PLANET EARTH: what a beauty! discussion
2021
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Lettura febbraio 2021 ⋅ No Planet B (3+4)
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fatemi sapere, io ora riesco a teovarla anche dalla app! che ne dite se in questi ultimi 10gg ci appuntiamo cosa facciamo personalmente per aiutare il nostro pianeta e poi nella discussione finale condividiamo le azioni?

bella idea @Marta.
Credo che a volte i nostri (piccoli) sforzi possano sembrarci vanificati dall'incuria e dalla noncuranza di gran parte dei nostri simili. Fa del bene sapere di essere parte di una comunità silenziosa ma attenta e consapevole. Per restare in tema, rinnova energia da investire in modi sempre nuovi per fare meglio.
ps segnalo un saggio divulgativo che potrebbe essere di interesse per le prossime letture o per il bookshelf del gruppo: La sesta estinzione di Elizabeth Kolbert (Pulitzer 2015). Una lettura molto agile e super interessante


I dati enunciati li consocevo già, o riprendono nozioni già tirate in ballo in questo stesso libro.
Ho notato che l'ipotesi di una sorta di reddito universale per sussistenza di base è pari pari la società terrestre del futuro immaginata nella serie fantascientifica The Expanse, anche se chiaramente dalla visione utopistica presente in questo libro a quella più realistica dei libri di Corey sorgono parecchie differenze che farebbero storcere il naso a Berners-Lee.
Però "utopia" alla fine è quanto mi rimane in testa di questi tre capitoli, che partendo da una critica condivisibilissima del lavoro, dell'economia e della società attuali passa direttamente a idealizzare un mondo popolato da esseri perfetti: altruisti, gentili, generosi, disinteressati al profitto personale e in grado di lavorare collettivamente a livello globale per il bene comune.
Che è un sogno nobile e apprezzabile, ma a meno di avere strumenti di ipnosi di massa non è realizzabile (di sicuro non ne giro di anni, decenni o forse anche solo meri secoli. Sono cambiamenti epocali che richiedono tempi lunghissimi e condizioni favorevoli) e le tempistiche ipotizzabili per anche solo avviarci in questa direzione cozzano enormemente con i tempi ridotti indicati dai capitoli più "scientifici".
Capisco voglia essere visto più come un "cosa dovrei fare io singolo cittadino?", ma dato che tutto è collegato e l'autore stesso in precedenza ci ha catechizzati riguardo al fatto che se il cambiamento non viene intrapreso da tutti, non importerà che qualuno stia facendo cambiamenti e sacrifici (tipo con la riduzione di emissioni di carbonio) magari era più utile ridurre il sogno utopistico sulla società basata sui valori invece che sul guadagno e l'opportunismo, e focalizzarsi su come poter spingere tutto nella direzione voluta prima che il cronometro finisca la propria corsa.
Ripeto, capisco e concordo con quanto dice, ma il divario nelle scale temporali tra i primi capitoli e questi mi ha lasciato oltremodo perplesso.


