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Essere complessata, ecco un tratto femminile. Riservata. Saper ascoltare. Non brillare intellettualmente. Colta quel tanto che basta per capire quello che un bellimbusto ha da dire. Chiacchierare, altro tratto femminile. Tutto ciò che non lascia traccia. Ciò che è domestico, che si rifà ogni giorno, che rimane anonimo. Niente grandi discorsi, grandi libri, grandi cose. Cose piccole. Graziose. Femminili.
La mia potenza non si reggerà mai sull’asservimento dell’altra metà dell’umanità. Un essere umano su due non è stato messo al mondo per obbedirmi, per occuparsi della mia vita domestica, crescere i miei figli, piacermi, distrarmi, rassicurarmi sulla portata delle mia intelligenza, procurarmi il riposo dopo la battaglia, darsi da fare per mantenermi come si deve... e tanto meglio.
Il femminismo è una rivoluzione, non una riorganizzazione delle indicazioni di marketing, non una vaga promozione della fellatio o dello scambismo, non si tratta soltanto di migliorare gli stipendi integrativi. Il femminismo è un’avventura collettiva, per le donne, per gli uomini e per gli altri. Una rivoluzione, ben avviata. Una visione del mondo, una scelta. Non si tratta di opporre i piccoli vantaggi delle donne alle piccole conquiste degli uomini, ma di far saltare tutto.

