemelle, la transitorietà e l’eterno.
“Il futuro è scomparso ed è cominciato l’eterno.”
Il secondo romanzo della straordinaria nuova serie di Karl Ove Knausgård espande l’universo della Stella del mattino nei decenni che precedono la comparsa nei cieli di un nuovo corpo celeste ardente e misterioso.
Nella Russia odierna, Alevtina, la sorellastra di Syvert, è in viaggio con il figlio piccolo verso la casa del patrigno, per festeggiarne l’ottantesimo compleanno. Da giovane, Alevtina era disposta a porre grandi interrogativi sulla vita e sulla coscienza umana, e non aveva paura di cercare complesse e forse inconoscibili risposte. Ma dopo un evento inquietante nei suoi vent’anni, ha scelto un percorso di carriera più convenzionale. Oggi affermata biologa evoluzionista alle soglie della mezza età, Alevtina si chiede il motivo di quella determinazione a mantenere il suo mondo all’interno di un quadro così pratico e consolidato. Che cosa teme?
Quando questi due personaggi si intersecano, emergono due approcci molto diversi al grande mistero della vita. E quando una stella luminosa appare nel cielo, illumina la meraviglia dell’esistenza umana e i misteri che esistono oltre la nostra visione del mondo. Ambientato sullo sfondo politico e culturale degli anni ottanta e dei giorni nostri, I lupi nel bosco dell’eterno è un libro ampio e coinvolgente sull’eredità e la parentela, i fratelli e le anime gemelle, la transitorietà e l’eterno.
“Il futuro è scomparso ed è cominciato l’eterno.”
Il secondo romanzo della straordinaria nuova serie di Karl Ove Knausgård espande l’universo della Stella del mattino nei decenni che precedono la comparsa nei cieli di un nuovo corpo celeste ardente e misterioso.

Nato da una famiglia della classe operaia nella Manchester degli anni '40, pronipote di immigrati lituani e russi, Jacobson viene cresciuto dalla madre, dalla nonna e dalla zia Joyce. Suo padre, figura dall'aura leggendaria, è sarto, tappezziere, venditore ambulante, tassista, mago e pilota di mongolfiere. Costantemente alle prese con la storia della sua famiglia e la sua identità ebraica, Jacobson ci porta dai crescenti dolori e malinconie dell'infanzia allo studio a Cambridge e all'approdo a Sydney come giovane professore anticonformista, fino al suo primo matrimonio, alla nascita del figlio e oltre. Pieno dell'umorismo caratteristico di Jacobson e intriso di ricordi dal sapore agrodolce legati ai genitori, Cocco di mamma è la storia, esilarante e allo stesso tempo tenera e profonda, di come nasce uno scrittore e dell'esplorazione del sentimento di appartenenza e non appartenenza, dell'essere di casa e straniero, dell'essere inglese e allo stesso ebreo che sin da piccolo ha pervaso l'intera esistenza Jacobson.

Il racconto di Oswald

Il racconto di Oswald
Siddhartha Mukherjee, uno dei più importanti oncologici a livello mondiale, ci trasporta in un viaggio attraverso la storia della scoperta della medicina cellulare. Mukherjee inizia questo magnifico racconto tornando indietro nel tempo, alla fine del 1600, quando due figure straordinarie, l'illustre polimatico inglese Robert Hooke e l'eccentrico mercante di stoffe olandese Antonie van Leeuwenhoek, analizzarono particelle attraverso i loro microscopi artigianali. Quello che videro rivelò un concetto rivoluzionario che avrebbe permeato la biologia e la medicina, trasformandole per sempre. Si trattava della scoperta che gli organismi viventi complessi sono costituiti da piccole unità indipendenti e regolate autonomamente. Tutti i nostri organi, la nostra fisiologia, la nostra stessa identità sono formati da queste unità fondamentali che Hooke chiamò "cellule". La scoperta delle cellule e la rivoluzionaria concezione del corpo umano come un ecosistema cellulare segnarono la nascita di una nuova forma di medicina, basata sulla manipolazione terapeutica delle cellule stesse. L’insorgere di una malattia o di un problema fisico, come la frattura di un osso, la polmonite o l’Alzheimer, cominciò a essere concepito come il risultato di sistemi di cellule che funzionano in modo anomalo: la loro manipolazione avrebbe pertanto permesso lo sviluppo di un trattamento atto a curare la malattia stessa. Con il libro "Il canto della cellula", scritto con grande rigore scientifico e profonda empatia, l'autore ci guida attraverso l'evoluzione della conoscenza umana e, allo stesso tempo, ci offre una prospettiva illuminante su ciò che il futuro della medicina potrebbe riservarci.

