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BRB5 - La Reggia di Versailles della squadra francese

Ho messo questo libro nei Buoni propositi: ora non vedo l'ora di cominciarlo!!!!!!!!!!!! 🙏💖"
@Dagio per me è stata una bellissima scoperta, libro letto quasi per caso, solo per incastrarlo tra le varie sfide e non poteva andare meglio :)

Titolo: Orlando
Autore: Virginia Woolf
Nazionalità: Gran Bretagna
Anno di pubblicazione: 1928
Numero pagine: 234
Punti: 12
Voto: 8,5
Eventuali bonus: /
Questo libro per..."
Concordo! Non ho molto feeling con la Woolf, ma mi hai fatto venire la curiosità !

Inizio ad aggiornare con le mie letture (scarse fino a questo momento)
Ho letto il libro game:
Titolo: La vita davanti a sé
Autore: Romain Gary
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1975
Numero pagine: 214
Punti: 12
Voto: 8,5
Eventuali bonus: /
La vita davanti a sé è il primo romanzo che ho letto di Romain Gary, autore che mi incuriosiva da tanto e che non ha deluso le aspettative. Centro della narrazione è l'amore incondizionato verso coloro che rappresentano i punti di riferimento dell'infanzia, indipendentemente dai legami biologici e di sangue che possono esserci.
Momo è un bambino quasi adolescente, figlio di una prostituta, che non conosce i propri genitori e cresce nella casa di Madame Rosa, ex prostituta che, ritiratasi dalla strada, si guadagna da vivere ospitando in casa i figli delle sue colleghe. Donne dai facili costumi che non possono permettersi di avere un bambino da gestire, che verrebbe anche portato via dalle autorità una volta scoperto. A volte le mamme tornano a trovare i propri figli per brevi periodi, qualcuna riesce anche a riprenderlo con sé, ma la maggior parte finisco affidati a famiglie in grado di prendersene cura. Madame Rosa ospita e cresce questi bambini, ma senza la pretesa di esserne madre, né con l'intenzione di sostituire tale figura mancante.
Eppure con Momo è diverso, lui ha una storia particolare, non va in adozione, rimane in casa con lei. Lo incontriamo a dieci anni, quando dimostra molto più della sua età ed è alla ricerca di una strada e di nuovi punti di riferimento. È lui che racconta questa storia, la sua infanzia con Madame Rosa, in un quartiere multietnico di Parigi, negli anni 50. Ora però si trova ad affrontare la malattia della donna che l'ha cresciuto, la cui demenza senile peggiora sempre più. Momo teme di rimanere solo e cerca disperatamente qualcuno che possa accoglierlo quando Madame Rosa non ci sarà più. Eppure non vuole rassegnarsi, non vuole perderla, soprattutto non vuole lasciare sola nei suoi ultimi giorni colei che l'ha cresciuto e che rappresenta la sua famiglia.
Madame Rosa è ormai una donna anziana, scatta e grassa, che però non vuole rassegnarsi al passare del tempo e non rinuncia a truccarsi e vestirsi come un tempo. A suo modo anche lei si è affezionata a questo bambino dalla storia difficile ed anche lei si pone il problema di che fine farà una volta solo.
Intorno a loro tanti personaggi che costituiscono la Parigi multietnica e variopinta che si andava pian piano a costituire nel dopoguerra nel quartiere di Belleville.
La vita nel quartiere è vista con gli occhi del ragazzino, che si fa ben volere da tutti e che non cede alle tentazioni della strada, nonostante la vita sbandata che conduce.
Nonostante il linguaggio non risulti sempre scorrevolissimo, non so a causa del testo originale o soltanto di imperfezioni di traduzione, ho trovato la lettura gradevole e lo stile perfettamente riuscito. La narrazione è portata avanti con periodi brevi e perlopiù semplici, che rappresentano alla perfezione il punto di vista e la voce del bambino che racconta, osserva e riflette su ciò che accade intorno a lui.
Romain Gary è un autore che assolutamente intendo approfondire, ma che con questo romanzo mi ha piacevolmente colpita ed affascinata.
Titolo: La meccanica del cuore
Autore: Mathias Malzieu
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 2007
Numero pagine: 147
Punti: 2
Voto: 6.5
Eventuali bonus: /
Un fantasy che stranamente non mi ha annoiata, nonostante la storia sia semplice ed anche prevedibile. La storia d'amore di un bambino con un cucù al posto del cuore innamorato di una ballerina di flamenco.
Uno, non toccare le lancette. Due, domina la rabbia. Tre, non innamorarti, mai e poi mai. Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle, le tue ossa si frantumeranno, e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi.
Jack nasce nel giorno più freddo dell'anno nella casa di una levatrice, da tutti considerata una strega, Madeleine, che aiuta le prostitute a partorire in segreto.
Madeleine riceve visite ogni giorno. I pazienti che non hanno i mezzi economici per ricorrere alle cure di un medico “laureato”, quando si rompono qualcosa alla fine approdano sempre qui. Che si tratti di metterne a punto la meccanica o di ripararlo prendendosi il tempo di parlare, a lei piace aggiustare il cuore della gente.
Il cuore del neonato ha qualche problema, così Madeleine lo collega ad un orologio a cucù per farlo funzionare. Ovviamente non si può vivere con un orologio in petto e soprattutto non ci si può concedere emozioni forti. Nessuno vuole adottare Jack, che per Madeleine diventa quel figlio che non ha mai potuto avere. Arriva però l'adolescenza e con essa il primo grande amore, a cui il ragazzino non riesce ad ignorare nè raffreddare per seguire i consigli della madre adottiva.
Un giorno o l’altro, tutto il piacere e la gioia che l’amore può suscitare si pagano con la sofferenza. E più si ama intensamente e più il dolore sarà moltiplicato. Sperimenterai l’assenza, poi i tormenti della gelosia, dell’incomprensione, infine la sensazione del rifiuto e dell’ingiustizia. Avrai freddo fino nelle ossa e il sangue formerà dei ghiaccioli che sentirai passare sotto la pelle. La meccanica del tuo cuore esploderà.
Costretto a fuggire da Edimburgo, percorrerà chilometri, arriverà a Parigi e poi a Granada per inseguire l'incantevole Miss Acacia, ballerina di flamenco che ha conquistato il suo cuore.
La storia è prevedibile però è dolce ed in grado di portare ad una riflessione non da poco: quanto cambiamo dopo le delusioni d'amore? quanto rinunciamo a parte di noi ogni volta che il nostro cuore subisce un botta? Soprattutto quanto vale tutto questo?
L'autore, Mathias Malzieu, è una rock star francese e mi dispiace dirlo, ma si vede, al di là della traduzione, la penna acerba e poco esperta. Nella delicatezza con cui è narrata la storia di fondo, non ho gradito le continue allusioni, peraltro espresse da un bambino adolescente alla fine dell' '800. Così come alcuni passaggi descritti come se dovessero portare chissà che sviluppo nella storia per poi rivelarsi completamente inutili. Allo stesso modo, mi è parso piuttosto pretenzioso, nonchè inutile per quanto appena detto, la comparsa di personaggi famosi quali ad esempio Jack lo squartatore.
Insomma stranamente questo libro non mi ha annoiata, pur trattandosi di un fantasy, probabilmene grazie alla storia d'amore e ad una trama che mantiene abbastanza i contorni del reale. Nonostante ciò sembra essere stato scritto puntando ad una storia ben più articolata e ricca di personaggi, per poi virare verso un breve racconto, i cui protagonisti non sono neanche ben delineati.
In definitiva i presupposti c'erano, ma sembrano essersi persi per strada. Rimane quindi un libro breve e leggero per qualche ora di evasione o poco più.
Sto completando il libro tappa, intanto per la prossima vorrei leggere Il tulipano nero

