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by
Monica
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rated it 4 stars
May 15, 2013 10:34AM

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Devero wrote: "Certo che Cline si è documentato bene, perché non credo che certe cose le abbia vissute."
Parli neanche fossi Noè. o il Bepa.
Parli neanche fossi Noè. o il Bepa.

Io aspetto un attimo a finirlo. Volevo tirarlo fino a venerdì, in modo da avere il tempo di aggiornare le note varie e poi rivederle nel we nei momenti liberi dal lavoro.
Devero wrote: "Terminato ieri sera.
E buttato giù qualche appunto di riflessione.
Chi manca all'appello?"
Io. Sono infognata con un altro GdL, ma tra trasloco e ospiti ho avuto poco tempo. Cerco di mettermi in pari al più presto.
E buttato giù qualche appunto di riflessione.
Chi manca all'appello?"
Io. Sono infognata con un altro GdL, ma tra trasloco e ospiti ho avuto poco tempo. Cerco di mettermi in pari al più presto.

Sono tutte letture che faccio in solitaria.
A parte 3 volumazzi di fumetti, in parallelo stanno andando 6 tra antologie di racconti e romanzi vari.
Fanno gruppo loro contro di me!

Per ora solo questi due, il problema si porrà a giugno!
Ma non è colpa mia, tengo i libri in wishlist per mesi e poi capita che mi si propongano i loro gdl tutti in una volta. Più i romanzi che mi entusiasmano senza preavviso (come questo). Ahiahiahi!
Prozac wrote: "Lol ma quanti gdl portate avanti contemporaneamente?"
Al massimo due. Ho imparato a mie spese che altrimenti la cosa diventa deleteria, sommandola a letture per recensioni e curiosità del momento.
Solo che questi, per i rallentamenti dovuti al trasloco e agli ospiti, sono andati a sovrapporsi con quelli di aprile. =.=
Al massimo due. Ho imparato a mie spese che altrimenti la cosa diventa deleteria, sommandola a letture per recensioni e curiosità del momento.
Solo che questi, per i rallentamenti dovuti al trasloco e agli ospiti, sono andati a sovrapporsi con quelli di aprile. =.=

Ma ci riuscirò! Anche perchè questo l'ho finito e l'altro abbiamo appuntamento per lunedì con la prima parte!
Il libro dell'altro gdl è Il giardino delle spezie segrete.
Quell'Uomo wrote: "Riemergo dalla mia stessa tomba e partecipo anche io al gruppo di lettura."
Ho sempre amato la necromanzia.
Ho sempre amato la necromanzia.

Vampiro!
Prozac wrote: "Ok l'ho finito. Il turno di notte mi agevola le letture...
Quand'è che si comincia con i commenti in spoiler?"
Non avevo visto. ^^
Subito, direi. Basta segnalare dove si è arrivati, in modo che chi è alla pari o più avanti lii legga, e chi è indietro non corra rischi. ^^
Io ne ho letto un discreto pezzetto oggi: sono arrivata alla prima giornata di scuola (per inciso, ma che figata sono le lezioni così? Non per l'esserci in avatar, ma quello di poter far storia visitando le epoche, geografia i luoghi, biologia il corpo umano... OO) e al racconto della nascita di OASIS. Ho solo avuto un sobbalzo quando Aech parla male di Ladyhawke: il povero ragazzo non capisce 'na mazza di cinema, è ovvio.
Inoltre, voglio dall'inglese all'italiano: mi sono resa conto che in originale mi perdo una marea di riferimenti perchè i titoli a volte non coincidono.
Comunque, (view spoiler)
Quand'è che si comincia con i commenti in spoiler?"
Non avevo visto. ^^
Subito, direi. Basta segnalare dove si è arrivati, in modo che chi è alla pari o più avanti lii legga, e chi è indietro non corra rischi. ^^
Io ne ho letto un discreto pezzetto oggi: sono arrivata alla prima giornata di scuola (per inciso, ma che figata sono le lezioni così? Non per l'esserci in avatar, ma quello di poter far storia visitando le epoche, geografia i luoghi, biologia il corpo umano... OO) e al racconto della nascita di OASIS. Ho solo avuto un sobbalzo quando Aech parla male di Ladyhawke: il povero ragazzo non capisce 'na mazza di cinema, è ovvio.
Inoltre, voglio dall'inglese all'italiano: mi sono resa conto che in originale mi perdo una marea di riferimenti perchè i titoli a volte non coincidono.
Comunque, (view spoiler)

