«Io amo te» mi dice. «Ho passato quasi tutta la vita a proteggere il mio cuore. E l’ho fatto così bene che mi sono comportato come se non ce l’avessi. Ancora adesso è scabro, consumato, mangiato dai vermi, però è tuo.» Si dirige verso la porta degli appartamenti reali, come se volesse mettere fine a quella conversazione. «Probabilmente lo avevi già intuito» precisa. «Ma se così non fosse...»

