pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion
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Grande Sertão di João Guimarães Rosa - Vi^ e VII^ quart. - Commenti conclusivi del Gruppo di Lettura

Forse perché ero lettrice molto più ingenua di ora, o forse più semplicemente perché ero rimasta troppo ammaliata e troppo concentrata sulla potenza della scena in cui Riobaldo evoca a gran voce il maligno - avevo giusto da poco letto il Faustus di Mann - fatto sta che non avevo sospettato nulla. Ora, alla seconda/terza lettura, mi sono meglio resa conto che l'autore ha volutamente disseminato qua e là piccoli indizi sufficienti ad instillare il dubbio nel lettore attento. Proprio come sta accadendo di là, nell'altro thread, a @SuferRosa. E allora, anche dopo la terza lettura, confermo il mio giudizio positivo sul libro, si vede ancora meglio che l'autore ha lavorato davvero bene nella costruzione dell'opera.
Anche riguardo al "Vossignoria", in molti avevano già indovinato dall'inizio: è solo un visitatore, uno straniero di passaggio presso la tenuta del vecchio Riobaldo, dunque un interlocutore sconosciuto in cui il lettore può immedesimarsi al 100%. Ad ulteriore conferma di ciò, Guimarães Rosa utilizza lo stesso identico espediente anche nel suo brevissimo ma intensissimo "Mio zio il giaguaro".
Un'ultima nota: con la rilettura ho anche apprezzato meglio l'andamento sinusoidale della trama con l'alternanza di picchi emotivi e cali di tensione che è troppo precisa per non essere voluta. Se si potesse trasferire questo andamento in un grafico, forse dimostrerebbe ulteriori chiavi di lettura. Ovviamente, questa cosa può non piacere, è evidente che in qualcuno ha suscitato noia e/o irritazione. E' il bello della letteratura, si prova un autore nuovo e si impara qualcosa comunque.

Per me, Diadorim è una donna dall'inizio, quindi, nonostante fosse la prima lettura, ho notato tutti gli indizi lasciati dall'autore: la macchia di sangue, i lavaggi notturni in solitaria, la reazione feroce quando Riobaldo vuole aprire il corpetto, l'uso dell'aggettivo "effemminato", riferito a Diadorim e usato almeno una volta e naturalmente, l'evidentissima gelosia. C'è addidittura una scena in cui Diadorim gli rinfaccia TUTTE le relazioni mercenarie e non, da perfetta fidanzatina.
Ho notato anch'io l'andamento altalenante del racconto. Le fasi "noiose" sono spesso momenti di calma piatta, in cui Riobaldo si abbandona a riflessioni, spesso avvitandosi nei suoi pensieri, contraddicendosi, incartandosi. La lingua si fa ermetica, volutamente (IMHO) perché il pensiero stesso non è chiaro. Guimaraes Rosa ha la tendenza a sostenere e incoraggiare l'ascoltatore (e il lettore), in questi momenti, promettendo e anticipando momenti più drammatici.
Il romanzo mi sta piacendo tantissimo.

Per me, Diadorim è una donna dall'inizio, quindi, nonostante foss..."
Come ferrigno sapevo fin dall'inizio la vera natura di Diadorim e quindi ho colto tutti gli indizi disseminati qui e là ( io mi diverto di più così, a notare gli indizi perché so già cosa cercare: sono una giallista altamente imperfetta...).
Però, a libro finito, mi manca ugualmente una spiegazione per la scelta di Diadorim; non l'ho capita io o la spiegazione non c'è? Possibile che una scelta così estrema e mantenuta con tanta ostinazione, non abbia un motivo forte alle spalle che meriti di essere esplicitato? Se Guimaraes crede di cavarsela dicendo al lettore, Pensa un po' quel che ti pare e trovati una spiegazione, mi pare una carognata ;-)


Nuntio vobis che ho terminato la lettura: il romanzo è sicuramente ottimo, anche se personalmente non mi ha entusiasmato, e in più occasioni mi ha annoiato. Il ritmo in effetti, come ha notato @Malacorda, è piuttosto altalenante. E' sicuramente scritto con grande maestria e abilità, l'uso del linguaggio è interessante e non banale, il controllo del flusso narrativo non sfugge mai di mano all'autore: in definitiva quel che non mi ha preso è stata proprio la storia. Sono però contenta di averlo letto.
Aggiungo che, se il romanzo in sé non mi ha pienamente convinto, sono invece molto soddisfatta dell'esperienza del GdL, che è stata per me nuova: è molto interessante e anche divertente condividere in questo modo le tappe di lettura di un'opera. Mi è molto piaciuto e parteciperò ancora! :)