In linea con il GDL Rougon-Maquart, leggerò:
L'opera di Émile Zola 😍

Autore: Peter Pomerantsev
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 314
Punti: 3
Voto: 5,5
Eventuali bonus:
Probabilmente il problema di questo libro è stato che o ho compreso male io di cosa avrebbe trattato l'autore (pensavo fosse un resoconto irriverente del vivere in Russia nei primi 2000, invece, per quanto soprattutto all'inizio ci siano delle situazioni coscientemente paradossali, l'autore tende a mostrare il sottopancia oscuro delle persone, dell'ambiente e della normalità della vita russa senza alleggerire) o l'autore inizialmente ha pensato di adottare un tono più scanzonato, per poi farsi prendere la mano con la rabbia e il disgusto di certe situazioni.
In ogni caso, sebbene sia interessante e racconti di argomenti per me mai sentiti prima (la trattazione dei culti in Russia e di come la distruzione dei palazzi storici e l'architettura in generale serve il regime sono state davvero brillanti), il libro manca di una struttura che colleghi i diversi capitoli, per cui si ha l'impressione che quelli fossero temi cari all'autore, ma che si salti di palo in frasca.
Titolo: Lo sposo importato
Autore: Abraham Cahan
Nazionalità: Usa
Anno di pubblicazione: 1898
Numero pagine: 126
Punti: 1
Voto: 4
Eventuali bonus:
Mi dispiace dare un voto così basso, perché non è scritto male e tutto sommato è carino, ma purtroppo con me ha proprio mancato il bersaglio. Pur trovando il racconto divertente all'inizio, piano piano mi sono annoiata sempre di più e non vedevo l'ora che finisse.
Sarà che non sono ebrea, per cui mi mancano i riferimenti culturali, e sicuramente mostra realtà che sono solitamente fuori dalla mia portata, per cui ho apprezzato vedere come un timido studioso della Torah di un paesino sperduto venisse trascinato a New York e da lì cambiasse completamente, però davvero non ne potevo più.
Titolo: Washington Square (https://www.goodreads.com/book/show/3...)
Autore: Henry James
Nazionalità: USA/UK
Anno di pubblicazione: 1880
Numero pagine: 204
Punti: 2
Voto: 6
Eventuali bonus:
Avevo alte aspettative per questo libro, James mi piace molto di solito, e ne sono rimasta un po' delusa. L'autore confeziona una storia perfetta, cristallina in tutti i suoi aspetti, ma manca di cuore, tanto da far domandare a cosa servano tutte quelle pagine per questa storia.
Catherine ha tutta la mia simpatia, soprattutto perché vivere con due persone del genere deve essere stato asfissiante, ma non ho provato nessun senso né di soddisfazione né di tristezza per il finale, anche se spero che poi abbia passato la vita nel migliore dei modi.
Titolo: Questa non è propaganda. Avventure nella guerra contro la realtà
Autore: Peter Pomerantsev
Nazionalità: Uk
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 320
Punti: 3
Voto: 10
Eventuali bonus:
Se Pomerantsev con il libro precedente aveva fatto un po' cilecca, con questo matura moltissimo e davvero apre gli occhi su un mondo in cui viviamo ma non sempre capiamo.
Anche qui ci sono capitoli molto a sè ma il filo conduttore è ben preciso e con il fatto che ci sono elementi simili in tutti (un po' di interviste a persone rilevanti, un po' di esempi pratici), il libro dà una sensazione di omogeneità.
Se siete curiosi di bot, di rivoluzioni digitali e di come ci manipolano con internet, questo saggio è coinvolgente e scorrevole.
Titolo: La Morte fidanzata
Autore: Penelope Delle Colonne
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2016
Numero pagine: 516
Punti: 5
Voto: 7
Eventuali bonus:
In realtà il voto di questo libro dovrebbe essere un ???, perché è come mi sono sentita per la maggior parte della storia.
Buonissime idee, uno stile che va un po' dalla purple prose imbarazzante al lirico, storia coinvolgente, una ricerca storica scricchiolante, per un'opera prima che palesemente manca di editor.
Da un lato vorrei consigliarlo a tutti per capire cosa pensarne, dall'altro un po' ci sono temi molto delicati (dalla necrofilia all'incesto e alla pedofilia) che, sebbene non siano trattati in modo sempre esplicito, di certo non sono la cup of tea di tutti, un po' a volte si trascina, nonostante si voglia arrivare in fondo.
Sinceramente la rivelazione di Frattaglia è inutile, perché è un modo per reinserirlo nella storia quando l'autrice si era annoiata di lui e lo aveva lasciato da parte (infatti subito dopo torna a sparire) e perché non aggiunge nulla né al personaggio né alla storia. Io avrei proprio preferito non ci fosse.
Non ho capito proprio il finale, ma tanto ho già il secondo e spero che il terzo arrivi presto.

Martina: Teresa Raquin di Émile Zola
Saturn: Il denaro di Émile Zola
Dagio_maya: L'opera di Émile Zola
Virè: Il tulipano nero di Alexandre Dumas
Acrasia: I fiori del male di Charles Baudelaire
Ale: Son Excellence Eugène Rougon di Émile Zola


Titolo: Il diavolo in amore
Autore: Jacques Cazotte
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1772
Numero pagine: 132
Punti: 4
Voto: 4
Eventuali bonus: 4/4 (Francia)
Oh le Diable: mon DIeu!!

