pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion

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L'oratorio di Natale
I GdL del pianobi
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Oratorio di Natale di Göran Tunström - Prima settimana
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by
piperitapitta
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rated it 4 stars
Jan 16, 2018 05:38AM

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Sono giunta alla fine del secondo capitolo. Terminata (?)la parte drammatica si sta aprendo una storia di amicizia; la lettura è gradevole e scorrevole ma la vivo con circospezione: ho la sensazione che non si possa stare tranquilli, che debba accadere qualcosa di brutto. Tra Dante e Selma poi, piacevoli incursioni letterarie, il primo con l'opera, la seconda con la persona. Non mi è parso di cogliere riferimenti espliciti a "L'imperatore di Portugallia" a parte la presenza della follia.

Leggendo le prime pagine, quelle del Maestro che dopo molti torna al paese natio mi è venuto in mente un racconto che ho letto qualche tempo fa, incentrato su un famoso chirurgo che torna dopo molti anni di fama all'estero, all'isoletta svedese (?), proprietà di famiglia. Spera di rinverdire emozioni e ricordi della giovinezza (compreso il primo amore) e scopre che, nell'assenza ventennale, l'isola è stata 'colonizzata' brutalmente dai gitanti della domenica e che addirittura la sua casa è stata saccheggiata da ignoti e attualmente è abitata da tre scalcinati personaggi (due donne un uomo) che se ne arrogano in qualche modo la proprietà.
Questa lunga premessa per dire che non riesco a ricordare nè autore ne titolo del libro/racconto e che non ci dormo la notte (insomma...)
Se qualcuno di voi avesse un'idea in proposito gli sarei, anche se non eternamente, molto grata.
Danke

Il romanzo prosegue (sono andata avanti) in modo più lineare e le linee cominciano a congiungersi. Mi piace molto.

Io sono indietro perché ho per le mani troppa roba da leggere, però gli spoiler non mi infastidiscono mai, quindi per me ok e conto di ripigliarvi fra oggi e domani
Catoblepa wrote: "Si può cominciare a commentare la prima tappa più nel dettaglio senza tema di spoiler?"
Sì certo, questo è il topic dedicato :-D
Sì certo, questo è il topic dedicato :-D



Io invece alterno momenti di grandissima euforia ad altri di vaghezza e noia.
Per ora faccio notare come questo romanzo sia livellato su più narrazioni: tutti i personaggi non hanno solo la propria storia (spesso pian piano sviscerata) ma sono anche o narratori o sognatori, e vanno così a creare storie su storie, quelle storie su cui il romanzo si modella (perché finora della storia di Victor, quella che dovrebbe essere la principale, neanche a parlarne). Quest'idea è fulminante perché a tratti sembra quasi una raccolta di racconti in cui però è costante l'intrecciarsi dei personaggi.
Sono molto più avanti della tappa e secondo me i punti di maggiore interesse arriveranno dopo, ma per ora, ovviamente, mi attengo solo a questi due primi capitoli e domani magari scrivo un commento più centrato.
Per ora faccio notare come questo romanzo sia livellato su più narrazioni: tutti i personaggi non hanno solo la propria storia (spesso pian piano sviscerata) ma sono anche o narratori o sognatori, e vanno così a creare storie su storie, quelle storie su cui il romanzo si modella (perché finora della storia di Victor, quella che dovrebbe essere la principale, neanche a parlarne). Quest'idea è fulminante perché a tratti sembra quasi una raccolta di racconti in cui però è costante l'intrecciarsi dei personaggi.
Sono molto più avanti della tappa e secondo me i punti di maggiore interesse arriveranno dopo, ma per ora, ovviamente, mi attengo solo a questi due primi capitoli e domani magari scrivo un commento più centrato.

Avevo pensato la stessa cosa circa la fatica di Eve-Liise e come chi si assume il pesante compito della leggerezza reattiva sia condannato a un tipo di solitudine più misconosciuta. Vedremo come lo porta avanti crescendo.
Mi è sembrata a tratti sproporzionata alla età ma comunque molto vitale la continua attenzione di Splendid alla conoscenza di ogni aspetto del mondo perché può tornare utile nella vita, la curiosità di tutto perché tutto ci può riguardare. C'è in questo atteggiamento una vera costruzione di sé ed è un processo che avviene davvero nei primi anni della vita ma in maniera molto meno consapevole; quello che trovo sproporzionata alla età è proprio invece la consapevolezza di questo però è probabilmente funzionale ad esplicitare il rapporto fra i due.
Bella coppia Sidner e Splendid, ne faranno di strada quei due.
Nella mia edizione (2016), appare sempre come Eva-Liisa. Nella vostra come Eve-Liise? Questo è strano visto che non si tratta di un nome traslitterato.