Cato, però così spostiamo solo il problema, ovvero: e perché voleva essere jagunço? Si voleva vendicare? Perché era così importante vendicarsi? Ecc ecc
Ps metto le mani avanti e vi avviso di non essere molto smart nelle spiegazioni; ho visto La ragazza nella nebbia e me lo ha dovuto spiegare un'amica che aveva letto il libro, perché le mie deduzioni post film erano del tutto parziali. Quindi aspetto lumi dai più ingegnosi

Diffido molto dei "messaggi" nei libri e non credo che G.R. abbia voluto lasciarcene alcuno.
Invece Cristina, per rispondere alla tua domanda: mi pare che quello che si è evinto dalle spiegazioni del protagonista è che la vita da jacunço è una spirale che ti attira anche contro il tuo volere e da cui è molto difficile uscire. In più Diadorim è figlia di jacunço (dimostra di avere del fegato sin da bambina, tra l'altro) non mi pare così strano che volesse fare quella vita.
Invece Cristina, per rispondere alla tua domanda: mi pare che quello che si è evinto dalle spiegazioni del protagonista è che la vita da jacunço è una spirale che ti attira anche contro il tuo volere e da cui è molto difficile uscire. In più Diadorim è figlia di jacunço (dimostra di avere del fegato sin da bambina, tra l'altro) non mi pare così strano che volesse fare quella vita.




il tuo esempio personale mi ha convinto, l'animo umano aspira alle cose più impossibili...;-)
Comunque, scherzi a parte, d'accordo posso accettare il "perché? Perché sì!" , però mi pare un po' tradito il patto col lettore. Perché Emma Bovary voleva cornificare il marito? Mah, vai a sapere... Perché Achab voleva uccidere Moby Dick? Gli girava così . Ci si affloscia buona parte della narrativa...
A meno che, ricollegandomi a quello che diceva Siti, questa frettolosa scoperta non miri a "riabilitare" Riobaldo che quindi non ha amato un uomo ma una donna, la sua virilità è quindi salva. Non sarà mica un finale appiccicato lì per non scandalizzare e riconfermare che il jagunço è un vero uomo...?


Le mie sensazioni sono come quelle di @trovateOrtensia e @flaminia: riconosco la bellezza della lingua e il valore del libro ma la storia mi ha preso fino a un certo punto. E quei maledetti "Sor" mi hanno ucciso tutta la ritmica e la poesia delle pagine.


Come già dicevo prima, la mia chiave di lettura è parecchio influenzata dal Faustus di Mann: nel romanzo di Mann il diavolo dice a Leverkuhn "tu mi puoi vedere solo perché sei pazzo, ma ciò non significa che io non esista"; qui invece Guimarães Rosa ha messo in campo una interessante variante del patto tra uomo e maligno, dove il secondo non si presenta per nulla, ma il fatto che non si sia presentato rende forse il patto meno valido? Per me è da rabbrividire il passaggio dove Riobaldo riflette "Ho venduto la mia anima a chi non esiste? e non è forse peggio?". E la morte di Diadorim nella storia di Guimarães Rosa è in tutto e per tutto assimilabile alla morte del piccolo Nepomuk in Thomas Mann.
Il tema del libro, a mio avviso, è l'imparare a vivere e trovare la propria strada. Riobaldo, per sua stessa ammissione, è uno indeciso, uno che più volte è fuggito, e per una volta che ha voluto agire in maniera più netta, s'è allargato troppo: "cercar di trovare quel cammino certo, io volli, feci del mio meglio; solo che esagerai, o cercai sbagliato."

Lo dico come debolezza narrativa, non nel senso che ne dubito ora; però l'autore è stato incerto o poco incisivo nel raccontarlo, altrimenti non avremmo avuto tanti dubbi.
Emmapeel, col nostro sentire attuale capisco che stare a casa a fare i merletti è più snervante che fare il jagunço, però se contestualizzi ci deve essere un motivo più forte per rompere quella tradizione.
La vendetta può essere questo motivo però, e riprendo l'osservazione iniziale, era un tema narrativo che secondo me andava sviluppato meglio.
Un Dickens ci avrebbe scritto le ultime trenta pagine con la spiegazione minuziosa di tutti i passaggi... sì, lo so, non è Dickens e molti di voi lo preferiscono a Dickens, ma era così, tanto per dire ;-)
Difatti il non aver fatto alla Dickens me lo rende molto, molto, molto, mooooooolto, più appetibile.

