Dal lavoro egli si aspetta soprattutto il raggiungimento del piacere e non dipende dal comando dell’Altro. Piuttosto, dà retta principalmente a se stesso. Si svincola, cosí, dalla negatività delle pretese altrui. Questa libertà dall’Altro, però, non è soltanto emancipante e liberatoria. La fatale dialettica della libertà fa sí che quest’ultima si rovesci in nuove costrizioni.