@cristina, sì, molto Tom & Huck :-)

Ah pensa, avevo scritto Eva-Liisa, poi ho visto che più su nel suo messaggio Emmapeel scriveva Eve-Liise e ho pensato che sicuramente ricordava molto meglio lei perché io sono la distrazione fatta persona... Effetto valanga del correttore automatico ;-)

Una cosa da verificare andando avanti: l'Oratorio del titolo, oltre a essere il centro intorno a cui ruotano la vicenda e i personaggi, credo sia anche il principio strutturale. Il libro è diviso in sette parti, ma la prima è breve e funge in pratica da introduzione al tutto: quindi sono sei parti, come le sei cantate dell’Oratorio.
Un'altra cosa "da wikipedia": Solveig è nome femminile svedese e norvegese, «composto dagli elementi sól (sole, che era anche il nome di una dea della mitologia norrena) e veig (forza)» ed è anche il nome della protagonista di Peer Gynt di Ibsen.
Forza del sole. E infatti rappresenta lo splendore della vita, la bellezza, il calore, l’intelligenza, la musica, l’arte, la libertà, la bontà. Aron e Sidner rimangono totalmente segnati ("oscurati") dalla sua morte...

L'autore affida a Eva-Liisa il ruolo, il compito di colei che vive nella luce, o più semplicemente che riesce a continuare a vivere. Però in questo caso non direi che si tratta di un peso ma semplicemente di forze di causa maggiore: troppo piccola per capire e per ricordare, e dunque per provare un certo tipo di dolore.
L'Oratorio di Natale di Bach effettivamente si compone di sei cantate e il libro si compone di sei capitoli (escludendo il breve prologo) ma mi pare una forzatura dire che la struttura del libro rispecchia quella dell'Oratorio. Se trovo un libro composto di diciannove capitoli si può dire che è ispirato all'Arte della fuga? Casa mia si sviluppa su quattro piani: il geometra si sarà ispirato ai quattro movimenti della nona di Beethoven? O alle Quattro Stagioni di Vivaldi?



"Se trovo un libro composto di diciannove capitoli si può dire che è ispirato all'Arte della fuga?"
Se il libro si intitola L'arte della fuga ed è composto di 19 capitoli, diciamo che un pensierino ce lo farei :)

Davide wrote: "Se il libro si intitola L'arte della fuga ed è composto di 19 capitoli, diciamo che un pensierino ce lo farei :)"
È vero, ma diciannove è un numero abbastanza alto da non poter essere una connessione casuale.
Dover fare 7 - 1 per arrivare a 6 mi sembra invece piuttosto forzato. Almeno Bach avesse messo una breve overture...
È vero, ma diciannove è un numero abbastanza alto da non poter essere una connessione casuale.
Dover fare 7 - 1 per arrivare a 6 mi sembra invece piuttosto forzato. Almeno Bach avesse messo una breve overture...
Malacorda wrote: "L'Oratorio di Natale di Bach effettivamente si compone di sei cantate e il libro si compone di sei capitoli (escludendo il breve prologo) ma mi pare una forzatura dire che la struttura del libro rispecchia quella dell'Oratorio."
Davvero non mi sento di escluderlo, soprattutto nel caso di un autore nel cui romanzo la musica è così importante.
Non lo ritengo centrale, ma funzionale, una confezione elegante a un'opera di per sé già così elegante, densa di significati, visionaria e surreale.
Insomma, perché no? :-)
Davvero non mi sento di escluderlo, soprattutto nel caso di un autore nel cui romanzo la musica è così importante.
Non lo ritengo centrale, ma funzionale, una confezione elegante a un'opera di per sé già così elegante, densa di significati, visionaria e surreale.
Insomma, perché no? :-)
Sì, ma ragazzi, i capitoli sono 7. Siamo noi che abbiamo deciso che il primo è un prologo solo perché è piuttosto breve, ma l'autore non lo chiama così e lo numera come farà esattamente con tutti gli altri.