Siamo a Napoli, il protagonista Alvaro, è un giovane capitano un po' annoiato dalle noiose serate passate tra donne e bevute.
Un giorno, tuttavia, Alvaro è attirato dall’atteggiamento riservato del più anziano tra loro.
Soberano, questo è il nome di colui che si rivelerà come custode di conoscenze occulte che stuzzicano la curiosità del giovane capitano:
”“E se vi capitasse di vedere il Diavolo?”
“Gli tirerei le orecchie, al gran Diavolo dell’inferno”.
“Bravo! se siete così sicuro di voi, potete anche rischiare, io vi prometto la mia assistenza.
Venerdì prossimo, vi invito a cena con due dei nostri, e porteremo a termine l’avventura”.
Con spavalda superbia Alvaro si presta a quello che crede un gioco col solo scopo di spezzare la monotonia dell’inattiva vita militare.
”... portava una veste modestamente drappeggiata,
un cappello da viaggio e una veletta chiarissima sugli occhi;
depone l’arpa al suo fianco, saluta con disinvoltura, con grazia:
“Signor don Alvaro” dice, “non ero stata avvertita che voi foste in compagnia; non mi sarei mai presentata vestita come sono.
Questi signori vorranno certo scusare una viaggiatrice”
Così entra Biondetta, un’affascinate donna, virtuosa nell’arte musicale, che altro non è se non Belezebù in persona.
Belle le atmosfere gotiche di questo brevissimo romanzo (o racconto lungo) dove l’atteggiamento sprezzante del protagonista è sottomesso alla sottile arte dell’inganno del Diavolo.
L’opera ebbe alla sua uscita (1772) molto successo anche in seguito ad alcune dicerie che alludevano a messaggi nascosti nel testo.
Personalmente l'ho letto senza grande entusiasmo.
⭐⭐½

Autore: William Shakespeare
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1598
Numero pagine: 120
Punti: 4 tappa
Voto: 8
Eventuali bonus:
Commento:
Divertente, arguta e coinvolgente, questa commedia si legge che è un piacere. Ma, a onor del vero, per apprezzarla appieno andrebbe sicuramente vista a teatro. Cercherò almeno di recuperare il film di Branagh.

Martina: Novantatré di Victor Hugo
Saturn: Il denaro di Émile Zola
Dagio_maya: L'opera di..."
Scusa, cambio il mio con Teresa Requin, dato che l'ho già a casa :)

Autore: Curt Leviant
Nazionalità: Usa
Anno di pubblicazione: 1977
Numero pagine: 224
Punti: 2
Voto: 9,5
Eventuali bonus:
Questo romanzo palesemente si ispira a Fuoco Pallido, sia perché le due situazioni sono simili (un professore con pretese letterarie è ossessionato da un autore affermato e schivo) sia per il linguaggio lirico, ma macchiato di ironia.
Sono davvero rimasta impressionata da come Leviant riesca a passare da descrizioni particolarmente poetiche a battute pungenti, se non addirittura volgari, ma riesce molto bene a mantenere l'equilibrio, facendo respirare uno spaccato di Israele che altrimenti sarebbe precluso ai più.
Probabilmente la parte riservata a Miriam è debole, tanto che a una certa anche l'autore la conclude in modo un po' sbrigativo, ma sono rimasta stregata dagli altri personaggi, ben caratterizzati e particolarmente vivi, in particolare da Bar-Nun, che, come il suo predecessore Gatsby, rimane appena al di là della nostra portata e di quella dei suoi ammiratori/critici, mentre sorride beffardo della nostra voglia di sapere di più su cosa davvero passi per la sua testa.
Sono davvero dispiaciuta che su GR praticamente nessuno l'abbia letto, perché è una piccola perla.

Editato post 109. Zola va per la maggiore in questa tappa :)
Io invece non ho ancora deciso ed è il caso che mi dia una mossa... ^^
@Ale tu come sei messa? Mica che mi sono persa anche il tuo messaggio.... -_-

Complimenti, bella scelta!!

Autore: Sally Green
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 390
Punti: 3
Voto: 4,8
Eventuali bonus:
Comprai questo libro almeno 6 anni fa e da allora è rimasto sullo scaffale. Probabilmente una ragione c'era e sinceramente il sollievo per averlo finito è di gran lunga maggiore del piacere di averlo letto.
Questo è uno dei primi libri che hanno consacrato il genere YA e si vede: world building estremamente semplice, praticamente nonesistente, zero descrizioni di luoghi, una differenza netta tra Incanti Neri e Bianchi di cui però non si sa bene il motivo, un protagonista blando e dei dialoghi davvero basici, oltre a uno stile davvero semplicissimo.
È davvero palese che sia un'opera prima, soprattutto per il ritmo (ci sono sezioni in cui non accade nulla ma viene esplorato un po' il mondo e altre cariche di azioni che non si connettono tra loro).
Inoltre non mi era proprio mancata la narrazione in prima persona al presente, che ho sempre detestato.
Continuerò la serie?
Nonostante i suoi difetti, è una lettura rapida e mi ha lasciato un po' la curiosità di cosa accadrà.

Devo anche aggiornare con la lettur del libro game ma ora non ho molto tempo.

Autore: Washington Irving
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1810
Numero pagine: 80
Punti: 2
Voto: 3 tappa
Eventuali bonus: 12
Commento:
Questo racconto mi ha molto annoiata. L'ho trovato prolisso e pieno di elenchi inutili che fanno perdere ritmo ed efficacia alla narrazione. Mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso, di più gotico, invece nel finale alquanto telefonato diventa quasi tragicomico.

"
Davvero? Che peccato, io invece mi sono divertita a leggerlo.
Titolo: Phèdre
Autore: Jean Racine
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1676
Numero pagine: 128
Punti: 4
Voto: 7
Eventuali bonus: nada
Mmi sento sempre un po' in dificoltà a commentare questi grandi classici, eh. Cosa posso dire? Da una parte mi hanno colpita moltissimo i tormenti psicologici dei personaggi e l'intensità poetica, a tratti davvero straziante; dall'altra - e meno male che viviamo in altri tempi - rimango senza parole nel pensare che (view spoiler)

"
Davvero? Che peccato, io invece mi sono divertita a leggerlo."
Come dicevo altrove, pensandoci credo sia colpa delle aspettative... Credevo che mi sarei trovata a leggere un horror più gotico e cupo.

"
Davvero? Che peccato, io invece mi sono divertita a leggerlo."
Come dicevo altrove, pensandoci credo sia colpa delle aspettative...."
Esattamente quello stavo per scriverti.
Le aspettative, ovviamente, sono sempre la base da cui partono i nostri giudizi. Io (non ricordo se lo avevo scritto), ad esempio, in questo caso, ero tabula rasa per cui gli elenchi inutili li ho visto come un'ottima introduzione alle atmosfere 😏
Poi c'è la questione di come letteratura e/o cinematografia hanno, nel tempo, etichettato un testo e se , oggi leggiamo "gotico" vogliamo leggere qualcosa di molto diverso da una storia metaforica dell'uomo che sacrifica per letteratura 😬
Insomma, comprensibile ogni tua osservazione..