Sì, dopo essere stata vittima del suo fascino, avrei voluto saperne di più, e mi aspettavo di più. Invece, alla fine, rimane un personaggio marginale in funzione della crescita personale di Riobaldo. Questo mi ha deluso.
Per il resto, nel corso della lettura ho sottolineato pagine e pagine. Una prosa piena di lirismo che mi ha catturato sin dall'inizio. È stato come restare in contemplazione davanti ad un enorme dipinto, con i colori dell'impressionismo e le luci e le ombre di un Caravaggio. Per me un capolavoro.

Difatti non sopporto né Dickens né il natale, con l'ipocrita felicità del primo e l'ipocrita felicità del secondo.

Leggerlo a Natale è un cliché su cui scherzavo, però è vero che i suoi finali invariabilmente risolutori ci stanno bene con la ipocrita felicità di cui parla Catoblepa; ma per quanto mi riguarda, col passare degli anni questa ipocrita felicità mi appare sempre più come un desiderio di illusione verso cui provo indulgenza e non più la stizza di prima.

[che figata GR - di fianco ai vs nomi mette anche le stelle che gli avete dato, se lo avete aggiunto, etc.]

cioè dove...? Aiutami a scoprire le meraviglie di GR...
cristina wrote: "Tittirossa wrote: "[che figata GR - di fianco ai vs nomi mette anche le stelle che gli avete dato, se lo avete aggiunto, etc.]"
cioè dove...? Aiutami a scoprire le meraviglie di GR..."
message 28: by cristina (new) - rated it 4 stars
cioè dove...? Aiutami a scoprire le meraviglie di GR..."
message 28: by cristina (new) - rated it 4 stars

Grande Goodreadsão

cioè dove...? Aiutami a scoprire le meraviglie di GR..."
Grazie, finalmente ho visto anche io...!

Quanto al libro: grandissimo! 5 stelle (anche se le devo ancora mettere)

Quanto alle spiegazioni, fornite o mancate, mi trovo in linea con malacorda, ferrigno, catopleba,...
Quante donne in passato, per affermarsi (in un mondo maschiocentrico) hanno nascosto la loro identità sotto vesti maschili? Perchè dovrebbe apparire strano che una ragazzina, figlia di riverito capo-jagunco, non aspirasse a emulare la figura del padre (non dimentichiamoci oltre a tutto che fin dall'inizio confessa a Riobaldo di non avere mai conosciuto sua madre che la lasciò orfana), suo unico riferimento?
E perchè non avrebbe dovuto sacrificare tutto, anche se stessa (o almeno rimandare tutto) fino al momento della definitiva vendetta sul tradimento e l'uccisione di questo padre, da lei venerato sin dall'infanzia?
E' proprio Diadorim l'eroe epico (o eroina epica) di questa storia, così come ammette Riobaldo al termine della sua lunga confessione a noi lettori (per il tramite di Vossignoria, l'uditore muto di questo fiume di parole).

Quello che ne viene fuori è un grande affresco, che aiuta , forse, anche a comprendere meglio il sudamerica, la sua natura ricca e selvaggia, l'assefuazione del suo popolo al subire da sempre il potere dei più forti, dei più ricchi. dei più prepotenti, siano essi politici corrotti, eserciti (regolari o no) al loro servizio, fazenderos latifondisti, banditi e bande banditesche spesso al loro servizio, trascinate a volte da leader capaci di imporsi per la forza o talvolta per qualche più alto ideale, e spesso seguaci comunque di un qualche "codiced'onore"...

Quanto alle spiegazioni, fornite o mancate, mi trovo in linea con malacorda, ferrigno, catopleba,...
Q..."
io non dico che la scelta di Diadorim non sia credibile, criticavo solo la strana reticenza dell'autore o della voce narrante ad entrare nello specifico, a farne materia di narrazione come ha fatto per altri argomenti.
Mi sono permessa l'orrido connubio pasta e fagioli-fragole solo perché Dickens è il maestro delle spiegazioni e delle agnizioni finali. Lo citavo come autore che avrebbe svolto il tema all'estremo opposto, impiegando pagine su pagine per spiegare tutto il non svelato fino ad allora

Ma lo sai che in effetti hai ragione? Se il punto è il mancato sviluppo del personaggio concordo. La questione non è semplicemente "giustificare in qualche modo la scelta di Diadorim" ma creare un personaggio a tutto tondo, come l'autore ha fatto con Riobaldo. Probabilmente la forma del racconto in prima persona è limitante.

