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Fiori per Algernon
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GdL narrativa ottobre 2021 - Fiori per Algernon, di Daniel Keyes - commenti e discussione
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Io l'ho letto questa primavera (e dopo quello mi sa che non ho più aperto libro...) e sono rimasta affascinata dalla componente scientifico-distopica, ma soprattutto mi ha catturata la componente umana. Non vedo l'ora di parlarne con voi.
ps: dopo ho visto il film con Matthew Modine, forse più roseo del libro, ma molto carino.
ps: dopo ho visto il film con Matthew Modine, forse più roseo del libro, ma molto carino.
Ce l’ho nei to’-read da tempo ma ho sempre esitato a leggerlo perché molti mi dicono che è terribilmente triste.
Bruna wrote: "Ce l’ho nei to’-read da tempo ma ho sempre esitato a leggerlo perché molti mi dicono che è terribilmente triste."
Lo è, Bruna, ma ne vale la pena.
Lo è, Bruna, ma ne vale la pena.
Bruna wrote: "Ce l’ho nei to’-read da tempo ma ho sempre esitato a leggerlo perché molti mi dicono che è terribilmente triste."Non è vero che è "triste", Bruna, certo non è allegro, ma definirlo triste non è corretto. Fa riflettere molto, questo sì.
Finora un bel libro. Certo che è deprimente vedere la correlazione negativa tra amicizia e intelligenza: il povero Charlie diventa sempre più solo con il crescere del suo quoziente intellettivo.
Ok, l'ho divorato. Questo libro presenta una marea di spunti di riflessione. Ce ne sarebbe da parlare per molto più di un mese.La parte che più mi ha fatto pensare è il fatto che sembra che l'autore voglia dire che (view spoiler)
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate in merito.
Gualtiero wrote: "Ok, l'ho divorato. Questo libro presenta una marea di spunti di riflessione. Ce ne sarebbe da parlare per molto più di un mese.La parte che più mi ha fatto pensare è il fatto che sembra che l'aut..."
La mia interpretazione è stata che più che l'intelligenza sia la presunzione che accompagna a volte la cultura ad allontanare gli altri, la chiusura nei confronti di chi è più "ignorante".
Qui non mi trovi d'accordo. Secondo me l'autore vuole proprio far notare che se una persona è più intelligente di noi siamo portati a definirla "presuntuosa" anche se in realtà non lo è.Se prendiamo (view spoiler)
A mio avviso l'autore non condanna le persone intelligenti in quanto presuntuose, ma vuole far notare a chiunque che se hanno a che fare con una persona più dotata intellettualmente non devono considerarla presuntuosa e non devono sentirsi inferiori.
Nazzarena wrote: "Per il mese di ottobre abbiamo in lettura Fiori per Algernon, di Daniel Keyes"Da ragazzo guardai in TV "I due mondi di Charley" e ne rimasi affascinato.
Solo moltissimi anni dopo mi capitò il romanzo in inglese e, sia in lettura che alla fine, è stata dura trattenere le lacrime.
Davvero splendido!
Gualtiero wrote: "Qui non mi trovi d'accordo. Secondo me l'autore vuole proprio far notare che se una persona è più intelligente di noi siamo portati a definirla "presuntuosa" anche se in realtà non lo è.
Se prendi..."
Del tutto d'accordo con te. L'intelligenza di Charlie non giustifica il comportamento dei colleghi in panetteria. Anzi, mette bene in evidenza che quelli che lui considerava amici in realtà non lo erano.
Se prendi..."
Del tutto d'accordo con te. L'intelligenza di Charlie non giustifica il comportamento dei colleghi in panetteria. Anzi, mette bene in evidenza che quelli che lui considerava amici in realtà non lo erano.
Gualtiero wrote: "Qui non mi trovi d'accordo. Secondo me l'autore vuole proprio far notare che se una persona è più intelligente di noi siamo portati a definirla "presuntuosa" anche se in realtà non lo è.Se prendi..."
In realtà con i suoi "amici" della panetteria il discorso è diverso, loro non accettano il nuovo Charlie, perché non è più il loro giocattolo ed accettare consigli da qualcuno che fino al giorno prima consideravano inferiore è troppo difficile. (Qui potremmo anche parlare di quanto le persone si leghino ad una certa immagine di amici e conoscenti e poi non riescano a vedere quella persone in un modo diverso).
Invece se non ricordo male, Charlie con la sua ex insegnante diventa davvero presuntuoso e insopportabile
Finito! Un bel libro con temi importanti, poetico e triste nello stesso tempo. Mi è piaciuto per gli aspetti psicologici molto ben delineati, che forniscono uno spaccato molto interessante del comportamento umano e dei rapporti sociali. Qual'è il ruolo che svolge l'intelligenza di una persona nei suoi rapporti con gli altri? Ma è così importante in fin dei conti?
