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Joe Abercrombie e il Grimdark
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Sono riuscito a procurarmi a prezzo onesto le vecchie edizioni della Prima Legge perché mal sopporto gli onnicomprensivi tomi di piombo della Mondadori (vedi anche Fionavar e Belgariad) e dal prossimo ciclo di lettura comincerò con Abercrombie.
Aspettative altissime. Speriamo bene!

Mi spiace, ma proprio non riesco a vedere nell'opera di Abercrombie qualcosa che si possa paragonare a Martin, specie se prendiamo ad esempio un personaggio magnifico come Tyrion Lannister.
ho letto le trilogia della Prima Legge e uno dei romanzi singoli scritti dall'autore inglese (Il sapore della vendetta) e non mi capacito del successo e della quantità di estimatori che trova.
La scrittura di Abercrombie appare forzata, come se ad ogni parola dovesse convincere il lettore che il suo genere è il grimdark e che lui è bravissimo nel crearlo. Sono sicura che questa non è l'intenzione vera dell'autore, ma è quello che è apparso a me leggendolo. Martin, al contrario, crea il suo mondo 'oscuro' in modo molto naturale e lo rende realistico. Quello di Abercrombie sembra solo una parodia, anche perché una delle caratteristiche più distintive di Martin è il fatto di non procurare ai suoi personaggi principali un plot armor, sconvolgendo il lettore con morti inaspettate anche di protagonisti. I protagonisti di Abercrombie, invece, sopravvivono in situazioni a dir poco surreali, dalle quali nessun essere umano potrebbe mai uscire vivo.
Quanto al fatto di inserire ben poca azione nella sua storia e basarsi soprattutto sui personaggi, questo per me non sarebbe un problema, al contrario: mi piacciono molto le storie che approfondiscono i protagonisti e non penso che una maggior quantità di battaglie aumenti la qualità di un libro.
Anche in questo, però, Abercrombie non riesce a catturarmi: i suoi personaggi non sono così interessanti, tutti piuttosto monodimensionali sul genere 'il mondo fa schifo, quindi anche io posso fare schifo' e ben poco altro.
Quindi, per rispondere alle domande finali di Debora, direi che il grimdark mi può anche piacere, se per grimdark si intende il genere di Martin (con tutto l'astio che nutro per lui dato che non porta a compimento la sua opera), mentre Abercrombie proprio lo sconsiglierei a chiunque.

Ahahah, no dai, non lasciarti scoraggiare dal mio commento!
Io ho iniziato a leggere Abercrombie perché lo trovavo consigliato ovunque, ci sono moltissimi lettori che hanno apprezzato le sue opere, ho letto un'infinità di commenti entusiasti e temo proprio di far parte di una netta minoranza nel non apprezzarlo.
Se vai a vedere nel censimento, gli unici voti bassi alla trilogia della Prima Legge sono proprio i miei, gli altri sono altissimi, quindi fai finta di non aver letto il mio commento e procedi!
Questa citazione da Warhammer 40000 è l'origine dell'etichetta Grimdark fantasy che solo in tempi recenti si è fatta strada nei gusti dei lettori delineandosi con caratteristiche precise anche se come sempre elastiche.
Prendendo spunto da alcuni aspetti dello Sword & Sorcery, il Grimdark li porta alle conseguenze più estreme. Troviamo in particolare scene crude, un uso esplicito di violenza e sesso, personaggi crudeli e che negano ogni definizione classica di eroe.
Il Grimdark fantasy è in pratica l'antitesi dell'epic fantasy.
Le ambientazioni sembrano quelle dei fantasy medievale o rinascimentale, mondi divisi in regni e imperi in cui vige un feroce feudalesimo. I personaggi sono grigi o a volte proprio crudeli, cupi e malvagi, vigliacchi, traditori...
Joe Abercrombie è uno dei maggiori esponenti del Grimdark fantasy insieme ad autori che abbiamo già incontrato come George R. Martin, Mark Lawrence e Steven Erikson.
Joe è un simpatico inglese che è passato dalla tv alla scrittura ed è diventato famoso grazie alla Trilogia della prima legge.
Per sua ammissione deve molto a George R. Martin che gli ha mostrato la via attraverso Tyrion Lannister per una scrittura che si basa soprattutto sui personaggi.
Abercrombie vuole creare storie di personaggi capaci di provocare una risposta emotiva nel lettore.
Scrive degli sfavoriti, come ne Il mezzo re, dove seguiamo Yarvi, nato con una deformazione alla mano che in una famiglia di guerrieri è una condanna alla sofferenza e alla solitudine. Esperienze che non lo rendono un martire dal cuore d'oro come nelle fiabe, ma un giovane che usa intelligenza e astuzia per sopravvivere e vendicarsi.
Personaggi imperfetti quindi sia dentro che fuori, lontani dagli eroi mitici, ma indelebili, convincenti e insoliti, come il corrotto Inquisitore Sand Dan Glokta, uno dei personaggi più riusciti de Il richiamo delle spade, primo volume de La prima legge.
I mondi fantastici di Abercrombie hanno un bassissimo impatto della magia. Nella Trilogia del mare infranto per esempio abbiamo riferimenti a un popolo magico del passato senza però approfondimento. L'autore stesso dichiara che ciò che gli interessa del fantasy è la possibilità di creare terre fittizie in cui inscenare intrighi, intrecci e relazioni.
Le opere di Abercrombie sono guidate dai personaggi e su di esse si costruiscono, la critica principale che gli viene fatta è proprio quella di inserire ben poca azione nella sua storia. I libri si divorano eppure alla fine molti hanno la sensazione di non aver fruito di un vero arco narrativo.
D'altro canto questa è anche la caratteristica per cui tantissimi lettori in tutto il mondo non si perdono una sola sua opera.
Voi che ne pensate? Vi piace il Grimdark fantasy? Consigliate questo autore?