Perché si sa, nessuno lo dice esplicitamente, ma è così: il diverso non è e non sarà mai ben accetto. E io ne ho avuto conferma guardandolo negli occhi. Il diverso era lui. Non riuscirei a descriverlo neanche volendolo, aveva l’aria di uno che ha subito il male per troppo tempo. Aveva l’aria di un sopravvissuto al dolore più estremo, diventato immune ed estraneo perfino a se stesso. Lui non era umano, lui apparteneva alle stelle.

