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«Voglio essere tuo amico.» Aidan chiude la bocca, come se le sue parole lo avessero sorpreso; proprio come lo sono io. Ignoro il suo commento. Forse è la morfina o la Sindrome di Stoccolma. Non importa. È quello di cui abbiamo bisogno entrambi e lo chiamerò amico per tutta la notte, se questo lo aiuterà a stare meglio.
Prima di… questa cosa, prima di lui, la mia esistenza era semplice. Odiavo tutti e non piacevo molto agli altri, e mi andava bene. Non mi era mai passato per la testa di preoccuparmi per le altre persone e respingevo chiunque osasse farlo per me.
Quando ho conosciuto Aidan, era infelice e lo è ancora, ma non significa che deve esserlo per sempre.
Ludo è qui e nient’altro importa.
Ho paura delle cose che mi piacciono perché potrei perderle.»
Non ho mai desiderato così tanto qualcuno in tutta la mia vita. Sento caldo. Sento freddo. Sto tremando, ma non riesco a muovermi. Soltanto il mio cuore sembra libero di farlo e ogni battito è per Ludo.
Io mi fido di lui. Quasi quanto lo desidero.
Non posso guarirlo, non voglio farlo, ma farei qualsiasi cosa per portare via il dolore che prova.
Niente nella mia vita, incluso lui, è mai stato senza problemi. Tuttavia, mentre penso alle sue parole e al loro significato, ne sono felice. Gli metto una mano sulla nuca e lo attiro a me per un bacio. Ti amo. Ricambia il bacio. Anch’io ti amo.
Provo a immaginare come sarebbe andata se ci fossimo incontrati in circostanze diverse… prima del mio incidente e di tutti i traumi che ha vissuto lui, ma non ci riesco, perché non c’è niente che desideri di più che averlo esattamente com’è in questo momento.
Fremo sotto di lui e l’unica cosa che posso fare è sentire, perché ho smesso di pensare.
«È così bello.» Fa un respiro profondo e mi afferra una mano, stringendola così forte da rischiare di spezzarmi le dita. «Sapevo che lo sarebbe stato. Dio, Aidan. Era da tanto che aspettavo questo momento.»
penso alla prima volta in cui l’ho visto, in cui l’ho visto per davvero, fissarmi dall’altro lato del reparto. Nonostante in quel momento fossi stato un disastro, mi ero sentito subito affascinato da lui e quel sentimento è cresciuto, diventando affetto e attrazione, conducendoci a questo momento.
È come se non lo avessi mai fatto prima. Come se il desiderio che ho provato nella mia vita fosse sempre stato per lui e lo avessi conservato per tutto questo tempo.
Aidan ha sconvolto il mio mondo e non è qui per rimetterlo a posto. Irrazionalmente, lo incolpo per questo. Sono arrabbiato. Sono triste e allo stesso tempo felice. Prima su e poi giù. È giallo e nero. Aidan mi ha scopato come se mi amasse e anch’io lo amo. Dovresti dirglielo. È un pensiero terrificante, che non vuole lasciarmi in pace.
Sono ingiustamente sorpreso dalla sua domanda. Non perché chiedermi di restare con Ludo sia irragionevole, ma perché non c’è alcun dubbio che lo farò, cazzo. «Posso restare. Lo avrei fatto comunque.» «Perché?» «Perché lo amo.»
«Mi piace essere sporco.» «Lo so, amico, ma questo non è un tipo di sporco divertente.» «Vuoi ancora sporcarti in modo divertente con me?» Lo fisso. È rannicchiato nella vasca, nudo, vulnerabile e confuso e si fida così tanto di me che il mio cuore potrebbe esplodere da un momento all’altro, cazzo. «Sempre.»
Adesso tocca a Ludo fissarmi e non ho idea di quello che pensi. Di quello che senta, e quello che odio di più è la possibilità che sia spaventato e che io non lo sappia. Che potrebbe aver bisogno di me più di quanto non saprò mai, e che non si renda mai conto di quanto anch’io abbia bisogno di lui. Gli porto indietro i capelli bagnati e strizzo le punte. «Ieri hai detto di amarmi. Hai idea di quanto anch’io ti ami?»
«Puoi rimanere nel furgone,» dice Aidan. «Non dovrei metterci molto.» Scuoto la testa. «Mi piace stare fuori al freddo.» «Questa è l’unica volta in cui ho pensato che tu sia pazzo.»
il legame invisibile tra di noi è ancora solido. È più forte di quanto pensi. È la mia imbracatura, e lo amo.
Gli piace quando lo ricopro con il mio corpo. Per lui è come un’àncora e lo fa sentire al sicuro, quindi mi sdraierò sopra di lui ogni giorno, se è quello che vuole.
mi rendo conto che nessun altro lo vede con i miei stessi occhi perché lui non vuole che lo facciano. Forse, se fossi un uomo diverso, proverei a cambiare le cose, ma non voglio farlo, perché Aidan non è difettoso e nemmeno io lo sono.
Non l’ho mai visto così felice.» «Non pensi che sia capace di sentirsi così da solo?» «Certo che sì. Sono soltanto felice che ti ami.» Non capisco perché Michael non me lo abbia detto sin da subito, invece di rivolgermi parole senza senso. Aidan mi ama e io amo lui, ma non significa che ci siamo guariti a vicenda. Il dolore è ancora reale. Il nero è ancora nero. L’unica differenza è che, alla fine, noi siamo ancora qui.
«Vuoi che ti baci, Aidan?» Mi rivolge un sorriso smagliante. «Sì, Ludo, lo voglio.» Lo bacio. Una, due, tre volte. Dopo, faccio un respiro profondo e lo bacio di nuovo.