Il canto della cellula: Un'esplorazione della medicina e dell'uomo nuovo

Il canto della cellula: Un'esplorazione della medicina e dell'uomo nuovo
Il celebre filosofo e scrittore Umberto Eco ci svela il suo lato più personale attraverso un'opera in cui condivide con i lettori la sua esperienza narrativa. Nonostante la sua lunga e brillante carriera come studioso, Eco si considerava un giovane scrittore, poiché la sua carriera di narratore è stata di “soli” ventotto anni. In questo libro, scritto quando di anni ne aveva settanta, Eco ci conduce in un viaggio nel suo mondo di romanziere, aprendo una finestra sul passato e permettendoci di entrare in contatto con i suoi personaggi letterari. Svela i dettagli del suo percorso di scrittura, come dà vita ai suoi mondi immaginari e quali legami esistano tra le sue riflessioni teoriche e le sue creazioni di finzione. Invita a riflettere sull'importanza delle verità contenute nei romanzi e ci ricorda i limiti delle nostre interpretazioni, ma ci fa anche assaporare i piaceri intrinsechi nella lettura. Nel capitolo finale Eco affronta un tema a lui caro, che ha successivamente esplorato in uno dei suoi libri illustrati: la lista, l'elenco, la serie, una concatenazione potenzialmente infinita di elementi che ci permette di avvicinarci all'infinito e di esplorare concetti al di là delle parole. Unendo i suoi ricordi e la sua esperienza, "Confessioni di un giovane romanziere" emerge come il lavoro più autobiografico di Umberto Eco, un affascinante viaggio nel cuore e nella mente di uno dei più grandi scrittori del nostro tempo.

Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, una funzionaria di Washington impegnata nel compito di rettificare le inesattezze nei resoconti storici viene risucchiata da un doloroso mistero che perdura da generazioni. Tutto inizia da una foto ricordo risalente agli anni Venti: un gruppo di uomini e donne sorridono all'obiettivo, alle loro spalle l'edificio che hanno dato alle fiamme mentre il proprietario - un ragazzo nero arrivato dal Mississippi - era ancora all'interno. L'episodio, che un tempo era di dominio pubblico, è stato cancellato dagli anni, dalla vigliaccheria, dalla vergogna collettiva, e sembra ormai impossibile da ricostruire. Danielle Evans, tra le più acclamate giovani autrici statunitensi, si concentra sulle vite dei suoi personaggi in cui sembra che un equilibrio fragilissimo sia sul punto di spezzarsi, in un intreccio di colpa, resistenza, vergogna, forza, cordoglio, potere e amore di cui si compone la storia americana. Sette toccanti racconti che ci costringono a confrontarci con i temi della razza, della cultura, e soprattutto della storia, e a porci quelle domande che si fanno di giorno in giorno sempre più pressanti.

Alex ha una attrazione per il buio scintillante del mondo e il talento di intuire i desideri degli altri. È così che si insinua nelle case e nella vita degli sconosciuti. Trascinandoli con sé nel suo precipizio. Il ritratto di una ragazza docile e spavalda in un romanzo sensuale e di smagliante tensione emotiva. Nella villa sull'oceano dove tutto è soffuso, algido, rarefatto, Alex si muove sinuosa, quasi invisibile. Simon le ha comprato abiti e gioielli, l'ha portata a cena esibendola come un animale splendido. Lei è stata impeccabile: «Tenere pulite le unghie. Mantenere l'alito fresco. Non lasciare grumi di dentifricio nel lavandino...» Nessun passo falso. Fino alla sera in cui ha commesso un errore imperdonabile durante un party in piscina. Adesso che niente può tornare come prima, l'ospite è messa alla porta. Senza risorse, cacciata da quel mondo dove non c'era posto per l'imperfezione, le resta solo una via di uscita, provare ancora una volta a spacciarsi per ciò che non è.

