Roberta > Roberta's Quotes

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  • #1
    Raymond Carver
    “La letteratura, poi, ha questo di bello: che puoi riacciuffarla in un momento qualunque del tuo percorso, che non scade mai, che non abbandona mai davvero le librerie.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #2
    Raymond Carver
    “Però ha certi occhi, disse Bonnie.
    Che hanno gli occhi?
    Sono tristi. Gli occhi più tristi che abbia mai visto in un uomo.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #3
    Raymond Carver
    “Mia moglie ha l'abitudine di raccontarmi i suoi sogni quando si sveglia. Io le porto il caffè e un bicchiere di succo di frutta e mi siedo accanto al letto mentre lei si sveglia e si scosta i capelli dalla faccia. Ha la solita espressione di quando ci si sveglia, ma anche lo sguardo di chi torna da qualche parte.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #4
    Raymond Carver
    “Io non è che sentissi la mancanza dei sogni. Tanto avevo i suoi di sogni su cui riflettere, se proprio mi serviva un'altra vita. E poi avevo una vicina che cantava o canticchiava tutto il giorno. Tutto sommato, potevo ritenermi fortunato.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #5
    Raymond Carver
    “Nick e Joanne guardavano l'incendio tenendosi stretti, ma mentre lei gli accarezzava distrattamente una spalla, Nick fu assalito dalla sensazione familiare, che ogni tanto lo attanagliava, di non sapere bene a cosa lei stesse pensando.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #6
    Raymond Carver
    “È un pezzo ormai che mi manchi. Mi sei mancato tanto che ormai è come se ti fossi perso, non so come spiegarlo. Ti ho perso. Non sei più mio.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #7
    Raymond Carver
    “Quella durata che rende le Piramidi pilastri
    di neve, e tutto il passato un attimo.
    Sir Thomas Brown”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #8
    Raymond Carver
    “Fuori la notte era un enorme sogno estraneo.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #9
    Raymond Carver
    “Quella notte, avvolto nelle coperte, avrebbe ricordato quei pochi minuti di intensa sensazione del tempo che passava, del giorno che finiva.”
    Raymond Carver, Call If You Need Me: The Uncollected Fiction and Other Prose