Avevo già scritto il mio apprezzamento per la visione globale dei problemi e lo confermo, secondo me è un punto di forza dell'analisi.
La mia personalissima impressione è che l'approccio complessivo, sia alla fine un po' troppo manageriale: pragmatico nell'affrontare le questioni e nel proporre soluzioni percorribili, ma un po' troppo leaderistico. Da un lato i grandi che devono trovare un qualche accordo globale, con Berners-Lee che si propone come autorevole stakeholder, e dall'altro gli individui singoli a cui viene chiesto in primis un cambiamento mentale (che condivido in pieno) prima ancora che materiale, in mezzo poco o niente di azione collettiva. D'altronde, in più punti il lettore è avvertito che "da sole, le azioni frammentarie messe in campo da singoli individui, aziende e paesi non taglieranno le emissioni di carbonio a causa degli effetti rimbalzo", e quindi siamo appesi alle istanze dei decisori. Esaltare l'arma del voto elettoralmente utile e premiante in uno scenario come quello attuale mi sembra francamente ingenuo. Mi sembra che Berners-Lee sia piuttosto scettico nelle forme di pressione diffusa dal basso, anche sotto forma di protesta e anche nelle forme usate da Greta Thunberg, tanto da chiedersi: "Considerata la mancanza di progressi che si perpetua anno dopo anno, è ormai giunto il tempo di scendere in piazza? E se è così, qual è il modo migliore per far sentire le proprie ragioni? L'idea di una disobbedienza civile di tipo tradizionale non mi entusiasma più di tanto."
Berners-Lee con questo libro si situa, a mio avviso, nel solco tracciato da alcuni grandi scienziati e ambientalisti del passato recente (ne cito alcuni su tutti, Barry Commoner, Laura Conti, e Giorgio Nebbia), rinunciando però ad una lettura più politica dei problemi il che impoverisce la portata di quanto afferma. Varrebbe la pena di rileggere Le merci e i valori di Giorgio Nebbia (jacaBook, 2002) che, da merceologo, ha ampiamente utilizzato la contabilità ambientale e, a proposito del tema dei valori affrontato anche da Berners-Lee, in un passo scrive: "Nonostante il fallimento del comunismo novecentesco, forse la liberazione dalla violenza delle merci sarà realizzabile soltanto con l'avvento di una società pianificata e socialista, capace di darsi delle nuove regole, compatibili con i problemi di scarsità e di distribuzione secondo giustizia. Nel libro "Tecnica e cultura", del 1934, Mumford chiariva che l'avvento di una società neotecnica e di una nuova economia presupponeva una pianificazione dei bisogni fondamentali, il potenziamento dei servizi e dei beni collettivi. La soluzione va cercata in quello che Mumford chiama "comunismo di base", ben diverso, precisò Mumford in una nota scritta negli anni Quaranta, dal comunismo burocratico e assolutista dei paesi del socialismo realizzato; un "comunismo di fondo", che implichi l'obbligo di partecipare al lavoro della comunità, che consenta di soddisfare i bisogni fondamentali con una pianificazione della produzione e del consumo."
Su una cosa Berners-Lee non può essere assolutamente contraddetto ed è la questione del tempo. Mi sa che è finito
il tempo è sicuramente finito. Si deve sempre cercare di fare capire a tutti che anche piccoli gesti contano, la somma di tante piccole cose fa la differenza
![Anna [Floanne] (floanne)](https://images.gr-assets.com/users/1566911038p1/4459724.jpg)
Grazie di avermi fatto conoscere questo libro.
Grazie Anna[Floanne], mi fa piacere che le letture che facciamo insieme restino "impresse".
Anche io cerco sempre di fare scelte più giuste/ponderate possibile anche se sicuramente qualche errore lo faccio ancora.
Cerco anche di trascinare nella mia battaglia più persone possibile perchè anche un piccolo gesto può fare la differenza!
Anche io cerco sempre di fare scelte più giuste/ponderate possibile anche se sicuramente qualche errore lo faccio ancora.
Cerco anche di trascinare nella mia battaglia più persone possibile perchè anche un piccolo gesto può fare la differenza!

Finito ieri e apprezzato molto. Una lettura di fortissimo impatto, il significato di questi numeri è assordante, non ci si può nascondere. Hanno innescato una riflessione che continua a rimanere sottotraccia lungo le mie giornate. Continuo a rivedere criticamente le mie abitudini per cercare margini di miglioramento. Per es, ho adottato detergenti solidi (detergente piatti, shampoo, bagnoschiuma etc.) per abbattere l'acquisto di plastica e sto valutando la voltura del fornitore di energia. Per quanto mi è possibile intendo proporre nuove soluzioni anche al mio team di lavoro. Vi lascio le impressioni a caldo che ho postato a fine lettura: E poi ci sono questi numeri dell'Antropocene, che mi hanno raccontato più storie di Shahrazād.
Ed è straordinario perchè con i numeri ci azzecco pochissimo.
Le tabelle, i grafici e le percentuali del disastro mi sono suonati come la lingua universale di migliaia di storie. Numeri che contengono vite che contengono vite che contengono vite.
Di creature ed ecosistemi diversi.
L'equazione è diventata semplice anche per me: il linguaggio della vita è sistemico.
Ogni nostra scelta è la farfalla di un cambiamento.
Una lezione importante che aggiungo a quelle migliori in cui sono inciampata negli ultimi anni (chiedo scusa se in prima battuta non riesco a non pensare a Fisher anche se non si occupava direttamente del clima).
Viaggiare leggeri su questo pianeta, lasciare che il cammino "ci spiumi, ci strigli, ci prosciughi”, o imparare nuove nomenclature, nuovi linguaggi per le menti che sopravvivono su una terra infetta, come suggerisce la Haraway.
Come mi ha fatto notare Magnason," Gesù Cristo nacque appena ventuno nonne fa", e questo significa che nel 2120 potrebbero ancora vivere le figlie delle mie nipoti.
E, accidenti a me, se voglio lasciare loro qualcosa di più di una manciata di plastica o qualche corallo morto.
Gianni wrote: "segnalo questo articolo interessante su un libro che parla di "energia":
il Tascabile"
Molto interessante! Grazie per la condivisione :)
il Tascabile"
Molto interessante! Grazie per la condivisione :)
DISCUSSIONE TERZO STEP IL 21/02.
4-Dal 22/02 al 28/02 leggeremo--> capitolo 9 (conclusioni) e gli approfondimenti: sommario del quadro d'insieme, Cosa posso fare io? e L'abc del cambiamento climatico.
DISCUSSIONE FINALE IL 28/02.