Personalmente l'espediente di un Diadorim femmina mi ha deluso molto: ho trovato che fosse la soluzione più scontata. E' anche vero che l'ho scoperto quasi subito, grazie al micidiale spoilerone che ho trovato su internet :(

In diversi momenti Riobaldo vorrebbe disertare e trascinare con sè Diadirim, ma è proprio lui-lei a impedirlo, perchè per lei la piena esperienza di vita da jagunco e il compito di vendicare il padre vengono prima ancora del realizzare il suo desiderio di amore. Guimaraes-Rosa non può dirci altro perchè Riobaldo non può raccontarci altro.
Entrare più profondamente nell'identità di Maria-Diadorina avrebbe avrebbe voluto dire scrivere un altro libro, del tutto diverso, di cui forse non sarebbe stato neanche capace.
Forse Diadorina stessa è incapace anch'essa di realizzarsi in un ruolo più propriamente femminile perchè le manca sin dall'infanzia una figura di donna a cui ispirarsi, ma in fondo resta solo al lettore la possibilità di immaginare la psicologia più profonda di questo personaggio, che qui , lo ripeto, è in fondo il vero eroe o l'eroina della storia, di cui Riobaldo si accorge solo alla fine.
E a me va bene così...
Carloesse wrote: "Guimaraes-Rosa non può dirci altro perchè Riobaldo non può raccontarci altro.
Entrare più profondamente nell'identità di Maria-Diadorina avrebbe avrebbe voluto dire scrivere un altro libro, del tutto diverso, di cui forse non sarebbe stato neanche capace.
Forse Diadorina stessa è incapace anch'essa di realizzarsi in un ruolo più propriamente femminile perchè le manca sin dall'infanzia una figura di donna..."
Sarebbe interessante avere la visione di Marina Diadorina, visto che la sua decisione di indossare panni maschili non è tardiva, ma fin da bambina si vestiva con panni maschili. E militava tra i jacuncos ben prima di avere un motivo di affetto-onore, ovvero vendicare l'uccisione del padre.
Entrare più profondamente nell'identità di Maria-Diadorina avrebbe avrebbe voluto dire scrivere un altro libro, del tutto diverso, di cui forse non sarebbe stato neanche capace.
Forse Diadorina stessa è incapace anch'essa di realizzarsi in un ruolo più propriamente femminile perchè le manca sin dall'infanzia una figura di donna..."
Sarebbe interessante avere la visione di Marina Diadorina, visto che la sua decisione di indossare panni maschili non è tardiva, ma fin da bambina si vestiva con panni maschili. E militava tra i jacuncos ben prima di avere un motivo di affetto-onore, ovvero vendicare l'uccisione del padre.

Da piccolo avevo una cuginetta, sorella di quattro maschi più grandi e cugina di altri due (uno ero io) che per non sentirsi esclusa e giocare con noi voleva essere un cow-boy come noi, rifiutava le bambole e voleva pistole e fucili....
Poi grazie a dio crebbe un pochino e forse anche a scuola imparò ad ambientarsi con nuove compagne di giochi. Forse a Diadorim sono mancate queste esperienze successive.