Quindi non ti riferivi alla propensione ad alzare il gomito, comune nei climi freddi...;-)
cristina wrote: "ferrigno wrote: "subisce un litro = subisce un lutto"
Quindi non ti riferivi alla propensione ad alzare il gomito, comune nei climi freddi...;-)"
Io avevo pensato che fosse una variante (nel senso di correzione del correttore) di "tiro" :-D
Quindi non ti riferivi alla propensione ad alzare il gomito, comune nei climi freddi...;-)"
Io avevo pensato che fosse una variante (nel senso di correzione del correttore) di "tiro" :-D
Catoblepa wrote: "Sì, ma ragazzi, i capitoli sono 7. Siamo noi che abbiamo deciso che il primo è un prologo solo perché è piuttosto breve, ma l'autore non lo chiama così e lo numera come farà esattamente con tutti g..."
E vabbè, stai a guarda' il dettaglio :-D
E vabbè, stai a guarda' il dettaglio :-D

L'autore affida a Eva-Liisa il ruolo, il compito di colei che vive nella luce, o più semplicemente che riesce a continuare a vivere...."
Però Eva-Liisa con quel padre e quel fratello non poteva non sentire il peso che la morte aveva avuto sulla famiglia; l'atmosfera di casa ne era permeata. Se pensiamo alla Ernaux che ha percepito il clima angoscioso per una sorella morta anni prima della sua nascita e di cui per tutta la sua infanzia non sa nulla...
cristina wrote: "Malacorda wrote: "Oggi faccio la noiosetta e vi contraddico un po'. Posso, vero?
L'autore affida a Eva-Liisa il ruolo, il compito di colei che vive nella luce, o più semplicemente che riesce a co..."
Posso aggiungere che non condivido la semplificazione che un bambino solo "perché piccolo" possa non capire? Piccolo, poi, a sette anni i bambini hanno ricordi nitidi e una tragedia, soprattutto se l'atmosfera in cui si vive è quella che rispecchia una tragedia, non può lasciare indifferenti. È Eva-Liisa (anche da me Eva e nn Eve) a essere luminosa, è lei a reagire subitaneamente in maniera opposta a quella di padre e fratello.
L'autore affida a Eva-Liisa il ruolo, il compito di colei che vive nella luce, o più semplicemente che riesce a co..."
Posso aggiungere che non condivido la semplificazione che un bambino solo "perché piccolo" possa non capire? Piccolo, poi, a sette anni i bambini hanno ricordi nitidi e una tragedia, soprattutto se l'atmosfera in cui si vive è quella che rispecchia una tragedia, non può lasciare indifferenti. È Eva-Liisa (anche da me Eva e nn Eve) a essere luminosa, è lei a reagire subitaneamente in maniera opposta a quella di padre e fratello.