L'ospite

L'ospite
Il cervello è composto da più di cento miliardi di cellule cerebrali con le loro innumerevoli connessioni. A scuola viene insegnata la loro forma peculiare: un corpo centrale che contiene il nucleo, dei brevi filamenti, detti dendriti, e un lungo prolungamento, che si chiama assone e che connette la cellula con luoghi lontani. Solo che non è così. O meglio, si tratta di una semplificazione didattica, che a sua volta ha una storia precisa, ben raccontata in questo libro. Il «neurone tipo» è un'astrazione, utile a capire come funzionano a grandi linee le cellule del nostro cervello, ma i neuroni, quelli veri, sono molto più affascinanti di così. Nella realtà le cellule del cervello hanno molte forme differenti, funzionali a scopi diversi. Richard Wingate ne analizza dieci (e mezzo), come fossero altrettante specie di alberi in una foresta. Ognuna di loro svolge un ruolo particolare e per ciascuna di esse il libro racconta le storie degli scienziati che l'hanno studiata e delle scoperte che sono state fatte per via. In questo viaggio affascinante, fatto di microscopi e fantasiose colorazioni istologiche, di molti disegni e di non poche ipotesi ardite, incontriamo anche molta Italia. A partire da Camillo Golgi e la sua «macchia nera» - la reazione chimica che per prima permise di visualizzare i neuroni, fino a quel momento inafferrabili al microscopio -, per approdare a più riprese sul Golfo di Napoli, in quella Stazione Zoologica che per molto tempo fu uno dei centri mondiali più avanzati dello studio del cervello, grazie a scienziati di primo piano come Eduardo Caianiello ed Enrico Sereni, e ai molti ospiti internazionali che frequentarono quelle stanze. Ma soprattutto, questo libro celebra la figura ineludibile di Santiago Ramón y Cajal, il vero pioniere delle neuroscienze, l'uomo al quale si deve la svolta fondamentale che ha spianato la strada alla risoluzione di molti (benché non tutti) degli intricati misteri del cervello.

Storia del cervello in dieci cellule e mezzo

Storia del cervello in dieci cellule e mezzo
Un’adolescente che deve scegliere tra la fedeltà al padre cattolico e la gratitudine ai soldati britannici che hanno salvato la cavalla di famiglia, un giovane che cerca di replicare l’esperienza di suo zio militante dell’IRA e un ragazzino che fa la sua parte per le marce protestanti, nascondendo il suo coinvolgimento al padre cieco.
Colum McCann scrive tre potenti racconti sulla forza mitica dell’Irlanda e dei suoi abitanti. Nella storia che dà il titolo al volume, Katie, un’adolescente di quindici anni, deve scegliere tra la fedeltà al padre cattolico e la gratitudine verso i soldati inglesi che hanno appena salvato la loro vecchia cavalla dalle acque del fiume in piena. Nelle parole e nei pensieri di Katie la natura è viva e sembra essere testimone dell’inesorabile sorte della cavalla che, come la mamma e il fratellino, e “come ogni cosa in questo paese”, deve morire. Nel secondo racconto – Legno – dopo l’ictus del padre, Sam, di dieci anni, e sua madre trascorrono alcune notti a lavorare nella segheria di famiglia per fabbricare quaranta aste ben levigate per le bandiere che sfileranno durante una marcia dei Protestanti. Ma dovranno stare attenti a non farsi udire per non insospettire il padre che vive immobilizzato a letto. In Sciopero della fame, il tredicenne Kevin viene portato dalla madre a Galway, per fuggire dalle proteste e dagli scontri che infiammano il Nord del paese. Si ritrova in un luogo che trova “stupido”, in cui tutto gli è estraneo, dove è solo e non ha amici, mentre suo zio, militante dell’IRA, sta facendo lo sciopero della fame in un carcere. Kevin si sente ai margini e decide di replicare l’esperienza di suo zio tracciando all’interno della roulotte in cui vive con la madre un perimetro equivalente alle mura di una cella, e gettando via il cibo di nascosto per qualche giorno: se non può riabbracciare lo zio, almeno può sentire sulla propria pelle quello che sta vivendo. Un incontro con una coppia di anziani lituani sembra accendere un puntino di luce nelle giornate buie di Kevin, ma solo fino alla notizia dello zio, quella definitiva.
Colum McCann scrive tre potenti racconti sulla forza mitica dell’Irlanda e dei suoi abitanti. Nella storia che dà il titolo al volume, Katie, un’adolescente di quindici anni, deve scegliere tra la fedeltà al padre cattolico e la gratitudine verso i soldati inglesi che hanno appena salvato la loro vecchia cavalla dalle acque del fiume in piena. Nelle parole e nei pensieri di Katie la natura è viva e sembra essere testimone dell’inesorabile sorte della cavalla che, come la mamma e il fratellino, e “come ogni cosa in questo paese”, deve morire. Nel secondo racconto – Legno – dopo l’ictus del padre, Sam, di dieci anni, e sua madre trascorrono alcune notti a lavorare nella segheria di famiglia per fabbricare quaranta aste ben levigate per le bandiere che sfileranno durante una marcia dei Protestanti. Ma dovranno stare attenti a non farsi udire per non insospettire il padre che vive immobilizzato a letto. In Sciopero della fame, il tredicenne Kevin viene portato dalla madre a Galway, per fuggire dalle proteste e dagli scontri che infiammano il Nord del paese. Si ritrova in un luogo che trova “stupido”, in cui tutto gli è estraneo, dove è solo e non ha amici, mentre suo zio, militante dell’IRA, sta facendo lo sciopero della fame in un carcere. Kevin si sente ai margini e decide di replicare l’esperienza di suo zio tracciando all’interno della roulotte in cui vive con la madre un perimetro equivalente alle mura di una cella, e gettando via il cibo di nascosto per qualche giorno: se non può riabbracciare lo zio, almeno può sentire sulla propria pelle quello che sta vivendo. Un incontro con una coppia di anziani lituani sembra accendere un puntino di luce nelle giornate buie di Kevin, ma solo fino alla notizia dello zio, quella definitiva.

