Circe
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Read between September 7 - October 29, 2025
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Non si può comprendere quanto gli dèi siano terrorizzati dal dolore. Non c’è nulla a loro di più estraneo, e dunque nulla cui desiderino assistere con più ardore.
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Tutt’intorno a me, sibili di respiri come acqua su roccia rovente.
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Era vero. Non avrei soltanto sradicato il mondo, ma lo avrei fatto a pezzi, bruciato, avrei compiuto ogni cattiveria possibile pur di avere Glauco al mio fianco.
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Ogni istante era come se una goccia di sangue abbandonasse il mio corpo.
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Credevo che un simile dolore mi avrebbe uccisa, nulla a che vedere con il deprimente intontimento che la partenza di Eete mi aveva lasciato, ma acuto e feroce come se una lama mi trafiggesse il petto Naturalmente, però, io non potevo morire. Avrei continuato a vivere, ogni singolo bruciante momento fino al successivo. Proprio il tipo di sofferenza che induce la nostra specie a scegliere di essere pietra e albero piuttosto che carne.
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Senza lasciare traccia, senza compiere gesta. Anche quelli che un po’ mi avevano amato non si erano dati la pena di restare. Poi appresi che potevo piegare il mondo al mio volere, come si tende un arco per la freccia. Mi sarei sottoposta a quella fatica mille volte pur di conservare un simile potere nelle mani. Pensavo: deve aver provato questo, Zeus, nello scagliare la sua prima saetta.
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Ero anche più abbandonata di mia sorella. Io stavo andando per lei, ma nessuno sarebbe mai venuto per me. Era un pensiero costante. In fondo ero stata da sola per tutta la vita. Eete, Glauco, non erano stati che intermezzi nella mia lunga solitudine.