Jasmine Zennaro

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L’aggettivo scelto, quel «buono», si muove in senso diametralmente opposto: lo giustifica, estraniandolo dalla dimensione di terrore e riportandolo alla sfera umana. Diventa una figura sensibile, un nostro simile con cui è facile empatizzare e del quale possiamo capire, fino quasi addirittura a condividerle, le ragioni del terribile gesto da lui compiuto.
Poverine. Come non si racconta il femminicidio
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