John Converse, giornalista e drammaturgo californiano, si è reinventato corrispondente estero in Vietnam per scrivere un libro sulla guerra, ma soprattutto per sfuggire al delirio paranoico e all’infelice matrimonio con Marge, bigliettaia in un cinema a luci rosse con un problema di dipendenza. Converse viene accolto da una Saigon che offre ad ogni angolo eroina e prostituzione perché, durante un conflitto sempre più difficile per le forze anticomuniste, «è naturale che la gente voglia sballarsi». Abbandonata l’idea di scrivere, si trova a smerciare eroina dal Vietnam alla California, sperando di passare inosservato sotto gli occhi del governo americano e della sua intelligence. Negli Stati Uniti di Nixon inizia così una fuga in cui la linea di demarcazione tra preda e cacciatore è fluida e impalpabile come quella tracciata tra i due Vietnam. Robert Stone ambienta il suo libro in in una realtà che vede i rapporti di forza prevalere su quelli umani, travolti dal cinismo e dall’esasperazione. È la fine di una generazione la cui parabola, partita durante l’Estate dell’Amore, si infrangerà contro il Watergate svegliando l’America da un sonno forse troppo tranquillo.

Dog Soldiers

Dog Soldiers
Sebastian Dangerfield è americano, ha ventisette anni, è andato a vivere a Dublino al termine della guerra e studia giurisprudenza al Trinity College; è padre e marito, adora blaterare di decoro e di successo, di famiglia e buone maniere, ma passa il tempo a sognare i soldi facili, a inseguire belle gambe, tra bevute, battute, accessi di rabbia, truffe e sconcezze. È un eroe comico e maledetto al tempo stesso, invaso dallo spirito irrefrenabile di una libertà dissennata, maligna, tragica. Ed è un antieroe di quel mondo che si andava formando dopo il conflitto, smanioso di dimenticare gli orrori, la fatica, il grande rumore della catastrofe, e insieme un simbolo dei nostri tempi, in fuga costante dalla realtà e dalla responsabilità, eterno egoista, eterno bambino, sperduto e sgomento di fronte al peso e al dolore insopportabile di una vita normale. Pubblicato a Parigi nel 1955, "Ginger Man"è la storia di un mostro senza tempo, un diavolo in carne e ossa, un angelo perfido e carismatico. Bandito negli Stati Uniti e in Irlanda, uscito in Italia nel 1959 in una versione incompleta, è considerato oggi continuatore dell'esempio magistrale di Henry Miller e James Joyce, nonché un classico intramontabile della letteratura americana novecentesca.

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