Ti aspetto a Central Park

by Felicia Kingsley

un ladro che ruba per sé merita la prigione, ma arresteresti mai Robin Hood?».

«Ok, frena», la fermo. «Questa me la devi spiegare. Voi donne vi lamentate sempre di quanto gli uomini siano stronzi, che non sono degni della vostra fiducia, ma se il protagonista del romanzo non ha alle spalle una lista di conquiste lunga come la Bibbia non va bene. Perché?». La Wender mi fissa con un sorriso furbo teso sulle labbra. «Davvero non ci arrivi, Underwood?» «Stupiscimi». «La ragione è molto semplice. Come saprai, la prima regola dello sport è che per raggiungere la perfezione ci vuole tanta pratica», risponde sibillina. Ho capito e non aggiungo altro. «E questa regola non vale per le donne?» «Noi impariamo in fretta».

Tra autore e lettore c’è un tacito accordo: tu credi a ciò che io ti racconto e, se continui a leggere, io ti dirò tutto ciò che vuoi sapere.

«Anche se me ne vado, ci sarò sempre, Knight. Ti ho fatto io: sono nei tuoi occhi, mentre vedi il mondo, sono nelle tue gambe, mentre cammini lungo la tua strada, e sono anche nel tuo cuore. Basta che mi cerchi dentro di te, quando ti mancherò».

«Perché mi stai facendo così male?», singhiozzo tra le lacrime. «Perché vuoi ferirmi?» «Perché una ferita, a volte, è l’unico modo per salvarsi».