Hai ragione, questo è un argomento forte.
Sia chiaro: io l'ho presentata come un'ipotesi da verificare andando avanti, che può avere senso se si troveranno altri elementi a favore.
E sia chiaro anche che ho sempre odiato la numerologia che dice sono x parti ma in realtà devi toglierne 2, moltiplicare per 3 e poi viene un risultato un casino significativo!! ;)
Però in questo caso mi è venuta in mente la possibile "assonanza" tra struttura di Bach e del libro, perché ha un andamento da "movimenti" musicali; per il titolo ovviamente; e per possibili legami di contenuto...
Certo, è un'interpretazione non obbligatoria leggere la parte I come diversa dalle altre, come preparazione al "canto" vero e proprio.
Mi sembra però non sia campata in aria come a te: è l'unica parte non divisa in capitoletti, è ambientata in un tempo futuro piuttosto lontano rispetto alle altre parti; il suo unico contenuto narrativo è l'arrivo del direttore Victor Udde che si prepara ad eseguire l'opera, fa una specie di discorso introduttivo-commento all'opera che devono eseguire; e si conclude proprio con l'inizio di una esecuzione: "Ora è il nostro turno, uno due..." e inizia l'opera vera e propria (il testo dell'oratorio in tedesco), che ha il suo "equivalente" nelle sei parti successive.
Insomma, certo, è un'interpretazione non obbligatoria, non esplicitata dall'autore, ma mi sembra che ci siano buoni argomenti per sostenerla...
Beh, io l'avevo dato per scontato che ci dovesse essere un parallelismo .... al momento non lo capisco tanto, ma prima di inizare lettura e ascolto (che per me procedono in parallelo) mi sono procurata la traduzione del testo
(a questo link http://www.sergiosablich.org/dettagli... )
La traduzione del titolo delle 6 parti è la seguente:
ù
1. Jauchzet, frohlocket[
2. Und es waren Hirten in derselben Gegend
3. Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen
4. Fallt mit Danken, fallt mit Loben
5. Ehre sei dir, Gott, gesungen
6. Herr, wenn die stolzen Feinde schnauben
1. Esultate, gioite
2. E c'erano pastori nella stessa zona
3. Signore del cielo, esaudisci la supplica
4. Prosternatevi ringraziando, prosternatevi lodando
5. Si canti, o Dio, la tua gloria,
6. Signore, quando gli arroganti nemici fremono, (anche se mi piace più quella di Google translatore: Signore, quando i fieri nemici sbuffano)
Il libro però non presenta titoli ai capitoli, quindi dovremmo basarci sul contenuto.
Il contenuto dei primi due atti dell'Oratorio è questo (riassunto fornito da Wikipedia, ma corrisponde alle parti cantate)
1 parte
• Strumenti: Soli, Coro, 3 Trombe, Timpani, 2 Flauti, 2 Oboi d'amore, Archi, Continuo
• Contenuto:
Nella prima cantata si racconta il periodo prima della nascita di Gesù. La cristianità loda il suo arrivo (Jauchzet, frohlocket) con timpani e trombe ed il coro d'inizio. Poi racconta di Maria e Giuseppe che si recano a Betlemme per il censimento. Infine questa parte conclude con la nascita di Gesù.
2 parte
• Strumenti: Soli, Coro, 2 Flauti, 2 Oboi d'amore, 2 Oboi da caccia, Archi, Continuo
• Contenuto:
La seconda cantata tratta del messaggio della nascita di Gesù ai pastori. Nella notte appare l'angelo ai pastori spaventati ed annuncia la nascita. Con voce da basso Dio ricorda la profezia del messia nel vecchio testamento. Un pastore invita ad andare a vedere il bambino e l'angelo indica la stalla. La seconda parte termina con canti di Maria, degli angeli e dei pastori.
In questa cantata si vede che Bach era interessato allo sviluppo di strumenti nuovi. Stimolava per esempio alla costruzione dell'oboe d'amore la cui bassa tonalità fino al LA e la cui campana tonda produce un suono cupo e particolarmente dolce. Nel Oboe da caccia si crea un suono più lucido, metallico grazie alla campana d'ottone. Esiste oggi soltanto come costruzione sperimentale alla quale corrisponde meglio l'Oboe in FA.
(a questo link http://www.sergiosablich.org/dettagli... )
La traduzione del titolo delle 6 parti è la seguente:
ù
1. Jauchzet, frohlocket[
2. Und es waren Hirten in derselben Gegend
3. Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen
4. Fallt mit Danken, fallt mit Loben
5. Ehre sei dir, Gott, gesungen
6. Herr, wenn die stolzen Feinde schnauben
1. Esultate, gioite
2. E c'erano pastori nella stessa zona
3. Signore del cielo, esaudisci la supplica
4. Prosternatevi ringraziando, prosternatevi lodando
5. Si canti, o Dio, la tua gloria,
6. Signore, quando gli arroganti nemici fremono, (anche se mi piace più quella di Google translatore: Signore, quando i fieri nemici sbuffano)
Il libro però non presenta titoli ai capitoli, quindi dovremmo basarci sul contenuto.
Il contenuto dei primi due atti dell'Oratorio è questo (riassunto fornito da Wikipedia, ma corrisponde alle parti cantate)
1 parte
• Strumenti: Soli, Coro, 3 Trombe, Timpani, 2 Flauti, 2 Oboi d'amore, Archi, Continuo
• Contenuto:
Nella prima cantata si racconta il periodo prima della nascita di Gesù. La cristianità loda il suo arrivo (Jauchzet, frohlocket) con timpani e trombe ed il coro d'inizio. Poi racconta di Maria e Giuseppe che si recano a Betlemme per il censimento. Infine questa parte conclude con la nascita di Gesù.
2 parte
• Strumenti: Soli, Coro, 2 Flauti, 2 Oboi d'amore, 2 Oboi da caccia, Archi, Continuo
• Contenuto:
La seconda cantata tratta del messaggio della nascita di Gesù ai pastori. Nella notte appare l'angelo ai pastori spaventati ed annuncia la nascita. Con voce da basso Dio ricorda la profezia del messia nel vecchio testamento. Un pastore invita ad andare a vedere il bambino e l'angelo indica la stalla. La seconda parte termina con canti di Maria, degli angeli e dei pastori.
In questa cantata si vede che Bach era interessato allo sviluppo di strumenti nuovi. Stimolava per esempio alla costruzione dell'oboe d'amore la cui bassa tonalità fino al LA e la cui campana tonda produce un suono cupo e particolarmente dolce. Nel Oboe da caccia si crea un suono più lucido, metallico grazie alla campana d'ottone. Esiste oggi soltanto come costruzione sperimentale alla quale corrisponde meglio l'Oboe in FA.