Finito anche io, mi è piaciuta proprio l’ambiguità che per tutto il tempo ti fa chiedere se sia meglio scemo e benvoluto o colto e odiato. Anche se personalmente non condivido questa premessa di ragionamento ho trovato lo sviluppo davvero ben fatto. Di Charlie mi ha particolarmente colpito lo stacco tra lo sviluppo emotivo e quello intellettuale proprio a sottolineare che l’intelligenza è fatta di tante cose. Non esiterei a definire il finale triste, ma sicuramente una lettura che ne vale la pena.
Finito qualche giorno fa, apprezzato moltissimo.Ciò su cui ho riflettuto maggiormente non è tanto la domanda "meglio stupido o intelligente?", ma più "quanto è difficile accettare l'altro per quello che è?".
Charlie non stava bene da stupido, anche se non ne era cosciente non significa che non soffriva. Infatti il Charlie intelligente ha dovuto fare i conti con tutta quella sofferenza accumulata. Anche lui non è felice, soprattutto quando raggiunge il QI più alto.
Charlie soffre perchè non riesce ad essere accettato, sia da stupido che da intelligente.
Chi è troppo diverso da noi ci spaventa, ci induce a fare cose anche meschine. Basterebbe semplicemente ricordarci che ognuno ha una propria storia (e un diverso corredo genetico anche) e che tutti siamo preziosi a modo nostro.
Più vado avanti nella lettura e più mi vengono in mente Homer Simpson e il pennarello nella sua testa.
Finito ieri, ho dato 3 stelle e mezza.Un buon libro ma non eccezionale: mi è mancato l'effetto sorpresa, essendo che (view spoiler).
Più realistico che triste, i libri davvero tristi per me sono stati altri (vedi Stoner).
Finito proprio allo scoccare della mezzanotte. Non l’ho nemmeno trovato così triste come temevo. Io ho visto nell’incapacità di Charlie di avere rapporti umani nel suo periodo da genio il risultato della sua esperienza come ritardato: Charlie non può dimenticare la crudeltà di cui è stato vittima quando non se ne rendeva conto. Non ha sviluppato intelligenza emotiva, come diremmo oggi.
Sono riuscira solamente a finirlo ora ( e infatti domani inizierò il libro per il GDL di Novembre). Sono rimasta basita di come venga considerato un romanzo di fantascienza quando non è altro che un romanzo di psicologia in cui emerge come l'intellignza fine a se stessa non è nulla senza affetto e amore. Charlie dimostra come non basta "chiudere in un angolo della propria mente" il passato per poter essere una persona nuova. I traumi segnano e se non si riesce a superarli (emotivamente soprattutto) questi saranno una sorta di limitazione per tutta la vita. Lo dimostra il fatto che nel culmine della sua intelligenza egli sia diventato un "cinico stronzo".
Monica wrote: "Sono riuscira solamente a finirlo ora ( e infatti domani inizierò il libro per il GDL di Novembre). Sono rimasta basita di come venga considerato un romanzo di fantascienza quando non è altro che u..."Infatti è strano che sia considerato un romanzo di fantascienza. Hai ragione a dire che fondamentalmente è un romanzo psicologico, anzi io ho avuto l'impressione che l'autore avesse dimestichezza con certe teorie psicologiche, tant'è vero che persino io che sono ignorantissima in materia ho colto dei riferimenti precisi. Mi sono anche chiesta se in questo senso il romanzo non sia invecchiato, perché magari certe teorie valide allora nel frattempo sono state superate. Qualcuno che ha studiato psicologia magari può soddisfare questa mia curiosità?
Credo che la collocazione nel genere fantascienza sia dovuto al fatto che tutta la vicenda nasce da una sperimentazione scientifica, ma anche dal fatto che la fantascienza ha al suo interno un filone socio-psicologico bello ciccione che utilizza un mondo "altro", in cui altri avvenimenti sono possibili, per analizzare il mondo nostro.
Temevo una storia scontata, senza legami con la realtà, assurda. Ho trovato invece tanti spunti di riflessione, una introspezione talvolta poetica talvolta angosciante, una visione dell’umanità attraverso occhi speciali. Qualcuno parla di un triste finale, a me è invece sembrato uno stimolo per consentire che quando si guardano esistenze diverse dalla nostra, non si dimentichi mai che siamo esseri umani tutti con sentimenti uguali, al di là di quanto il nostro pensare sia sviluppato




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Per il mese di ottobre abbiamo in lettura Fiori per Algernon, di Daniel Keyes, proposto da Gualtiero.
Buona lettura!