pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion
Consigli di lettura
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Letture sparse
io ho letto Bellezza e tristezza di Kawabata. E' il suo primo che leggo, pur avendo fatto qualche immersione nella cultura giapponese precedentemente. Romanzo interessante, mi è piaciuto molto il contrasto fra la compostezza degli ambienti, dei gesti, delle parole e il turbine violento delle passioni che scuote gli animi dei protagonisti. Mi sa che ha aperto la strada a nuove letture di questo autore.

Tra gli autori giapponesi che ho letto, è quello che preferisco. In Bellezza e tristezza c'è una delle mie scene preferite, quella dei turisti in treno che, ansiosi di fotografare il monte Fuji, scattano fotografie a raffica e, quando arriva il monte Fuji, si sono ormai stancati e lo lasciano scorrere dal finestrino. E' un dettaglio, eppure dice così tanto.
Sarag22 wrote: "Amaranta wrote: "io ho letto Bellezza e tristezza di Kawabata. E' il suo primo che leggo, pur avendo fatto qualche immersione nella cultura giapponese precedentemente. Romanzo inter..."
Amaranta wrote: "io ho letto Bellezza e tristezza di Kawabata. E' il suo primo che leggo, pur avendo fatto qualche immersione nella cultura giapponese precedentemente. Romanzo interessante, mi è pia..."
Ho letto solo La casa delle belle addormentate e come scrissi allora, al di là della qualità di scrittura, mi ha lasciata fredda come il marmo :-)
Amaranta wrote: "io ho letto Bellezza e tristezza di Kawabata. E' il suo primo che leggo, pur avendo fatto qualche immersione nella cultura giapponese precedentemente. Romanzo interessante, mi è pia..."
Ho letto solo La casa delle belle addormentate e come scrissi allora, al di là della qualità di scrittura, mi ha lasciata fredda come il marmo :-)
Avevo sbirciato tempo fa Il paese delle nevi ma non mi aveva ispirato per nulla. Adesso dopo questo mi è venuta curiosità, le cose strane della lettura :)
Amaranta wrote: "Avevo sbirciato tempo fa Il paese delle nevi ma non mi aveva ispirato per nulla. Adesso dopo questo mi è venuta curiosità, le cose strane della lettura :)"
Ma infatti anche io vorrei riprovarci, ma in questo periodo sono lontana anni luce dal desiderio di leggere autori giapponesi :-D
Ma infatti anche io vorrei riprovarci, ma in questo periodo sono lontana anni luce dal desiderio di leggere autori giapponesi :-D
Catoblepa wrote: "Il paese delle nevi soffre di una pessima traduzione.
Leggete Koto che è bellissimo."
Grazie per il consiglio :)
Leggete Koto che è bellissimo."
Grazie per il consiglio :)

Leggete Koto che è bellissimo."
Mi ricordavo del tuo consiglio su Koto e me lo sono portato a casa da leggere, ho "rubato" una vecchia edizione a casa dei miei genitori.
Il paese delle nevi non mi è dispiaciuto, nonostante alcune frasi poco comprensibili.

Non l'ho letto, ma un po' capisco; in realtà, leggendo Kawabata, così come Mishima, che è un altro autore giapponese che mi piace, ci sono momenti in cui ho l'impressione di leggere qualcosa di bello, ma distante. Eppure, sono libri di cui a distanza di anni mi ricordo ogni dettaglio, perché la bellezza della scrittura alla fine riesce evidentemente a parlarmi in modo più profondo di quanto non mi sembri ad una prima lettura.

@Catoblepa: "Koto" sarà il prossimo allora!

Me li appunto, Titti. Ho diversi libri editi La Giuntina, tutti belli.

L'autrice è Margaret Drabble, la sorella di Antonia Byatt, di cui avevamo parlato. Ammetto che la sto leggendo per la curiosità dettata dal rapporto familiare. La scrittura è diversa, ma è ugualmente densa.


