La ragazza nella torre (La Notte dell'Inverno #2)
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Read between December 18 - December 26, 2024
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A non più di un colpo di balestra dalla città, il vento cessò di infuriare e il cielo si schiarì. Guardandosi indietro, Vasja notò che una tempesta di neve, violacea come una ferita, sovrastava la città, proteggendo la sua fuga.
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La vista le si annebbiò ancora di più e desiderò addormentarsi... La creatura le si avvicinò, si chinò su di lei e l’afferrò per le spalle. Le sue mani sembravano più delicate della sua voce. «Vasja» le disse. «Guardami.» Lei provò a farlo, ma l’oscurità la stava avvolgendo. Il suo volto si indurì. «No» le sussurrò all’orecchio. «Non osare.»
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le cose create con la fatica sono più reali di quelle create con il desiderio.»
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«Non l’ho fatto» proseguì. «Non ci riesco. Ogni volta che mi avvicino a lei, il nostro legame si rafforza. Quale creatura immortale ha conosciuto il trascorrere del tempo? Eppure, quando lei mi è vicina, riesco a percepire il passare delle ore.»
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«Se desideri una cosa, significa che non ce l’hai, significa che non credi che sia già lì, e questo vuol dire che non ci sarà mai. Il fuoco è o non è. Ciò che tu chiami magia è solo non lasciare che il mondo sia altro da ciò che vuoi che sia.»
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Vasja spalancò gli occhi cercando di fermare le lacrime e lo guardò incollerita. Cosa avrebbe potuto dirle? Il suo era un dolore che lui non avrebbe potuto capire, essendo una creatura immortale. Ma... «Mi dispiace» disse lui, cogliendola di sorpresa. Lei fece un cenno col capo, deglutì a fatica e disse: «Sono così stanca...» Lui annuì. «Lo so. Ma sei coraggiosa, Vasja.» Esitò un istante, poi si piegò in avanti e la baciò delicatamente sulla bocca.
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In quel trambusto, avrebbe giurato di aver visto un grande cavallo bianco accanto allo stallone baio, il cui cavaliere sembrava impedire alle spade dei nemici di raggiungere la ragazza.
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«Naturalmente. Solo gli sciocchi e gli sprovveduti credono che gli uomini siano i più coraggiosi. Non siamo noi a portare figli in grembo. Ma è una strada pericolosa, quella che state percorrendo tu e tua sorella.»
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Strega. Quella parola gli balenò nella testa casualmente. Chiamiamo in questo modo le donne come lei, perché non abbiamo altri nomi.
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«Sono morti?» domandò. Vasja era ancora turbata dalla lotta nella torre. «Chi?» «Tamara» rispose impaziente il Chyert. «Tamara e Kas’jan. Sono morti?» Vasja si ricompose. «Io... sì. Sì. Come...?» Mezzanotte esclamò tra sé e sé: «Sua madre ne sarà felice.» Molto tempo dopo, Vasja avrebbe rimpianto di non aver compreso il significato di quelle parole, ma in quel momento non ci fece caso.
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«Posso rivelarti un segreto? Con quello zaffiro, lui legò la tua forza alla sua, ma la magia creò qualcosa che lui non si aspettava: lo rese più potente, ma lo avvicinò anche pericolosamente alla mortalità, rendendolo più uomo che demone, e lui cominciò a desiderare la vita.» Polunočnica fece una pausa, osservò Vasja e mormorò crudelmente: «Così si innamorò di te, e non seppe più cosa fare.»
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Solo se stai per morire, le aveva detto. In quel caso, nulla potrebbe fermarmi dal venire da te. Io sono la Morte, e faccio visita a tutti quando muoiono.