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Memorie di Adriano. Seguite dai Taccuini di appunti
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Tesori nascosti > Memorie di Adriano: seguite dai taccuini di appunti

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message 1: by Graziano (last edited Dec 28, 2020 08:37AM) (new)

Graziano Fusilli | 274 comments Mod
In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi “tesori nascosti”.

Oggi l’opera e l’autore prescelti sono: “Memorie di Adriano: seguite dai taccuini di appunti” di Marguerite Yourcenar.

Scrivere del libro che ami di più in assoluto, che consideri l’esempio più “esemplare” di tutto ciò che per te significa la scrittura, la storia, la profondità, l’umanità e la poesia, è impegno e responsabilità. Impegno perché tutte le parole che potresti “impegnarti” a trovare non saprebbero essere esaustive, mai “definitive” (e in fondo quale lettura di un libro potrebbe dirsi l’ultima, quella definitiva?!); responsabilità perché, in certo modo, ti senti partecipe della storia del libro, vivendo, scontando e provandone gli effetti. Amo delle narrazioni il loro carattere fortemente aggrappato al sentire di chi legge, pur se lontane dall’orizzonte quotidiano. Rincorro le sorti e le vicende di quei personaggi che, nonostante la grandezza, il ruolo ricoperto, la carica ed il vissuto, si palesano all’attenzione del lettore, conquistandolo, proprio per la loro componente fragile, familiare, quasi tangibile nelle debolezze che sono marcatamente (e dannatamente) tipiche della condizione umana. Personalmente, non mi cimento con facilità in letture di tipo storico, in romanzi ambientati in periodi ben definiti; preferisco il quotidiano, o storie collocabili tanto mille anni fa quanto in un recente passato, oppure in un imprecisato futuro. Tuttavia, esistono narrazioni che, seppure appartenenti ad un’epoca determinata, per il loro bottino di esperienze, contenuti e simboli, saprebbero accompagnarti in un orizzonte più vasto, all’interno di nessun recinto temporale. A questa “categoria” di esperienze di lettura appartiene il mio “libro dei libri”, in assoluto il più letto/riletto/amato/citato… Ebbene sì, (quasi) tutte le mie parole del cuore si trovano tra quelle originate dalla penna di Marguerite Yourcenar, l’autrice del meraviglioso “Memorie di Adriano”.

Quest’opera è considerata il suo indiscusso capolavoro, l’espressione di un rapporto totale con la cultura, la storia, la filosofia, la vita degli uomini e della società. Una narrazione poetica e particolare fin dalla sua forma letteraria: si presenta, infatti, come un’epistola divisa in sei parti (compresi prologo ed epilogo) che l’ormai anziano imperatore Adriano indirizza a Marco Aurelio, suo amico nonché erede al trono. E con la figura di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo, rischierei una deriva nostalgica infinita, poiché anche alla sua figura (ed ai suoi “Soliloqui”) sono ugualmente legata. Ma, tornando al romanzo in questione, il vecchio e ormai infermo Adriano pagina dopo pagina racconta la sua vita pubblica e privata, l’amore grande per le arti e per il suo giovane amante. E lo fa (espediente piuttosto inedito e fortemente incisivo) mediante una narrazione diretta e coinvolgente, in prima persona, in cui l’uomo ormai morente riconsidera la propria parabola biografica senza filtri, “rinunciando” all’interferenza di un intermediario-narratore, senza sovrapposizioni narrative di alcun tipo. Questo aspetto avvicina ancora di più il lettore al personaggio, che è in primo luogo un uomo fatto di carne, sangue e ricordi che parla con voce sincera sì del suo tempo, ma che sembra rivolgersi a tutti e in qualunque epoca: Adriano rappresenta i tormenti dell’uomo di ogni tempo, offre spunti di riflessione ai lettori di ogni età, resta impresso per la sensibilità e gli interrogativi quelli pe(n)santi perché esistenziali e filosofici.

Può esistere eroicità e coraggio anche narrando fallimenti e glorie, debolezze e miserie, persino con il racconto autentico – perché non edulcorato – della fine di una carriera, di un’esperienza, di una vicenda amorosa, di una vita. La scrittura perpetua ed eleva, “ingrandisce” e avvicina. È una lente, di quelle più potenti, di un microscopio: fa arrivare nei punti più profondi delle vicende, al cuore dei protagonisti… Io sono di parte con la Yourcenar e il suo “Memorie di Adriano”, lo so bene. E so anche altrettanto bene che avrei dovuto realizzare una recensione, ma “ahimè, sedotta dalla stessa forza dei casi che non controlli, ho finito per scrivere una dichiarazione d’amore.

Qualche cenno sull’autrice Marguerite Yourcenar, pseudonimo di Marguerite Antoinette Jeanne Marie Ghislaine Cleenewerck de Crayencour (Bruxelles, 8 giugno 1903 – Mount Desert, 17 dicembre 1987). È stata una scrittrice e poetessa francese, prima donna eletta alla Académie française; nata da una famiglia franco-belga, la madre muore dieci giorni dopo la nascita di Marguerite, a causa di setticemia e peritonite insorte in seguito al parto. La bambina studia con tutori privati, crescendo nella villa della nonna nel nord della Francia e si dimostra subito una lettrice precoce, interessandosi a soli 8 anni alle opere di Jean Racine e Aristofane; a dieci anni impara il latino e a dodici il greco. All’età di diciassette anni, da poco trasferitasi a Nizza, Marguerite pubblica sotto lo pseudonimo di “Marg Yourcenar” il suo primo libro di poesie: sceglie questo pseudonimo con l’aiuto del padre, anagrammando il cognome (Crayencour, appunto). Nel 1924, in occasione di un viaggio in Italia, visita per la prima volta Villa Adriana e inizia la stesura dei primi Carnets de notes de Mémoires d’Hadrien (Taccuini di note di Memorie di Adriano).


Recensione a cura di Rita Pagliara


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