Mi piacerebbe molto leggerlo, tra l'altro vedo che è il primo di una trilogia, di cui non sono stati tradotti gli altri. In effetti era da tanto che desideravo leggere qualcosa di Margaret Drabble, ma in passato non avevo trovato quasi niente; poi ho iniziato a vedere un paio di sue opere pubblicate da Astoria e ora questo da Bompiani, che è il suo primo romanzo che leggo.
La piena mi è piaciuto davvero molto. Una prosa così ricca, eppure fluida, elegante, e una così grande padronanza nel gestire tantissime voci diverse.

Ho letto diversi scrittori giapponesi all'università e da tempo mi riprometto di rileggere i più significativi per riconfermare gusti e impressioni di allora. Dei contemporanei giapponesi amo molto Murakami. Tra i moderni, più di Mishima o Kawabata a me piaceva molto Tanizaki, che ricordo come il meno 'evanescente' degli scrittori giapponesi. Il suo Neve sottile per me è un capolavoro.


che bel consiglio, grazie!
lise.charmel wrote: "Xenja wrote: "L'ultimo libro veramente consigliabile che ho letto, e anche una bella sorpresa, è una raccolta di racconti di Nguyen, quello de 'Il simpatizzante'. I racconti parlano tutti di immigr..."
Grazie anche da parte mia, accolgo il consiglio :-)
Grazie anche da parte mia, accolgo il consiglio :-)

Prendo nota anche io. Non sono mai riuscita ad entrare davvero in sintonia con scrittori orientali; una mia pecca, proverò a rimediare


Xenja wrote: "@cristina: in verità Nguyen è orientale come Ishiguro è giapponese, cioè solo per il cognome! Di cultura, è americanissimo. Almeno io ho avuto questa impressione, perché i suoi racconti si inserisc..."
Il bello di Goodreads :-)
https://www.goodreads.com/author/show...
Il bello di Goodreads :-)
https://www.goodreads.com/author/show...



Uscito nel maggio scorso, risulta essere stato letto finora da (sole) 8 persone qui in Goodreads, con alcune belle recensioni e voto medio 4,63.
Poi arriva... la Littizzetto, che ne parla bene su Instagram e in tre giorni conta oltre 9000 likes: riporto qui sotto le sue parole, forse più efficaci delle nostre piccole recensioni a stimolare la lettura del libro... che merita davvero.
Lui lavora in aeroporto e il suo mestiere oltre a quello di addetto ai controlli è di immaginarsi le vite dei passeggeri in transito...vite pensate, lontane, difettose. Un libro di poesia silenziosa e profonda. Un dialogo tra le radici e le ali. “Di un Dio severo e cattivo non sappiamo che farcene. Ci serve un Dio delicato e solerte. Uno che si accorge se hai il bicchiere vuoto...”
Frabe wrote: "Segnalo un libro che mi è piaciuto molto: "Cosa diremo agli angeli", di Franco Stelzer, https://www.goodreads.com/book/show/4...
Uscito nel maggio scorso, risulta esser..."
Lettori importanti, però, da quanto vedo :-)
Grazie, lo leggerò senz'altro.
Uscito nel maggio scorso, risulta esser..."
Lettori importanti, però, da quanto vedo :-)
Grazie, lo leggerò senz'altro.

Sono d’accordo, @Xenja, quella di Szalay è un’ottima lettura, e ti dirò anche che ultimamente mi sta capitando di parlarne parecchio con amici che l’hanno appena letto, il che mi fa apprezzare ancora di più la lettura fatta.
Anche a te faccio la domanda di rito: quali sono i racconti che hai preferito?
Anche a te faccio la domanda di rito: quali sono i racconti che hai preferito?

