Egli si aggrappava ad una sola idea, quella della sua felicità, distrutta senza una causa apparente, e, per una fatalità inaudita, si attaccava a quest'idea, la girava, la rigirava sotto tutti i rapporti, divorandola per così dire a denti aguzzi come nell'Inferno di Dante l'implacabile Ugolino divora il cranio dell'arcivescovo Ruggieri.

