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January 30 - February 2, 2024
Sul piano delle possibili patologie, il XXI secolo appena cominciato non è caratterizzabile in senso batterico o virale, quanto piuttosto in senso neuronale. Malattie neuronali come la depressione, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)1, il disturbo borderline di personalità (BPD) o la sindrome da burnout (BD) connotano il panorama delle patologie tipiche di questo secolo. Non si tratta di infezioni, piuttosto di infarti che non sono causati dalla negatività di ciò che è immunologicamente altro, ma sono determinati da un eccesso di positività.
L’obiettivo della difesa immunitaria è l’estraneità in quanto tale. Persino quando l’Estraneo non ha alcuna intenzione ostile, persino quando non costituisce un pericolo, viene eliminato in conseguenza della sua alterità.
La società precipita oggi sempre di piú in una costellazione che si sottrae del tutto allo schema di organizzazione e reazione immunologica. Essa si contraddistingue per la scomparsa dell’alterità e dell’estraneità.
Oggi, invece, al posto dell’alterità abbiamo la differenza, che non provoca alcuna reazione immunitaria.
Anche l’estraneità si stempera in una forma di consumo. L’estraneo cede il passo all’esotico, visitato dal turista. Il turista o il consumatore non è piú un soggetto immunologico.
Anche il cosiddetto “immigrato” non è piú, oggi, un altro in senso immunologico, un estraneo in senso enfatico, che costituisce un effettivo pericolo o del quale si debba aver paura. Gli immigrati o i profughi sono avvertiti come un peso, piú che come una minaccia.
La scomparsa dell’alterità implica il vivere in un tempo povero di negatività. Le malattie neuronali del XXI secolo, a loro volta, seguono sí una dialettica ma non la dialettica della negatività, bensí quella della positività. Si tratta di stati patologici da ricondurre a un eccesso di positività. La violenza non nasce solo dalla negatività, ma anche dalla positività, non solo dall’Altro o dall’Estraneo ma anche dall’Eguale.
Dobbiamo distinguere tra rigetto immunologico e non-immunologico. Quest’ultimo si rivolge all’eccesso dell’Eguale, all’eccesso di positività.
A loro volta esaurimento, affaticamento e soffocamento non sono, in rapporto all’eccesso, reazioni immunologiche. Sono tutte manifestazioni di una violenza neuronale, che non è virale nella misura in cui non è riconducibile ad alcuna negatività immunologica.
La violenza della positività non presuppone alcuna ostilità. Si sviluppa proprio in una società permissiva e pacificata. Per questo è meno riconoscibile della violenza virale. Occupa infatti lo spazio privo di negatività dell’Eguale, in cui non si ha alcuna polarizzazione tra nemico e amico, Interno ed Esterno o tra proprio ed estraneo.
La violenza della positività non è privativa ma saturativa, non è esclusiva ma esaustiva. Per questo, è inaccessibile alla percezione immediata.