(view spoiler)
@devero: sì, in effetti è così (view spoiler)



Questo già identifica il target del romanzo. In effetti, molti riferimenti sarebbero incomprensibili se non appartenessi alla generazione di Halliday, il vecchio ricco eccentrico magnate, una via di mezzo tra Bill Gates e Steve Jobs, il quale morendo lascia in eredità tutto a chi vincerà la caccia al tesoro da lui organizzata. Tutto vuol dire tutto, ovvero OASIS, la realtà virtuale interattiva alla quale tutto il mondo, quasi gratuitamente, accede.
Il mondo futuro non è un bel posto: una distopia in cui global warming e penuria di carburanti liquidi la fanno da padrone. Un mondo dove la recessione attuale sta ancora proseguendo, ed è globale e non solo europea. Siamo nel 2045.
Il protagonista è un nerd fatto e finito, della peggiore specie. Come scusante ha il suo stereotipato stato di orfano, residente con la zia che lo deruba. Adolescente brufoloso, basso e grassoccio, impacciato con le ragazze che comunque non vede mai se non in OASIS, vittima di bulli a scuola, quando andava a quella reale e non a quella virtuale. In gamba con l’elettronica, in grado di costruirsi il suo rifugio personale in una discarica di auto e furgoni abbandonata, la sua bat-caverna, cosa che per inciso gli salverà la vita quando la cattivissima multinazionale che vuole OASIS tutta per se cercherà di eliminarlo perché non vuole farsi assumere.
Di avventura virtuale in avventura virtuale, con qualche passo nel mondo reale, la storia prosegue abbastanza velocemente. Tra una storia d’amore nascente tra nerd, i cattivissimi che barano per vincere la gara, innumerabili citazioni da vecchi videogiochi (mai stato un fan di questi) film, telefilm, canzoni, non c’è tempo di annoiarsi.
Però è molto stereotipato come romanzo: non solo perché comunque degli avatar di realtà virtuali debbono per forza esserlo, ed i protagonisti rendono bene l’idea dello stereotipo nerd e otaku, con tutta la carica negativa che questi termini comportano. Anche la storia è stereotipata, con tanto di deus ex-machina che aiuta a risolvere le cose per pura bontà quando i protagonisti sono in guai seri, verso la fine del romanzo.
La trama scorre tutto sommato bene, nulla è lasciato al caso, ma i colpi di scena sono un poco telefonati a parte uno, ovvero l’inizio del livello 3. Questo è un bel colpo di scena anche se poi, ad un certo punto, la risoluzione è un poco troppo semplice.
Per essere un romanzo d’esordio non è male.
Prima riflessione: diversi autori di SF hanno ipotizzato un futuro in cui una civiltà intelligente, a volte umana, a volte aliena, si è ritirata a vivere al sicuro nel cyberspazio da loro stessi creato, perdendo ogni contatto o quasi col mondo “reale“ o “esterno“ che dir si voglia. A volte perdendo il corpo, a volte ibernandolo, o come in Matrix, mantenendolo al sicuro in un bozzolo di liquido amniotico. Nessuno però, a quel che ne so, ha mai descritto uno scenario credibile che ponesse le premesse a questo stadio dell’umanità. La fase di transizione, il passaggio da vita interamente reale a vita molto scarsamente reale e le motivazioni che dovrebbero portare svariati milioni di persone a questo stato, non erano ancora state descritte. Cline è il primo a farlo, in modo credibile.
Un’umanità sempre più povera, dove il lavoro manuale vale sempre meno e non è più necessario, in una crisi economica decennale, ha senza dubbio necessità di evadere dalla realtà. E se la realtà virtuale ti garantisce anonimato, accesso gratis, un avatar creato da te stesso a immagine di come vorresti essere, una grande varietà di giochi, non tutti gratuiti, ma comunque a basso prezzo, ecco che davvero in molti vorrebbero non uscire più da questa illusione. Se poi si considera che l’economia e servizi base come la scolarizzazione si sono spostati in massa in questo mondo virtuale, ecco che la cosa diventa credibile. Manca solo il trasferimento dei pattern cerebrali su disco fisso per staccarsi dalla mondanità.
Seconda riflessione: troppi stereotipi, e tutti molto americani. Wade-Parzifal è stereotipato, come il suo migliore amico Aech, la ragazza Art3mis, i due nipponici, la Multinazionale cattivissima che cerca di ucciderlo facendo esplodere l’intera catasta di appartamenti in cui credevano lui si trovasse. Ecco, in particolare ho trovato disturbante questo: la multinazionale è il satana cattivo fascista che vuol dominare il mondo e fare profitto; invece Halliday era una specie di santo anarchico che credeva nella libertà voleva creare un mondo fantastico dove tutti potessero giocare e divertirsi gratuitamente.
Questo mi porta alla terza riflessione: i tratti autobiografici sono molti. Io credo che Halliday sia ciò che Cline vorrebbe diventare, e Wade ciò che invece era. Di certo non si fatica a riconoscere nella foto dell’autore con la sua DeLorean alle spalle l’occhialuto giovane nerd sovrappeso vessato dai bulletti a scuola. D’altra parte anche Og è Cline: è il Cline che non è cresciuto diventando Halliday, che guarda ironicamente all‘insieme. Il Cline che alla fine ha seguito il consiglio di William Shatner, il Capitano James T. Kirk dell’Enterprise: “Get a Life!“

