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L’oggetto del contendere era l’oceano. In base alle analisi si era convenuto di considerarlo una formazione organica (nessuno, all’epoca, aveva osato definirla vivente). Ma mentre i biologi vi vedevano una formazione primitiva – una sorta di gigantesco insieme, un’unica fluida cellula assurta a proporzioni mostruose (da loro tuttavia definita «formazione prebiologica») che circondava il globo di un involucro colloidale qua e là profondo varie miglia –, gli astronomi e i fisici affermavano che doveva trattarsi di un insieme organizzato in modo estremamente evoluto e, per complessità di
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l’oceano modificava certi elementi delle apparecchiature in esso sommerse, per cui la normale frequenza delle scariche cambiava e i sensori registravano una profusione di segnali, come frammenti di colossali operazioni di analisi superiore... Ma
Noi uomini partiamo per il cosmo pronti a tutto: alla solitudine, alla lotta, al martirio e alla morte. Anche se per pudore non lo proclamiamo a gran voce, spesso siamo convinti di essere persone straordinarie. In realtà quello che vogliamo non è conquistare il cosmo, ma estendere la Terra fino alle sue frontiere.
la verità è che cerchiamo soltanto la gente. Non abbiamo bisogno di altri mondi, ma di specchi.
Il fatto è che non arriviamo dalla Terra come campioni di virtù o come monumenti dell’eroismo umano: ci portiamo dietro esattamente quello che siamo e quando l’altra parte ci svela la nostra verità – il lato che ne teniamo nascosto – non riusciamo ad accettarla!
– Dovresti sapere che la scienza si occupa esclusivamente del come avvengano certi processi, e non del perché.
Ogni scienza genera di solito la propria pseudoscienza, una sua fantasiosa sottospecie, frutto di menti balzane: l’astronomia aveva la sua caricatura nell’astrologia, la chimica l’aveva avuta a suo tempo nell’alchimia...
Un contatto significa lo scambio di certe esperienze, di certi concetti o, per lo meno, di certi risultati o stati di fatto.
intenzioni e crudeli fantasie omicide di cui ero all’oscuro. L’uomo era andato incontro ad altri mondi e ad altre civiltà senza conoscere fino in fondo i propri anfratti, i propri vicoli ciechi, le proprie voragini e le proprie nere porte sbarrate.
Ci vorrebbe qualcuno che avesse il coraggio di assumersi la responsabilità di decidere, ma è un genere di coraggio che la gente considera una vigliaccheria perché sembra una ritirata, capisci? Una rinuncia, una fuga indegna dell’uomo. Come se invece fosse degno dell’uomo arrancare, impantanarsi e affondare in qualcosa che non capisce e mai capirà.