Titolo: Il conte di Montecristo
Autore: Alexandre Dumas (padre)
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1844
Numero pagine: 1249
Punti: 48
Voto: 10
Eventuali bonus: 2/4X4
Un capolavoro! E come sempre ci si chiede come mai non lo si è letto prima.
Un libro immenso, non solo per la mole che invece va via liscia, ma per i personaggi, le vicende narrate, i colpi di scena e le emozioni scaturite dalla lettura.
Un libro che parla di vendetta, non come un crimine ma più come bisogno di verità e di riscatto per chi è stato umiliato e offeso.
Un libro complesso pieno di personaggi e di episodi che apparentemente sono slegati tra loro ma che invece fanno parte di un disegno più ampio. Ogni tanto mi ritrovavo a riconoscere un personaggio che pensavo "dimenticato" e invece eccolo che torna perchè con lui il conte non aveva ancora finito...
Dumas porta il lettore a partecipare alla trama, nasconde anche a lui certi aspetti che avrebbero potuto essere utili per la comprensione dei fatti, e invece lo coinvolge come se fosse parte del gioco e in questo chi legge si trova a parteggiare per Dantés, fino a quando lui stesso non verrà assaltato dai dubbi che si presenteranno così anche al lettore.
Tramite la sua vendetta Montecristo si fa benefattore e giudice implacabile, per ricompensare chi è stato buono con lui e per punire i malvagi; presuntuosamente si sente uno strumento di Dio, Dio aveva bisogno di me, e in effetti sembra che sia stato mandato da qualcuno di superiore per sistemare le cose e dal passato torna nelle vite di chi l'ha rovinato facendo allusioni apparentemente innocue ma che chiamano in causa e colpiscono chi gli aveva fatto un torto. Quest'uomo ha evidentemente ricevuto il potere di influire sulle cose
Mi è piaciuto tantissimo l'escamotage dei travestimenti, si sentono tantissimo anche i riferimenti a Shakespeare (Iago -Danglars / Romeo e Giulietta - Maximilien e Valentine / Lady Macbeth - signora Villefort) ma la cosa che più mi ha colpito è stato il potere che il conte ha ricevuto attraverso la ricchezza, per come è stato in grado di sfruttare il denaro "ereditato", tramite gli insegnamenti dell'abate Faria che l'hanno reso uomo di mondo.
Cito due passi che mi hanno fatto venire i brividi:
Se qualcuno avesse fatto morire fra le torture inaudite, in mezzo a tormenti senza fine, vostro padre, vostra madre, la vostra donna, uno di questi esseri, insomma che quando vengono rapiti al nostro cuore lasciano un vuoto eterno e una piaga sempre sanguinosa, vi parrebbe sufficiente la riparazione accordatavi dalla società, sareste soddisfatti solo perché il ferro della ghigliottina è passato fra la base dell'occipite e i muscoli delle spalle dell'uccisore, e perché chi vi ha fatto patire anni di morali sofferente ha provato qualche secondo di dolore fisico ... mi batterei in duello per una sciocchezza, per un insulto, per una smentita, per uno schiaffo, e con tanta più noncuranza in quanto, grazie all'abilità che ho acquisito in tutti gli esercizi del corpo ed alla lenta abitudine al pericolo, sarei quasi sicuro di uccidere il mio avversario. Oh sì! Mi batterei in duello per queste cose; ma per un dolore lento, profondo, infinito, eterno, restituirei, se fosse possibile, un dolore pari a quello che mi hanno fatto soffrire: occhio per occhio, dente per dente, come dicono gli orientali, nostri maestri in ogni cosa, quegli eletti della creazione che hanno saputo costruirsi una vita di sogni ed un paradiso di realtà » «Ma – disse Franz al conte, – con questa teoria che vi istituisce giudice e carnefice nella vostra causa, è difficile che vi conteniate nei giusti limiti, in modo da evitare di volta in volta i rigori della legge. L’odio è cieco, la collera stordisce, e colui che si versa la vendetta rischia di bere un’amara pozione». «Sì, se è povero e maldestro, ma non se è abile e milionario
Io sono uno di questi esseri eccezionali; sì, monsieur, lo credo; fino a oggi nessun uomo si è trovato in circostanze simili alle mie. I regni dei monarchi sono circoscritti da montagne, da fiumi, da cambiamenti di costumi o di lingua. Il mio regno, invece, è grande come l'universo perché non sono né italiano, né francese, né indiano, né americano, né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti gli usi, parlo tutte le lingue. Voi mi credete francese, non è vero? Perché parlo il francese con la stessa facilità e purezza di voi. Ebbene! Alì, il mio moro, mi crede arabo; Bertuccio, il mio intendente, mi crede romano; Haydée, la mia schiava, mi crede greco. Dunque capirete che, non essendo di alcun paese, non chiedo protezione ad alcun governo; non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non può arrestarmi né paralizzarmi alcuna sorta di scrupoli che arrestano i potenti o di ostacoli che paralizzano i deboli. Io non ho che due avversari, non dirò due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo. Il terzo, ed è il più terribile, sta nella mia condizione di mortale. Ciò solo può fermarmi nella strada che percorro, e prima che abbia conseguito lo scopo a cui miro; tutto il resto l'ho calcolato. Ciò che gli uomini chiamano capricci della fortuna, ossia la rovina, i cambiamenti, le eventualità, li ho previsti tutti, e se qualcuno può colpirmi, nessuno può rovesciarmi. A meno che non muoia, sarò sempre ciò che sono.

Comunque:
Titolo: Piranesi
Autore: Susanna Clarke
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 267
Punti: 5
Voto: 9
Eventuali bonus: 0
Ho aspettato qualche giorno prima di scrivere perché volevo aspettare e raccogliere bene le impressioni di questa bella lettura.
Il romanzo presenta una ricca serie di temi molto interessanti e affatto banali, ma la sensazione generale è quella di grande semplicità (e questo per me è un pregio). Si parla del rapporto tra natura e cultura, tra innocenza e progresso, tra bellezza e moralità, si parla di scienza e ragione, si parla del mito del buon selvaggio, si parla insomma della natura dell’animo umano. Anzi, non se ne parla, questi temi traspaiono in un racconto che non è mozzafiato, che non presenta grandi colpi di scena, e infatti la “spiegazione” emerge gradualmente, ma che riesce a catturare – almeno, ha catturato me grazie ad un’atmosfera di meraviglia, di incanto, di mitologia e ad un personaggio per me straordinario.

Autore: Jean Anouilh
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1944
Numero pagine: 60
Punti: 3
Voto: 10
Eventuali bonus: GAME
Commento
Con questo testo Anouilh riesce a dare una voce moderna a un mito inesauribile. Al centro dello scontro tra Creonte e Antigone c'è sempre il duello fra la ragion di stato e la difesa di ciò è giusto. Vediamo come Antigone incarni il coraggio di dire no, di opporsi a qualcosa che si ritiene ingiusto anche se la battaglia è persa fin dall'inizio, anche se ci si ritrova a lottare contro un gigante che finirà per schiacciarci. A morire però sarà il corpo, non l'idea. Quell'idea di scegliere la lotta sacrificando tutto; l'amore, la felicità, la vita... Quella forza di opporsi anche quando il nemico da affrontare è grande e potente e apparentemente insuperabile. Di fronte a Creonte che dice sì per proteggere la potenza dello Stato (in quanto ritiene che sia suo dovere) c'è una ventenne, mingherlina, che con un gesto semplice (che un pavido riterrebbe inutile) butta giù una fortezza di carta. E' con l'esempio di Antigone che la muraglia in cui è arroccato il potere può crollare.

