Di fronte all’Io-ideale, l’Io reale appare come un fallito, che viene coperto di autorimproveri. L’Io fa guerra a se stesso. In questa guerra non può esserci un vincitore, perché la vittoria termina con la morte di chi vince. Il soggetto di prestazione si distrugge nella vittoria. La società della positività, che crede di essersi liberata da ogni costrizione estranea, si impiglia in autocostrizioni distruttive. Cosí, le malattie psichiche come il burnout o la depressione – le malattie tipiche del XXI secolo – presentano tutte dei tratti autoaggressivi. Si fa violenza a se stessi e ci si
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