Ci sono insomma alcuni sentieri a fondo chiuso che partono dalla strada principale, cioè dalla trama centrale del libro e il lettore deve rinunciare a percorrerli.
trovateOrtensia wrote: "In effetti anche il Vossignoria cui si rivolge dall'inizio alla fine non entra in alcun modo a modificare la trama, non è un vero interlocutore ma una semplice variante del genere del monologo interiore."
Non è una vera e propria variante, perché il Vossignoria, sebbene del tutto inutile per la vicenda narrata, è perfettamente funzionale alla sua narrazione.
Dovendo raccontare a qualcun altro Riobaldo deve per necessità (e con fatica) mettere un po' di ordine a quanto sta dicendo. Con un vero monologo interiore sarebbe partito per la tangente (molto più di quanto in effetti faccia) e il romanzo sarebbe stato molto diverso. Quantomeno se il monologo interiore voleva essere credibile.
Probabilmente questo è il vero motivo della presenza del misterioso interlocutore, cioè evitare di dover ricorrere a un flusso di coscienza che avrebbe reso meno godibile (e, magari, meno stilisticamente affine all'autore) l'opera.
Non è una vera e propria variante, perché il Vossignoria, sebbene del tutto inutile per la vicenda narrata, è perfettamente funzionale alla sua narrazione.
Dovendo raccontare a qualcun altro Riobaldo deve per necessità (e con fatica) mettere un po' di ordine a quanto sta dicendo. Con un vero monologo interiore sarebbe partito per la tangente (molto più di quanto in effetti faccia) e il romanzo sarebbe stato molto diverso. Quantomeno se il monologo interiore voleva essere credibile.
Probabilmente questo è il vero motivo della presenza del misterioso interlocutore, cioè evitare di dover ricorrere a un flusso di coscienza che avrebbe reso meno godibile (e, magari, meno stilisticamente affine all'autore) l'opera.

Sì, “variante” non è la definizione esatta. Non è un monologo interiore, nel senso più immediato che può venire in mente (Joyce, per esempio), ma Vossignoria è secondo me una figura sostanzialmente inutile alla narrazione, se non forse per creare una sorta di aspettativa nel lettore. E infatti parecchi di noi hanno fatto molte ipotesi su chi potesse essere. E alla fine non è nessuno, e questo non mi convince. Io sono della scuola secondo la quale se nella prima pagina c’è un chiodo alla fine qualcuno ci si dovrebbe impiccare...

Non credo da sola avrei portato a termine questa lettura, sia pur bellissima e del tutto originale, ma con il difetto, a mio parere, di essere ciclicamente ripetitiva in quanto al susseguirsi degli eventi prevedibili nella loro modalità di verificarsi: (alleanze, preparazione agli assalti, assalti, cambio di alleanze, ricambio al potere, spostamenti, pausa, accampamento etc ) mai però prevedibili nei loro esiti quelli sì esiti sempre assolutamente spiazzanti vedi dopo il processo di Ze Bebelo il suo allontanamento volontario e permesso , o il cambio di prospettiva repentino a tre quarti dalla fine, di Riobaldo dopo l’appuntamento al crocicchio con un Diavolo che si è presentato o non si è presentato? Io protenderei per la prima ipotesi anzi per la verità un cambiamento così radicale di un uomo che fino a quel momento era un jacuncos a metà, incompleto mai pienamente convinto di esserlo fino in fondo e allergico al potere non può che essere giustificato dall’essere stato posseduto dal demonio (concordo con Malacorda che il Diavolo ha parte molto influente in tutto il romanzo), Riobaldo diventa anche di una malvagità gratuita, come nell’episodio in cui sta per uccidere il cane che abbaia poi decide per il cavallo e poi per il suo cavaliere, quasi solo per il gusto di farlo e si trattiene poi a stento.
E l’esorcismo che lo farà ritornare in sé sarà il vedere il corpo nudo e sfregiato a morte di Diadorim.
Diadorim... guerriero femmina mi ha ricordato moltissimo la Bradamante di Ariosto.
Su Vossignoria, è uno strumento stilistico usato dall’autore, che all'inizio cattura tutta l’attenzione del lettore magari distogliendolo da aspetti più importanti gli si conferisce molta più importanza di quella che alla fine Vossignoria avrà nell’economia della storia.

Trovo il parere anche di Catoblepa del tutto convincente. E la soluzione molto efficace. E non è il primo nè sarà l'ultimo caso in cui ci si imbatte nell'utilizzo di questa soluzione narrativa.
Su quel chiodo non è necessario che ci si impicchi qualcuno: su quel chiodo verrà appeso il quadro finale, una volta che l'artista avrà finito il dipinto (che poi ti potrà piacere o meno, ma questo è un altro discorso).

;-))"
Sor Carlitos come osa contraddire una donzella armata!?
Bang e poi bang!
:)


E anch'io devo ringraziare il gdl, benché non sia una lettrice disciplinata: l'inizio non mi era piaciuto affatto, e senza il pungolo dei commenti non so se avrei completato la lettura. E avrei fatto male perché ci sono tanti momenti bellissimi e delle descrizioni fulminanti proprio grazie agli accostamenti "sbagliati" delle parole.
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A tutti coloro che sono ancora per strada: attenzione, questo thread è uno spoiler gigante!