Com..."
@Ale non farti condizionare dal numero di pagine, fila via che è un piacere :)
Peccato non aver avuto tutto il tempo a disposizione, ogni tanto dovevo pur mangiare, dormire e lavorare 😆 ma che fatica staccarmi!

Titolo: L'Assommoir
Autore: Émile Zola
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1877
Numero pagine: 566
Punti: 11
Voto: 10
Eventuali bonus: /
« … en tout cas,
ça devait s’appeler du chagrin en bouteille. »
(che, oltretutto, si sarebbe dovuta chiamare una tragedia in bottiglia.)
Pubblicato nel 1877, L'Assommoir, è il settimo romanzo del Ciclo dei Rougon- Maquart.
Tredicesimo se si decide (come nel nostro GdL) di seguire l’ordine di lettura indicato dallo stesso Zola.
Il termine Assomoir fa parte del vocabolario Argot dell’ottocento e si riferisce ai quei luoghi dove il popolo cerca di “ammazzare” la propria miseria.
Si tratta delle osterie, delle distillerie.
In italiano è stato tradotto con il titolo L'ammazzatoio oppure Lo scannatoio.
Protagonista è una giovane lavandaia:Gervaise Macquart.
La scena si apre con un’attesa: la giovane Gervaise affacciata alla finestra di uno squallido albergo di Parigi aspetta il ritorno di Lantier, il padre dei suoi figli, l’uomo che l’ha convinta a lasciare Plassans (il paese di origine dei due rami Rougon-Maquart) per andare incontro alla fortuna che li stava aspettando a Parigi.
La realtà è ben diversa e Gervaise se ne accorgerà subito.
Rimasta sola con i figli, non si perde d’animo e si rimbocca le maniche.
E’ bella Gervaise, bella, nonostante una gamba sciancata, probabile regalo di un padre molto violento. La sua bellezza non le permetterà di restare sola a lungo.

Coupeau, un operaio zincatore, infatti, le fa una corte sfrenata fino a conquistarla.
« – Mon Dieu ! je ne suis pas ambitieuse, je ne demande pas grand-chose… Mon idéal, ce serait de travailler tranquille, de manger toujours du pain, d’avoir un trou un peu propre pour dormir, vous savez, un lit, une table et deux chaises, pas davantage… Ah ! je voudrais aussi élever mes enfants, en faire de bons sujets, si c’était possible… Il y a encore un idéal, ce serait de ne pas être battue, si je me remettais jamais en ménage ; non, ça ne me plairait pas d’être battue… Et c’est tout, vous voyez, c’est tout… »
(«Dio mio! Io non sono ambiziosa, non pretendo molto... Il mio ideale sarebbe lavorare tranquillamente, avere sempre un pezzo di pane da mangiare, un buco pulito dove dormire, con un letto, un tavolo, due sedie, nulla di più... Ah! Vorrei anche allevare i miei bambini, e farne bravi cittadini, se fosse possibile... Ho un altro ideale: non vorrei essere picchiata, se per caso mi rimettessi con qualcuno... No, non mi piacerebbe proprio essere picchiata... È tutto qua, vedete bene, è tutto qua...». - - Traduzione di Luisa Collodi - Edizione Newton Compton)
No Gervaise non è ambiziosa ma il destino ha forse scritto parole differenti per la giovane lavandaia.
L’ombra che oscura la felicità di Gervaise è quella de le grand alambic… la machine à soûler. è la macchina che produce acquavite ed, in particolare, quella che si trova all’Assommoir, chez pére Colombe, il locale più frequentato dagli operai...
Zola ci dipinge ancora una volta la forza distruttrice della città che mastica i deboli.
Il mondo operaio che vive ai limiti della disperazione per poi buttarsi a capofitto nelle spire dell’alcool che trascina con sé chiunque segua questa strada.
Romanzo disperante e disperato.
L’ho riletto in lingua originale ma sono mi ritrovata a dover affiancare il testo tradotto.
La questione della lingua di questo romanzo è difatti, molto importante.
Per fedeltà al naturalismo, Zola sceglie di far parlare i personaggi in Argot.
Nella prefazione al testo Zola racconta come la prima pubblicazione fu accolta con grande scalpore. Accusato di volgarità, pornografia, Zola non vuole difendere ciò che è palese, ossia, il fatto che L'Assommoir parla una lingua reale:
”C’est une œuvre de vérité, le premier roman sur le peuple, qui ne mente pas et qui ait l’odeur du peuple. »
Ed è esattamente così.
L'Assommoir brilla all’interno dei Rougon-Maquart anche se letto indipendentemente dagli altri libri del ciclo.
E’ una storia viva che ci racconta come anche le più buone intenzioni possano essere guastate dall’indole associata all’ambiente: un coup d’assommoir sempre in agguato.
« Son rêve était de vivre dans une société honnête, parce que la mauvaise société, disait-elle, c’était comme un coup d’assommoir, ça vous cassait le crâne, ça vous aplatissait une femme en moins de rien. Elle se sentait prise d’une sueur devant l’avenir et se comparait à un sou lancé en l’air, retombant pile ou face, selon les hasards du pavé. Tout ce qu’elle avait déjà vu, les mauvais exemples étalés sous ses yeux d’enfant, lui donnaient une fière leçon. »
(” Il suo sogno era vivere in mezzo a gente onesta, perché la frequentazione della gente disonesta, diceva, era come una mazzata, che spacca la testa e schiaccia una donna in men che non si dica. Davanti all’avvenire si sentiva in preda all’angoscia, e si paragonava a una moneta lanciata per aria che, senza la minima possibilità di scelta autonoma, ricadeva a testa o a croce a seconda delle irregolarità del selciato. Tutto quello che aveva visto, e in particolare i cattivi esempi ostentati davanti ai suoi occhi di bambina, le avevano dato una dura lezione.”
- Traduzione di Luisa Collodi - Edizione Newton Compton)

