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Never Let Me Go
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Never let me go: I tappa (parte 1, capitoli 1-9)
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Non avendo visto il film e avendo letto solo di sfuggita qualche recensione non mi sono resa conto di cosa volesse dire assistente e donatore fino al capitolo 7, in cui viene svelato apertamente. Praticamente Ishiguro ha fatto esattamente come i tutori: non l'ha mai rivelato apertamente e completamente fino a quel momento, ha solo detto qualche parola, qualche frase in modo che sapessimo/non sapessimo. Come dici tu, Tintaglia, come il cibo per pesci rilasciato nell'acquario a piccole dosi da un timer.
Riguardo all'importanza delle doti artistiche credo che sia perché ufficialmente questi ragazzi non esistono, dunque i loro manufatti servono per barattare qualsiasi merce di cui vogliano entrare in possesso. Però effettivamente non si capisce perché Madame (oddio, non mi ricordo: si chiama così?) selezioni quelli più belli per la Galleria (che idee raccapriccianti mi suscita questo nome; del resto anche i tutori sono restii a nominarla) e perché Miss Lucy dica a Tommy di aver sbagliato a dirgli che non importava.
Quello che mi fa accapponare la pelle è il periodo in cui questo romanzo è ambientato: non si parla di futuro, ma di passato (e presente).
E mi faccio una domanda: perché Kath non è una donatrice ma un'assistente? Al termine del suo incarico, chiamiamolo così, diventerà una donatrice anche lei? Perché dopo i suoi coetanei (in particolare Ruth e Tommy?)
Vado nell'acquario a prendere un'altra dose di cibo per pesci... :P

E i ragazzi stessi da dove vengono? Sappiamo che sono donatori, sappiamo che sono sterili: vengono "prodotti" o semplicemente selezionati in tenera età?
È davvero una bella domanda! Non me l'ero posta e adesso sarei curiosa di saperlo :P
Comunque si... il mondo del libro è davvero agghiacciante, come lo è proprio il concetto. Più che altro perché la cosa ci viene presentata come un dato di fatto e quindi ci troviamo davanti all'indifferenza indiretta di tutte le persone "normali" che si limitano a usufruire del servizio! È così triste :/

La realtà risulta agghiacciante proprio perchè, come ha detto Tintaglia, non viene mai messa in discussione neanche dalle "vittime" del sistema: fare da assistente per poi diventare assistito mi sembra se possibile la tortura più grande: vivere quello che prima o poi sarà la propria esperienza senza uscita; tutti questi anni poi, pure peggio.
E all'inizio Kathy dice che alla fine è stata in grado di scegliere i suoi assistiti tra quelli di Hailsham, deduco quindi che ci fossero altri "collegi" simili ma con regole almeno in parte differenti. Loro si sentono dei "privilegiati"!
Mi ha lasciato perplessa anche a me l'accento sulle capacità artistiche; e la Galleria deve avere qualche altro significato che un'esposizione di manufatti di ragazzini ... Ti fanno scegliere i donatori guardando i loro lavori? Non vedo l'ora di riprendere il libro, ma non prometto di riuscire a metterlo giù alla fine della tappa ....
Apri la terza discussione e risolvi il problema. ;)
Io ammetto che non sono entusiasta come voi: sarà che l'ho già letto (anche se lo ricordo pochissimo), sarà che lo sto leggendo in italiano (e la versione Einaudi, tra congiuntivi che saltano e termini inappropriati, mi sta irritando quanto la prima volta) ma lo trovo straordinariamente poco coinvolgente: non sento empatia con nessuno dei personaggi, e la stessa Kathy racconta con una freddezza e un distacco che trovo disturbanti. I personaggi hanno tutti, tra l'altro, anche da ragazzi dei comportamenti molto controllati, mi pare: tanto che non riesco a vederli come dotati di personalità ben definite, a parte forse un po' Ruth.
Il fatto è che avevo provato la stessa cosa a una prima lettura del romanzo, e che non so quanto attribuire, appunto, alla traduzione; anche se è vero che i narratori giapponesi tendono a una formalità dello stile e delle situazioni molto marcata, almeno nella mia esperienza.
Io ammetto che non sono entusiasta come voi: sarà che l'ho già letto (anche se lo ricordo pochissimo), sarà che lo sto leggendo in italiano (e la versione Einaudi, tra congiuntivi che saltano e termini inappropriati, mi sta irritando quanto la prima volta) ma lo trovo straordinariamente poco coinvolgente: non sento empatia con nessuno dei personaggi, e la stessa Kathy racconta con una freddezza e un distacco che trovo disturbanti. I personaggi hanno tutti, tra l'altro, anche da ragazzi dei comportamenti molto controllati, mi pare: tanto che non riesco a vederli come dotati di personalità ben definite, a parte forse un po' Ruth.
Il fatto è che avevo provato la stessa cosa a una prima lettura del romanzo, e che non so quanto attribuire, appunto, alla traduzione; anche se è vero che i narratori giapponesi tendono a una formalità dello stile e delle situazioni molto marcata, almeno nella mia esperienza.



