Nel mio ricordo, ci svegliavamo tardi, pigramente esploravamo i confini del letto, bisbigliavamo e ci prendevamo cura l’una dell’altro fino all’ora di pranzo. Leggevamo sul divano con le gambe intrecciate, ordinavamo la cena, bevevamo vino e al crepuscolo tornavamo a letto. Un tempo dev’esserci stato qualcosa del genere, qualcosa che lo faceva sembrare possibile. Devono esserci stati dei fine settimana dove le mura di casa significavano ciò che dovevano significare, ovvero che da soli stavamo bene. Devono esserci stati momenti del genere per dimostrarmi che non era colpa mia né sua se mi sono
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