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La lettura deve essere inutile?
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Quale tipo di lettura è inutile? Non certo quella di un saggio su una materia che voglio approfondire... ma la narrativa, secondo me, sì: come tutta l'arte, è inutile, ma necessaria.
Non so se la riflessione è partita da un pezzo in radio sui segnali dell'intelligenza vera di ieri mattina, ma tra i cinque c'era anche la lettura "inutile", nel senso di non finalizzata ad acquisire conoscenze professionali o accademiche, ma scelta per piacere e per il gusto di leggere.
Che è il motivo per cui di solito non si inseriscono libri letti per lavoro o per l'università (se richiesti dai programmi accademici) nelle statistiche della lettura per valutare se si è lettori forti o no.
Che è il motivo per cui di solito non si inseriscono libri letti per lavoro o per l'università (se richiesti dai programmi accademici) nelle statistiche della lettura per valutare se si è lettori forti o no.


Vediamo a cosa serve leggere:
1) Tiene allenato il cervello e rallenta l'invecchiamento.
2) Favorisce l'empatia.
3) Accresce la nostra cultura personale e il bagaglio lessicale.
4) Ci fa svagare con la mente.
Devo continuare ;-) ?
Perdonatemi, però è impossibile che la lettura sia del tutto inutile. Anche leggendo Topolino si fa quantomeno pratica di lingua italiana e di comprensione di segni (lettere e disegni). In un paese dove la metà delle persone non è in grado di capire un testo scritto non è roba da poco.


Posto che io non sono tanto convinta che la metà delle persone non sia in grado di capire un testo scritto (se così fosse, come si spiega la straordinaria capacità di comprensione che anche i più illetterati dimostrano quando si tratta di contratti d'affitto, contratti di lavoro e altri documenti dal fondamentale interesse monetario?) personalmente credo che la lettura possa essere utile inutile o dannosa. Tutto dipende dalle letture, dai lettori e da che cosa si intende per "utilità". Per me ad esempio è utile avere sottomano L'idiota quando mi sveglio di notte in preda alle preoccupazioni: leggo un capitolo e mi riaddormento. Altri potrebbero obiettare che meglio sarebbe se prendessi un sonnifero e dormissi le sette ore canoniche ovvero se approfittassi della veglia per prendere importanti decisioni. Altri ancora direbbero che immergersi negli interrogativi esistenziali di Dostoevski non è il modo migliore per affrontare le emergenze quotidiane della vita odierna, dove idee come "popolo" o "spiritualità" hanno un significato completamente diverso da quello che avevano nella Russia ottocentesca.
@Bruna: purtroppo invece è verissimo, siamo sul 47% di analfabetismo funzionale (dati Ocse). http://www.tpi.it/mondo/italia/analfa...
Per il resto sono perfettamente d'accordo con chi dice che non esiste una lettura davvero inutile, se per inutile si intende priva di utilutà pratica. Anche solo scollegarsi dal mondo per quelle due ore la sera mi pare tutto fuorché inutile.
Per il resto sono perfettamente d'accordo con chi dice che non esiste una lettura davvero inutile, se per inutile si intende priva di utilutà pratica. Anche solo scollegarsi dal mondo per quelle due ore la sera mi pare tutto fuorché inutile.
Bruna wrote: "Roberta wrote: "Perdonatemi, però è impossibile che la lettura sia del tutto inutile. Anche leggendo Topolino si fa quantomeno pratica di lingua italiana e di comprensione di segni (lettere e diseg..."
Bruna, non sono così d'accordo con "la straordinaria capacità di comprensione che anche i più illetterati dimostrano quando si tratta di contratti d'affitto, contratti di lavoro e altri documenti dal fondamentale interesse monetario". Vedo quotidianamente gente che, messa davanti al nero su bianco, strillano e contestano perchè loro avevano capito un'altra cosa e non si erano preoccupati di leggere quello che han firmato.
Bruna, non sono così d'accordo con "la straordinaria capacità di comprensione che anche i più illetterati dimostrano quando si tratta di contratti d'affitto, contratti di lavoro e altri documenti dal fondamentale interesse monetario". Vedo quotidianamente gente che, messa davanti al nero su bianco, strillano e contestano perchè loro avevano capito un'altra cosa e non si erano preoccupati di leggere quello che han firmato.

