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GDL Marzo - Solaris
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Buona lettura




In realtà è molto filosofico!! 😁


Quando i libri ti portano a porti così tanti interrogativi, per me sono già 4 stelle in partenza. Quando poi sono scritti bene, sanno catturarti sin dalla prima pagina e riescono a non annoiarti anche nei punti più lenti ... diventano 5 senza dubbio. E Solaris per me è stato tutte queste cose e mi è piaciuto moltissimo.
Come già detto, l'inizio mi ha catturata subito grazie alla sua atmosfera ansiogena: nessuno ad accogliere il nuovo arrivato, la stazione in stato d'abbandono, l'allusione a misteriose presenze e ciò che ne segue.
Poi il ritmo e l'atmosfera cambiano, rallentano, si fanno decisamente più riflessivi, ma non per questo mi hanno intrigata meno.
Perché è qui che i temi e gli interrogativi si moltiplicano, mescolando scienza e psicologia, conquista dello spazio e comunicazione, etica e religione e altro ancora.
Tutti temi e quesiti che partono da un unico punto: l’Oceano di Solaris. Cos’è, come funziona, ha uno scopo o una volontà propria? È uno strano capriccio scientifico, una creatura vivente, una coscienza collettiva, un dio, un bambino…?
Del resto, come dice lo stesso Lem: Per molti tuttavia, soprattutto tra i giovani, l’«affare [Solaris]» cominciava lentamente a diventare una specie di pietra di paragone delle capacità umane: «In realtà - si diceva - qui è in gioco una posta ben più alta dell’approfondimento della civiltà solariana: qui si tratta dell’uomo e dei limiti della conoscenza umana».
Ed è impressionante - per me - come Lem sia riuscito a inventare un qualcosa di così misterioso e complesso ma soprattutto capace di dipanare una catena ininterrotta di domande che spaziano su vari argomenti e che a loro volta spingono i personaggi - e noi con loro - a interrogarsi su altro ancora, e tutti questi quesiti sono solo apparentemente lontani dal loro punto d’origine.
Non mi hanno annoiata nemmeno le lunghe digressioni sulla Solaristica che, è vero, hanno tutto il sapore di quegli “spiegoni” che di solito non amo affatto... però in questo caso non mi sono dispiaciuti, per due motivi: sia perché, anche se un pelo stropicciata, Lem una motivazione a questo excursus scientifico la fornisce; e poi perché sono rimasta affascinata dalla capacità di Lem non solo di inventare un pianeta così particolare, ma di inventarsi anche tesi e contro-tesi e argomenti e spunti e titoli sulla questione, ricreando alla perfezione quanto accade nelle pubblicazioni accademiche di qualsiasi materia (con tanto di incursioni di personaggi “non del mestiere” che però sentono di voler comunque dire la loro).
E ancora più affascinante, per me, è il fatto che alla fine Lem non ci dia una spiegazione, non ci dica quale delle decine di tesi illustrate sia “quella giusta”; ce ne aggiunge anche un’ultima, sul finale, elaborata sul momento dai due protagonisti del romanzo, che a gusto personale è quella che preferisco, ma chissà se Lem l’ha messa proprio sul finale come a fornirci la risposta o semplicemente come ennesimo tentativo di capire Solaris.
Insomma, per me tanta roba.
Sono abbastanza convinta che presto o tardi lo rileggerò.