Concordo al 100% con te!
Un altro appunto (mi era sfuggito quando ho aperto il topic): cosa ne pensate dell'argomento sesso? Come viene presentato dai tutori e vissuto dai ragazzi, e anche reso dallo scrittore?
Io l'ho trovato stranamente innaturale: non sembrano adolescenti incuriositi, e a parte i contatti sessuali (vissuti quasi come obbligatori, a un certo punto della loro esistenza) mi pare che ad Hailsham continui ad esserci una netta separazione fra maschi e femmine; a parte Tommy (e anche là, io la vedo come un'amicizia molto di superficie, più una conoscenza) non vengono mai nominate amicizie intersesso.
Io l'ho trovato stranamente innaturale: non sembrano adolescenti incuriositi, e a parte i contatti sessuali (vissuti quasi come obbligatori, a un certo punto della loro esistenza) mi pare che ad Hailsham continui ad esserci una netta separazione fra maschi e femmine; a parte Tommy (e anche là, io la vedo come un'amicizia molto di superficie, più una conoscenza) non vengono mai nominate amicizie intersesso.

Io l'ho tro..."
Tintaglia: io ho quasi finito la seconda tappa e credo di capirne il motivo... Continuo a trovarlo agghiacciante e estremamente interessante. Forse andrebbe riletto subito dopo averlo finito, per cogliere tutti i dettagli che sono passati inosservati.
Concordo con te, però sui congiuntivi: forse il traduttore non è a conoscenza dell'esistenza di questo modo verbale... :D
Ricordo che quando lessi il romanzo, lo stile dei primi capitoli, così distaccato e freddo, non mi aveva colpito positivamente. Inizia ad avere un senso quando si comincia a capire che cos’è Hailsham, come avete sottolineato anche voi.
Un senso di straniante attesa e silenzio, di emozioni anestetizzate, mi accompagnava nella lettura.
Così come quei ragazzi: da un lato considerati come qualcosa di importante e prezioso, da un altro non erano altro che “cose” da utilizzare.
L’ambientazione temporale è un altro fattore che ho trovato particolarmente “alienante”… A volte sembra un passato recente o il presente, per altri aspetti verrebbe da pensare un futuro prossimo…
Un senso di straniante attesa e silenzio, di emozioni anestetizzate, mi accompagnava nella lettura.
Così come quei ragazzi: da un lato considerati come qualcosa di importante e prezioso, da un altro non erano altro che “cose” da utilizzare.
L’ambientazione temporale è un altro fattore che ho trovato particolarmente “alienante”… A volte sembra un passato recente o il presente, per altri aspetti verrebbe da pensare un futuro prossimo…

Proprio all'inizio del romanzo è indicata: Inghilterra, tardi anni Novanta...
Georgiana wrote: "Proprio all'inizio del romanzo è indicata: Inghilterra, tardi anni Novanta... "
Però io ho la stessa sensazione di Francesca.
E so che è completamente irragionevole, per carità, però...
Però io ho la stessa sensazione di Francesca.
E so che è completamente irragionevole, per carità, però...

Georgiana wrote: "Proprio all'inizio del romanzo è indicata: Inghilterra, tardi anni Novanta...
"
Grazie, non ricordavo fosse specificato. :)
Forse perché è una data che non ho mai "sentito" durante la lettura.
Eppure la vita ad Hailsham induce a mio parere a smemorare ogni reale concezione temporale, quasi tutto fosse immerso in una sorta di eterno presente.
"
Grazie, non ricordavo fosse specificato. :)
Forse perché è una data che non ho mai "sentito" durante la lettura.
Eppure la vita ad Hailsham induce a mio parere a smemorare ogni reale concezione temporale, quasi tutto fosse immerso in una sorta di eterno presente.
@Ylenia: secondo me mezzo e mezzo.
Miss Lucy mi pare in realtà l'unica a preoccuparsi davvero dei ragazzi, e ad avere dei rimorsi di coscienza al pensiero del loro destino; e mi chiedo cosa succeda a piccoli donatori che si ammalano o hanno incidenti tali da danneggiare il loro valore da punto di vista della donazione.
Miss Lucy mi pare in realtà l'unica a preoccuparsi davvero dei ragazzi, e ad avere dei rimorsi di coscienza al pensiero del loro destino; e mi chiedo cosa succeda a piccoli donatori che si ammalano o hanno incidenti tali da danneggiare il loro valore da punto di vista della donazione.