L'autore affida a Eva-Liisa il ruolo, il compito di colei che vive nella luce, o più semplicement..."
So benissimo quanto i ricordi possano essere nitidi e quanto un bambino sappia percepire nell'atmosfera tutto quel che non gli viene spiegato esplicitamente. Eppure, resta il fatto che il bambino, per 'istinto di sopravvivenza', di fronte a una tragedia, è in grado di non viverla come tale.
Comunque, a parte le considerazioni generiche, la mia idea della tendenza a dimenticare da parte di Eva-Liisa (e grazie a questo, la sua tendenza a soffrire meno degli altri e sapere vivere nella luce, ecc. ecc.) nasce dal fatto che proprio nelle prime pagine l'autore batte più volte su questo tasto, nelle parole di Aron e Sidner:
pag. 30: "Per lei dovrebbe essere più facile. I suoi ricordi dovrebbero evaporare dall'anima. Ma Sidner?"
pag. 34: "Lei ha già..."
"Sì, ha dimenticato. Lei dimenticherà, ma tu e io..."
Scandisce le parole come per imprimerle, come per
esorcizzare l'oblio.
pag. 37: "Abbassò lo sguardo, invidioso, su Eva-Liisa che si era addormentata nella sua poltrona, sotto il tendone: poter dimenticare, come sapeva che stava facendo lei! Solveig non sarebbe dunque più del tutto esistita in lei?"

e invece in questo caso è proprio voluto, la struttura del libro ricalca quella dell'Oratorio, cosa c'entra il geometra non lo capisco, ma tant'è, ognuno dice la sua.