Autore: Melanie Benjamin
Nazionalità: Usa
Anno di pubblicazione:2016
Numero pagine: 370
Punti: 3
Voto: 5,5
Eventuali bonus:
Ho appena concluso questo libro e mi sento un po' triste e vuota. Sicuramente le vite e le fini delle persone/personaggi di questo libro sono state drammatiche, ma la loro vacuità pervade talmente tutto il resto che loro sono bidimensionali, dal primo all'ultimo, e possiedono solo un set di caratteristiche plateali, senza di cui sarebbero indistinguibili.
Non conoscevo la storia di Capote e dei suoi Cigni, di base Capote è uno sconosciuto per me (ho letto solo A sangue freddo e non mi è piaciuto, il true crime a livello morale non fa per me) e tutti i nomi che vengono citati qui, a parte quelli di star del cinema e della musica, sono ormai coperti dall'oblio da ormai decine e decine di anni.
Il rapporto tra Capote e Babe ha delle buone fondamenta, entrambi persi nella loro solitudine trovano finalmente qualcuno che li ascolta e li ama così come sono, ma perde credibilità ben prima del tradimento finale. Come è possibile credere che questi non facessero altro che chiamarsi cuore sincero e Bobaliski dalla mattina alla sera, vezzeggiarsi e bere e chiamare questa un'amicizia?
Ugualmente poco credibili appaiono i Cigni alle prese con la vecchiaia: dopo aver sposato chiunque avesse un patrimonio, e solo per quello, come ci si può stupire delle amanti e del fatto di aver sprecato una vita a compiacere i mariti, quando ciò era fondamentale affinché i suddetti finanziassero la grandiosità delle loro esistenze quotidiane?
Credo che l'autrice abbia fatto un solido lavoro di ricerca storica, ma che come narratrice possa migliorare molto: certo mi ha tenuta interessata fino alla fine della vicenda, io adoro i pettegolezzi anche di sconosciuti, ma ho la certezza che, tra qualche giorno, dimenticherò addirittura di possedere questo libro, oltre che di averlo letto.

Titolo: Il valzer degli alberi e del cielo. L'ultimo amore di Van Gogh
Autore: Jean-Michel Guenassia
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione:2017
Numero pagine: 280
Punti: 5
Voto: 7,5
Eventuali bonus:
Qui il commento
Titolo: Giulio Cesare
Autore: William Shakespeare
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1599
Numero pagine: 165
Punti: 6
Voto: 7,0
Eventuali bonus: 1/4
Qui il commento
Titolo: Un canto di Natale
Autore: Charles Dickens
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione:1843
Numero pagine: 95
Punti: 2
Voto: 6,5
Eventuali bonus:
Un classico senza tempo, per bambini, ma che fa rilettere anche noi adulti. La descrizione di comportamenti umani che sono sempre attuali, a maggior ragione nella società di oggi.
Il problema è che ho rivisto talmente tante volte la versione della Disney con mia figlia che mi è stato impossibile non immaginare i personaggi con le sembianze di Paperone e Topolino.

Autore: Alexandre Dumas
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1845
Numero pagine: 957
Punti: 38 tappa
Voto: 9,5
Eventuali bonus: /
Commento
Sono passati vent'anni e non tutto è rimasto uguale. Anzi, si può dire che tutto è cambiato, o quasi. Abbiamo dei moschettieri invecchiati, spesso disillusi, con nuovi desideri, nuove inquietudini e nuove prospettive sulla vita. All'inizio sono quasi irriconoscibili tanto sono diversi dai giovanotti di vent'anni prima. Eppure tutto riaffiora quando, uniti, perseguono i loro obbiettivi. Allora eccoli, intrepidi, pieni d'ingegno, forti e inarrestabili: sono uomini di ferro che qualcuno ha lasciato andare e ritroverà suo malgrado. Anche gli altri attori sono cambiati, il cardinale e il re, e la regina che anche lei è oramai tutt'altra persona. A rimanere uguale, o forse persino a migliorare, è la penna di Dumas: capace di dipingere paesaggi, atmosfere e personaggi con rara maestria, formidabile nei dialoghi, ci mostra anche un pezzo di storia europea con precisione e passione. Nel complesso è un romanzo splendido.

Autore: Truman Capote
Nazione: Usa
Anno di pubblicazione: 1948
Numero pagine: 168
Punti: 1
Voto: 8
Eventuali bonus:
Dopo I cigni, Capote mi aveva incuriosita e ho provato il suo romanzo d'esordio, che davvero mi ha colpita moltissimo per lo stile, così curato, poetico e a volte psichedelico.
La trama non è nulla di nuovo: ragazzo orfano di madre ritrova il padre mai conosciuto, in situazioni particolari e in un nuovo ambiente, e capisce qualcosa di nuovo si sé e della vita.
Esiterei a chiamare questo romanzo in particolare un coming of age story, perché il protagonista oggettivamente non cambia, non c'è di base una profonda introspezione, ma comprende, più istintivamente che razionalmente, qualcosa della propria esistenza lì con il padre, la matrigna e lo zio.
Sono stupefatta dalla data di pubblicazione, perché non solo la scrittura è molto moderna (forse troppo: a un certo punto c'è una sequenza così onirica, confusa e fantasmagorica che merita davvero l'appellativo di "southern gothic on drugs", come ho letto in alcune recensioni qui, e che, sinceramente, non ho apprezzato) ma perché c'è un personaggio "queer" (passatemi il termine inglese, in italiano non c'è un equivalente per quanto riguarda l'ambiguità della sua situazione) esplicitamente descritto, non è solo accennato o relegato al contesto questo suo particolare.
In realtà forse ce n'è più di uno, ma negli altri è più sottile come cosa. E tutto questo non fece scalpore all'epoca, anzi, il romanzo fu molto apprezzato e fu più la foto dell'autore in quarta di copertina a essere chiacchierata!
Una lettura molto consigliata, anche solo per vedere il ritratto di Harper Lee fatto da Capote, che simmetricamente appare anche lui come personaggio ne "Il buio oltre la siepe".

Autore: Gerald Durrell
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1956
Numero pagine: 354
Punti: 7 nazione
Voto: 9
Eventuali bonus:
Commento
Quante cose belle ho trovato in questo libro! C'è dentro tutto l'amore che l'autore prova per la natura e soprattutto la capacità di trasmettere questo sentimento e questo interesse al lettore; c'è l'umorismo irresistibile di Durrell che descrive parenti, amici, ospiti e animali con un formidabile piglio comico e con lo sguardo un po' ingenuo del bambino; c'è poi il meraviglioso sfondo di Corfù, protagonista della narrazione, con la sua ricca flora e fauna e i suoi meravigliosi paesaggi.
Alla fine per me c'è anche un po' di tristezza, perché quando i Durrell lasciano Corfù penso che anche tutti noi abbiamo lasciato andare tanta della natura descritta che purtroppo non esiste più, perché l'abbiamo spazzata via o perché l'abbiamo fortemente ridimensionata.
Questo libro mi ha lasciato molto perché mi sono meravigliata, divertita, rilassata... insomma me la sono proprio goduta questa lettura! :)