  • #10
    Richard Yates
    “I grandi libri, come i grandi amici, devono essere condivisi.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #11
    Richard Yates
    “Semplicemente non valeva la pena di prendersela. Le persone intelligenti e sensate dovevano fare buon viso a cattivo gioco di fronte a situazioni del genere, così come facevano con le assurdità ben maggiori rappresentate da impieghi in città mortalmente noiosi e da abitazioni suburbane mortalmente noiose. Le circostanze economiche potevano obbligarti a vivere in un ambiente del genere, ma ciò che contava era non farsi contaminare. L'importante era, sempre, ricordare chi eri.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #12
    Richard Yates
    “L'unica ragione per cui faccio questo stupido lavoro è...be', suppongo che di ragioni ce ne siano un sacco, ma il fatto è che se mi metto a stendere un elenco di tutte le ragioni possibili, l'unico che sono sicurissimo di non poter citare è che questo lavoro mi piaccia, perché non mi piace per niente. E io ho proprio la stramba idea che la gente sta meglio quando fa un lavoro che le piace.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #13
    Richard Yates
    “Oh", esclamò, " l'ha detto. Il disperato vuoto. Cielo, c'è un sacco di gente che la parte del vuoto l'ha capita; laggiù dove lavoravo, sulla costa occidentale, non parlavamo d'altro. Ce ne stavamo seduti a chiacchierare del vuoto per tutta la notte. Ma nessuno ha mai detto disperato, era lì che ci mancava il coraggio. Perché forse ci vuole una certa dose di coraggio per rendersi conto del vuoto, ma ne occorre un bel po' di più per scorgere la disperazione. E secondo me, una volta che si scorge la disperazione, non resta altro da fare che tagliare la corda. Se si può, beninteso".”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #14
    Richard Yates
    “Ma Frank cominciava a sentirsi demoralizzato in un modo che non si poteva attribuire all'abituale tristezza della domenica sera. Quella strana, entusiasmante giornata volgeva al termine, e ora, nella luce morente, egli si rendeva conto che si era trattato soltanto di una temporanea pausa dalla tensione che l'aveva perseguitato per tutta la settimana. Già ne avvertiva il ritorno, a dispetto del senso di sicurezza che gli dava il contatto di April contro la schiena - una terribile, soffocante pesantezza di spirito, il presentimento di un'imminente, inevitabile perdita.
    E a poco a poco si rese conto che anche April provava la stessa sensazione: c'era una certa rigidità nel modo in cui lo stava abbracciando, l'impressione di un certo sforzo per ottenere un effetto di spontaneità, come se lei sapesse che a quel punto era prevista una pressione del viso contro la sua scapola e stesse facendo del suo meglio per soddisfare tutti i requisiti. Se ne stettero a lungo in quella posizione.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #15
    Richard Yates
    “La capacità di misurare e suddividere il tempo ci offre una quasi inesauribile fonte di consolazione. [...]
    "Purtroppo sono occupatissimo fino alla fine del mese", dice il dirigente, appoggiandosi voluttuosamente alla guancia il ricevitore del telefono, mentre sfoglia col pollice l'agenda, e in quel momento i suoi occhi e la sua bocca tradiscono un senso di profonda sicurezza. Le pagine nitide suddivise per giorni e fitte di annotazioni che gli stanno di fronte sono la prova che nulla d'imprevisto, nessuna calamità del caso o del fato possono sorprenderlo da quel momento alla fine del mese. Distruzione e pestilenza sono state tenute a vada, e la stessa morte dovrà aspettare: lui è occupatissimo.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #16
    Richard Yates
    “Aveva vinto, ma non si sentiva vincitore. Era riuscito a raddrizzare il corso della propria esistenza, ma si sentiva più che mai vittima dell'indifferenza del mondo. Non sembrava giusto.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #17
    Richard Yates
    “...oh, mi sono divertita in quegli anni, credo", stava dicendo April. "Me lo ricordo sempre come un periodo felice, stimolante, e ritengo che lo sia stato, eppure", la sua voce non era più monocorde, adesso, "eppure mi pareva ancora...non so".
    "Ti pareva ancora che stessi perdendo il meglio della vita?"
    "In un certo senso, sì. Avevo ancora l'impressione che da qualche parte esistesse tutto un mondo di gente meravigliosa, un mondo altrettanto superiore al mio di quanto lo erano le ragazze dell'ultimo anno, a Rye, quando io facevo la prima media; gente che sapeva ogni cosa per istinto, che dava alla propria esistenza la direzione che più gli garbava senza neppure il minimo sforzo, che non doveva mai far buon viso a cattivo gioco perché gli riusciva sempre tutto alla perfezione la prima volta che ci provava. Una specie di eroici superuomini, tutti belli e spiritosi e calmi e gentili, e mi sono sempre immaginata che, se mi fosse stato dato di scoprirli, subito mi sarei resa conto di appartenere anch'io alla loro razza, di essere una di loro, di essere da sempre destinata a essere una di loro, e che tutto ciò che era accaduto nel frattempo era stato un errore; e anche loro l'avrebbero capito. Ero una specie di brutto anatroccolo tra i cigni, insomma". [...]
    April non aveva davvero voglia di parlare; non con lui, comunque. Tutto quel che voleva era sfogarsi, liberarsi recitando la parte della malinconica e della disillusa, e aveva scelto lui come spettatore.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #18
    Richard Yates
    “Aveva l'aria di un posto dove la gente viveva davvero - un posto in cui il difficile, intricato processo dell'esistenza poteva risolversi a volte in incredibili armonie di felicità e a volte in un disordine quasi tragico, come pure in risibili intermezzi privi di importanza; un posto in cui per tutta un'estate ci si poteva comportare in maniera un po' stramba, in cui ci si poteva sentire soli e frastornati in vari modi, e in cui la situazione poteva sembrare piuttosto grigia di tanto in tanto, ma dove ogni cosa, in ultima analisi, andava a finire bene.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #19
    Richard Yates
    “Se si vuole fare qualcosa di assolutamente onesto, qualcosa di vero, alla fine si scopre sempre che è una cosa che va fatta da soli.”
    Richard Yates, Revolutionary Road

  • #20
    Patrick Ness
    “è questo che vogliono sempre fare, i mostri. Parlare.”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #21
    Patrick Ness
    “Le storie sono creature selvagge e indomite, continuò il mostro. Quando le liberi, chi può sapere quali sconvolgimenti potranno compiere?”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #22
    Patrick Ness
    “Non sempre c'è un buono. Come non c'è sempre un cattivo. La maggior parte delle persone è una via di mezzo fra le due cose.”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #23
    Patrick Ness
    “Le cose della natura sono proprio sbalorditive, vero?" proseguì la madre. "Facciamo tanto per sbarazzarcene e poi alla fine sono proprio loro a salvarci.”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #24
    Patrick Ness
    “E se nessuno ti vede, esisti davvero?”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #25
    Patrick Ness
    “Desideravi solo la fine del dolore, disse il mostro. Il tuo dolore. La conclusione dell'isolamento in cui questo ti aveva rinchiuso. è il più umano fra tutti i desideri.”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #26
    Patrick Ness
    “La mente crede a bugie confortanti, mentre conosce le dolorose verità che rendono necessarie quelle bugie. E la tua mente ti punisce per il fatto che credi contemporaneamente a entrambe le cose. [...]
    La vita non si scrive con le parole. Si scrive con le azioni. Quello che si pensa non conta. La sola cosa importante è ciò che si fa.”
    Patrick Ness, A Monster Calls

  • #27
    Patrick Ness
    “E lui capì che era giunto il momento. Capì che davvero non c'era ritorno. Che sarebbe accaduto, qualunque cosa potesse desiderare, qualunque cosa potesse provare.
    E sapeva anche che l'avrebbe superato.
    Sarebbe stato terribile. Sarebbe stato ben più che terribile.
    Ma sarebbe sopravvissuto.”
    Patrick Ness, A Monster Calls



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