La società del lavoro e della prestazione non è una società libera. Produce nuove costrizioni. La dialettica di servo e padrone non conduce, alla fine, a una società nella quale ciascuno è un soggetto libero, capace anche di oziare. Conduce, piuttosto, a una società del lavoro nella quale perfino il signore è divenuto servo. In questa società costrittiva ciascuno porta con sé il proprio campo di lavoro. La sua particolarità è che si è al tempo stesso prigionieri e guardiani, vittime e carnefici. Cosí ciascuno sfrutta se stesso. E in tal modo lo sfruttamento è possibile anche senza dominio.