Autore: Victor Hugo
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1831
Pagine: 600
Punti: 24
Voto: 6,5
Eventuali bonus: 4x4
Finalmente posso postare il commento al libro tappa, che pur non essendo lunghissimo, mi ha portato via tantissimo tempo!
È sempre difficile commentare la lettura di capolavori della letteratura, di autori illustri, a maggior ragione quando si sa che non resteranno nel cuore.
Ho faticato parecchio a portare a termine queste seicento pagine e lo ammetto molto a malincuore. La penna di Victor Hugo, di cui finora non avevo mai letto nulla è sicuramente incredibile, bellissima, eccezionale.
Nelle sue pagine ci sono tutte le caratteristiche di un grande romanzo. Descrive Parigi e ti sembra di attraversarla, di camminare tra i suoi vicoli, ammirare le sue costruzioni, nonostante la storia sia ambientata secoli prima rispetto a quando ci viveva Hugo e quindi parliamo di una città molto diversa rispetto a quella che conosciamo oggi.
Descrive il popolo, le prime rivolte, l'aristocrazia e si vedono le influenze della rivoluzione francese che l'autore ha vissuto.
Riflette su arte, politica, architettura, scienze e tanto altro e se ne può condividere ogni pensiero.
Per non parlare poi dei personaggi, ben caratterizzati, dettagliati e descritti con una tale abilità che sembra di incontrarli di persona e di conoscerli intimamente. Nei protagonisti come in quelli che compaiono per poche pagine, Hugo descrive la società con le sue contraddizioni, i poveri, i ricchi, gli ufficiali, l'aristocrazia, lo stesso re, facendo emergere tutte le critiche. Entra poi nell'animo umano, portando fuori le più vive emozioni, l'amore in tutte le sue forme, innocente, ossessivo, di facciata, sensuale, sessuale.
Ci sono insomma tutti gli ingredienti migliori per un ottimo romanzo, come infatti è, è innegabile. Dal mio modesto ed ignorante punto di vista però "il troppo storpia" ed è proprio quello che osserviamo qui.
Pagine e pagine di descrizioni, riflessioni, presentazioni di personaggi minori se non del tutto insignificanti, belle se prese al di fuori del contesto, ma esagerate se considerate nel loro insieme. Per oltre la metà del libro non c'è storia se non un'approfondita descrizione dei protagonisti. Ogni nuovo dettaglio è introdotto da più di un personaggio, descritto con nome cognome ed un'infinità di dettagli, che fanno immergere il lettore per poi lasciarlo con l'amaro in bocca, scoprendo che la sua funzione era appena marginale se non del tutto superflua.
La storia in sé si riduce a ben poco e per lo più banalmente prevedibile, indipendentemente dalla conoscenza che si può avere delle varie versioni per ragazzi, cinematografiche o teatrali.
Leggendo questo romanzo mi è sembrato di essere in una sorta di labirinto, dove per andare dall'ingresso all'uscita si sarebbe potuta percorrere una strada breve e diritta ed invece ci si è persi in una marea di vicoli, molti dei quali senza uscita.
Sicuramente siamo di fronte alla Letteratura con la L maiuscola e sicuramente leggere questo romanzo tanti secoli dopo non permette di apprezzarlo fino in fondo, però credo che una sfoltitura, l'uso magari delle stesse digressioni ma divise magari tra due romanzi diversi, avrebbe permesso di apprezzare ancora di più tanto la storia, quando l'autore.
Rimando a domani per gli ultimi aggiornamenti

Titolo: La Locandiera
Autore: Carlo Goldoni
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1753
Pagine: 160
Punti: 6
Voto: 8
Eventuali bonus: 4x4
Avrei voluto leggere altro di Goldoni per questa sfida, ma alla fine per ragioni di incastro con altre sfide sono caduta in questa rilettura che è sempre piacevole.
qui il commento
Titolo: Il colibrì
Autore: Sandro Veronesi
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2019
Pagine: 368
Punti: 7
Voto: 7,5
Eventuali bonus:
Ero curiosa da tempo di leggere questo libro, visto che Caos Calmo è un libro che ricordo a distanza di anni come una piacevole lettura. La trama di questo Colibrì mi spaventava, invece ho sono rimasta piacevolmente colpita. Gli eventi drammatici non mancano, ma non sono elaborati a fondo come nel caso di Caos Calmo. L'autore presenta nuovamente come protagonista un uomo alle prese con diverse tragedie, più o meno grosse, ma lo fa raccontandone la vita negli anni attraverso lettere, mail, cartoline, racconti di singoli episodi. Non segue un percorso temporale, ma ciò garantisce freschezza e curiosità alla lettura e non risulta per niente dispersivo o confusionario.
Contrariamente a quanto mi aspettavo ho divorato questo romanzo, stranamente è un vincitore di Premio Strega che mi è piaciuto e che consiglio vivamente.
Titolo: Sabbia nera
Autore: Cristina Cassar Scalia
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 400
Punti: 8
Voto: 7
Eventuali bonus:
La prima avventura della vicequestore Vanina Guarrasi, poliziotta trentanovenne siciliana. Il paragone con altri personaggi femminili usciti dalle penne di giallisti italiani è inevitabile. La Guarrasi mi ha ricordato molto Teresa Battaglia, probabilmente per il passato tragico che si porta addosso, ma non solo. Donna ferma, volitiva, integgerrima, che dorme poco ma di buona forchetta. Eccoci ad un clichè ormai noto, trito e ritrito: quello di protagonisti buongustai cui hanno aperto la strada Pepe Carvalho e Montalbano, ma che oggi sembra essere un elemento di cui non si può fare a meno, soprattutto se scendiamo nel Sud Italia. Detto questo, sebbene la trama fosse piuttosto semplice e a tratti prevedibile, ho trovato questo primo capitolo della serie assolutamente piacevole. A parte la protagonista, i personaggi sono ben costruiti, sia la squadra di polizia che quelli che fanno parte del "caso"; lo stile dell'autrice è scorrevole e la trama ben strutturata. Una serie assolutamente da continuare.,

Autore: Émile Zola
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1867
Numero pagine: 232
Punti:8
Voto: 8
Eventuali bonus:
Davvero una magnifica lettura!
Zola non risparmia nessuno con questo piccolo capolavoro, mostrando come tutti i personaggi, nessuno escluso, siano segnati da un profondissimo egoismo, anche maman Requin, che tra tutti sembrerebbe la più innocente.
Zola eccelle nel dipingere in pochissime parole personaggi tridimensionali e interessanti, la stessa situazione iniziale di Teresa e Lorenzo adesso sarebbe tacciabile di insta-love se Zola non rendesse plausibilissima da subito questa incendiaria passione, oltre che a essere un ottimo descrittore di luoghi e di passioni umane.
A volte la narrazione si allenta un pelo e un passaggio (view spoiler) risulta essere trattato quasi distrattamente, ma lo si perdona per l'effetto e perché davvero (view spoiler) era un'occasione unica.
Trovo molto curioso il titolo, dato che in pratica Teresa non prende una decisione in modo autonomo praticamente mai (dal matrimonio al trasferimento all'avere un amante, tutto viene deciso da altri).
Lo consiglio davvero tanto, soprattutto per chi ha apprezzato Il postino suona due volte, che è la versione moderna (e per me meno efficace) di questo terrificante libro.

Autore: Gerald Durrell
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1956
Numero pagine: 354
Punti: 7 nazione
Voto: 9
Eventuali bonus..."
Per me è proprio il libro della spensieratezza dell'infanzia. Ah, nostalgia canaglia!

