Nell’odierna società del lavoro e della prestazione, che presenta tratti di una società costrittiva, ciascuno si occupa di un campo, un campo di lavoro. La particolarità di questo campo di lavoro consiste nel fatto che si è al tempo stesso detenuti e guardiani, vittime e carnefici, padroni e servi. Sfruttiamo noi stessi. Lo sfruttatore è al tempo stesso lo sfruttato. Carnefice e vittima non sono piú distinguibili. Per poter funzionare meglio, ci ottimizziamo fino alla morte. Un miglior funzionamento viene interpretato, inevitabilmente, come miglioramento del sé.