Frabe wrote: "Segnalo un libro che mi è piaciuto molto: "Cosa diremo agli angeli", di Franco Stelzer, https://www.goodreads.com/book/show/4...
Uscito nel maggio scorso, risulta esser..."
Ho seguito il consiglio di lettura, ma nonostante abbia apprezzato l'originalità della storia e molti passaggi in cui la prosa di Stelzer sembra avvicinarsi di più alla poesia, sono rimasta con qualche perplessità.
Mi piacerebbe scambiare qualche impressione con gli altri lettori, sapere se di suo hanno letto altro e quali sono le caratteristiche comuni, se riconoscono una qualche cifra stilistica dell'autore o comune denominatore nella sua scrittura.
Uscito nel maggio scorso, risulta esser..."
Ho seguito il consiglio di lettura, ma nonostante abbia apprezzato l'originalità della storia e molti passaggi in cui la prosa di Stelzer sembra avvicinarsi di più alla poesia, sono rimasta con qualche perplessità.
Mi piacerebbe scambiare qualche impressione con gli altri lettori, sapere se di suo hanno letto altro e quali sono le caratteristiche comuni, se riconoscono una qualche cifra stilistica dell'autore o comune denominatore nella sua scrittura.
Xenja wrote: "@piperitapitta: difficile dirlo, forse quelli che hanno per protagonista Murray e Bernard, i più miserabili... ma questo dipende da una mia personale tendenza all'empatia verso i miserabili (tenden..."
Faccio fatica, ora, ad associare i nomi dei protagonisti alle storie, ma posso dirti che i miei preferiti sono stati l'ultimo racconto, quello che più mi ha fatto riflettere sulla caducità dell'esistenza, e quello della ragazza incinta, che sottolinea molte delle diversità uomo donna nei momenti bivio dell'esistenza (non è un giudizio di merito, il mio, solo una presa di coscienza, se così vogliamo dire).
Faccio fatica, ora, ad associare i nomi dei protagonisti alle storie, ma posso dirti che i miei preferiti sono stati l'ultimo racconto, quello che più mi ha fatto riflettere sulla caducità dell'esistenza, e quello della ragazza incinta, che sottolinea molte delle diversità uomo donna nei momenti bivio dell'esistenza (non è un giudizio di merito, il mio, solo una presa di coscienza, se così vogliamo dire).


Sto leggendo Written on the Body di Jeanette Winterson: romanzo di una noia mortale, insulso, stracolmo di sottotesti ideologici o sociologici per nulla sfumati dentro al racconto e tranquillamente reperibili, più o meno con lo stesso contenuto, in una tesina di qualche studente di gender studies.
Davvero pessimo.
Davvero pessimo.
Xenja wrote: "Piperita, hai ragione. Per chiarezza: Bernard è il ragazzo che va in vacanza a Cipro, Murray è l'inglese che si è trasferito in Croazia. Vite spaventosamente desolate, e senza soluzione... ho trova..."
Hai ragione, quello della coppia non è originale, soprattutto non rispetto ai due che citi, ma sono rimasta colpita dalla precisione con la quale riesce a descrivere percorsi interiori completamente diversi e di come due esseri umani - che avrebbero dovuto essere "vicini" - percorrano invece due strade parallele destinate a non incontrarsi mai.
Hai ragione, quello della coppia non è originale, soprattutto non rispetto ai due che citi, ma sono rimasta colpita dalla precisione con la quale riesce a descrivere percorsi interiori completamente diversi e di come due esseri umani - che avrebbero dovuto essere "vicini" - percorrano invece due strade parallele destinate a non incontrarsi mai.

Grazie della segnalazione, ne ho approfittato.

