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December 21, 2023 - January 10, 2024
«Penso di essermi innamorato di te» mormorò Rhys, accarezzandomi il braccio con un dito, «nell’istante in cui capii che stavi spaccando quelle ossa per creare una trappola per il Verme di Middengard. O forse quando mi mostrasti il medio perché ti avevo presa in giro. Mi ricordavi tanto Cassian. Avevo voglia di ridere per la prima volta da decenni.»
In quel momento percepii lo spirito di Cassian accanto a me e avrei potuto giurare di sentirlo dire: “Se non la sposi tu, stupido stronzo, la sposerò io”.»
Ma non aveva niente a che fare con te, Rhys. Niente a che fare con te. Non ho mai temuto le conseguenze dello stare con te. Anche se ci desse la caccia ogni singolo assassino del mondo... ne varrebbe la pena. Tu ne vali la pena.»
«Sei l’essere più bello che abbia mai visto. L’ho pensato fin dal primo momento in cui ti ho vista, a Calanmai.»
«Ti serviremo e ti proteggeremo».
«Anche se sei la mia Metà» disse «resti sempre una persona autonoma. Decidi tu il tuo fato, le tue scelte. Non io. Ieri hai scelto tu. Sceglierai tu ogni giorno. Per sempre.»
Perché tra noi, flebile e soffice, ben nascosto in modo che nessuno potesse trovarlo... tra noi c’era un barlume di colore, di gioia, di luce e d’ombra... un barlume di lei. La nostra Unione.
«È la tua Metà» mi aggredì Amren. «Non la tua spia. Vai a prenderla.» «È la mia Metà. E la mia spia» dissi pianissimo. «Ed è la Signora Suprema della Corte della Notte.»
L’abbiamo fatto la notte scorsa: siamo usciti di soppiatto, abbiamo trovato una sacerdotessa e l’ho dichiarata mia Signora Suprema».
L’amore... l’amore poteva guarire e poteva avvelenare. Ma era amore che mi ardeva nel petto. Accanto all’Unione che il re di Hybern non aveva neppure sfiorato, perché non sapeva quanto avrebbe dovuto scendere in profondità per spezzarlo. Per dividere me e Rhysand.
Anche quando fu troppo distante per essere visto, continuò a sentirsi addosso quegli occhi grigio-azzurri. Quella sensazione lo seguì fino a Velaris.
“Il giorno più lungo dell’anno” dissi attraverso l’Unione, inviando a Rhys brevi immagini di tutto quello che era successo sulla collina. “Vorrei passarlo con te.”
“Sarebbe un onore” disse, con la risata in ogni parola, “trascorrere anche un solo istante in compagnia di Feyre, la Benedetta dal Calderone.”
Un incubo, avevo detto a Tamlin. Quell’incubo ero io.
«Amore mio»
«La mia coraggiosa, audace, brillante Metà.»
«Mi sei mancata. In ogni secondo, a ogni respiro. Non solo questo»
«mi è mancato... parlare con te, ridere insieme. Mi è mancato averti nel letto, ma ancora di più averti come amica.»
«Tu e questa città mi avete aiutato a risvegliarmi... a riportarmi in vita». I suoi occhi scintillarono mentre gli sorridevo. «Anch’io lotterò con tutte le mie forze, Rhys. Tutte.»
La guerra mi sarebbe rimasta dentro a lungo dopo essere finita, come una cicatrice invisibile che forse si sarebbe attenuata, senza però mai sparire del tutto.
Tuttavia, per la mia terra, per Prythian e per i territori umani e molti altri... avrei pulito le mie lame e mi sarei lavata via il sangue dalla pelle. E l’avrei fatto ancora e ancora e ancora.
«Lei è la Signora Suprema della Corte della Notte. Può fare ciò che desidera».
“Vedo ogni cosa di te, Rhys. E non c’è una parte che non ami con tutta me stessa”.
«Bada a come parli della mia Signora Suprema».
“Sei su sette.” Rhys ridacchiò lungo l’Unione. “Niente male, Spezzamaledizioni. Davvero niente male.”
«Sono grato» disse dopo un po’, mentre l’accampamento sotto di noi si animava alle prime luci «di averti al mio fianco. Non so se ti ho mai detto quanto... quanto sia grato di averti accanto.»
«Stavo solo pensando» risposi, mentre il sorriso cresceva «che quando sarai pronta... Pensavo a quanto mi divertirò a farti da spalla.»
“Ti avrei aspettata altri cinquecento anni. Mille anni. E se avremo avuto a disposizione solo questo tempo... è valsa comunque la pena di aspettare”.
«Marceremo verso quel campo e accetteremo la morte quando verrà a portarci nell’aldilà. Combatteremo per la vita, per la sopravvivenza, per il nostro futuro. Ma se il fato o il Calderone o la Madre decideranno di non farci tornare vivi da quel campo, oggi...». Sollevò il mento «... avrò avuto la grande gioia e il grande onore di conoscervi. Di chiamarvi la mia famiglia. E sono grato, più di quanto riesca a dire, del tempo che mi è stato concesso con voi».
«Non ho rimpianti nella vita. Tranne questo.» La sua voce tremava a ogni parola. «Che non abbiamo avuto un po’ di tempo per noi. Che non ho avuto un po’ di tempo con te, Nesta.»
«Sono felice di averti conosciuta, Feyre.» Le sorrisi e chinai la testa. «Anch’io, Amren. Anch’io.»
Guardai in direzione di quella risata, di quella luce, di quella visione del futuro che Feyre mi aveva mostrato, più bella di quanto avessi mai potuto desiderare... di quanto avevo desiderato nelle notti solitarie di tanto tempo prima, con le stelle come unica compagnia. Un sogno ancora irrealizzato... ma non per sempre.
«Sei nata nella notte più lunga dell’anno.» Le sue dita mi accarezzarono di nuovo la schiena. In basso. «Fin dal primo istante eri destinata a essere al mio fianco.»
«Ti amo» sussurrò. «Più della vita, più del mio territorio, più della mia corona.»
«Buon compleanno, Feyre cara.»
«Questo è un regalo inestimabile.»
“L’avrei amata.”
«Penso al fatto che, anche se avremo mille anni insieme, non mi stancherò mai di questo.»
No, non mi sarebbe certo bastata. Né per ritrarlo né per conoscerlo. Neanche interi eoni sarebbero bastati per tutto quello che volevo fare e vedere con lui. Per tutto l’amore che volevo dargli.
«Costruisci una casa con stanze per i bambini, Feyre.»
“Mi rendi talmente felice. Ho una vita felice, e non smetterò mai di essere grata del fatto che ne fai parte anche tu”.
«Nemmeno io smetterò mai di essere grato di averti nella mia vita, Feyre cara. E, qualunque cosa ci aspetti» fece un piccolo, gioioso sorriso «la affronteremo insieme. Ce ne godremo ogni momento insieme».
“Alle stelle che ascoltano, Feyre.”
“Ai sogni che si avverano, Rhys.”