Bello, bello bello!
Potrebbe bastare questo come commento, perché ci sarebbe tanto da dire e tanto è stato già detto su questo stravagante caposaldo della letteratura fantascientifica che, come altri del suo calibro, travalica la letteratura di genere per diventare pienamente "Letteratura"; prendendo in prestito le parole di un mio vecchio maestro sul teatro non è un opera pensata per di-vertire ma piuttosto per con-vertire, per focalizzare il pensiero dello spettatore (o del lettore) su di un punto e stimolare una riflessione, nel senso di "rispecchiamento". Spessissimo si è parlato di Solaris come di un romanzo filosofico, cosa sulla quale concordo in pieno. Perché lo scopo della filosofia è indagare la natura dell'uomo alla ricerca di una verità, ed è esattamente questo a mio vedere il motore di questo romanzo, che essendo però un romanzo di fantascienza si libera dei vincoli dati dall'osservazione del reale e spinge la sua indagine speculativa verso un "oltre": ovvero ragionare sulla natura dell'uomo ma levando l'uomo dal campo dell'indagine. Tutto sommato in maniera non dissimile da quello che fanno altre discipline come la teologia. Ma anche la teologia, per poter parlare all'uomo ha bisogno dell'uomo. Ed ecco che gli dei assumono forme antropomorfe, che i vari aldilà sono solo variazioni di altrettanti aldiqua, che l'uomo diventa l'essere eletto e destinatario della creazione, oppure che il divino si manifesta attraverso fenomeni sensibili all'uomo. Lem fa un passo ulteriore. L'entità immaginata da Lem "É" non per l'uomo, né forse per se stessa. É perché É. Perché si avvicina troppo a quello che noi chiamiamo "Essere" per poterla considerare "non-Essere". É e basta. E allora?... E allora niente, probabilmente è tutto qui. Lem ci pone davanti all'impossibilità di ragionare oltre. Ci pone davanti ad un mistero che non ha senso indagare, perché probabilmente è troppo altro dall'uomo perché l'uomo possa indagarlo, e rimane pertanto lì, nascosto, occulto, inconoscibile. Ma un'altra cosa che Lem ci regala oltre al misterioso oceano pensante (che, chissà perché, mi ha fatto talora venire in mente il monolite di 2001 di kubrickiana memoria) è la Solaristica. Con un salto mortale del pensiero Lem inventa una vera e propria fanta-scienza. Inutile, forse. Fallace, probabilmente. Incompleta, di sicuro. Ma c'è. E questo per la mia sensibilità è un grido di ribellione del grande scrittore. L'uomo è quello che è, con i suoi limiti e le sue mancanze, e forse l'amore per il sapere non sarà sufficiente a conoscere tutto quello che vorremmo conoscere. Ma il pensiero è l'unico strumento che abbiamo, quello che rende l'uomo-Uomo, e per quanto imperfetto non possiamo abdicare al nostro bisogno ontologico di capire, di osservare e di immaginare.
E oltre tutto questo c'è una storia, c'è il dolore (altra grande prerogativa umana), la poesia, ci sono le astronavi e i laboratori, i personaggi, i conflitti, la paura... Che volete di più.
Scusate, sono stato prolisso. In fondo tutto quello che volevo dire è: Bello, bello, bello!
Voto:10


io l'ho cominciato ieri e quindi sono appena all'inizio. non ho letto i commenti di Drilli e Mickdemaria perché voglio riservarmeli a romanzo completato.
per ora sono immersa nella noia più totale e il commento di Adriana non mi aiuta perché intravedo quello che sto provando io e che proverò per tutto il romanzo. in più, sarò pure solo all'inizio, ma non è ancora stato introdotto un elemento che mi incuriosisca alla vicenda. sinceramente la questione dell'oceano potrà appassionare i biologi, ma mi lascia completamente indifferente.


sì, sono d'accordo sul fatto che non sia un libro per tutti, ma per fortuna è abbastanza breve.

Ne approfitto per complimentarmi con Mick per l'ottimo commento, hai spiegato alcune cose davvero alla perfezione :)

mi manca abbastanza poco adesso e sto rivalutando questa lettura. non credo che diventerà un 5 stelle per me, perché trovo che il suo sforzo di "creare un mondo" descrivendo sia Solaris sia la solaristica renda alcune parti didascaliche e pedanti.
tuttavia ora che ho ingranato parecchio trovo la vicenda e i personaggi interessanti e che si prestano a numerosi spunti di riflessione. stasera lo finisco e torno domani con le impressioni finali.

Grazie a tutti della condivisione e perdonate la latitanza.
Si sono detti interessati Adriana, Mickdemaria e (da esterna) lise.charmel. Fatevi avanti :D
E ovviamente porte aperte anche ad altri!
Io sono già a un terzo del libro e mi sta piacendo molto, era da parecchio che non leggevo "fantascienza pura" e ho scoperto che un po' mi mancava! Non mi aspettavo il risvolto "ansiogeno" della trama, ma contribuisce a rendere la lettura più veloce perché si ha proprio voglia di scoprire cosa accadrà dopo, quindi ben venga :)