Autore: Émile Zola
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1867
Numero pagine: 232
Punti:8
Voto: 8
Eventuali bonus:
Davvero una magnifica lettura!
Zola non risparmia ness..."
Questo mi manca 😍😍😍😍

Titolo: Fanti e puttane
Autore: Guy de Maupassant
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1882
Numero pagine: 128
Punti: 4
Voto: 10
Eventuali bonus: 1/4 (Francia)
⭐⭐⭐⭐⭐
"Lei,
una cosiddetta donnina allegra.."
Tre meravigliosi racconti pubblicato tra il 1880 ed il 1882 ed ambientati in Normandia, terra natale dell’autore.

Il primo fu quello che rese famoso Maupassant.
S’intitola Boule de suif tradotto come “palla di sego”, “palla di burro” o “Pallina” ma che Mario Fortunato -il traduttore di questa edizione- lascia giustamente in originale.
Il racconto nasce così: u gruppo di scrittori si ritrova nella casa di Emile Zola a Médan a discutere di letteratura. Su proposta del padrone di casa ciascuno scriverà un racconto dove si parla dell'invasione prussiana in Francia.
Maupassant scriverà, per l’appunto, “Boule de suif” così intitolato per il soprannome dato alla protagonista, una giovane prostituta che si ritrova a viaggiare con una compagnia di alcune coppie di notabili...
”Lei, una cosiddetta donnina allegra, era celebre per la sua precoce pinguedine che le aveva valso il soprannome di Boule de suif. Piccola, rotonda, grassoccia, con dita gonfie e strette alle falangi che parevano salsicciotti; la pelle tenera e liscia, un petto generoso che debordava dal vestito, era tuttavia eccitante e ricercata, tanto la sua freschezza era piacevole a vedersi.”

”La maison Tellier è il secondo racconto che si svolge sempre nella provincia normanna. Madame Tellier è la tenutaria di un bordello di paese le cui sgargianti signorine si ritrovano a vivere una giornata particolare...
”Ci andavano ogni sera, verso le undici: come si va al caffè. Né più né meno.
Si ritrovavano in sei o sette, sempre gli stessi, e non erano bellimbusti, ma gente per bene, commercianti, ragazzi a posto. Bevevano il loro liquorino scherzando un po’ con le ragazze, oppure chiacchieravano di cose serie con Madame, che era rispettata da tutti.”

L’ultimo s’intitola ”Mademoiselle Fifi e ancora una volta vede come protagonisti soldati prussiani e prostitute che s’incontrano per un festino..
Questo racconto ha un’inquietante nota di preveggenza mettendo in scena un soldato prussiano ed una donna ebrea... ”che col suo nasino ricurvo confermava la regola del becco adunco tipico della sua razza,”
Sarebbe un peccato parlare nel dettaglio di queste tre storie che vanno lette e non raccontate.
Quello che mi son chiesta è perché ho aspettato così tanto per leggere ancora Maupassant.
Che penna sopraffina!
Che ironia sottile per far risaltare le ipocrisie e la perfidia della cosiddetta gente per bene.
Chapeau!!!!

Autore: Gerald Durrell
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1956
Per me è proprio il libro della spensieratezza dell'infanzia. Ah, nostalgia canaglia!
..."
Soprattutto se si vive un'infanzia così! ^^

Titolo: Fanti e puttane
Autore: Guy de Maupassant
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1882
Numero pagine: 128
Punti: 4
Voto: 10
Eventuali bonus: 1/4 (Franc..."
Com al solito la tua recensione è fantastica da leggere, così curata!😊
Se ti è piaciuto così tanto, Bel-Ami ti aspetta, a distanza di anni ne ho un ricordo ancoro più che piacevole.
Davvero, se riesci a recuperare Teresa merita molto!😊
Ma non con questa edizione, che è 😵

Titolo: Il gatto nero
Autore: Edgar Allan Poe
Nazionalità: Americana
Anno di pubblicazione: 1843
Numero pagine: 13
Punti: 0
Voto: 6
Eventuali bonus: 4x4
Ho riletto a distanza di poco tempo questo breve racconto di Edgar Allan Poe, che avevo già quasi del tutto rimosso. L'autore è bravo a descrivere in poche pagine la deriva dell'animo umano e della mente, portata per un nonnulla a compiere prima, e gjustificare poi, le azioni più crudeli. Non essendo un amante del genere, questo racconto già mi colpì all'interno della raccolta, proprio per la sua vicinanza alla realtà. La cosa che più mi fa riflettere,e tremare, è la sua incredibile attualità, quella che ci viene sbattuta in faccia quasi quotidianamente in molti fatti di cronaca nera. Poe descrive l'uomo comune, che in preda ai fumi dell'alcool, ma in realtà per dare sfogo alla rabbia e alla crudeltà repressa, si accanisce contro chi lo circonda, per sua stessa ammissione, senza neanche un motivo.
Il suo racconto si conclude poi in una maniera che fa quasi sorridere il lettore, ma resta comunque incredibilmente attuale.

Se ti è piaciuto così tanto, Bel-Ami ti aspetta, a distanza di anni ne ho un ricordo ancoro più che piacevole.
Davvero, se riesci a recuperare Teresa merita molto!😊
Ma non con questa edizione, che è "
Grazie Martina 😍
Bel-Ami mi aspetta sì ma per una terza lettura 🤭 che sicuramente, prima o poi, farò.
Per quanto riguarda, invece, Teresa Raquin, lo leggerò non prima di aver finito il Gdl del ciclo dei Rougon .Maquart: ormai siamo al 2* anno e ci mancano sette romanzi 😁

Se ti è piaciuto così tanto, Bel-Ami ti aspetta, a distanza di anni ne ho un ricordo ancoro più che piacevole...."
Ah, allora vi conoscete piuttosto bene! :)
Ho letto anche di suo Racconti bianchi, racconti neri, racconti della pazzia e Una vita, che però, soprattutto l'ultimo, non mi hanno convinta molto.
Accidenti, tutto il ciclo, che impresa! +.+
Comunque Teresa non scappa mica ;D

✨Virè wrote: "Io avrei trovato due libri che già avevo in lista: Il mistero del treno azzurro e dietro la maschera. Solo dobbiamo proporli qui o prima farli approvare nella discussione generale?"
Li proponete tutti qui, la vostra portavoce, Acrasia, raccoglierà le scelte e, quando ci saranno quelle di tutte, le pubblicherà nella discussione di tappa.
Solo dopo l'approvazione potrete iniziare le letture 😁
Li proponete tutti qui, la vostra portavoce, Acrasia, raccoglierà le scelte e, quando ci saranno quelle di tutte, le pubblicherà nella discussione di tappa.
Solo dopo l'approvazione potrete iniziare le letture 😁
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Chiedo alla portavoce di cominciare a raccogliere le scelte dei libri di tappa per il prossimo bimestre ^^