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Il processo
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Il processo di Franz Kafka
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Giusto qualche brano alle superiori, ma non m'interessava minimamente.
Credo che Giovanna abbia centrato un punto importante: come tutti, Kafka fu figlio del suo tempo. Quindi le sue opere vanno inserite in quel contesto geografico, storico, culturale.
Pur non avendolo letto sospetto di aver ragione quando affermo che ciò che Kafka scrisse allora era valido giusto allora proprio perché si era in quegli anni: era appena finita la Grande Guerra, di certo molto più insensata di quelle precedenti e di quelle successive, ed il mondo stava cambiando perché stava cambiando la visione che di esso aveva quell'umanità. Oltre alla visione di se stessa.
Erano gli anni della Relatività Generale, della Meccanica Quantistica, della rivincita di Darwin anche grazie alla riscoperta di Mendel. Erano gli anni in cui definitivamente si abbandonava il cavallo per l'automobile, in cui il lavoro di Freud si affermava in modo massivo.
Erano anni come non se ne sono più visti.

Leggendo il libro anche a me è venuto spontaneo il collegamento con Freud (secondo me le soffitte in cui si svolgono le udienze del tribunale rappresentano l'inconscio); ho quindi cercato di documentarmi su un possibile collegamento tra Kafka e Freud ma ho trovato articoli sul web in cui veniva detto che Kafka non condivideva la teoria psicoanalitica e per, tale motivo, ho tolto i riferimenti espliciti che avevo inizialmente scritto nella recensione. Rimango però della mia idea che in questo libro l'influenza della teoria freudiana è molto forte, oppure, Kafka e Freud sono giunti alle stesse conclusioni partendo da presupposti differenti (o in altri termini, come scrivete, erano figli del loro tempo e quindi esposti a influenzamenti reciproci più o meno consapevoli.)

mi hai fatto venire una grande curiosità: ora mi documento :)
Secondo me le teorie di Freud, consciamente o inconsciamente, sono presenti in tutte le opere del suo tempo.
La seconda, a tre stelle, è di Patrizia: