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ma anche nel più banale dei sogni ci capita di discorrere con persone che nella vita non conosciamo, di porre loro delle domande e udirne le risposte; e sebbene quelle persone siano soltanto il frutto della nostra attività psichica, parti isolate e momentaneamente pseudo-autonome della nostra stessa psiche, fino al momento in cui (nel sogno) quelle persone non ci parlano ignoriamo le parole che usciranno loro di bocca. E invece avremmo dovuto conoscerle, visto che erano state elaborate da quella parte isolata della nostra mente e che le avevamo inventate noi stessi per metterle in bocca di
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fatto è che non arriviamo dalla Terra come campioni di virtù o come monumenti dell’eroismo umano: ci portiamo dietro esattamente quello che siamo e quando l’altra parte ci svela la nostra verità – il lato che ne teniamo nascosto – non riusciamo ad accettarla! –
L’essere umano riesce ad afferrare solo poche cose alla volta: vede solo quello che gli succede davanti qui e adesso, mentre la rappresentazione di un insieme di processi simultanei, sia pure tra loro collegati e complementari, supera le nostre possibilità. E questo anche nei confronti di fenomeni relativamente semplici. La sorte di un singolo uomo può significare molto, quella di qualche centinaio di uomini era già difficile da afferrare, mentre quella di mille o di un milione non ha sostanzialmente alcun significato.
L’uomo era andato incontro ad altri mondi e ad altre civiltà senza conoscere fino in fondo i propri anfratti, i propri vicoli ciechi, le proprie voragini e le proprie nere porte sbarrate.