Ma qui è una questione di gusti.

(view spoiler)
Ne parlavamo con Prozzy alla cena: a mio parere è stata un'occasione sprecata.
Ottime le premesse, interessanti alcuni temi (che sono quelli, però, che vengono solo sfiorati), ma alla fin fine è un tipico romanzo YA spoilercon protagonista che all'improvviso diventa figo e capace di tutto. Ghu.
Piacevole per passare qualche ora, ma niente di più.
Ottime le premesse, interessanti alcuni temi (che sono quelli, però, che vengono solo sfiorati), ma alla fin fine è un tipico romanzo YA spoilercon protagonista che all'improvviso diventa figo e capace di tutto. Ghu.
Piacevole per passare qualche ora, ma niente di più.

Io ho saltato a piè pari tutta una serie di descrizioni sulle quest, sorry ma per me erano più scene o da manga o da anime.
E non ho apprezzato alcune risoluzioni che facevano troppo deux ex machina stile "ehi è magia" di Joe Quesada.

Peccato. Io incrocio le dita, la sostanza su cui scrivere c'è e l'autore vorrebbe mandare un messaggio.
(ma di solito io quando spero qualcosa sbaglio mira di brutto -.-' )

Che gli anni 80 erano migliori?
Che la giovinezza è migliore?
Che era uno sfigato brufoloso e sovrappeso che non riusciva a salutare una ragazza?
Ho qualche dubbio che ci sia un messaggio di fondo voluto dall'autore.
Infatti secondo me NON c'è un messaggio.
Scrive un romanzo divertente, che sia attraente e di culto per chi negli ottanta è cresciuto.
Punto.
Quanto ci potrebbe essere di più profondo viene sfiorato e via.
Scrive un romanzo divertente, che sia attraente e di culto per chi negli ottanta è cresciuto.
Punto.
Quanto ci potrebbe essere di più profondo viene sfiorato e via.

Ma non fateci caso. Il paesello mi fa male a me e al mio neurone :D
