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Il capitalismo è una religione ugualitaria nella misura in cui ci sottomette tutti, e porta ciascuno a sentirsi in trappola, come lo sono tutte le donne.
Ce l’ho con una società che mi ha educata senza mai insegnarmi a far del male a un uomo se mi apre le gambe a forza, quando questa stessa società mi ha inculcato l’idea che è un crimine da cui non mi riprenderò mai.
Lo stupro è un programma politico preciso: ossatura del capitalismo, è la rappresentazione cruda e diretta dell’esercizio del potere.
Lo stupro è la guerra civile, l’organizzazione politica tramite la quale un sesso dichiara all’altro: mi arrogo tutti i diritti su di te, ti costringo a sentirti inferiore, colpevole e degradata.
C’è una predisposizione femminile al masochismo, e non proviene dai nostri ormoni, né dal tempo delle caverne, ma da un sistema culturale preciso; questa predisposizione ha implicazioni che intralciano l’esercizio delle nostre indipendenze. Voluttuosa ed eccitante, è al tempo stesso invalidante: essere attratte da quello che distrugge continua ad allontanarci dal potere.