il geometra l'ho citato per un esempio sciocco, il mio intento era quello di dire che se basta l'equazione 6 capitoli = 6 cantate, allora la stessa equazione la si potrebbe fare per qualsiasi altra cosa...
Premesso che il libro mi è piaciuto, a mio avviso la struttura del romanzo non ricalca in nessun modo quella dell'Oratorio di Natale. Secondo il mio modo di sentire, sono due opere d'arte agli antipodi.
Malacorda wrote: "So benissimo quanto i ricordi possano essere nitidi e quanto un bambino sappia percepire nell'atmosfera tutto quel che non gli viene spiegato esplicitamente. Eppure, resta il fatto che il bambino, per 'istinto di sopravvivenza', di fronte a una tragedia, è in grado di non viverla come tale.
Comunque, a parte le considerazioni generiche, la mia idea della tendenza a dimenticare da parte di Eva-Liisa (e grazie a questo, la sua tendenza a soffrire meno degli altri e sapere vivere nella luce, ecc. ecc.) nasce dal fatto che proprio nelle prime pagine l'autore batte più volte su questo tasto, nelle parole di Aron e Sidner:
pag. 30: "Per lei dovrebbe essere più facile. I suoi ricordi dovrebbero evaporare dall'anima. Ma Sidner?"
pag. 34: "Lei ha già..."
"Sì, ha dimenticato. Lei dimenticherà, ma tu e io..."
Scandisce le parole come per imprimerle, come per
esorcizzare l'oblio.
pag. 37: "Abbassò lo sguardo, invidioso, su Eva-Liisa che si era addormentata nella sua poltrona, sotto il tendone: poter dimenticare, come sapeva che stava facendo lei! Solveig non sarebbe dunque più del tutto esistita in lei?"
Ma infatti è così, l'autore lo sostiene, e io (pur non avendo fgli e non essendo una psicologa infantile) quello che non condivido è la velocità con la quale lo fa succedere: è più facile alla distanza, i ricordi evaporano più in fretta (sono portata a crederlo, la mia non è un'affermazione monolitica), ma che tutto questo avvenga nell'immediato, prima ancora che abbia dimenticato il ricordo dei baci e degli abbracci della madre, la sua presenza luminosa, ecco, questo, faccio fatica a crederlo, naturale, a meno che non gli si voglia attribuire qualche significato che ancora non si è rivelato.
Quanto alla storia dei capitoli e della loro struttura più o meno musicale, aspetto notizie da @Karenina: anche io ho fatto qualche ricerca (ma solo in italiano) senza trovare conferme.
Comunque, a parte le considerazioni generiche, la mia idea della tendenza a dimenticare da parte di Eva-Liisa (e grazie a questo, la sua tendenza a soffrire meno degli altri e sapere vivere nella luce, ecc. ecc.) nasce dal fatto che proprio nelle prime pagine l'autore batte più volte su questo tasto, nelle parole di Aron e Sidner:
pag. 30: "Per lei dovrebbe essere più facile. I suoi ricordi dovrebbero evaporare dall'anima. Ma Sidner?"
pag. 34: "Lei ha già..."
"Sì, ha dimenticato. Lei dimenticherà, ma tu e io..."
Scandisce le parole come per imprimerle, come per
esorcizzare l'oblio.
pag. 37: "Abbassò lo sguardo, invidioso, su Eva-Liisa che si era addormentata nella sua poltrona, sotto il tendone: poter dimenticare, come sapeva che stava facendo lei! Solveig non sarebbe dunque più del tutto esistita in lei?"
Ma infatti è così, l'autore lo sostiene, e io (pur non avendo fgli e non essendo una psicologa infantile) quello che non condivido è la velocità con la quale lo fa succedere: è più facile alla distanza, i ricordi evaporano più in fretta (sono portata a crederlo, la mia non è un'affermazione monolitica), ma che tutto questo avvenga nell'immediato, prima ancora che abbia dimenticato il ricordo dei baci e degli abbracci della madre, la sua presenza luminosa, ecco, questo, faccio fatica a crederlo, naturale, a meno che non gli si voglia attribuire qualche significato che ancora non si è rivelato.
Quanto alla storia dei capitoli e della loro struttura più o meno musicale, aspetto notizie da @Karenina: anche io ho fatto qualche ricerca (ma solo in italiano) senza trovare conferme.
Nabokov diceva di Gogol' che se c'era il rischio di inserire in un suo testo un numero che potesse avere significati o simboli nascosti, il buon Nikolaj Vasil'evič volutamente li aumentava o diminuiva di uno, di modo che la possibile allusione sparisse.
Un secolo e mezzo dopo c'è un romanzo di sette capitoli che porta il titolo di una cantata divisa in sei parti (o meglio, di un ciclo di sei cantate).
Un secolo e mezzo dopo c'è un romanzo di sette capitoli che porta il titolo di una cantata divisa in sei parti (o meglio, di un ciclo di sei cantate).
No, a Nabokov che parla di Gogol' :-)
Quello che intendevo dire è che continua a sembrarmi una forzatura fare un parallelo fra l'opera di Bach e quella di Tunström, non essendo le due opere strutturate allo stesso modo.
Quello che intendevo dire è che continua a sembrarmi una forzatura fare un parallelo fra l'opera di Bach e quella di Tunström, non essendo le due opere strutturate allo stesso modo.

il che può essere un modo di camuffare il significato e/o allusione, oppure di negarlo decisamente. Il dilemma rimane.

Perfettamente d'accordo

Quello che intendevo dire è che continua a sembrarmi una forzatura fare un parallelo fra l'opera di Bach e quella di Tunström, non essendo le due opere strutt..."
No, ma sono assolutamente d'accordo con te!!!
Ho chiesto aiuto all'unica amica che conosco su GR che abbia avanzatissime competenze musicali abbinate a sensibilità letterarie (adesso che mi sovvengo ne ho un altro in mente, ma mi sa che non sia su GR) . attendo fiduciosa
Carloesse wrote: "Personalmente ritengo che vi state agitando di fronte a un falso problema."
:-)
:-)