Per raggiungere quale scopo deve essere inutile?
O, se è utile non può essere definita lettura?
Shardangood wrote: "Non ho capito bene l'argomento, in che senso "deve essere" inutile?
Per raggiungere quale scopo deve essere inutile?
O, se è utile non può essere definita lettura?"
Bisognerebbe avere la fonte di chi ha dichiarato che la lettura deve essere inutile. Secondo me è un punto di vista in parte anche condivisibile. Leggiamo fondamentalmente per piacere o per acquisire informazioni/conoscenza.
Nel leggere il sussidiario scolastico o il tomo del professorone universitario la percezione è tutta utilitaristica: dobbiamo studiare qualcosa al fine dell'interrogazione o dell'esame. Nel leggere un romanzo ma ancora di più generi come i gialli o le graphic novel la percezione prevalente è tutta spostata verso il semplice piacere personale. Non tutti sanno che ci sono autori come Joe Sacco i cui "disegnini" sono veri e propri reportage dalla storia recente.
Questa divisione è sottolineata tanto anche da chi insegna lingue straniere. Il bambino all'inizio delle elementari legge per imparare a leggere, non per acquisire informazioni. Solo successivamente si passa alla lettura come medium per apprendere cose. Pare che gli adulti che si accostano a una lingua straniera puntino subito a leggere per comprendere il significato quando sarebbe meglio limitarsi a leggere per riconoscere le parole. Se mi ricordo stasera vi posto anche l'estratto dal libro che sto leggendo al riguardo.
Per raggiungere quale scopo deve essere inutile?
O, se è utile non può essere definita lettura?"
Bisognerebbe avere la fonte di chi ha dichiarato che la lettura deve essere inutile. Secondo me è un punto di vista in parte anche condivisibile. Leggiamo fondamentalmente per piacere o per acquisire informazioni/conoscenza.
Nel leggere il sussidiario scolastico o il tomo del professorone universitario la percezione è tutta utilitaristica: dobbiamo studiare qualcosa al fine dell'interrogazione o dell'esame. Nel leggere un romanzo ma ancora di più generi come i gialli o le graphic novel la percezione prevalente è tutta spostata verso il semplice piacere personale. Non tutti sanno che ci sono autori come Joe Sacco i cui "disegnini" sono veri e propri reportage dalla storia recente.
Questa divisione è sottolineata tanto anche da chi insegna lingue straniere. Il bambino all'inizio delle elementari legge per imparare a leggere, non per acquisire informazioni. Solo successivamente si passa alla lettura come medium per apprendere cose. Pare che gli adulti che si accostano a una lingua straniera puntino subito a leggere per comprendere il significato quando sarebbe meglio limitarsi a leggere per riconoscere le parole. Se mi ricordo stasera vi posto anche l'estratto dal libro che sto leggendo al riguardo.



Tutte le azioni non vitali potrebbero essere definite inutili...
come però in qualsiasi momento ogni cosa può essere utile per ognuno di noi...
ma io penso che la definizione di inutile in quel contesto è sinonimo di "fine a se stessa", ogni romanzo di intrattenimento può essere visto in questo senso inutile, perchè appunto l'unico scopo che ha(e paradossalmente già il fatto che ha uno scopo lo rende non inutile) è quello di intrattenere....
quindi in definitiva il termine è posto sul limite del suo stesso significato e quindi lo vedete come un affronto, sostituite "inutile" con "fine a se stessa" ed avete risolto la questione.




Perchè se è vero che la lettura (si presume di libri) è inutile, allora gli scrittori sono tutti pazzi.
L'unico esempio di lettura inutile è leggere qualcosa che non si capisce (un libro in lingua straniera, equazioni molto complicate, uno spartito...), ma anche in questo caso avrei dei dubbi.
Deve? No
Può? Sì


P.S.@Stefano
Veramente, anche leggere un libro in lingua può servire se stiamo cercando di imparare quella lingua! ^_^

Quoto in pieno Valentina, la lettura ha davvero tante utilità, ma probabilmente non era questa la domanda.
Mi sembra ci si stia chiedendo se la lettura debba avere un qualche "secondo fine" oltre al puro intrattenimento. Ho capito male? Se la domanda è questa credo non necessariamente. Un romanzo può farmi riflettere, darmi una nuova prospettiva sulla realtà, insegnarmi qualcosa (per esempio un romanzo storico mi può insegnare qualcosa su un'altra epoca) ecc ma non è certo necessario che lo faccia.
Poi, va beh, anche fornire intrattenimento è un'utilità in un certo senso.



Inoltre non capisco, pensando al punto focale e originario, perché la lettura debba essere necessariamente, su tutti i fronti, inutile perché abbia una qualche valenza vera (mi sembra che ci sia persino un certo snobismo in questo). Sia nello studio che nelle letture libere leggo per la mia formazione personale, che include di certo una conoscenza più approfondita di un autore, di una corrente o di un paese, e non mi sembra di certo il segno di una lettura meno inautentica di altri.
Per me esistono "letture inutili", ma partono da un atteggiamento di chi legge di mancata apertura verso le tematiche del libro, ovvero quando si legge e non si ragiona, giudicando in modo frettoloso. Se l'atteggiamento è attento, anche un libro di scarso pregio, ma molto popolare, può essere fruttuoso perlomeno per capire cosa piaccia alla gente, e (pensando a diversi young adult di tendenza) se eventualmente nascondono dei messaggi sbagliati e che ruolo abbiano nella vita sociale di oggi.
Se tenere gli occhi aperti è segno di un qualche fine "sin troppo utile", allora che dire, mi dissocio proprio dal punto di partenza.
Se leggo e ho un qualche interesse accademico o simile allo stesso tempo non annullo di certo la passione nella mia lettura..


Ciao! In realtà no ... ma che bella coincidenza! Qualche settimana fa, la scuola materna dove va la più grande delle due nostre figlie ha organizzato una serata di incontro con una "libraria" della nostra città (nello specifico, Alessia Napolitano, della libreria La Radice). L'incontro è stato molto interessante, ma non entro nei dettagli. E' stata lei a proporre la frase provocatoria che ho riportato nel thread. Non tanto paragonandola all'arte, quanto piuttosto facendo un parallelo con le aspettative che abbiamo quando, la sera, scegliamo di guardarci un film. Suggerisce che quasi mai ci avviciniamo ad un film aspettandoci che ci innalzi a chissà quale livello e propone che anche la lettura possa essere affrontata con lo stesso spirito. Principalmente come passatempo piacevole e di cui godere. Ha anche detto chi è che ha formulato per primo questo concetto ... ma ho scordato il nome dell'autore ... Buona giornata a tutti!



Fatta questa premessa ... eccovi il mio spunto per una riflessione leggera.
Ho sentito dire, di recente, che la lettura deve essere, in primo luogo, inutile.
Dopo l'ovvio senso di provocazione, ho provato a ragionarci sopra. Voi cosa ne pensate?
Buona giornata a tutti!