La dialettica dell’essere-attivi, che sfugge ad Hannah Arendt, consiste nel fatto che l’acuirsi dell’attività in iperazione fa sí che l’attività si rovesci in un’iperpassività, nella quale si segue ogni impulso e stimolo senza opporre resistenza. Invece della libertà essa produce nuove costrizioni. È un’illusione credere che quanto piú si è attivi, tanto piú si è liberi.