L'orrendo titolo (credo ben diverso dall'originale), non rende giustizia a questo romanzo picaresco e spiritoso che porta il lettore attraverso insolite avventure in mezzo a personaggi curiosi nella Bielorussia di fine Ottocento. E' la storia di una donna ebrea fuori dal comune, che ad un certo punto della sua vita decide di mollare la vita di famiglia, il villaggio, la routine, per mettersi alla ricerca del marito di sua sorella, fuggito anni prima. In realtà si tratta di una scusa che lei si racconta: quello che desidera veramente è essere libera, scoprire il mondo fuori dalle quattro mura della sua solita vita. Le avventure non mancheranno, ma il romanzo fa anche tanto riflettere sulla natura umana e mentre non manca di denunciare l'ostracismo che gli ebrei hanno sempre dovuto subire, punta anche il dito contro certi loro atteggiamenti negativi. Un'ottima lettura di intrattenimento.
lise.charmel wrote: "Io questa estate ho letto una nuova uscita Neri Pozza: Tikkun o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny.
L'orrendo titolo (credo ben diverso dall'originale), non..."
Mi incuriosisce, aggiungo!
L'orrendo titolo (credo ben diverso dall'originale), non..."
Mi incuriosisce, aggiungo!


A me era piaciuto, ma ricordo che ero un po' deluso dal finale (che addirittura, ora come ora, non ricordo per nulla).


Lessi così l'estratto gratuito e persi subito interesse.
L'idea che me ne feci, senz'altro non compiuta e controvertibile per via delle poche pagine lette, fu quella di essere alle prese con un perfetto esempio di romanzo da fan, vale a dire un romanzo che si poggia unicamente sulla superficie dell'opera altrui (in questo caso uno scrittore apprezzato), ma non ne conserva né restituisce alcuno spessore.
Guarda caso - e questa è davvero una coincidenza che cade a fagiuolo! - proprio ieri sera, mentre leggevo le impressioni di Sarag, avevo davanti queste parole di Proust:
La vera varietà risiede in questa pienezza di elementi reali e inattesi, nel ramo carico di fiori azzurri che si slancia, contro ogni previsione, dalla siepe primaverile che sembrava già gremita, mentre l’imitazione puramente formale della varietà (e analoghi argomenti si potrebbero addurre per tutte le altre qualità dello stile) non è che vuoto e uniformità, vale a dire l’antitesi stessa della varietà, e non può, da parte degli imitatori, crearne l’illusione ed evocarne il ricordo se non agli occhi di chi non l’ha capita nei maestri.
Ecco, Sarag, quando parli di 'inconsistenza' e anche a voler prescindere nello specifico dal romanzo d'esordio di Funetta, a me queste righe paiono piuttosto calzanti.

Trovandomi a lungo in una località in cui le attività prevalenti erano camminare nei boschi o leggere, ho letto un sacco di libri (e consumato anche parecchie scarpe...).
Anche la qualità dei libri è risultata mediamente buona, senza capolavori assoluti ma con poche ciofeche.
Tra le novità la più sorprendente è stata Le acque del Nord di un autore, Ian McGuire, a me ignoto. Un bellissimo racconto di avventure, appassionante ed originale nonostante il genere apparentemente sfruttato.
Tra i recuperi, proseguendo il mio ripescaggio di classici della narrativa italiana del '900, sono stato colpito dalla lettura di La pelle di Curzio Malaparte, romanzo (e autore...) di cui avevo sentito parlare piuttosto male ma che mi ha regalato pagine e capitoli di eccezionale bellezza, sebbene l'impianto complessivo dell'opera mi sia in parte sfuggito a causa dell'estrema varietà dei toni e dei temi.
Comunque eccellente e penso che mi spingerà a cimentarmi anche con Kaputt altrettanto bistrattato dai commenti...
Un po' alla rinfusa meritano citazione anche Avventure della ragazza cattiva di Mario Vargas Llosa, il semisconosciuto La polvere dei sogni di André Brink e l'impegnativo Le botteghe color cannella di Bruno Schulz.
Tutte ottime letture, raccomandabili (secondo i gusti...)
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Qui siamo più dalle parti del romanzo basso-epico (nel senso che narra 30 anni di vita di un paio di amici e delle loro peripezie, con piglio più epico che storico, ma la storia non manca). Non fatevi ingannare dalle recensioni sul realismo-magico (che mi avrebbero messo in fuga se le avessi lette prima), non c'è, è più un richiamo favolistico.