Anch'io vorrei capire perché c'è questo accento sulla creatività e non piuttosto sulla forma fisica, di certo più importante per gli organi, no?! A meno che non trapiantino solo cervelli=.=
Io ho dato per scontato che i ragazzi di Hailsham fossero appositamente creati in laboratorio, non scelti.
Una cosa che mi ha un po' confuso (e che probabilmente è irrilevante): ogni mese ci sono i Baratti, ma il Grande Incanto ogni quanto c'è? A volte da come parlano mi sembra sia una volta l'anno, altre più frequente. I bambini di Hailsham mi stanno tutti abbastanza antipatici se devo essere sincera, a parte Tommy.


Al contrario, secondo me, proprio perché Ishiguro lo ambienta negli anni '90, fa pensare a una realtà distopica molto possibile.
Io ho finito la seconda tappa e ho anche iniziato la terza, quindi non mi esprimo, ma a mio parere sono proprio lo stile distaccato e il razionamento delle informazioni i punti di forza del romanzo. Del resto la storia non è narrata in terza persona, ma in prima da Kathy. Se in altri romanzi il narratore interno coinvolge il lettore, in questo risulta essere più distaccato di un narratore esterno. Perché? Dipenderà dalla natura di Kathy? Dal modo in cui è stata cresciuta?
@Georgiana: io ho terminato il libro, e a mio parere il distacco è dovuto a un'imperizia del narratore, a meno che (view spoiler)


Ma no! E' proprio la sua perizia! Non dimentichiamo come sono stati cresciuti questi ragazzi. Vedi che @LauraT dà ragione a me?
LauraT wrote: "Alle volte capita anche questo Georgie!!!!!"
Occhio che la vizi!
E comunque Francesca dà ragione a me (e anche Yuko, o non le parlo più!).
Occhio che la vizi!
E comunque Francesca dà ragione a me (e anche Yuko, o non le parlo più!).
Tintaglia wrote: "Occhio che la vizi!
E comunque Francesca dà ragione a me (e anche Yuko, o non le parlo più!)."
... fuoco incrociato tipo campagna elettorale! :DDD
E comunque Francesca dà ragione a me (e anche Yuko, o non le parlo più!)."
... fuoco incrociato tipo campagna elettorale! :DDD
Sono tre i ragazzi protagonisti: la stessa Kathy, la volitiva e manipolativa Ruth e Tommy, forse il meno integrato dei tre, e probabile futuro oggetto del contendere fra le due.
Fanno da coro greco decine di ragazzi di ogni età e i tutori, gli insegnanti che governano il piccolo mondo di Hailsham, insieme alle molte piccole e grandi usanze che sono imposte o che si diffondono naturalmente.
Hailsham è un microcosmo, una sorta di acquario rigidamente organizzato, e in cui le informazioni vengono rilasciate con calma, poco a poco, esattamente come il cibo per i pesci; ma stranamente Kathy (la Kathy attuale, che ricorda) non lo trova strano, nè discute quello che ha vissuto, al massimo lo paragona ai ricordi di Tommy e Ruth.
Cosa pensate dell'ambiente di Hailsham, e di coloro che sono chiamati a essere i tutori dei ragazzi?
E i ragazzi stessi da dove vengono? Sappiamo che sono donatori, sappiamo che sono sterili: vengono "prodotti" o semplicemente selezionati in tenera età?
altro dettaglio che mi ha colpito: perchè tanta enfasi sulle doti artistiche, sopratutto dopo che Miss Lucy dice a Tommy di aver sbagliato, tanti anni prima, a dirgli che non importava? Ha a che fare con le donazioni? ma se sì, perchè non mettere l'accento sulla prestanza fisica (Tommy, per dire, è un ottimo atleta).
E sopratutto che pensate della maniera in cui Kathy ripensa al passato e racconta il suo presente?